Torna la stagione degli incontri tra le aziende, promossi dalla rete Cdo attraverso gli eventi Expandere with matching. E mercoledì 17 Aprile 2013, dalle 9 alle 18, il settore commerciale Target Sinergie ,sarà impegnato ad Abbadia di Fiastra, Urbisaglia (MC) per la quarta edizione dell’Expandere Marche Sud – Umbria. La formula è nota e collaudata: l’evento offrirà a ciascun partecipante la possibilità di incontrare più di 150 aziende, prevalentemente di Marche e Umbria, in un’unica giornata di lavoro finalizzata a sviluppare contatti che potranno diventare collaborazioni, partnership, opportunità. Una formula che lascia ampio spazio all’iniziativa di ciascuno con un risultato che, come si può evincere dai commenti dei partecipanti alle scorse edizioni, ha soddisfatto moltissimi imprenditori.
Expandere sarà anche l’occasione per approfondire alcuni temi specifici attraverso workshop di settore o di carattere trasversale, sul tema dell’Internazionalizzazione delle imprese, l’Innovazione, Edilizia e ambiente, Sviluppo dell’imprenditorialità. Il tutto nell’ottica di diventare strumento per creare collaborazioni e sviluppare lavoro, in questa fase così delicata.
Sono tre giorni che il mio pc ha gravi problemi: non parte. Parte solo e soltanto grazie a un live cd (un sistema operativo in un cd che fa funzionare la macchina). Succede. Potrei maledire openSuse - linux (colpa sua). Potrei incazzarmi per averlo aggiornato (tutte le volte c'è una magagna che spunta). E invece... Non mi affaccendo più di tanto sui forum. Non accorro al suo capezzale smanettando in file di configurazione. Aspetto pazientemente i consigli di chi ne sa più di me, che arrivano puntuali alla mattina, per metterli in pratica solo alla sera, quando ho tempo e con molta calma. Insomma, mi trovo a godermi una pausa relativa nella relazione morbosa con il mio personal computer. Troppo morbosa. continuo ad aspettarmi troppo da lui. Continuo ad aspettarmi troppo dalla Rete, dai social media. E' come se da questo strumento dovesse giungere qualcosa o qualcuno di messianico, capace di rivoluzionare davvero la mia vita. Percepisco l'ansia di aggiornare i sistemi, aggiornare le pagine che visito, aggiornare gli stati che incessantemente migliaia di amici, conoscenti, semiconoscenti e sconosciuti vomitano nel più feroce frullatore di umani umori mai inventato. Più percepisco e alimento l'ansia, la simultaneità e l'ubiquità digitali e più le energie precipitano e le parole sfuggono. Si spandono come una goccia di petrolio su un mare piatto, che ammanta di colore la sua tossicità.
Argomenti:Il corso si pone l’obiettivo di discutere il percorso che dal “Disagio della civiltà” di Sigmund Freud dipana la questione storica dell’ampliamento dell’intervento psicoanalitico dall’individuo alla società, con particolare riferimento alla funzione attributiva di ruoli e compiti fornita dalle istituzioni sociali. La verticalità del potere, il simbolismo coercitivo che attraversa gli ambiti dell’universo psicologico umano dalla sua condizione (impraticabile) di individuo a quella di depositario attivo e passivo delle norme comunitarie. La funzione degli stereotipi e dei pregiudizi ed i principi del gruppo operativo di E. Pichon-Riviere e Josè Bleger. La pratica clinica. La attualizzazione europea di Armando Bauleo e Leonardo Montecchi.
Esercizi di Sinistra Freudiana
Philolab 17 maggio 2011 Roma
1. Brevi citazioni dalla “Psicologia delle masse e analisi dell’Io” (1921) e da “Il disagio della Civiltà”, S. Freud (1929)
Psicologia delle masse e analisi dell’Io
“Nella vita psichica del singolo, l’altro è regolarmente presente come modello, come oggetto, come soccorritore, come nemico, e pertanto la psicologia individuale è anche, fin dall’inizio, psicologia sociale”
“La psicologia delle masse considera quindi l’uomo singolo in quanto membro di una stirpe, di un popolo, di una casta, di un ceto sociale, di una istituzione, o in quanto elemento di un raggruppamento umano che a un certo momento e in vista di un determinato fine si è organizzato come massa” imponendo l’esigenza di identificare una forza specifica, la pulsione sociale, il cui costituirsi può venire individuato nell’ambito più ristretto della formazione familiare.
“Psicologia delle folle” di Gustave Le Bon (1895): “La massa psicologia è una creatura provvisoria, i cui membri si legano fra loro necessariamente per mezzo di una qualche forma di vincolo, che sarebbe ascrivibile ad aspetti inconsci della personalità. “Nella massa l’individuo si trova posto in condizioni che gli consentono di sbarazzarsi delle rimozioni dei propri moti pulsionali inconsci (…) in tali circostanze la coscienza morale o il senso di responsabilità vengono meno, e sappiamo che la coscienza morale è il risultato della angoscia sociale legata alla repressione degli istinti necessaria alla convivenza sociale.”La massa è impulsiva, mutevole e irritabile, è governata per intero dall’inconscio (…) si sente onnipotente, per l’individuo appartenente alla massa svanisce il concetto di impossibile (…) è influenzabile, pensa per immagini, i sentimenti sono semplici ed esagerati (…) chi desidera agire su di essa, non bisogno di coerenza logica fra i propri argomenti (…) vuole essere dominata e oppressa e temere il proprio padrone. Fondamentalmente conservatrice in senso assoluto (…) per influsso della suggestione le masse sono però anche capaci di realizzazioni più alte, l’abnegazione, il disinteresse, la dedizione ad un ideale (…) si può parlare di una moralizzazione del singolo attraverso la massa (…) Le masse non hanno mai conosciuto la sete della verità, hanno bisogno di illusioni e a queste non possono rinunciare”. Si evidenzia un predominio della vita fantastica, dell’appagamento sostitutivo ed illusorio di desideri inconsci, della realtà psichica su quella materiale, tipicamente nevrotico.
“La psiche collettiva” di W. Mc Dougall (1920)
“Anche l’anima delle masse è capace di creazioni spirituali geniali (lingua, canto popolare, folklore, la rivoluzione russa e cubana, ecc..) sono state classificate masse formazioni assai diverse che occorre distinguere, le masse di Le Bon fanno riferimento a gruppi di breve durata, eterogenee e frettolose, transitorie (…) le affermazioni contrarie scaturiscono dalla considerazione di quelle masse o associazioni stabili entro cui gli uomini trascorrono la loro vita e che si incarnano nelle istituzioni della società. Gli elementi più interessanti di questa analisi si riferiscono agli aspetti costitutivi della masso altamente organizzate, dove si comincia ad individuare, grazie a Mc Dougall, la conformazione distintiva di ciò che chiameremo gruppo operativo, fondato sul compito e sulla suddivisione dei ruoli, e su aspetti di proiezione emozionale di carattere ambivalente
“Libido è un termine desunto dalla teoria dell’affettività, chiamiamo così l’energia delle pulsioni attinenti a tutto ciò che può venir compendiato come amore (sessuale, filiale, amicale, per l’umanità per idee astratte e oggetti concreti). Tramite la parola amore nelle sue molteplici accezioni, la lingua ha creato una sintesi perfettamente legittima seppur questo utilizzo abbia provocato numerose reazioni ed accuse di pansessualismo alla psicoanalisi alle quali Freud risponde: “Non posso scorgere alcun merito nel fatto di vergognarsi della sessualità”ma, in relazione alle questioni dibattute si considererà l’ipotesi che le relazioni d’amore (i legami del sentimento) costituiscono l’essenza della psiche collettiva. Due ipotesi: la massa viene tenuta insieme da qualche potenza, l’Eros; Se nella massa il singolo rinuncia al proprio modo di essere personale e si lascia suggestionare dagli altri, sembra farlo perchè in lui c’è un bisogno di concordare con gli altri anziché contrapporsi. Ci si lascia suggestionare per amore (nel senso sopra descritto, libidico/energetico) degli altri.
Due masse artificiali: “la chiesa e l’esercito: altamente durevoli ed organizzate, per salvaguardarle dalla dissoluzione e per impedire modificazioni della loro struttura viene impiegata una certa coercizione esterna. Di regola non veniamo consultati circa la nostra volontà di entrare a far parte di una massa siffatta ne la cosa resta affidata alla nostra decisione§; il tentativo di uscirne viene solitamente perseguito o severamente punito o risulta vincolato a condizioni ben determinate (…) nella chiesa come nell’esercito vige la medesima illusione, in base a cui esiste un capo supremo che ama di amore uguale tutti i singoli componenti della massa. Vige una subordinazione al capo motivata da un investimento libidico, in entrambe queste masse artificiali ogni singolo è legato da un lato al capo (Cristo, il comandante supremo) e dall’altro agli altri individui componenti la massa per cui ci sembra di essere sulla strada giusta, ossia sulla strada che può condurci a una spiegazione del fenomeno fondamentale della psicologia collettiva: l’assenza di libertà del singolo all’interno della massa
Freud aggiunge anche che sostanzialmente ogni religione è una siffatta religione dell’amore per tutti coloro che essa abbraccia nel suo ambito (per l’esercito, per le tifoserie, per i partiti politici?) e ogni religione è per sua natura crudele e intollerante nei confronti di coloro che non ne fanno parte.
Sorge qui spontaneo il riferimento ai concetti di stereotipo, pregiudizio di Bleger e Montecchi e agli assunti di base di Bion.
Inoltre è interessante la chiosa di Freud al paragrafo: Se, come oggi sembra accadere per quanto riguarda il sentimento socialista, al posto del legame religioso subentra un legame collettivo diverso, ne deriverà, nel confronto con gli esterni, la medesima intolleranza avutasi al tempo delle guerre di religione e, qualora i divari tra le concezioni scientifiche potessero acquistare per le masse un’importanza analoga, il medesimo risultato si ripeterebbe anche per la nuova motivazione”.
“Occorrerebbe partire dalla constatazione che, fin quando tali legami non vi siano stabiliti, una mera moltitudine (v. Revelli) di uomini non è ancora una massa, e ammettere al tempo stesso che in una qualsivoglia moltitudine umana si manifesta con grande facilità la tendenza al formarsi di una massa psicologica (v. Sartre, gruppo seriale e gruppo in fusione), diviene interessante citare il famoso paragone schopenaureiano dei porcospini che hanno freddo, nessuno tollera una vicinanza troppo intima dell’altro (v. pag. 97). In base alla testimonianza della psicoanalisi, quasi ogni stretto rapporto emotivo sufficientemente durevole tra due persone contiene un sedimento di sentimenti di rifiuto, ostili, sedimento che rimane impercettibile solo in virtù della rimozione (…) lo stesso accade allorchè gli uomini si riuniscono in unità più grandi (…) quando l’ostilità ha per oggetto le persone amate, la chiamiamo ambivalenza emotiva e ci spieghiamo tale caso, in termini troppo razionali, adducendo le molteplici occasioni di conflitto d’interesse che sorgono (…) nella palese avversione e ripugnanza provata per l’estraneo con cui siamo a contatto, è avvertibile l’espressione di un amore per noi medesimi, di un narcisismo che tende alla autoaffermazione (…) in tale comportamento umano si manifesta una aggressività la cui origine ci è sconosciuta e a cui potremmo attribuire un carattere elementare (la pulsione di morte esplicitato in Al di là del principio di piacere rifiutato poi da Reich) ma tutta questa intolleranza scompare, temporaneamente o durevolmente, tramite la formazione collettiva e nella massa (…) in base alle concezioni teoriche psicoanalitiche tale limitazione del narcisismo può essere solo il prodotto di un solo fattore, il legame libidico con altre persone (…) che non può essere esclusivamente di carattere utilitaristico poiché se così fosse in maniera esclusiva la tolleranza non dura più a lungo del vantaggio immediato che viene ricavato dalla collaborazione con l’altro (…) l’esperienza ha infatti dimostrato che nel caso della collaborazione si formano invariabilmente fra gli associati legami libidici che prolungano e fissano di la da ciò che è vantaggioso la relazione reciproca (…) se quindi nella massa compaiono limitazioni dell’egoismo narcisistico non operanti all’infuori di essa, ciò costituisce una prova persuasiva del fatto che l’essenza della formazione collettiva consta di legami libidici di tipo nuovo fra i membri della massa”.
Consideriamo quindi quali tipologie di legame libidico possono intervenire nella formazione collettiva.
“L’identificazione è per la psicoanalisi la prima manifestazione di un legame emotivo con un’altra persona. Svolge una sua funzione nella preistoria del complesso edipico. Il maschietto manifesta un interesse particolare per il proprio padre, vorrebbe divenire ed essere come lui, sostituirlo in tutto e per tutto (…) prende il padre come proprio ideale (…) Contemporaneamente il maschietto ha cominciato a sviluppare un vero e proprio investimento oggettuale della madre (…) egli manifesta allora due legami psicologicamente diversi, un investimento nettamente sessuale verso la madre, un’ identificazione con il padre inteso come modello. Questi due legami (…) finiscono per incontrarsi e da tale loro confluire scaturisce il normale complesso edipico.
Tale forma primigenia di relazione oggettuale, che può apparire anche in maniera regressiva quando diventa il sostituto di un legame oggettuale libidico e quindi acquista carattere parziale, come quando ad esempio una bambina esprime il desiderio di sostituirsi alla madre (desiderio rimosso e colpevolizzante) acquisendone il medesimo carattere sintomatico o come quando un adolescente assume atteggiamenti evidentemente simili ad un altro individuo amato.
“C’è un terzo caso, particolarmente frequente e importante, di formazione del sintomo, quello in cui l’identificazione prescinde interamente dal rapporto oggettuale con la persona copiata, nei confronti della quale non è presente un investimento libidico e può sorgere in rapporto a qualsiasi aspetto posseduto in comune. “Siamo già in grado di scorgere che il legame reciproco tra gli individui componenti la massa ha la natura di tale identificazione dovuta a un importante aspetto affettivo posseduto in comune, e possiamo supporre che questa cosa in comune sia il tipo di legame istituito col capo.
Dall’identificazione, passando per l’imitazione si giunge alla immedesimazione, ossia all’intendimento del meccanismo mediante il quale ci è possibile prendere posizione nei confronti di un’altra vita psichica.
Tali questioni pongono come naturale conseguenza l’esistenza di un Io diviso, all’interno del quale si sviluppi una istanza suscettibile di separarsi dal resto dell’Io e di entrare in conflitto. L’abbiamo chiama ta ideale dell’io e le abbiamo attribuito come funzioni l’auto-osservazione, la coscienza morale, la censura onirica e l’influsso determinante nella rimozione. Essa è l’erede del narcisismo originario (…) essa fa proprie, a poco a poco, dagli influssi dell’ambiente, le richieste che questo pone all’Io e cui l’Io non sempre si dimostra pari: di modo che, qualora non possa essere soddisfatto del proprio Io in quanto tale, l’uomo possa trovare la propria soddisfazione nell’Io ideale differenziatosi dall’Io.
A questo proposito diviene centrale la definizione psicoanalitica di innamoramento, con le sue dinamiche di relazione esclusivistiche grazie alle quali avviene una sopravvalutazione sessuale, per cui l’oggetto amato sfugge entro certi limiti alla critica e tutte le sue qualità vengono apprezzate in modo particolarmente netto. Lo sforzo che falsa il giudizio qui è quello dell’idealizzazione (…) l’oggetto viene trattato alla stregua del proprio Io (…) una quantità notevole di libido narcisistica straripa sull’oggetto. In alcuni casi si avverte addirittura la sostituzione del proprio non soddisfacente ideale dell’Io con l’oggetto amato.
Nella complessa definizione delle differenze esistenti tra identificazione ed innamoramento possiamo intravedere un’altra alternativa che contiene in se l’essenza di questo stato di cose, quella tra collocare l’oggetto al posto dell’Io oppure collocarlo al posto dell’ideale dell’Io. Nel primo caso potremmo riferirci all’identificazione, nel secondo all’innamoramento o all’ipnosi, definita da Freud come formazione collettiva a due: l’ipnosi si distingue dalla formazione collettiva per questa limitazione di numero, e insieme si distingue dall’innamoramento per l’assenza di pulsioni sessuali dirette. Tali modalità relazionali, dette anche impulsi sessuali inibiti alla meta si contraddistinguono per la loro durevolezza, legata alla impossibilità di soddisfacimento completo della carica libidica investita. Ne consegue che la definizione di massa subordinata ad un capo, secondo Freud è un insieme di individui che hanno assunto a loro ideale dell’Io lo stesso oggetto e che pertanto si sono identificati gli uni agli altri nel loro Io.
Il ragionamento successivo si dirige verso il concetto di pulsione gregaria, riprendendolo da Trotter W. (Instincts in the Herd in peace and war, 1916) che deduce i fenomeni psichici riscontrabili nella massa da un istinto gregario che risulta innato. Biologicamente, tale gregarietà è un analogia e al tempo stesso una continuazione della pluricellularità; nel senso della teoria della libido, è un’ulteriore espressione della tendenza, di origine libidica, di tutti gli esseri viventi della stessa specie a riunirsi in unità via via più ampie. Freud aggiunge a queste considerazioni quelle relative al bisogno di assoggettamento ad un capo tipico di molte specie animali e soprattutto dell’uomo che, piuttosto che un animale che vive in gregge è un animale che vive in orda, un essere singolo appartenente ad un ‘orda guidata da un capo supremo.
In questo senso Freud si riallaccia al suo importante scritto del 1912, Totem e tabù, nel quale si propone di proseguire sulla strada delle ipotesi darwiniane di composizione originaria della società umana, quella di un orda sottoposta al dominio di un maschio forte, il quale dominava l’orda animalesca proibendo la soddisfazione sessuale dei suoi membri e detenendone l’esclusività, Tale obbligo all’astinenza permise lo sviluppo di relazioni basate su impulsi inibiti alla meta che diedero vita alla prima forma di psicologia collettiva che culminò nell’uccisione del padre e con la creazione della divinità, del totemismo e quindi della primigenia religione e articolazione sociale basata su regole intersoggettive. Secondo Freud la massa intesa come la stiamo trattando finora ci appare come una reincarnazione dell’orda originaria poiché le descrizioni fin qui fatte presentano gli aspetti della scomparsa delle personalità dingola cosciente, il predominio dell’affettività e delle tendenze inconsce: il carattere perturbante, costrittivo, della formazione collettiva, il quale è manifesto nei fenomeni di suggestione che la contraddistinguono, può venir con ragione ricondotto all’origine di questa nell’orda primordiale. Il capo della massa è ancora sempre il temuto padre primigenio, la massa vuole sempre venir dominata (…) ha sete di sottomissione (…) il padre primigenio è l’ideale della massa che domina l’Io invece dell’ideale dell’Io. (vedi pp. 133-134) quindi affermiamo con Freud che tutti i legami su cui poggia la massa sono del tipo delle pulsioni inibite alla meta, in effetti le tendenze sessuali dirette sono sfavorevoli alla formazione collettiva, a meno che non si considerino delle regressioni ad uno stadio primitivo delle relazioni sessuali, stadio nel quale l’innamoramento non svolgeva alcuna funzione e gli oggetti sessuali venivano considerati equivalenti come nel caso dell’orgia. Non a caso nelle grandi masse artificiali, chiesa ed esercito, non c’è posto per la donna in quanto oggetto sessuale, la relazione amorosa tra uomo e donna rimane estranea a tali organizzazioni. Le psiconevrosi entrano in relazione con tali suggestioni quando osserviamo il rapporto duplice che hanno le formazioni collettive, da un lato esse tendono alla disgregazione delle masse, in quanto tendono verso una generale asocialità e dall’altro possono scomparire temporaneamente quando l’individuo vive una esperienza gruppale emotivamente potente. La funzione terapeutica dell’esperienza di gruppo è prassi assodata in psicologia e nel senso comune e diviene particolarmente evidente, seppur si debba sospendere il giudizio sulla reale efficacia, nelle comunità a sfondo mistico (confronto con la visione reichiana del misticismo).
Il disagio della civiltà
“Il programma impostoci dal principio di piacere: diventar felici, non può essere adempiuto, ne attraverso la fede religiosa, la sublimazione intellettuale, la pratica del lavoro, il godimento estetico, l’eremitismo, l’utilizzo di sostanze inebrianti, l’amore sessuale sfrenato o monogamico. Se non in maniera puramente episodica.
La malattia psichica, la nevrosi, la psicosi divengono strumenti sostitutivi dolorosi ed inefficaci, la religione sminuisce il valore della vita presente per idealizzare quello della vita ultraterrena mediante la fissazione violenta a un infantilismo psichico e la partecipazione a un delirio collettivo.
Tre fonti da cui proviene la nostra sofferenza: la forza soverchiante della natura, la fragilità del nostro corpo e l’inadeguatezza delle istituzioni che regolano le reciproche relazioni degli uomini nella famiglia, nello Stato e nella società.
A ben vedere dobbiamo considerare il momento storico, immediatamente successivo al primo conflitto mondiale, caratterizzato dalla incapacità delle istituzioni nazionali ed internazionali di evitare una guerra sanguinosissima di cui l’Austria, patria di Freud, fu protagonista.
Sembrerebbe quindi che la civiltà stessa sia la fonte primaria della sofferenza umana e del mancato raggiungimento della felicità per l’essere umano, poiché tutto si svolge in essa, anche le risposte alle frustrazioni che da essa derivano sembrano, per l’uomo, proponibili e praticabili solo al suo interno.
Che cos’è la civiltà? La civiltà (Kultur) designa la somma delle realizzazioni e degli ordinamenti che differenziano la nostra vita da quella dei nostri progenitori animali e che servono a due scopi: a proteggere l’umanità contro la natura e a regolare le relazioni degli uomini fra loro.
Nel primo caso le argomentazioni riguardano la capacità dell’essere umano di intervenire nei confronti della conoscenza, del controllo, nella previsione dei fenomeni naturali che, attraverso lo sviluppo della meccanica e della tecnologia, appaiono progressivamente più sottoposti al dominio umano.
Nel secondo caso ci si riferisce al percorso di autoregolamentazione delle società umane derivato, secondo Freud, dalle prime norme di “diritto” associativo scaturite dalla necessaria confluenza di interessi dei fratelli, componenti dell’orda primordiale, a seguito della eliminazione del padre tirannico e la conseguente nascita dei tabù, prime ingiunzioni restrittive necessarie a definire la regolamentazione della convivenza, che diede vita alle esperienze matriarcali poi degenerate nella re-instaurazione della logica autoritaria patriarcale. Quindi la vita in comune degli uomini ebbe un duplice fondamento: la coercizione al lavoro, creata dalla necessità (ananke) e la potenza dell’amore (eros), che nel maschio provocò il desiderio di non essere privato dell’oggetto sessuale, cioè della femmina, e nella femmina quello di non essere privata della parte da lei separatasi, cioè del figlio. Eros e Ananke sono divenuti del pari i progenitori della civiltà umana. La prima conseguenza fu che ora un numero anche abbastanza grande di uomini poté restare unito in comunità.
L’amore che fondò la famiglia continua ad operare nella civiltà nella sua forma originaria, nella quale non rinuncia al soddisfacimento sessuale diretto, e nella forma modificata, come tenerezza inibita alla meta. In ambedue le forme adempie alla sua funzione di legare l’uno all’altro un numero considerevole di persone, più intensamente di quel che può fare l’interesse del lavoro in comune.
Ma la correlazione tra amore e civiltà cessa, nel corso dell’evoluzione, di essere univoca. Da un lato, l’amore oppone agli interessi della civiltà, dall’altro, la civiltà minaccia l’amore con gravi restrizioni. Nel primo caso si manifesta come una opposizione tra la famiglia e la comunità più ampia a cui il singolo appartiene, nei confronti dei giovani che intendono allontanarsi dalle restrizioni familiari, e nei confronti delle donne che vedono la loro vita sessuale ristretta dalle esigenze di investimento oggettuale degli uomini nel campo del lavoro e, nel secondo, dai meccanismi repressivi che nei confronti della urgenza delle pulsioni sessuali la civiltà impone ai bambini prima e agli adulti poi nell’obbligo morale ad una conduzione monogamica della vita sessuale, rivolta esclusivamente ad individui del sesso opposto, adducendo come perversioni i soddisfacimenti extragenitali. Ma la società incivilita si è vista costretta a passare sotto silenzio molte trasgressioni che secondo i suoi canoni avrebbe dovuto punire (…) la vita sessuale dell’uomo civile è in effetti seriamente danneggiata, nella vita dell’uomo civile contemporaneo non c’è più posto per l’amore semplice, naturale di due esseri umani poiché al di la del raggiungimento del naturale piacere sessuale che si contrae tra due persone la civiltà necessita di energia libidica necessaria alla costruzione di legami tra i membri della comunità, la cosiddetta inibizione alla meta, ed obbliga una restrizione della vita sessuale.
Tutto ciò parrebbe definire un contesto pulsionale nel quale l’elemento amoroso, di investimento libidico, mantiene una sua esclusività ma, in relazione alle questioni etiche della contrapposizione tra bene e male, nelle quali la civiltà ha un ruolo decisorio fondamentale, Freud afferma che l’uomo non è una creatura mansueta, bisognosa d’amore, capace, al massimo, di difendersi se viene attaccata; ma che occorre attribuire al suo corredo pulsionale anche una buona dose di aggressività. Ne segue che egli vede nel prossimo non soltanto un eventuale aiuto e oggetto sessuale, ma anche un invito a sfogare la propria aggressività, a sfruttarne la forza lavorativa senza ricompensarlo, ad abusarne sessualmente senza il suo consenso, a sostituirsi a lui nel possesso dei beni, ad umiliarlo, a farlo soffrire, a torturarlo e a ucciderlo. Homo homini lupus. A questo punto Freud riconosce alla causa comunista della abolizione della proprietà privata, dell’abolizione della famiglia autoritaria, l’eventuale funzione di togliere armi al meccanismo aggressivo ma, ritenendo questo una pulsione primaria, ne evidenzia la futura inefficacia. Inoltre, accennando ai meccanismi gruppali di definizione di comunità distinte, sciorina una delle sue affermazioni di sapore sociologico più affascinanti: é sempre possibile riunire un numero anche rilevante di persone che si amino l’uno l’altro fin tanto che ne restino altri per le manifestazioni di aggressività. Vedremo poi come Reich contesterà fortemente, riformandole sostanzialmente, queste pessimistiche conclusioni. Ma la civiltà, con le sue regole e i suoi statuti e le sue costituzioni impone sacrifici tanto grandi non solo alla sessualità ma anche alla aggressività dell’uomo (…) di fatto l’uomo primordiale stava meglio, poiché ignorava qualsiasi restrizione pulsionale, in compenso la sua sicurezza di godere a lungo di tale felicità era molto esigua. L’uomo civile ha barattato una parte della sua possibilità di felicità per un po’ di sicurezza. Egli giunge anche ad affermare che forse ci abitueremo anche all’idea che ci sono difficoltà inerenti alla essenza stessa della civiltà e che non cederanno di fronte ad alcun tentativo di riforma poiché ci sovrasta il pericolo d’una condizione che potremmo definire la miseria psicologica della massa, particolarmente presente laddove i legami tra gli uomini si basano su meccanismi identificativi sottomessi all’autorità di capi inadatti a tale ruolo. Si evincono numerosi spunti che verranno ripresi e traslati fortemente da Reich ma appare emergere una tendenza autoritario-conservatrice che fu poi rilevata da alcuni critici freudiani, soprattutto da sinistra.
Ora, data per Freud, l’indiscussa esistenza di una pulsione di morte, avente tendenza autodistruttiva, anch’essa caratterizzabile in senso narcisistico, va indagato attraverso quali mezzi usa la civiltà per frenare la spinta aggressiva che le si oppone, per renderla innocua, per abolirla? (…) L’aggressività viene introiettata, interiorizzata, propriamente viene rimandata la donde è venuta, ossia è volta contro il proprio io. Qui viene assunta da una parte dell’Io, che si contrappone come Super-Io al rimanente, ed ora come coscienza è pronta a dimostrare contro l’Io la stessa inesorabile aggressività che l’Io avrebbe volentieri soddisfatto contro altri individui estranei. Chiamiamo senso di colpa la tensione tra il rigido Super-Io e l’Io ad esso soggetto; tale senso si manifesta come bisogno di punizione. La civiltà domina dunque io pericoloso desiderio di aggressione dell’individuo infiacchendolo, disarmandolo e facendolo sorvegliare da una istanza nel suo interno ma, in assenza della possibilità che la distinzione tra bene e male possa sussistere originariamente nella struttura umana, il male spesso non è quel che danneggia o mette in pericolo l’Io, anzi può essere anche qualcosa che l’Io desidera (…) qui agisce dunque un influsso estraneo, il quale decide cosa debba chiamarsi bene o male (…) è facile scoprirlo nella debolezza dell’uomo e nella sua dipendenza dagli altri; può essere indicato meglio come paura di perdere l’amore (…) pertanto il male è originariamente tutto ciò a causa di cui si è minacciati della perdita d’amore (…) perciò conta poco se si è già fatto il male se soltanto si intenda farlo; in entrambi i casi il pericolo si presenta solo se l’autorità lo scopre (…) questo stato d’animo si chiama cattiva coscienza e a questo stadio il senso di colpa è chiaramente solo paura della perdita d’amore, angoscia sociale. Quando, in relazione al incivilimento, il Super-Io diviene istanza strutturata vengono anche a cessare sia la paura di venir scoperti, sia la differenza tra fare e volere il male, perchè niente può rimaner nascosto dinanzi al Super-Io, neppure i pensieri. Perciò, nel passaggio tra fanciullezza e adultità, quindi nella instaurazione della istanza super egoica, il sentimento di colpa può avere due origini: una dal timore che suscita l’autorità (genitoriale), e una successiva dal timore che suscita il Super-Io. La prima obbliga a rinunciare al soddisfacimento pulsionale, la seconda, oltre a ciò e poiché è impossibile nascondere al Super-Io che i desideri proibiti continuano, preme per la punizione.
A questo punto, non possiamo prescindere dall’ipotesi che il senso di colpa dell’umanità abbia origine dal complesso edipico e venisse acquisito con l’uccisione del padre da parte dei fratello alleati. In quell’occasione una aggressione non fu repressa ma effettuata, la medesima aggressione che, repressa nel bambino, è destinata ad essere la fonte del senso di colpa (…) ma se l’umano senso di colpa risale davvero all’uccisione del padre primordiale, esso fu un caso di rimorso (…) quel rimorso fu il risultato dell’ambivalenza emotiva primigenia verso il padre: i figli lo odiavano ma anche l’amavano; dopo che l’odio fu soddisfatto con l’aggressione, l’amore prevalse nel rimorso per l’atto, elevò il Super-Io mediante l’identificazione col padre, gli diede il potere paterno quasi a punire l’atto d’aggressione perpetrato contro lui, instaurò le restrizioni che dovevano prevenire il ripetersi del fatto.
A questo punto del ragionamento, afferma Freud, non è questione realmente decisiva se abbiamo ucciso il padre o se ci siamo astenuti dal farlo, in entrambi i casi dobbiamo sentirci colpevoli perchè il senso di colpa è l’espressione del conflitto ambivalente, dell’eterna lotta tra l’Eros e la pulsione distruttiva o di morte (…) finché l’unica forma di comunità è quella della famiglia, il conflitto si esprime per forza nel complesso edipico, insedia la coscienza e crea il primo senso di colpa. E qui si lega l’amara conclusione freudiana che sostiene che dato che la civiltà obbedisce a una spinta erotica interna che le ordina di unire gli uomini in una massa collegata intimamente, essa può raggiungere tale meta solo per la via di un sempre crescente rafforzamento del senso di colpa.
Tale meccanismo di costruzione del senso di colpa e del bisogno di punizione però non riguardano solo i casi coscienti di rimorso, bensì appaiono nettamente negli episodi nevrotici, dove i desideri aggressivi o inaccettabili vengono sottoposti a rimozione: se una tendenza pulsionale soggiace alla rimozione, le sue parti libidiche si trasformano in sintomi, le sue componenti aggressive in senso di colpa.
Questo percorso della psicologia individuale, così strettamente interconnesso con il processo d incivilimento prevede l’esistenza, in termini del tutto simili, di un Super-Io civile, derivato anch’esso dalla tensione tra le pulsioni vitali e quelle distruttive insite nella natura umana, che si tradurrebbe in forma di Etica civile dinamica, spesso contradditotria, come quella individuale come ad esempio alcuni precetti moralistici della religione cattolica quali “ama il prossimo tuo come te stesso”, pulsionalmente impercorribili
Ma l’elemento più stimolante, alla luce della psicologia sociale e istituzionale che si svilupperanno da tali notevoli intuizioni freudiane è contenuta nella parte finale del saggio quando Freud si chiede se l’evoluzione della civiltà è tanto simile a quella dell’individuo e se usa gli stessi mezzi, non saremmo giustificati nel fornire le diagnosi che alcune civiltà, o epoche civili, forse l’intero genere umano, sono divenuti “nevrotici” per effetto del loro sforzo di civiltà? (…) bisognerebbe andar molto cauti, non dimenticare che in fin dei conti si tratta solo di analogie, e che è pericoloso, non solo con gli uomini ma anche coi concetti, strapparli dalla sfera in cui sono sorti e si sono evoluti. La diagnosi di nevrosi collettive s’imbatte poi in una difficoltà particolare. Nella nevrosi individuale, il contrasto che il malato fa sullo sfondo del suo ambiente considerato come “normale” ci offe un immediato punto di riferimento. Un simile sfondo viene a mancare in una massa tutta egualmente ammalata e dovrebbe essere cercato altrove. Quanto poi all’applicazione terapeutica della comprensione raggiunta, a che cosa gioverebbe la più acuta analisi delle nevrosi sociali, visto che nessuno possiede l’autorità di imporre alla massa la terapia?
Wilhelm Reich intende proseguire, conflittualmente, esattamente accettando queste ultime sfide poste dal padre della psicoanalisi.
2. Osservazioni su “Psicologia di massa del fascismo” di W. Reich (1933) – terza edizione con
prefazione di Reich del 1942
L’opera “Analisi del carattere” (1933), l’unica opera del ricercatore austriaco riconosciuta dalla psicoanalisi ortodossa (SPI) che lo espulse nel 1934, apre la prefazione all’edizione in questione dell’importante saggio reichiano con queste parole: Un vasto e coscienzioso lavoro terapeutico sul carattere umano mi ha dato la certezza che nel giudicare le reazioni umane ci troviamo di fronte a tre strati differenti della natura bio-psichica, Questi tre strati della struttura caratteriale sono sedimenti che funzionano in modo autonomo (…) nello strato superficiale del proprio essere l’uomo medio è moderato, cortese, caritatevole, conscio del proprio dovere, coscienzioso. Non esisterebbe una tragedia sociale dell’animale uomo se questo strato superficiale fosse direttamente collegato con il nucleo centrale. Purtroppo non è così: lo strato superficiale della cooperazione sociale non ha alcun contatto con il profondo nucleo biologico dell’uomo; esso viene sorretto da un secondo strato caratteriale intermedio, che si compone senza eccezioni di impulsi crudeli, sadici, sessualmente lascivi, rapaci ed invidiosi. Questo strato costituisce l’inconscio o il rimosso di Freud; in termini sessuo-economici, la somma di tutte le pulsioni secondarie. La bio-fisica orgonica riuscì a scoprire che l’inconscio di Freud, l’aspetto antisociale dell’uomo, non era altro che il risultato secondario della repressione di pulsioni biologiche primarie.
L’Orgonomia è la scienza che studia l’energia cosmica primordiale, pre-atomica, essa si differenzia da tutte le altre energie conosciute, che derivano dalla materia, elettrica, magnetica, nucleare. Queste deriverebbero dalla funzione dell’energia orgonica definita Superimposizione, unione di correnti energetiche da cui si genera la materia e quindi la vita. Una seconda funzione sarebbe quella della Pulsazione, immediatamente riscontrabile in numerosi organismi viventi, e la Convulsione Orgastica, grazie alla quale l’accumulo di energia in eccesso nell’organismo, ottenuta dalle funzioni vitali, concentrata nei genitali, ottiene funzione di scarica attraverso l’eccitazione sessuale soddisfatta nella raggiungimento dell’orgasmo, dando vita ad un naturale processo di riequilibrio psico-fisico-biologico.
Tale energia orgonica, secondo le ricerche effettuate da Reich e dai suoi collaboratori, tutti rigorosamente preparati sul piano tecnico-scientifico, sarebbe dimostrabile obiettivamente in vari modi, termicamente, elettroscopicamente, visivamente, con il contatore Geiger.Mueller.
Le branche principali della scienza orgonomica attraversano i settori della fisica, della biologia, della medicina e della sociologia.
Quest’ultimo campo di interesse è quello che caratterizza gli studi sulla psicologia di massa che tenteremo di affrontare.
“Se ci addentriamo oltre questo secondo strato di pervertimento fino al fondamento dell’animale uomo, scopriamo regolarmente il terzo strato (e più profondo) che chiamiamo nucleo biologico. In fondo, in questo nucleo, l’uomo è, in circostanze sociali favorevoli, un animale onesto, cooperativo,capace di amare o, se vi è motivo, di odiare razionalmente. In nessun caso è possibile penetrare la liberazione caratteriale dell’uomo attuale fino a questo profondissimo e tanto promettente strato senza aver prima eliminato la falsa educazione apparentemente sociale. Quando cade la maschera dell’educazione, non appare immediatamente la socialità naturale, ma soltanto lo strato caratteriale sadico-pervertito. Questa disgraziata strutturazione è responsabile del fatto che ogni impulso naturale, sociale o libidinoso, che esce dal nucleo biologico per tramutarsi in azione , debba passare attraverso lo strato delle pulsioni secondarie pervertite, subendo una deviazione in questa fase. Questa deviazione trasforma il carattere originariamente sociale degli impulsi naturali in pervertimento e costringe ad imporre un freno a qualsiasi autentica espressione vitale. Trasponiamo la nostra struttura umana nel campo sociale e politico. Non è difficile vedere che i diversi raggruppamenti politici ed ideologici della società umana corrispondono ai diversi strati della struttura caratteriale. Ovviamente non cadiamo nell’errore della filosofia idealistica secondo cui la struttura umana è sempre esistita sotto questa forma e continuerà ad essere invariabile per l’eternità. Dopo che circostanze e mutamenti sociali hanno trasformato le esigenze biologiche originarie dell’uomo in struttura caratteriale, la struttura caratteriale riproduce sotto forma di ideologie la struttura sociale della società.
Da quando la primitiva organizzazione democratico-lavorativa è definitivamente tramontata, il nucleo biologico non ha più trovato un’espressione sul piano sociale. Ciò che è naturale ed elevato nell’uomo, ciò che lo lega al suo cosmo, ha trovato soltanto nell’arte, soprattutto nella musica e nella pittura un’autentica espressione, ma è fruibile solo ad una comunità ristretta, non può modificare la comunità di tutti gli uomini.
Negli ideali etici del liberalismo si possono riconoscere i tratti dello strato caratteriale superficiale, caratterizzato dall’autocontrollo e dalla tolleranza, in quanto egli deplora il pervertimento caratteriale umano con norme etiche, ma non ha nulla a che fare con la naturale socialità, come le catastrofi del XX secolo ci insegnano, in quanto non ha impedito l’emergere delle più bieche espressioni del pervertimento umano.
Tutto ciò che è veramente rivoluzionario, arte e scienza, nasce dal nucleo biologico, ma anche questa potenzialità è stata evidentemente finora incapace di attuarsi nelle masse umane.
Le cose stanno diversamente per quanto riguarda il fascismo. Sostanzialmente il fascismo non rappresenta né lo strato superficiale né quello più profondo, ma il secondo strato caratteriale intermedio delle pulsioni secondarie (…) le mie esperienze mediche fatte con molte persone appartenenti ai più disparati strati sociali , razze, nazioni, religioni, mi avevano insegnato che il fascismo non è altro che l’espressione politicamente organizzata della struttura caratteriale umana media, di una struttura che non è vincolata ne a determinate razze o nazioni ne a determinati partiri, ma che è generale e internazionale. Secondo il significato caratteriale il fascismo è l’atteggiamento emotivo fondamentale dell’uomo autoritariamente represso dalla civiltà delle macchine e dalla sua concezione meccanicistico-mistica della vita. Il carattere meccanicistico-mistico degli uomini del nostro tempo crea il fascismo e non viceversa. Non si tratta della dittatura di una piccola cricca reazionaria, come spessissimo si è valutato e si valuta tutt’oggi. Il fascismo come movimento politico si differenzia da altri partiti reazionari per il fatto che viene sostenuto e diffuso dalle masse umane (…) non è,come si crede generalmente, un movimento puramente reazionario, ma costituisce un amalgama tra emozioni ribelli e idee sociali reazionarie (…) non vi è dubbio che esso può fare la sua comparsa ammantato di sentimenti rivoluzionari, ma non si chiamerà rivoluzionario quel medico che combatte con sfrenate imprecazioni una malattia, ma al contrario quello che con calma, coraggiosamente e coscienziosamente, cerca e combatte la causa della malattia. La ribellione fascista nasce sempre laddove una emozione rivoluzionaria viene trasformata in illusione per paura della verità. Il fascismo, nella sua forma più pura, è la somma di tutte le reazioni irrazionali del carattere umano medio. Il sociologo ottuso (…) considera la teoria fascista della razza soltanto un interesse imperialistico (…) un pregiudizio (…) l’intensità e la vasta diffusione di questi pregiudizi razziali sono la prova che essi affondano le radici nella parte irrazionale del carattere umano. La teoria della razza non è una creazione del fascismo. Al contrario: il fascismo è una creazione dell’odio razziale e la sua espressione politicamente organizzata. Di conseguenza esiste un fascismo tedesco, italiano, spagnolo, anglosassone, ebreo ed arabo. L’ideologia razziale è una tipica espressione caratteriale biopatica dell’uomo orgasticamente impotente.
Si definisce biopatia ogni processo patologico derivante da un disturbo della naturale pulsazione biologica e che, invariabilmente, porta alla stasi energetica. Avremo biopatie psichiche, nevrosi e psicosi, e somatiche, ansia, ipertensione, allergie, malattie degenerative, diabete, malattie endocrine, cancro, ecc.
Il carattere sadico-pervertito dell’ideologia razziale tradisce la sua natura anche nel suo atteggiamento di fronte alla religione. Si dice che il fascismo sarebbe un ritorno al paganesimo e il nemico mortale della religione. Ben lungi da ciò, il fascismo appoggia quella religiosità che nasce dal pervertimento sessuale, e trasforma il carattere masochista della religione della sofferenza dell’antico patriarcato in una religione sadica. Di conseguenza traspone la religione dall’aldilà della filosofia della sofferenza nell’aldiquà dell’omicidio sadico. La mentalità fascista è la mentalità dell’uomo della strada mediocre soggiogato, smanio di sottomettersi ad un’autorità e allo stesso tempo ribelle. Non è casuale che tutti i dittatori fascisti escano dalla sfera sociale del piccolo uomo della strada reazionario (quando non sono generali dell’esercito assurti al potere per mezzo di colpi di stato ndr). Il grande industriale e il militarista feudale approfittano di questa circostanza sociale per i propri scopi (…) la civiltà meccanicistica ed autoritaria raccoglie, sotto forma di fascismo, solo dal piccolo borghese represso ciò che da secoli ha seminato, come mistica mentalità del caporale di giornata e come automatismo fra le masse degli uomini mediocri e repressi. Questo piccolo borghese ha copiato fin troppo bene il comportamento del grande e lo riproduce in modo deformato e ingigantito. Il fascista è il sergente del gigantesco esercito della nostra civiltà profondamente malata e altamente industrializzata.
Nella sua feroce critica al liberalismo, principio politico reggente le nazioni divenute culle del fascismo organizzato aggiunge: Nella ribellione delle masse di animali umani maltrattati contro le insignificanti cortesie del falso liberalismo apparve lo strato caratteriale delle pulsioni secondarie. Non è possibile rendere inoffensivo l’energumeno fascista (…) se non lo si rintraccia nel proprio essere; se non si combattono le istituzioni sociali che lo covano ogni giorno. Si può battere il fascismo solo se lo si affronta obbiettivamente e praticamente, con una approfondita conoscenza dei processi vitali. Nessuno è capace di imitarlo in fatto di manovre politiche, abilità nel destreggiarsi nei rapporti diplomatici, e organizzazione delle parate. Ma non sa rispondere a questioni vitali pratiche(…) quando un carattere fascista di qualsiasi colorazione si mette a predicare l’onore della nazione (anziché l’onore dell’umanità) o la salvezza della sacra famiglia e della razza (anziché la comunità dell’umanità che lavora); quando monta la superbia e quando dalla sua bocca escono slogans, allora gli si chieda pubblicamente, e con la massima calma e semplicità: che cosa fai per dar da mangiare alla nazione senza assassinare altre nazioni? Che cosa fai come medico contro le malattie croniche, che cosa fai come educatore per favorire la gioia di vivere dei bambini, che cosa fai come economista contro la miseria, che cosa fai come assistente sociale contro il logoramento delle madri con tanti figli, che cosa fai come costruttore per sviluppare l’igiene delle abitazioni? Ora, cerca di non parlare a vanvera e cerca di dare una risposta concreta e pratica, altrimenti tieni il becco chiuso!
Da ciò consegue che il fascismo internazionale non potrà mai essere battuto con manovre politiche. Soccomberà alla naturale organizzazione del lavoro, dell’amore e del sapere su scala internazionale.
Il percorso di Reich, nella divulgazione delle sue idee e ricerche fu ostacolato da molti lati, dalla maggioranza degli psicoanalisti, dal partito comunista tedesco, al quale aderì e partecipò con grande entusiasmo attivando numerose campagne di informazione e prevenzione, come la Lega nazionale per la politica sessuale proletaria (SexPol), dagli apparati burocratico-scientifici dell’Urss, naturalmente dalla Germania nazista, dai governi danesi e svedesi e, infine, dalla Food and Drug administration e dalla FBI americane, fino alla sua morte avvenuta in carcere dopo che molti dei suoi macchinari di ricerca e dei suoi scritti furono sequestrati.
Il suo impegno nel campo assolutamente minoritario della sessuologia scientifica si connesse spontaneamente con il pensiero freudiano e l’atmosfera rivoluzionaria degli anni 20 in Austria e Germania lo avvicinò alle formazioni politiche della sinistra socialista e comunista. Ma l’autonomia di pensiero e una forte idiosincrasia per il compromesso caratterizzarono la sua personalità fino alla fine, ad un costo considerevole.
Scrive ancora Reich: intorno al 1930 non avevo alcuna idea dei rapporti naturali democratico-lavorativi (…) a quell’epoca lavoravo in organizzazioni culturali liberali, socialiste e comuniste ed ero costretto, normalmente, ad impiegare i concetti marxisti-sociologici durante le mie spiegazioni sessuo-economiche (…) e non riuscivo a capire per quale motivo i membri del partito combattessero con estrema violenza gli effetti sociali del mio lavoro medico proprio quando masse di impiegati, operai dell’industria, piccoli commercianti, studenti, affollavano le organizzazioni orientate sessuo-economicamente, ansiose di conoscere il funzionamento dei processi vitali.
Il termine sessuo-economia si riferisce al criterio di regolazione dell’energia biologica, o , ciò che è lo stesso, dell’economia delle energie sessuali dell’individuo. Sessuo-economia significa in modo in cui un individuo impiega la propria energia biologica; quanta se ne ingorga e quanta ne scarica orgasticamente. I fattori che influenzano questo tipo di reolazione sono di carattere sociologico, psicologico e biologico. La scienza della sessuo-economia consiste in quell’insieme di cognizioni che furono dedotte dallo studio di questi fattori. Questo termine fu applicabile all’opera di Reich a partire dal momento in cui rifiutò la filosofia culturale di Freud, rifiutando l’originarietà della pulsione di morte e la centralità conservatoristica del principio di realtà, fino alla scoperta dell’orgone, quando fu sostituita dall’orgonomia, la scienza della energia vitale.
La sociologia sessuo-economica nacque dallo sforzo di conciliare la psicologia del profondo di Freud con la teoria economica di Marx (…) e risolve la contraddizione che fece dimenticare alla psicoanalisi il fattore sociale e al marxismo l’origine animalesca dell’uomo (…) oggi non sono più i partiti comunisti o socialisti, ma in contrasto con essi, molti gruppi apolitici e strati sociali di ogni sfumatura politica che sono sempre più orientati (…) verso un ordinamento sociale sostanzialmente nuovo (devo ammettere di non sapere a quali movimenti alluda Reich ma la somiglianza con il presente è spiccata, soprattutto se pensiamo che l’analisi reichiana della emersione del fascismo europeo parte dalle conseguenze della grande depressione economica del 1929-1933) e i bisnipoti dei proletari del XIX secolo sono diventati lavoratori dell’industria, specializzati, altamente qualificati sul piano tecnico, indispensabili, responsabili e professionalmente consapevoli. La parola coscienza di classe viene sostituita con la parola coscienza professionale o responsabilità sociale. Nel marxismo del XIX secolo la coscienza di classe era limitata ai lavoratori manuali. Ma gli altri lavoratori che svolgono un’attività vitale indispensabile senza la quale la società non potrebbe funzionare venivano contrapposti come intellettuali e piccoli borghesi al proletariato dei lavoratori manuali. Questa contrapposizione schematica e oggi inesatta ha contribuito alla vittoria del fascismo in Germania (…) il lavoro vitalmente necessario, il lavoratore, sono concetti che comprendono tutti i lavoratori che svolgono un lavoro socialmente necessario alla vita. Quindi non solo i lavoratori dell’industria, ma anche i medici, gli educatori, i tecnici, i ricercatori di laboratorio, gli scrittori, gli amministratori delle società, gli agricoltori, gli scienziati. Da qui nasce un abisso che ha contribuito non poco alla frantumazione della società umana lavoratrice e quindi alla vittoria del fascismo, sia nero che rosso.
La sociologia marxista contrapponeva per ignoranza della psicologia di massa il borghese al proletario (…) la struttura caratteriale non si limita al capitalista, ma impregna i lavoratori di tutte le professioni. Vi sono capitalisti liberali e lavoratori reazionari. Non esistono confini caratteriali di classe.
Da queste affermazioni, biologicamente fondate sulla teoria orgonica e sulle sue numerose applicazioni e ricerche scientifiche, prosegue il discorso reichiano che affronta analiticamente le questioni inerenti le cause della diffusione di NEVROSI DI MASSA o PESTE PSICHICA:
1. L’ideologia come forza materiale: perchè i diseredati agiscono contro se stessi?;
2. L’autoritarismo come modello familiare preparatorio all’assoggettamento ad un capo;
3. la funzione della teoria della superiorità razziale in ottica misticheggiante di rifiuto della sessualità naturale;
4. la spinta reazionaria e antisessuale della influenza della chiesa, la sua ambiguità anticapitalistica e la sua natura irrazionale dogmatica dove l’estasi spirituale soddisfa parzialmente la spinta sessuale;
5. l’autogoverno e l’estinzione dello stato,il superamento della illibertà della massa che necessita sempre di assoggettarsi ad un capo;
6. democrazia del lavoro vitalmente necessario, legato al piacere, alla responsabilità, alla interdipendenza tra i lavoratori, stimolo delle funzioni razionali dell’esistenza, già presenti nella natura umana;
7. restituzione del significato autentico della parola libertà, intesa come liberazione di ciò che è vivo, contro il meccanicismo coercitivo che ci allontana dalla natura, attraverso il pensiero funzionale, che prevede che la conoscenza passi attraverso una costante analisi critica, volta alla riformulazione continua delle informazioni raccolte e dei concetti sviluppati, in costante rapporto dialettico con l’esperienza;
8. il rapporto tra lavoro e politica, l’inconciliabilità tra questi due elementi;
Opere
In Italiano:
Passioni di gioventù: un’autobiografia 1897-1922 (1919-1925) (tr. Barbara Bergonzi, SugarCo, Milano 1990)
Conflitti libidici e fantasie deliranti: il «Peer Gynt» di Ibsen (1920) (tr. Ettore Zelioli, SugarCo, Milano 1975 ISBN 88-7198-299-1)
Il coito e i sessi (1922) (tr. Ettore Zelioli, SugarCo, Milano 1981 ISBN 88-7198-300-9)
Scritti giovanili volume I (1920-1925) (tr. Ettore Zelioli, SugarCo, Milano 1977 ISBN 88-7198-296-7)
Scritti giovanili volume II (1920-1925) (tr. Ettore Zelioli, SugarCo, Milano 1977 ISBN 88-7198-297-5)
Il carattere pulsionale (1925) (tr. Ettore Zelioli, SugarCo, Milano 1982 ISBN 88-7198-302-5)
Il tic come equivalente della masturbazione (1925) (tr. SugarCo, Milano 1981 ISBN 88-7198-301-7)
Genitalità (o scritti giovanili vol. n. III) (tr. Giovanna Agabio, SugarCo, Milano 1980 ISBN 88-7198-167-7)
Analisi del carattere (1933) (tr. Furio Belfiore e Anneliese Wolf, SugarCo, Milano 1973 ISBN 88-7198-209-6)
Psicologia di massa del fascismo (1933) (tr. Furio Belfiore e Anneliese Wolf, SugarCo, Milano 1971; Mondadori, Milano 1974 ISBN 88-06-16376-0 ISBN 88-7198-148-0)
La rivoluzione sessuale (1930-1934) (tr. Vittorio Di Giuro, Feltrinelli, Milano 1963; tr. Enrica Albites-Coen e Roberto Massari, Emme emme, Roma 1992 ISBN 88-07-80440-9 ISBN 888537835)
L’irruzione della morale sessuale coercitiva (1934-1935) (tr. Maria Luraschi, SugarCo, Milano 1972 ISBN 88-7198-228-2)
Sessualità e angoscia: un’indagine bioelettrica (1935-1936) (tr. SugarCo, Milano 1983 ISBN 88-7198-213-4)
Esperimenti bionici sull’origine della vita (1936) (tr. Giovanna Agabio, SugarCo, Milano 1981 ISBN 88-7198-176-6)
La scoperta dell’orgone, volume n. I – La funzione dell’orgasmo (1942) (tr. Furio Belfiore, SugarCo, Milano 1975 ISBN 88-515-2222-7)
La scoperta dell’orgone, volume n. II – La biopatia del cancro (1948) (tr. Adriano Caiani, SugarCo, Milano 1976 ISBN 88-7198-317-3)
Ascolta, piccolo uomo (1948) (tr. Maria Luraschi, SugarCo, Milano 1973 ISBN 88-7198-298-3)
Etere, Dio e diavolo (1949) (tr. Maria Luraschi e Maria Agrati, SugarCo, Milano 1974 ISBN 88-7198-287-8)
Bambini del futuro: sulla prevenzione delle patologie sessuali (1950) (tr. Annelise Wolf e Sibilla Belfiore, SugarCo, Milano 1987 ISBN 88-7198-286-X)
L’assassinio di Cristo: la peste emozionale dell’umanità (1951) (tr. Marco Amante, SugarCo, Milano 1972 ISBN 88-7198-107-3)
Superimposizione cosmica (1951) (tr. Maria Gallone e Maria Luraschi, SugarCo, Milano 1975 ISBN 88-7198-219-3)
Reich parla di Freud (1952) (a cura di Mary Higgins e Chester M. Raphael, tr. Furio Belfiore e Anneliese Wolf, SugarCo, Milano 1970 ISBN 88-7198-194-4)
Individuo e Stato (1953) (tr. Alberto Tessore e Silvana Ziviani, SugarCo, Milano 1978 ISBN 88-7198-232-0)
La teoria dell’orgasmo e altri scritti (tr. Luigi De Marchi e Mary Boyd Higgins, Lerici, Milano 1961; tr. Furio Belfiore, SugarCo, Milano 1969)
La lotta sessuale dei giovani (tr. Nicola Paoli, Samonà e Savelli, Roma 1972)
In tedesco:
Der triebhafte Charakter : eine psychoanalytische Studie zur Pathologie des Ich, 1925
Die Funktion des Orgasmus : zur Psychopathologie und zur Soziologie des Geschlechtslebens, 1927
Ueber den Oedipuskomplex : drei psychoanalytische Studien with Felix Boehm and Otto Fenichel, 1931
Character analysis or in the original: Charakteranalyse : Technik und Grundlagen für studierende und praktizierende Analytiker, 1933
Massenpsychologie des Faschismus, 1933, original German edition, banned by the Nazis and the Communists.
The Mass Psychology of Fascism, 1946 revised and enlarged U.S. edition
Die Sexualitaet im Kulturkampf, 1936 U.S. edition 1945 The Sexual Revolution
Dialektischer Materialismus und Psychoanalyse, 1929
Der Einbruch der Sexualmoral, 1932
Die Sexualitaet im Kulturkampf, 1936
Die Bione, 1938
In inglese
American Odyssey: Letters and Journals 1940-1947
Beyond Psychology: Letters and Journals 1934-1939
The Bioelectrical Investigation of Sexuality and Anxiety
The Bion Experiments: On the Origins of Life
Function of the Orgasm (Discovery of the Orgone, Vol.1)
The Cancer Biopathy (Discovery of the Orgone, Vol.2)
Character Analysis – Analisi del carattere (1933)
Children of the Future: On the Prevention of Sexual Pathology
The Oranur Experiment, First Report (1947-1951)
Contact With Space: Oranur Second Report, 1951-56, Core Pilot Press, 1957
Cosmic Superimposition: Man’s Orgonotic Roots in Nature
Early Writings
Ether, God and Devil (1951)
Genitality in the Theory and Therapy of Neuroses
The Invasion of Compulsory Sex-Morality – ‘L’irruzione della morale sessuale coercitiva (1932)
Listen, Little Man! – La lotta sessuale dei giovani (1932)
Mass Psychology of Fascism – La psicologia di massa del fascismo (1933)
The Murder of Christ (Emotional Plague of Mankind, Vol.2)
The Oranur Experiment
The Orgone Energy Accumulator, Its Scientific and Medical Use
Passion of Youth: An Autobiography, 1897-1922
People in Trouble: Emotional Plague of Mankind, Vol.1)
Record of a Friendship: The Correspondence of Wilhelm Reich and A.S. Neill (1936-1957)
Reich Speaks of Freud
Selected Writings: An Introduction to Orgonomy
The Sexual Revolution – La rivoluzione sessuale (1936)
Bibliografia
Albini, C. (1997) Creazione e castigo. La grande congiura contro W. Reich, Tre Editori, ISBN 978-88-86755-09-2
Dadoun, R. (2007) Cento fiori per Wilhelm Reich, Spirali, ISBN 978-88-7770-771-0
De Marchi, L.; Valenzi, V. (2007) Wilhelm Reich. Una fornidabile avventura scientifica ed umana, Macro Edizioni, ISBN 978-88-7507-859-1
Totton, N.; Edmondson, E. (2007) Nuovi sviluppi della terapia di Wilhelm Reich, Red, ISBN 978-88-7447-534-6
Zabini, A. (1996) W. Reich e il segreto dei dischi volanti, Tre Editori, ISBN 978-88-86755-02-3
Il corso si pone l’obiettivo di discutere il percorso che dal “Disagio della civiltà” di Sigmund Freud dipana la questione storica dell’ampliamento dell’intervento psicoanalitico dall’individuo alla società, con particolare riferimento alla funzione attributiva di ruoli e compiti fornita dalle istituzioni sociali. La verticalità del potere, il simbolismo coercitivo che attraversa gli ambiti dell’universo psicologico umano dalla sua condizione (impraticabile) di individuo a quella di depositario attivo e passivo delle norme comunitarie. La funzione degli stereotipi e dei pregiudizi ed i principi del gruppo operativo di E. Pichon-Riviere e Josè Bleger. La pratica clinica. La attualizzazione europea di Armando Bauleo e Leonardo Montecchi.
Esercizi di Sinistra Freudiana
Philolab 17 maggio 2011 Roma
1. Brevi citazioni dalla “Psicologia delle masse e analisi dell'Io” (1921) e da “Il disagio della Civiltà”, S. Freud (1929)
Psicologia delle masse e analisi dell'Io
“Nella vita psichica del singolo, l'altro è regolarmente presente come modello, come oggetto, come soccorritore, come nemico, e pertanto la psicologia individuale è anche, fin dall'inizio, psicologia sociale”
“La psicologia delle masse considera quindi l'uomo singolo in quanto membro di una stirpe, di un popolo, di una casta, di un ceto sociale, di una istituzione, o in quanto elemento di un raggruppamento umano che a un certo momento e in vista di un determinato fine si è organizzato come massa” imponendo l'esigenza di identificare una forza specifica, la pulsione sociale, il cui costituirsi può venire individuato nell'ambito più ristretto della formazione familiare.
Dieci persone svantaggiate hanno avuto la possibilità di inserirsi nel mondo del lavoro attraverso un importante lavoro di rete che ha visto coinvolte imprese, cooperative sociali, associazioni di volontariato. E’ «Adatto», ovvero «Azioni di accompagnamento e tutoraggio occupazionale, nato sotto l’egida della Presidenza del Consiglio dei Ministri dei ministri (dipartimento per le Pari opportunità, realizzato dalla cooperativa sociale In Opera, giunto alla sua conclusione un anno dopo il suo avvio, nel gennaio 2012. Delle 10 persone coinvolte in tirocini formativi, 4 ora hanno un contratto di lavoro e uno continua il percorso formativo presso una delle aziende, profit o sociali, coinvolte.
«Tutto è nato dal fatto che cercavamo dei partner per realizzare questo progetto: 10 inserimenti lavorativi per persone svantaggiate (parliamo di diversamente abili, in recupero dalla tossicodipendenza, con esperienze di carcere o in trattamento psichiatrico), sono molti anche per una struttura come la nostra, che ha diverse relazioni lavorative. – dice Federica Metalli, educatrice e referente degli inserimenti lavorativi di In Opera insieme a Lucia Camprincoli – Senza contare la particolare congiuntura economica, che certo non offre molte opportunità occupazionali. Quindi abbiamo deciso di utilizzare i rapporti già consolidati di cui disponevamo: Centro di Solidarietà, Consorzio Sociale Romagnolo e, infine, le cooperative consorziate alla Target Sinergie. Da queste relazioni sono nate le disponibilità della cooperative sociali Service web e La Formica, dell’associazione Papa Giovanni XXIII, delle aziende Eurodiffusione, Teddy e Log – it».
«Una parte del progetto ha quindi riguardato l’inserimento di persone svantaggiate in azienda e associazioni: negli ambiti delle Pulizie, in un vivaio, in magazzini merci, in segreteria, una persona come commessa e una come operatore ecologico – dice l’educatrice Lucia Camprincoli, di In Opera – ma una parte non meno importante erano gli obbiettivi metodologici del progetto. E cioè la sperimentazione di metodi e strumenti per l’inserimento lavorativo di persone in situazione di svantaggio e diversamente abili e la definizione di criteri di valutazione dei risultati raggiunti. Il risultato è stato l’affinamento di tecniche che già utilizzavamo, ma che sono diventate, con questo progetto, patrimonio delle aziende e delle associazioni coinvolte. Con le quali abbiamo strettamente collaborato: siamo state presenti nella fase di conoscenza tra candidato e azienda, nelle verifiche periodiche, e nella gestione dell’inserimento e degli eventuali problemi che potevano emergere».
In Opera è una cooperativa sociale nata nel 1999 con lo specifico scopo di favorire l’integrazione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio. L’impegno della cooperativa si rivolge a persone diversamente abili, impegnate in percorsi di recupero dalla tossicodipendenza, con esperienze di carcere, in trattamento psichiatrico. Il lavoro rappresenta per la cooperativa la principale leva attraverso la quale favorire l’integrazione sociale delle persone.
… decisi che in quella famiglia disgregata, sfasciata, lacerata, io e mio fratello dovevamo essere diversi. Decisi che non potevamo essere come i nostri genitori, dilaniati da una guerra infinita della quale eravamo ostaggi e non meri spettatori. Deposi le armi. Con un gesto unilaterale cessai ogni scontro, per quanto piccolo e naturale tra fratelli giovani. Ciò che più mi ha stupito, negli anni che seguirono, è che non ci fu bisogno di dirlo. Mio fratello mi seguì su quella strada. O la percorse con me, non ce lo siamo mai detti. So solo che nei nostri rapporti, per quanto cresciuti diversi, distanti, in ambienti, contesti, esperienze profondamente lontane, ci riconoscevamo, ci rispettavamo, ci amavamo. Quando morì, capisco ora, è morto l'ultimo legame con una famiglia così come l'avevamo conosciuta. Non potevo ricostruirla a partire dalle macerie abbandonate sul terreno, dovevo crearne una nuova. Nonostante le macerie.
Argomenti: Persone:Lo Stalking non è una diagnosi psichiatrica, in molti stalkers non si evidenzia una patologia mentale conclamata ,lo stalking pertanto si colloca nella zona grigia posta tra normalità del male e psicopatologia.
Una riflessione sullo stalking non può quindi essere condotta solo con categorie psichiatriche servono anche altri vertici di osservazione : la sociologia, la criminologia, la psicologia e ,all’ interno della psicologia , la psicoanalisi.
In questo mio intervento , utilizzerò soprattutto la psicoanalisi proprio per la capacità di questa disciplina di parlare sia della normalità che della patologia considerate come condizioni comunicanti tra loro e divise da una linea di confine a tratti sottile.
Lo stalking colpisce soprattutto le donne, l’ 80% delle vittime sono donne. Il significato originario del termine “Stalking” è importato dal linguaggio venatorio e indica l’appostamento, l’inseguimento furtivo della preda.
Lo stalker è un predatore e la donna diventa una preda, viene negata la possibilità per la donna di sottrarsi al desiderio maschile.
Esistono determinanti culturali, sociali ed anche biologiche per cui lo lo stalking riguarda prevalentemente comportamenti persecutori compiuti da uomini su donne,queste determinanti credo siano in buona sostanza simili a quelle per cui la maggioranza dei reati violenti è compiuta da maschi in prevalenza giovani .
Non credo che l’essenza dello stalking sia riconducibile ad uno specifico comportamento predatorio del’ uomo sulla donna, esiste anche lo stalking compiuto all’ interno dello stesso genere e, seppure raramente, da donne su uomini.
Lo stalker non riesce ad accettare che l’ oggetto del suo desiderio sia pienamente Altro da sé ,ossia una persona che costituisce un centro autonomo di iniziativa, dotata di libertà ,con il diritto di respingerlo rifiutarlo o ignorarlo. La psicoanalisi ci insegna che non è una operazione così semplice e scontata accettare che l’ altro sia tale, che non sia pronto a soddisfare i nostri bisogni ed i nostri desideri.
Secondo gli studi della Sezione Atti persecutori del Reparto Analisi Criminologiche dei Carabinieri gli stalker potrebbero inquadrarsi (a stretti, pragmatici fini di polizia) in cinque tipologie:
il “predatore”, il cui obiettivo è di natura essenzialmente sessuale, trae eccitazione dal riferire le sue mire a vittime che può rendere oggetto di caccia e possedere dopo avergli incusso paura; è una tipologia spesso riguardante voyeur e pedofili.
Schematicamente credo si possa affermare che queste tipologie rimandano, chi più chi meno, a diverse “aree problematiche “ che appartengono sia alla normalità che alla patologia, sono :
l’ aggressività intesa come desiderio di impossessamento, la dipendenza affettiva, il narcisismo.
L’ impossessamento dell‘AltroMolti psicoanalisti hanno teorizzato che già all’ inizio della vita il rapporto con l’ altro è sostanzialmente ambivalente, che è presente accanto ad una corrente affettiva caratterizzata da sentimenti di amore , riconoscenza e gratitudine, anche un’altra corrente affettiva caratterizzata da sentimenti di aggressività, da invidia, da desiderio di controllo e possesso.
L’ amore contiene una tendenza all’ impossessamento come è sintetizzato nel noto aforisma :
“Cara tu dici che ami i fiori e li strappi dai campi, dici che ami gli animali e te li mangi.
Cara, quando dici che mi ami, io ho paura!”
( Dino Ignani).
Anche se nell’aforisma è un uomo che esprime la propria paura, la tendenza all’ impossessamento sembra statisticamente potere diventare pericolosa quando riguarda il desiderio dell’ uomo verso la donna.
Il mito e la letteratura sono pieni di esempio, Don Rodrigo che rapisce Lucia , oggi sarebbe uno stalker, un persecutore,
Ancora più eloquente è il fenomeno degli Dei stalkers
Il più celebre è il padre di tutti gli dei: Zeus, che non si premurava certo di ottenere il consenso dell’oggetto delle sue passioni.
Ma voglio citare solo un mito molto bello e poetico : quello del rapimento di Proserpina ad opera di Plutone.
Plutone il Dio degli inferi concupiva la bella Proserpina figlia di Zeus e Demetra, ma lei lo rifiutava così Plutone comportandosi come uno Stalker la rapì brutalmente e la portò con sè nel triste e buio Ade. Demetra, la madre di Proserpina, addolorata e furente gettò la terra in un lungo inverno fino a quando Plutone non consentì a Proserpina di tornare libera sulla terra almeno per quattro mesi dell’anno: così si stabilì la ciclicità delle stagioni. Questo mito è raffigurato in una celebre statua del Bernini esposta a villa Borghese. Bernini era così bravo a scolpire che raffigura le dita nodose di Plutone che affondano nella coscia di Proserpina mentre la afferra. Il marmo sembra diventare carne.
Lo Stalking è espressione di una tensione verso l’ oggetto del desiderio che porta all’impossessamento.
Già due secoli fa Freud spiegava che la sessualità contiene l’ aggressività e che per arrivare ad un incontro amoroso è necessario un percorso maturativo che ponga l’ aggressività al servizio dell’ amore ( Freud diceva della Libido) e non viceversa .
Scriveva Sigmund Freud nel libro: “Il disagio della civiltà,,”
“l’uomo non è una creatura mansueta, bisognosa d’amore, capace al massimo di difendersi quando è attaccata; è vero invece che occorre attribuire al suo corredo pulsionale anche una buona dose di aggressività. Ne segue che egli vede nel prossimo non soltanto un eventuale soccorritore e oggetto sessuale, ma anche un oggetto su cui può magari sfogare la propria aggressività, sfruttarne la forza lavorativa senza ricompensarlo, abusarne sessualmente senza il suo consenso, sostituirsi a lui nel possesso dei suoi beni….”
C’è chi condivide e chi contesta questa visione dell’ uomo proposta da Freud che descrive l’ uomo come tendenzialmente egoista fino ad essere spietato. L’ educazione al rispetto dell’ altro deve fornire ,in questa visione dell’ uomo, dei freni inibitori , in assenza dei quali si manifesterebbe una sorta di tendenza naturale alla soddisfazione immediata degli istinti.
Per Freud vale la frase “ i buoni si limitano a sognare di notte ciò che i cattivi fanno di giorno”
Due elementi costitutivi nello sviluppo della personalità, che hanno a che fare con la morale, con l’ interiorizzazione delle norme, con la voce della coscienza e rappresentano dei potenti freni inibitori , sono il Senso di Colpa e la Vergogna.
Il Senso di Colpa di cui spesso si parla come di un ingombrante fardello è invece importantissimo per assicurare il reciproco rispetto. Se ci pensiamo è molto più efficace il Senso di colpa per prevenire condotte di Stalking , che non la vergogna , chi è frenato solo dalla vergogna può tranquillamente, maltrattare una persona , infierire sul partner fino a quando viene scoperto e smascherato , solo allora prova vergogna . Sentirsi in colpa invece impedisce di fare male all’ altro , comporta la capacità di preoccuparsi dell’ altro.
Ho avuto a che fare, in carcere dove svolgo consulenze psichiatriche, con detenuti per stalking, mi ha colpito che quando esercitavano i loro comportamenti persecutori non provavano senso di colpa, potevano invece provare vergogna, anche insopportabile quando venivano scoperti e smascherati.
Vale la pena ricordare che nel disturbo antisociale di personalità, che descrive il delinquente patologicamente incorreggibile, caratterizzato dal disprezzo patologico del soggetto per le regole e le leggi della società, da comportamento impulsivo, dall’incapacità di assumersi responsabilità e dall’indifferenza nei confronti dei sentimenti altrui , il dato psicologico fondamentale è proprio la mancanza del senso di colpa e del rimorso.
La Dipendenza AffettivaSiamo esseri sociali, abbiamo bisogno dell ‘altro durante tutta la nostra vita. Siamo sempre dipendenti, dalle persone a cui vogliamo bene e che ci volgliono bene. Riusciamo a conquistare progressivamente durante la crescita una condizione di Autonomia.
Autonomia comporta autonomia di sé dalla persona amata e desiderata e accettazione della autonomia della persona amata e desiderata da sé.
Riuscire a d accettare l’ autonomia dell’ oggetto di desiderio, tollerare le frustrazioni e le delusioni, tenere assieme l’ immagine buona dell’ altro che ci dice di si e quella cattiva che ci dice di no, costituisce un traguardo evolutivo raggiungibile se l’ ambiente in cui si cresce è fondamentalmente un buon ambiente che permette di fare in prevalenza esperienze positive .
Esistono dipendenze buone, sane, e dipendenze affettive patologiche.
Le dipendenze affettive patologiche sono correlate da un fallimento delle prime fondamentali esperienze affettive che lasciano un senso di vuoto, mancanza di autostima, difficoltà nel prendersi cura di sè stessi, intolleranza alla solitudine.
La Dipendenza Affettiva non è troppo diversa da altre dipendenze patologiche rivolte ad una droga o all’ alcool, porta ad una dipendenza verso una persona di tale intensità che non se ne può fare a meno., la separazione causa una crisi d’ astinenza.
Un’unica relazione sentimentale può venire estremamente idealizzata, ci si “avvinghia come l’edera” al partner che diviene apparentemente l’unica motivazione di vita.
Ma gli intensi bisogni di Dipendenza affettiva possono essere negati in primo luogo a sé stessi, mascherati ad es. con il machismo. Nelle Dipendenze Affettive l’amore, inteso come mutuo scambio di affetti fra persone libere ed autonome può venire sostituito da una dinamica di potere molto forte, in cui ci si scambia i ruoli di Vittima e Carnefice .
Elevato è il rischio di creare una Codipendenza: spesso le persone che soffrono di Dipendenza Affettiva scelgono dei partners a loro volta problematici (con dipendenza da sostanze, dal gioco, dall’alcool etc.).
Il modo migliore per non occuparsi dei propri bisogni affettivi à quello di porsi come un Salvatore in grado di salvare l’altro dai suoi problemi.
Nella Dipendenza Affettiva si diviene dipendente dal comportamento dell’altro e contemporaneamente si cerca di controllarlo. La relazione diviene una gabbia, sempre insoddisfacente e spesso autodistruttiva.
A volte in modo evidente, a volte segretamente , nella Dipendenze Affettive domina la paura :
Paura di cambiare
Paura di perdere la persona amata
Paura di essere abbandonati
Paura della separazione, del distacco
Paura della solitudine .
Sono sentimenti che rimandano al bisogno che il bambino ha della mamma.
Il bisogno è intenso ,la paura si mescola a Gelosia e Possessività con relativo restringimento della vita sociale .
Se lo Stalking è sotteso da dipendenza affettiva,conserva l’ eco si una disperazione infantile, di una collera infantile per la mamma che abbandona, collera però che viene agita da un adulto, con conseguenza che possono essere gravi e pericolose.
Il caso di M. illustra come lo Stalking sia sotteso da desiderio di impossessamento non controllato da freni inibitori e da una dipendenza affettiva patologica che non permette la separazione
Ho conosciuto M. in Carcere dove era detenuto per omicidio, M era un giovane uomo che aveva ucciso , accoltellandola,la sua fidanzata perchè voleva lasciarlo. Prima l’ aveva minacciata, anche picchiata.
In carcere non esprimeva rimorso ne’ colpa, non provando questi sentimenti non riusciva ad accettare l’ idea di dovere scontare una pena. Si lamentava del carcere perchè ci si annoia, non si può disporre del proprio tempo, non si mangia bene..
M era stato abbandonato dalla madre quando era bambino. La madre aveva lasciato figlio e marito per andare a vivere con un nuovo compagno.
Possiamo pensare che l’ abbandono da parte della fidanzata avesse riaperto la ferita dell’ abbandono da parte della madre, che avesse riattivato rabbia e disperazione, che M avesse bisogni di dipendenza affettiva molto forti e di cui probabilmente non era consapevole.
M. era stato cresciuto dal padre ( considerato un uomo debole) e dalla nonna materna. Gliele avevano date tutte vinte, perchè “poverino aveva sofferto tanto a causa della madre cattiva”.
Sembra quindi evidenziarsi un Superio (il giudice interno) fragile, espressione di un ambiente familiare che non gli ha trasmesso la capacità di tollerare le frustrazioni, di accettare i no controllando la rabbia.
M. evidenziava anche problematiche connesse ad un’ altra area posta al confine tra normalità e patologia :
considerava la sua ragazza come la moto o come i vestiti ,qualcosa che gli apparteneva e che doveva rispecchiare il suo valore, doveva sostenere e confermare il suo narcisismo.
Il Narcisismo.Chiarisco subito che esiste un narcisismo sano che ha a che fare con la consapevolezza delle proprie qualità, dei propri pregi e con la capacità di manifestarle serenamente senza provare vergogna e lascia l’ altro libero di rispecchiare o meno. Certo meglio se arrivano applausi ma sono ammessi anche i fischi.
Il narcisismo patologico è quello che come nel mito di Narciso ( il ragazzo che si innamorò della sua immagine riflessa nell’ acqua ) non cerca un altro con cui entrare in relazione ma chiede all’ altro di essere uno specchio che deve rimandare al narcisista l’ immagine di una persona bella, desiderabile, interessante, di fatto l’ altro deve essere in funzione del rispecchiamento del narcisista.
Un grande psicoanalista americano Kohut ha scritto che quando l’ altro viene meno alla funzione di specchio, il narcisista prova rabbia e desiderio di vendetta. Un esempio che ci fornisce Kohut è dato dalla caccia implacabile che il capitano Amab da a Mobby Dick , la balena bianca. Potremmo dire che Akab è stato un implacabile stolker per la balena Moby Dick.
Moby Dick per sfuggire ad una caccia di Akab gli aveva provocato la perdita di una gamba : metafora della ferita narcisistica ,dell’ affronto ,dell’ offesa .Da quel momento la balena bianca diventa una ossessione per il capitano che dedicherà tutta la propria vita, fino all’ autodistruzione, per catturarla, ucciderla, vendicarsi.
Se si legge il carteggio tra Mussolini e la Petacci nel periodo della disfatta del fascismo credo si possa trovare un altro esempio di rabbia che scaturisce dall’ offesa al narcisismo, ossia di rabbia narcisistica, è impressionante come nel carteggio il Duce non esprima un solo sentimento di colpa per le sofferenze del popolo italiano, non esprime compassione, ma solo sdegno e collera perchè il popolo irriconoscente non è è pronto a combattere per lui .
Il narcisismo porta a concepire l’ altro in funzione del rispecchiamento , l’ altro non può essere libero ed autonomo, non può andarsene così come uno specchio non può lasciare la parete a cui è appeso. Il narcisista ha bisogno che l’ Altro resti disponibile a confermare il suo valore, non può rinunciare alla conferma della sua identità e del suo valore che l’ altro deve fornirgli.
Se è possibile in poche tempo dare una prima idea di che cosa è il Narcisismo patologico è quasi impossibile in poco tempo spiegarne le cause, però ci provo.
L’origine non è tanto da cercare in genitori che hanno incensato troppo i figli o che li hanno viziati, ma in una carenza del rispecchiamento fatta dai genitori verso i figli quando erano piccoli. Cosa intendo per rispecchiamento ? Il volto dela madre è uno specchio per il bambino che gli permette innanzitutto di vedere sè stesso come una persona amata e dotata di valore
Ha scritto Virgilio nelle egloghe ;
a chi i genitori non sorrisero,
nessun dio lo degnerà della mensa,
nessuna dea del suo letto.
(Virgilio: Ecloga IV,vv 60-63)
è una frase potentissima, il poeta in poche righe condensa ed anticipa un sapere a cui si arriverà dopo secoli.
Molto schematicamente possiamo affermare che se il normale rispecchiamento non avviene , l’ individuo nella propria vita adulta avrà costantemente bisogno di cercare una conferma del proprio valore nell’ immagine di sè che gli rimanda un altro e chiederà al partner di svolgere questa funzione.
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Possessività ,dipendenza affettiva, narcisismo, sono aree problematiche della mente che quando diventano tropo grandi,pervasive e dominano il funzionamento mentale ( affettivo e cognitivo ) ed il funzionamento comportamentale e relazionale, danno origine a patologie psichiatriche definite Disturbi di Personalità e qui entriamo nell’ area della patologia mentale, così come viene descritta nei manuali di psichiatria.
I dati della letteratura specialistica indicano che tra gli stalkers che manifestano una patologia mentale conclamata predominano i Disturbi di Personalità ,seguono , staccate, le psicosi deliranti: ( i matti).
Al Disturbo Antisociale di Personalità ho giò accennato.
Voglio solo menzionare, il Disturbo Borderline : una complessa patologia psichiatrica la cui incidenza sembra essere così in aumento che si parla di “ epidemia borderline” tra gli aspetti che caratterizzano il Disturbo Borderline di personalità vi sono proprio :
-sforzi disperati di evitare un reale o immaginario abbandono
-impulsività
-rabbia immotivata ed intensa.
Questi tratti di personalità, nel Disturbo Borderline sono così costanti e pervasivi da essere tratti rigidi e disadattativi permanenti che segnano l’ intera esistenza.
Il DelirioTra i tanti tipi di delirio esiste il deliro erotomanico che consiste nella convinzione assoluta ed impermeabile alle verifiche che una persona sia innamorata del delirante.
Io ho una Stalker delirante , una mia ex paziente , inossidabilmente convinta che io l’ ami, ha una psicosi di tipo schizofrenico che comporta allucinazione uditive, lei sente la mia voce che le conferma il mio amore.
Per fortuna l’ unica manifestazione del suo stalking consiste in incessanti telefonate da cui riesco a difendermi grazie alla funzione filtro del telefonino.
Chiudo con qualche parola sulle vittime dello stalking
Che effetto provoca lo stalking su chi lo subisce ?Si può andare dal malessere che non si esprime con sintomatologia di pertinenza psichiatrica, alla reazione ansiosa o ansioso-depressiva , fino al Disturbo Post Traumatico da Stress.
Un collega australiano, Meares afferma che le esperienze traumatiche subite si organizzano nella memoria in un Sistema Traumatico che viene attivato da nuove esperienze traumatiche e da stimoli che in qualche modo rimandano ai traumi precedenti. Questo è un modo elegante per afferrmare che l’ effetto di uno stalking subito sarà tanto più grave se “ piove sul bagnato”, se la persona che subisce lo stalking ha fatto altre esperienze in cui è stato vittima di soprusi i cui effetti sono tanto più gravi, persistenti, destabilizzanti ,quanto più era giovane ed immatura quando li ha subiti.
Il concetto del Sistema del trauma proposto da Meares mi piace molto, è semplice ed utile, è applicabile non solo alla vittima ma anche allo Stalker.
L’ ipotesi è che in chi ha subito traumi significativi , semplici no detti dal partner, normali mancanze di empatia, non accoglimento dei bisogni, riattivano il Sistema del trauma, la collera provata è rivolta non solo al partner ma anche verso le persone importanti del passato che sono state frustranti e traumatizzanti. L’individuo rivolge la collera verso la moglie che non lo capisce ma anche verso la madre che non lo ha mai capito,verso il padre che lo picchiava, in quel momento la collera contiene tutte le collere provate, come spiega Meares presente e passato si confondono.
Il Sistema del trauma viene allontanato dalla coscienza perchè fatto di ricordi dolorosi, di emozioni penose .Credo che venga rappresentato in quegli incubi dove bisogna lottare contro una entità malvagia e dove l’ unica relazione possibile è costituita dall’ odio e gli unici ruoli sono quelli di vittima o carnefice., non esiste perdono ne’ compassione.
Lo Stalking non è una diagnosi psichiatrica, in molti stalkers non si evidenzia una patologia mentale conclamata ,lo stalking pertanto si colloca nella zona grigia posta tra normalità del male e psicopatologia.
Una riflessione sullo stalking non può quindi essere condotta solo con categorie psichiatriche servono anche altri vertici di osservazione : la sociologia, la criminologia, la psicologia e ,all' interno della psicologia , la psicoanalisi.
In questo mio intervento , utilizzerò soprattutto la psicoanalisi proprio per la capacità di questa disciplina di parlare sia della normalità che della patologia considerate come condizioni comunicanti tra loro e divise da una linea di confine a tratti sottile.
Lo stalking colpisce soprattutto le donne, l’ 80% delle vittime sono donne. Il significato originario del termine "Stalking" è importato dal linguaggio venatorio e indica l'appostamento, l'inseguimento furtivo della preda.
Lo stalker è un predatore e la donna diventa una preda, viene negata la possibilità per la donna di sottrarsi al desiderio maschile.
Con una puntualità azzeccatissima è nata ufficialmente Soluzioni, la nuova newsletter periodica Target Sinergie, che ha lanciato i primi vagiti, diciamo così, in occasione della cena di Natale. Diciamo ufficialmente perché, prima di far arrivare al “grande” pubblico la pubblicazione aziendale, nei mesi scorsi è stata fatta una piccola prova attraverso un numero 0, ormai diventato un “pezzo” da collezione. Il numero Uno, curato da Stefania Mosconi ed Enrico Rotelli, sfoggia in prima pagina l’ennesimo riconoscimento in casa Target Sinergie, la menzione speciale della Presidenza del Consiglio dei ministri nell’ambito del premio “Amico di famiglia”, per il quale il consorzio riminese verrà premiato a breve. Di spalla, il saluto natalizio del presidentissimo Domenico Mimmo Pirozzi, mentre i tre strilli in testata di pagina annunciano i “ricchi” contenuti della newsletter: il piano formativo 2012 – 2013, il raggiungimento di 20 inserimenti lavorativi di personale svantaggiate nel corso dell’anno trascorso, articolo scritto da Lucia Camprincoli e Federica Metalli, e il nuovo cantiere acquisito dal gruppo in Sardegna, il Pastificio Cellino.
Non meno importante la notizia della raccolta fondi per il terremoto, in seno ai dipendenti delle aziende consorziate Target Sinergie, Target Service, Log-it e In Opera, che ha raggiunto i 2 mila euro grazie alle ore di lavoro devolute e all’integrazione fatta dalle imprese del gruppo. Fondo che verrà gestito dalla Compagnia delle Opere Emilia e Nazionale e che in parte è già stato destinato al sostegno ai ragazzi di San Prospero e San Felice sul Panaro, due comuni del modenese. Infine, la nuoav dimensione comunicativa del gruppo, che schiera nella “ragnatela” mondiale un sito arricchito di contenuti e i nuovi canali informativi sui social network, da Facebook – con la pagina Target Sinergie e con il gruppo dedicato ai soci e ai dipendenti delle cooperative consorziate – al canale Youtube aziendale che mostra già 4 video. Buona lettura, dunque.
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Dalla consulenza alla gestione operativa: un video per raccontare l’esperienza Target Sinergie nella gestione outsourcing della logistica di stabilimento presso Mec3, l’azienda di produzione di semilavorati per pasticcerie e gelaterie artigianali di tutto il mondo. Ideato e prodotto in seno all’ufficio Commerciale Target Sinergie, in poco più di due minuti e mezzo il video documenta il servizio svolto dalla società consortile riminese all’interno dei vari settori della Mec3, dai primi rapporti come consulenti alla gestione operativa del magazzino materie prime, del reparto confezionamento e del reparto spedizioni. L’introduzione alla case history è del direttore generale Mec3, Maurizio Raggi, che da il via alle interviste all’interno dello stabilimento di San Clemente (Rimini), sottolineando i vantaggi della collaborazione tra la sua azienda e Target Sinergie. Poi la parola passa al personale operativo Target, che raccontano le varie fasi delle lavorazioni che l’azienda consortile gestisce in outsourcing. Il tutto con un ricco repertorio di immagini in presa diretta, montate per documentare ed esemplificare l’impegno e le qualità del personale Target Sinergie in un cantiere per la logistica Agroalimentare, ovunque sia impiegato.
Ideato e realizzato dall’Ufficio Commerciale, il video è stato prodotto in tandem dal commerciale Cesare di Paolo e dal curatore della comunicazione Target Enrico Rotelli, affidandosi per le riprese e il montaggio al professionista riminese Simone Felici. «Nessun attore per i nostri video, nessuna immagine o location patinata. E come testimonial i nostri clienti: abbiamo scelto un approccio “realista” alla nostra comunicazione video con i potenziali partner – spiegano Cesare di Paolo ed Enrico Rotelli – A raccontare il nostro lavoro sono le stesse persone con i quali i clienti si misureranno sul campo per affrontare e risolvere i problemi. E, naturalmente, raggiungere gli obbiettivi. Questo ha significato per i nostri operatori mettersi nuovamente in gioco oltre l’impegno quotidiano: raccontare davanti all’occhio implacabile della telecamera sé stessi attraverso il loro lavoro. Non è da tutti. E visto che non sono attori, e il video è tutto incentrato sulla loro partecipazione, se lo spettatore lo apprezza, beh, complimenti a loro».
Domani sarò uno dei tanti iscritti che voterà alle primarie per i parlamentari, così come ho scelto il mio leader, Pieluigi Bersani. E so anche chi votare, perché per 4 anni e mezzo ho visto, condiviso e raccontato il suo lavoro: Elisa Marchioni. Qualche dietrologo più cinico di me ci potrà leggere una scelta di opportunismo professionale. Il mio curriculum e la mia coscienza, che se ne fregano allegramente dei dietrologi (ma li conoscono), sono dalla parte delle ragioni che hanno sostenuto il suo operato in questi anni non facili e che la sostengono in questa ennesima prova – le primarie – anch'essa in salita. Le ragioni di un iscritto Pd abituato a scegliersi il suo team leader e il suo destino. Anche professionale.
Quando fu messa in lista Pd in posizione eleggibile alla Camera, l'Unità di Bologna titolò «Elisa la ragazza radio e chiesa che va a Roma». Meno diplomatici del giornale di Gramsci, altri la vedevano come una vispa Teresa un po' cresciutella, non so se aspettandosi il tritacarne di Montecitorio o solo sulla scorta di uno sguardo provincialotto che si elargisce a tutto e tutti, qui tra l'Ausa e il Marecchia. Si sbagliarono clamorosamente.
Ne sa qualcosa la Michela Vittoria Brambilla, ministro tanto procace quanto inconcludente che perse le staffe perché la nostra la martellava su come usava i fondi del ministero per compensare consulenti che – per caso – lavoravano a campagne elettorali del Pdl. Con annessa inchiesta della Corte dei Conti. Narrano di urla e improperi poco signorili all'indirizzo della riminese. Di sicuro non si presentò a rispondere in commissione. La focosa ministra ebbe grattacapi anche sul pozzo senza fondo che era il sito Italia.it. Oppure sulla gestione dell'Enit, accendendo un'ulteriore inchiesta parlamentare. A rendere inconcludente il suo mandato ci pensò la Corte Costituzionale: il codice del turismo Brambilla fu bocciato in 19 punti. Eppure la Vispa Teresa l'aveva avvertita...
Nel frattempo, dalle nostre parti, si consumava la guerra di logoramento tra Italia e San Marino, con Tremonti silente e il Titano dolente. Sappiamo cosa c'era in ballo, ma nel frattempo il silenzio del commercialista di Berlusconi permetteva a qualcuno di fare il pesce nel barile, ad altri – i frontalieri - di farsi triturare in un braccio di ferro logorante, mentre il ministro degli Esteri Franco Frattini diceva che per carità va tutto bene. Fino al 10 marzo 2011, quando nel question time Elisa Marchioni chiede a Tremonti di svelare le carte. E Sonia Viale, sottosegretaria, rivela finalmente cosa c'è che non va. Quisquilie tipo «controlli sulle banche e sulle società finanziarie sanmarinesi nonché sulle sanzioni per i comportamenti illegali», nessun accordo in materia di scambi fiscali, poca trasparenza. Insomma «la Repubblica di San Marino – dice a Montecitorio il sottosegretario - è sempre più rifugio per i capitali di origine illecita e, da ciò, deriva il timore che sia anche meta per la malavita organizzata, sia italiana che estera». La nostra vispa Teresa avea tra l'erbetta al volo sorpresa “gentil” farfalletta.
Io tralascerei il resto della legislatura. C'è un sito www.elisamarchioni.it che parla a chi vuole ascoltarlo con le proprie orecchie e giudicarlo secondo coscienza. Non la voterò solo per questo. E nemmeno perché so cosa si annida tra le righe degli appelli e quelle dei giornali. La voterò anche per le parole che ha scritto a una madre menomata del suo affetto più caro e che Elisa non ha dato in pasto ai media affamati. E per la sorellanza che quella donna che non conosceva le ha concesso, carezzandole le mani.
Argomenti: Persone: Luoghi:Non è che sia un Natale particolarmente brillante: fuori fa freddo ed è pure umido, c'è la crisi, le sfighe si accumulano e per chi ha quella ulteriore di essere di sinistra ci sono pure le primarie, con il loro corollario di sorrisi davanti e coltelli di dietro. Ma c'è chi sta peggio. Per cui vi auguro che almeno il Natale sia sereno. E per il resto, ma proprio tutto il resto, c'è sempre l'adagio di Rossella O'Hara: «non ci posso pensare ora. Ci penserò domani». Auguri.
Argomenti:Click here to view the video on YouTube.
Un video per presentare i servizi Target Sinergie nel settore della distribuzione Beverage, spiegati da chi ogni giorno serve la clientela. Ha un approccio pragmatico il nuovo filmato prodotto dalla società consortile riminese per illustrare al mercato e ai potenziali clienti la qualità e l’estensione dei servizi erogati, e che andrà ad arricchire il canale youtube aziendale. Accanto agli operatori Target, sono gli stessi clienti a spiegare la natura e la profondità dei rapporti instaurati in tanti anni di collaborazione. “Location” del video il transit point Partesa di San Mauro Pascoli, dove Target segue la logistica, l’evasione degli ordini e la distribuzione “ultimo miglio” al cliente finale, coprendo l’area dai lidi ferraresi a Cattolica al Montefeltro, in Emilia – Romagna, da Pesaro ad Ancona nelle Marche attraverso il deposito sito nella città dorica.
Il video, della durata di quasi tre minuti, è introdotto da Luca Boattini, direttore operativo Partesa Emilia Romagna, che illustra le peculiarità del centro Partesa di San Mauro Pascoli e il rapporto con il consorzio Target Sinergie. Poi la parola passa a Domenico Carito, responsabile di cantiere Target, vera e propria voce narrante del lavoro che gli operatori sviluppano ogni giorno, e all’operatore Elios Giannuzzi. Il tutto con un ricco repertorio di immagini in presa diretta, opera che vuole documentare ed esemplificare l’impegno e le qualità del personale Target Sinergie in un cantiere per la logistica Beverage, ovunque sia impiegato.
Ideato e realizzato dall’Ufficio Commerciale, il video è stato prodotto in tandem dal commerciale Cesare di Paolo e dal curatore della comunicazione Target Enrico Rotelli, affidandosi per le riprese e il montaggio al professionista riminese Simone Felici. «Nessun attore per i nostri video, nessuna immagine o location patinata. E come testimonial i nostri clienti: abbiamo scelto un approccio “realista” alla nostra comunicazione video con i potenziali partner – spiegano Cesare di Paolo ed Enrico Rotelli – A raccontare il nostro lavoro sono le stesse persone con i quali i clienti si misureranno sul campo per affrontare e risolvere i problemi. E, naturalmente, raggiungere gli obbiettivi. Questo ha significato per i nostri operatori mettersi nuovamente in gioco oltre l’impegno quotidiano: raccontare davanti all’occhio implacabile della telecamera sé stessi attraverso il loro lavoro. Non è da tutti. E visto che non sono attori, e il video è tutto incentrato sulla loro partecipazione, se lo spettatore lo apprezza, beh, complimenti a loro».
Davanti a me ho la lettera di licenziamento. Per conoscenza. Perché è indirizzata alla direzione territoriale del lavoro. La forma non è ancora raffinata nella cooperazione. Ma è solo questione di tempo, impareranno. E in fondo non ha importanza: lo sapevo. Me l'hanno detto in un colloquio. Tutti lo sapevamo. Era nell'aria. Abbiamo perso l'appalto e in genere questa è la trafila: si può passare alla coop che subentra. La Direzione Territoriale convoca il tavolo con le Parti e si definisce la trattativa. A fine mese si può scegliere. O si passa di là, all'altra cooperativa (non sociale) – e il lavoro riprende - o la disoccupazione. Poteva andare peggio. Molto peggio.
Il lavoro perduto dalla mia futura ex cooperativa sociale è la logistica (vedi wikipedia), in appalto da un'azienda leader (si dice così e in effetti lo è) nella distribuzione di libri a prezzo intero e a metà prezzo. La quale esternalizza (outsourcing) parti della lavorazione. La logistica, appunto. Una volta si chiamava facchinaggio. La sede di lavoro è l'azienda appaltante. Per chi non sapesse cos'è una cooperativa sociale, è una forma di società di lavoro che prevede almeno il 30% dei dipendenti diversamente abili o di categorie protette. Tra i miei compagni ci sono (o c'erano, a seconda della scelta che farò) disabili psichici o con ritardi cognitivi, ex carcerati, ex tossicodipendenti, disabili fisici. Io non ho fatto ancora le pratiche, ma con l'infarto mi beccherei il 40% di disabilità. Prima o poi presenterò la documentazione. E comunque, visto da vicino, nessuno è normale. Per cui, sono e mi sento pienamente integrato.
Ho iniziato il 16 giugno 2010 occupandomi delle rese dei clienti del metà prezzo. Avevo il mio computer, uno scanner, come quelli del supermercato, e su un grande banco di lavoro ci passavo sopra i codici a barre dei libri. Ero le Rese, nome proprio di settore. Se il libro era stato acquistato lì, il programma (una robaccia in AS400) lo accreditava al cliente. Se no, no. Se il libro era integro, lo mettevo in un bancale di libri misti, ben ordinato con il dorso all'esterno, se era rotto nel bancale che andava al macero, se era un dizionario lo mettevo con i dizionari, se era un illustrato lo mettevo tra gli illustrati, se era un net price (mai capito cosa volesse dire) lo mettevo in uno dei tre tipi di net price e via così. Ero una specie di cassiera del supermercato che lavorava al contrario. Un privilegiato, rispetto agli altri nel capannone. Otto ore al giorno dalle 7,30, una pausa alle 10, una alle 11,30, una pausa pranzo di mezz'ora alle 12,30, una alle 14,30, fine turno alle 16.
Il caposquadra mi disse che dovevo lavorare 1800 libri al giorno per pagarmi lo stipendio. Calcolando un giorno di otto ore, ovvero 480 minuti, ovvero 28800 secondi fa un libro passato allo scanner ogni 16 secondi. Compresi naturalmente lo spostamento dei bancali – tra i 400 e i 600 kg - , la creazione dei file di pratiche nel computer, l'apertura delle scatole, il posizionamento dei libri in entrata sul bancone, quelli in uscita, l'ordinamento dei libri lavorati sul bancale, lo smistamento negli altri bancali se libri di tipo “speciale”. Più altre mansioni che rientravano nell'appalto per il settore Rese. Non era vero, ne bastavano 1650. Era solo un trucchetto per farmi aumentare la produttività. Roba imparata probabilmente alla scuola di Muccioli (sì, proprio quello della porcilaia). Niente in confronto a quello che gli ho visto fare.
Quando finivo tutte le rese (ci son voluti sei mesi: avevamo molto lavoro arretrato), andavo a dare una mano a quelli di là dal mio banco di lavoro, alle Lavorazioni (con la elle maiuscola, nome proprio di settore). Il che significava togliere le etichette dai libri a metà prezzo con un taglierino, attaccarne di nuove con stampigliato il prezzo e la promozione di cui facevano parte, confezionarli in confezioni. Parliamo di bancali, roba da Grande Distribuzione Organizzata, tipo iper – ultra - mega centri commerciali. Ognuno si metteva al proprio banco- faccia la muro -, un bancale di libri ai quali attingere, una pila sul banco, un nastro di etichette e via così ad attaccare, libro dopo libro, pila dopo pila, bancale dopo bancale, ordine dopo ordine. Otto ore al giorno. In piedi al freddo d'inverno – il capannone non è riscaldato – in piedi al caldo d'estate – il capannone non è refrigerato – la polvere del vicino cementificio tutto l'anno. Dopo un paio d'ore di sto stacca e attacca mi sbarluggicavano gli occhi e barcollavo. Per questo mi consideravo un privilegiato, dietro il mio computer.
Per i disabili psichici invece era un "toccasana". Il lavoro deve essere semplice e ripetitivo, devi dargli istruzioni chiare, devono poter lavorare sereni e quindi tutto fila liscio. Senno entrano in difficoltà. Ci sono persone che si preoccupano di questo in cooperativa, credo in tutte le cooperative sociali. Gente che si preoccupa di trovare le commesse adatte. E nella commessa il lavoro adatto. Che seguono i lavoratori fuori dal lavoro e che intervengono se danno segni di difficoltà, per permettergli di fare la loro parte. Di guadagnarsi il loro stipendio. Insieme ai colleghi, ovvio. Perché tutti hanno le loro magagne. E gestire il proprio lavoro non è facile, se sei uno “svantaggiato”. Gestire le cose, non è facile. Gestire i rapporti, non è facile. Se un amico mi dice «Sono preoccupato un po' per mio figlio, lo vedo irrequieto, ricorda me alla sua età» siamo nell'ordinaria amministrazione di padre di famiglia. Se me lo dice un collega che zoppica perché ha un tendine reciso dal proiettile di un rappresentante di gioielli, esploso mentre lo stava rapinando quando aveva l'età del figlio, beh, capisco il suo tono preoccupato. E siccome tutti hanno le loro magagne, il clima viaggia verso una solidale armonia. Con qualche piccolo scazzo e antipatia, chiaro. Se il clima non viaggia così, è perché qualcuno le proprie magagne non se le ricorda. O le nasconde dietro la sua “responsabilità”.
Quando ho iniziato a lavorare, il 16 giugno 2010, avevo paura. L'infarto mi aveva ridotto a pezzi. Tutto ciò che riguardava il mio vecchio lavoro connesso con la politica mi era proibitivo. Quando sul display del telefono compariva il nome del mio cliente sentivo una fitta alla sinistra del petto. Quando facevo un po' più di fatica sentivo la stessa fitta. Ero terrorizzato. Dopo l'elettrocadiogramma sotto sforzo, a due mesi dall'infarto, ho chiesto alla dottoressa a bruciapelo: «Ma io, che aspettativa di vita ho?». Mi ha guardato come se fossi matto. Matto non so, ma stupido sì: il cuore è sotto lo sterno, ben lontano da dove sentivo la fitta. Ma la psiche viaggia per cazzi suoi e finché non la incocci con una buona analisi, governa lei. Pure dopo, ma un po' meno. Anche l'affitto viaggia per cazzi suoi, come il supermercato e il benzinaio. E le uniche parole che stendevo sulla carta che avessero senso erano quelle per l'Unità. Le altre, non le riconoscevo. La gestione dei siti, l'Html, i Css, non esistevano più. Le entrate quindi erano un po' pochine per tutta quella roba che viaggiava. E avevo bisogno di lavorare. Mesi dopo, a un corso di formazione un cooperatore sociale ferrarese raccontava dei loro servizi di orientamento al lavoro per persone in difficoltà. Non roba da Ufficio di collocamento. Roba un po' più pesa. «Da noi vengono persone vinte. Vinte dalla vita». Parlava di me. Ero un vinto. Il mio cuore mi aveva sconfitto. E sapevo che anche lui era stato vinto. Da tutto il resto. Dovevo cambiare.
Continua
Argomenti:Ognuno ha gli amici che si merita. I miei erano berlusconiani. Prima. Ora sono accesi renziani. Non quello di borgo Marina. Quello di Firenze. E sono certo che ci sia un nesso, nel profondo del loro Io di destra. Ultra destra. Venerdì sera, canonica decompressione post lavorativa per soli uomini. All'ordine del giorno chiacchiere che, curiosamente, concedono poco al calcio e quasi tutto alla politica. Donne: niente. Son tutti sposati da anni, meno se ne parla e meglio è. Ma anche se ci fosse quest'ultimo ingrediente, sarebbe comunque una palla galattica perché A) son tutti di destra e quindi mi tocca fare o il sacco delle botte o lo spalanuvole (bella immagine, Niky, massimo rispetto) o il comunista; B) finita la mia striminzita birra mi devo cartonare il culo aspettando che si schiodino dalle loro triple medie con sgranocchiamento; C) devo sentire sproloqui sull'amministrazione della cosa pubblica senza che sappiano minimamente di cosa parlano. Per dirne una, Italo è ancora convinto che il nostro sia un sistema elettorale maggioritario. E invece è proporzionale. Ma sono amici veri e e non li cambierei per niente al mondo.
Ora il tormento è per le primarie. E Italo è saltato su che vuol venire a votare. Alla prima uscita ignoro. Tattica da vittima. Speri che il primo colpo sia estemporaneo. Non lo è. Ricolpisce. «Ah, ho deciso, io vado a votare Renzi». «Renzi?- sonnecchia Marco – vuoi andarlo a votare?» «Sì, io lo voterei». «Ma Italo – gli faccio – tu non sei un elettore del centrosinistra. Te sei di destra. Anzi, più che di destra, cosa vuoi venire a votare Renzi». «Io lo voterei, invece. Se fosse il candidato premier, io lo voterei». «Ma va là, te non c'entri niente con il centrosinistra, lo voteresti alle primarie, ma poi alle elezioni voteresti come al solito». Pigo, che sta maturando una verve più moderata, contraddice il fratello: «ma cosa vai a votare alle primarie del Pd, tu cosa c'entri?» «Io niente, ma Renzi lo voterei, ci vuole un po' di novità». «Ma sono le loro primarie, te non c'entri niente». «Perché, se sono le loro primarie io non posso votare?». ««Puoi votare – gli faccio – però devi registrarti all'albo degli elettori del centrosinistra. E te non sei un elettore del centrosinistra. Non lo sei mai stato e non lo sarai mai». «Ma io voglio votare Renzi anche se non sono del centrosinistra». «E Pigo: «Ma sono le loro primarie, te non c'entri niente. E' come se venissero in azienda da te e decidessero, chessò, cosa dovete fare. Te t'incazzeresti». «Cosa c'entra... Io voglio votare Renzi. Come si fa?». «E' semplice – faccio conciliante - te vai a iscriverti alle primarie e firmi che sei un elettore del centrosinistra. Sei disposto a firmare?» «Sì» «Che sei un elettore del centrosinistra?! Te?!». «Sì». «Ma non dire cazzate. Te non mi hai nemmeno votato quando ero candidato al consiglio di quartiere... Non ti ricordi più? Mi hai pure scritto una mail dicendomi che, di fronte alla scheda, hai visto il simbolo e non ce l'hai fatta. Un simbolo microscopico. Ed ero candidato ad una roba che non serviva a niente. Figurati se poi alle elezioni voti uno del Pd. A governare l'Italia».
Luoghi:Fervono i preparativi in casa Target Sinergie per l’annuale appuntamento con il Matching (www.e-matching.it) a Fieramilano (Rho), l’evento dal 26 al 28 novembre promosso da Compagnia delle Opere per lo sviluppo delle imprese, dove l’azienda riminese sarà presente con un proprio stand: zona Verde, stand C168. La delegazione dei quattro commerciali Target, Davide Zamagni, Cesare di Paolo, Barbara Pifferi e Tommaso Pirozzi, si prepara alla trasferta meneghina per presentare a imprenditori, buyer e professionisti provenienti da 42 paesi i servizi offerti dalla società consortile riminese nell’ambito della logistica, delle pulizie di hotel e industriali, dei servizi alla sanità e teleselling. Quest’anno, oltre al tradizionale materiale informativo a supporto degli incontri previsti, si arricchirà di tre video che illustrano i servizi di punta nell’ambito della logistica al servizio delle imprese di produzione e di distribuzione agroalimentare e del Beverage.
La delegazione commerciale si appresta a partecipare a una parte degli incontri one-to-one che caratterizzano l’evento Cdo «per conoscere il mercato e progettare anche con nuovi partner il futuro della propria impresa. – come scrivono gli organizzatori del Matching 2012 – Nel corso della tre giorni milanese avranno luogo 115 workshop di approfondimento, dedicati all’internazionalizzazione e alle tematiche specifiche di ogni settore. Un parterre di grandi aziende, istituzioni, seminari e convegni completa il programma».
Saranno 14 i campi di studio che interesseranno complessivamente 177 dipendenti di due cooperative – In Opera, Log-it – che aderiscono alla società consortile Target Sinergie: è il piano formativo 2012 – 2013, varato nei giorni scorsi. «Puntiamo ad una formazione come parte integrante del sistema di qualità aziendale – spiega Stefania Mosconi, responsabile Formazione, che ha illustrato il piano formativo ad una folta rappresentanza di dipendenti delle cooperative – un piano aperto ai contributi anche dei lavoratori (operai, capisquadra e responsabili di settore) perché sappiamo che le esigenze formative cambiano rapidamente come le esigenze della nostra clientela. Per cui, abbiamo lasciato dei “varchi” nella progettazione per rimodulare la nostra offerta che proporremo a Foncoop. Naturalmente mantenendo sempre l’ottica innovativa, coinvolgente e non convenzionale che contraddistingue la nostra formazione aziendale».
Data l’ampiezza dei servizi erogati dalla galassia Target Sinergie, non poteva che essere ampio il ventaglio delle proposte per la crescita professionale dei dipendenti, che inizia ben prima dall’avvio del rapporto di lavoro. Così nel piano si trovano proposte per rafforzare «Abilità e competenze per la selezione del personale», ma anche un corso per l’«Accoglienza e la formazione dei nuovi assunti». Un titolo molto più che beneaugurante, visti i tempi.
Quanto al lavoro nei cantieri, accanto all’immancabile attenzione verso la sicurezza, con dei corsi ad hoc, si cerca di migliorare le capacità di gestione dei dipendenti, con corsi rivolti a capisquadra e vice attraverso la tecnica del «Team building» e corsi di affiancamento per chi si cimenta per la prima volta in questo delicato ruolo. Scorrendo l’elenco troviamo anche un modulo di conoscenza sulle “Relazioni sindacali e diritto del lavoro”. Nell’ambito dei servizi di teleselling sono previsti momenti formativi sulle «Competenze per nuovi operatori di call center» e la «Comunicazione telefonica e gestione del cliente».
Sul piano dell’offerta dei servizi aziendali, significativo il corso rivolto alla «Qualità del servizio e miglioramento continuo», oltre all’approfondimento tecnico dedicato alla «Progettazione e partecipazione alle gare d’appalto». Corsi ad hoc anche per la comunicazione interna ed esterna delle aziende consorziate Target Sinergie. Che certo non si fermano, come intenti, alla tradizionale pubblicità: «Promozione dei servizi offerti» è uno dei titoli proposti ai dipendenti, insieme alla «Comunicazione Sociale di Impresa», vista la forte valenza sociale che dall’attività della cooperativa sociale In Opera si estende all’intero consorzio.
Il video fa parte di una campagna, Safe Internet banking (http://www.febelfin.be/en/safe-internetbanking), belga. Credo sia utile in temmpi di social network dilaganti. Cheers
Tutti gli anni, tra la fine di settembre e queste ore, un tarlo microscopico comincia a rodere un angolo di cuore, là dove si intersecano desiderio, amor proprio e l'arteria che va alla ragione. C'è una piccola cicatrice che il tarlo va a intaccare: quando lasciai il breve impegno dell'università. Scienze Politiche, indirizzo internazionale. Che a sentirla così suona chissà cosa, anziché poca. Il tarlo allora se ne stette buono, aveva comunque di che essere contento, perché il mio diplomino, abbandonato per le scorribande giovanili nel lavoro, l'avevo preso. E quel poco che raccontavano i docenti forlivesi l'ho inseguito per altre vie. E poi, Primum vivere, deinde filosofare. E allora se ne stette zitto. Forse perché rincantucciato vicino all'arteria che porta alla ragione. Ma da qualche anno rifaceva capolino, un po' discreto, un po' aggressivo... Stavolta l'ho zittito.
Argomenti:Sport, benessere ed ecologia: Target Sinergie sponsorizza la Green Race Ecorunning, l’evento milanese per atleti e amatori promosso dall’Amsa, la multiutility che fornisce servizi ambientali e di pulizie strade nel capoluogo lombardo, che si terrà nel Parco delle Cave domenica 21 ottobre. Come avviene a New York, Londra e a Sidney, anche Milano valorizza il suo parco più bello con una corsa che diventa festa. Infatti, oltre al percorso di 10 km ‘street/country’ dedicato agli atleti – al cui interno si trovano grandi prati, boschi, laghi, argini e cascine storiche, con scorci e panorami ambientali unici per un campo di gara – si affianca l’occasione educativa per chi vuole passare una domenica nella natura, con una ecorunning di 2 chilometri.
Target Sinergie ha deciso di affiancare lo sforzo di Amsa anche in questo grande evento. L’azienda riminese è partner della multiutility lombarda – gestisce in outsourcing il magazzino ricambi e il lavaggio del parco automezzi della grande azienda di servizi ambientali – ed è stato naturale sottolineare il legame dell’azienda riminese con Milano sostenendo un momento significativo per la il tempo libero della città, carico di significati per gli organizzatori e per i partecipanti. Come scrivono gli organizzatori: è infatti “sia un’occasione di alto profilo sportivo, tecnico e agonistico (riservata ad atleti e appassionati), sia una festa/corsa/passeggiata,’a passo libero’ aperta a tutti”. Ma anche un modo coinvolgente per mantenere alta l’attenzione sui temi ambientali che Amsa promuove. E che trovano in Target Sinergie un partner consapevole: Target Sinergie e le sue consorziate hanno infatti adottato un Sistema di gestione integrato di Qualità e Gestione Ambientale Iso 9001 – 14001 in tutti i servizi che erogano nelle sei regioni italiane dove operano.