Nell’accesa discussione alla Camera sul disegno di legge governativo A.C. 2454 “Modifica alla normativa in materia di immigrazione e di asilo”, il parlamentare riminese Sergio Gambini ha dato voce alle istanze dell’imprenditoria riminese, presentando due ordini del giorno che impegnano il Governo ad agevolare le esigenze delle imprese turistiche e della pesca, alle prese con gravi problemi nel reclutamento del personale. “La nuova legge sull’immigrazione imposta dalla Casa delle libertà avrà l’unico effetto di mettere in difficoltà il sistema produttivo del nostro paese ed alimentare l’illegalità. Stupisce la sordità alle richieste di tutte le associazioni imprenditoriali, del mondo cattolico e della solidarietà, stupisce l’arroganza con la quale si è voluto tappare la bocca alle voci di dissenso nella maggioranza”.
“Le quote dei lavoratori stagionali extracomunitari assegnate alla provincia di Rimini – scrive il deputato nell’ordine del giorno dedicato alla risoluzione dei problemi turistici - sono del tutto insufficienti rispetto alle necessità, con quantità assolutamente inverosimili, che non risultano essere state colmate, se non in maniera parzialissima, dalle più recenti rideterminazioni”. Il territorio riminese, con i suoi 3000 alberghi, 1500 pubblici esercizi e 500 stabilimenti balneari, rappresenta il 10% del Pil turistico nazionale. Dei 33 mila stagionali avviati al lavoro nel comparto riminese, il 15% è rappresentato da stranieri, generalmente ospitati – con vitto ed alloggio – presso le strutture cui prestano la loro opera.
“Sono pressanti le richieste delle associazioni imprenditoriali riminesi e dall’Ordine dei consulenti del lavoro, per ottenere più adeguate disponibilità di manodopera. Se perdura l’attuale situazione verranno messi nella condizione di dover aggirare la legge o rifugiarsi nel sommerso con il risultato di alimentare la filiera della clandestinità, che andrebbe invece combattuta con decisione”. Di qui l’impegno richiesto al Governo “a compiere una puntuale ricognizione delle esigenze avanzate dalla realtà imprenditoriale riminese” e “ad attivarsi per rideterminare le quote e soddisfare imprescindibili necessità del sistema di imprese riminesi sul quale si regge il benessere della comunità locale.
Dalla medesima esigenza di impedire che le attività produttive vengano colpite nel loro sviluppo dalla mancanza di manodopera, muove anche il secondo ordine del giorno. Superare la difficoltà della formazione degli equipaggi (a causa dell’attuale vincolo del 50% di marittimi extracomunitari imbarcati) è l’obbiettivo del documento, che se approvato risolverebbe il problema del naviglio medio e grande delle flotte, in particolare del medio e alto Adriatico. Evitando ad esse la drammatica scelta fra cessare la propria attività o rifugiarsi nel sommerso ed alimentare la clandestinità.