Aveva "perso" il Grand Hotel di Rimini per un soffio, Antonio Batani, imprenditore romagnolo nel campo degli alberghi: il gioiello riminese gli era sfuggito di mano nel febbraio 2006 sul filo della firma, ad opera dell'immobiliarista romano Danilo Coppola. Svanito il concorrente nel turbinio delle traversie giudiziarie e finanziarie, il simbolo della Rimini alberghiera, raccontato da Fellini nel suo Amarcord, è tornato sul mercato. E Batani ci ha riprovato. Ieri, dopo un mese di trattative, è diventato suo. Alla vigilia del centesimo compleanno della struttura riminese.

Lo scrittore Marco Missiroli, e i premiati con il Sigismondo D'oro 2007, il pittore Vittorio D'augusta, e il gruppo teatrale dei Motus, campeggiano nella copertina del secondo numero di Exitime, da pochi giorni in distribuzione a Rimini. La rivista che dirigo per conto dell'editore Samuele Grassi sta diffondendosi nei locali pubblici, raccontando ai lettori, oltre alle consuete agende per il tempo libero, dei brevi ritratti per intervista dei personaggi della cultura del nostro territorio.

Due anni senza alcun investimento - un tombino, un rattoppo nella strada, niente - tanto costerebbe ai cittadini di Verucchio, paese collinare nell'entroterra riminese, il pagamento di una vecchia storia di immobili mai realizzati e qualche pilone di cemento gettato - pare - nottetempo su un sito oggi di rilevanza paesistica. Accanto a quello ancora più pregiato della necropoli di Villanova. Proprio sotto la rocca malatestiana, uno dei gioielli della Valmarecchia.

Una nuova rivista dedicata al tempo libero: Exitime, questa la testata, debutta oggi pomeriggio nel corso di una presentazione nel cuore di Rimini, alla Cantinetta in piazza San Gregorio. Nel cuore di Rimini perché è da qui che si irradia, distribuita gratuitamente in 8 mila copie, ma che abbraccia non solo la Riviera del divertimento, ma anche le numerose iniziative che vengono create in Valmarecchia e in Valconca. Il nuovo mensile è edito dai tipi di Samuele Grassi, che dalla comunicazione multimediale si getta, con questa avventura, sulle orme di Gutemberg come editore. Ed è, questa è un'altra piccola novità, da me diretto.

“Nel momento in cui chiuderò gli occhi a questa terra, la gente che sarà vicino dirà: è morto. In realtà è una bugia. Sono morto per chi mi vede, per chi sta lì. Le mie mani saranno fredde, il mio occhio non potrà più vedere, ma in realtà la morte non esiste perché appena chiudo gli occhi a questa terra mi apro all’infinito di Dio[...]”.Don Oreste Benzi ha scritto questo commento biblico per il 2 novembre. Oggi, suona come l'estremo saluto a quanti lo hanno seguito camminando accanto agli “ultimi della terra”. Perché è vero che a Rimini è cresciuto - il seminario nel '37, sacerdote e cappellano alla chiesa di San Nicolò, al Porto nel '49, da anni alla Resurrezione, zona Grotta Rossa, dove è spirato per un attacco cardiaco la notte scorsa - come un qualunque parroco. Ma non era un prete “qualunque”. E il suo messaggio non è rimasto ancorato – o sepolto - nel disincanto della città del divertimento, anzi. Rimini come terreno di coltura dell'opera sociale: