Rimini – Poche ore al tramonto, le operazioni di stivaggio della cambusa, l’incontro con il fondatore delle crociere terapeutiche, capitan Werther Mussoni e poco dopo: via gli ormeggi. Cinque utenti del Centro di Osservazione e Diagnosi di Vallecchio stanno navigando nelle acque croate in quella che può dare l’idea di una settimana di svago. Ma non è così: con i cinque pazienti sono partiti Gabriella Maggioli, psicoterapeuta, vicepresidente della cooperativa sociale Cento Fiori, responsabile delle strutture terapeutiche di Vallecchio (e in questa occasione cambusiera), Chiara Gentili, educatrice veterana di questa tipologia di terapia oggi chiamata Outdoor education, Michele Maurizio D’Alessio, psicologo e Lorenzo Rizzo, al secolo responsabile dell’Ufficio Personale Cento Fiori ma da quest’anno a piano titolo capitano, al pari di D’Alessio.
Eh sì, la crociera di quest’anno segna un altro punto di svolta, non meno importante dei precedenti. Dopo le crociere effettuate in collaborazione con l’Università di Bologna e il Cefeo (Centro di Ricerca sull’Educazione e la Formazione Esperienziale e Outdoor) e la presentazione di anni di sperimentazione al 9th International Adventure Therapy Conference in Norvegia, il Progetto Ulisse cresce con due nuovi comandanti: Michele Maurizio D’Alessio e Lorenzo Rizzo hanno ricevuto le cerate di capitano dalle mani dei loro due predecessori, Andrea Ambrosani e dal fondatore delle crociere, Werther Mussoni. I due, Michele e Lorenzo, hanno fatto un passaggio in più: dopo la patente per la navigazione con cabinati fino a 12 miglia, hanno superato l’esame per navigare oltre le 12 miglia, prendendosi la responsabilità di navigare fino in Croazia, la tradizionale destinazione per gli utenti imbarcati sugli scafi a vela del progetto Ulisse.
La barca del Progetto Ulisse, le crociere terapeutiche della Cooperativa Sociale Cento Fiori, mentre naviga verso la Croazia.Michele Maurizio D’Alessio è un veterano delle terapie di bordo Cento Fiori, che pratica da oltre 20 anni. Ma è anche un esperto velista che ha affinato passione e competenza sugli scafi a deriva mobile, in particolare sulle barche della classe olimpica 470. Barche molto tecniche e veloci dove le capacità di timonare e di regolare le vele fanno il paio con l’affiatamento tra timoniere e prodiere. Più variegata ma non meno passionale l’esperienza di Lorenzo Rizzo, che dal gozzo familiare, uno scafo in legno a motore della tradizione del cabotaggio ligure, è presto passato alla deriva mobile a vela per divertimento con gli amici, alla vela nei cabinati, diventando armatore di un 8 metri. Per entrambi, infine, il suggello delle loro passioni e competenze, con la doppia patente che ha consentito loro di effettuare la traversata dell’Adriatico in questi giorni.
Parlare di crociera può far pensare a una vacanza se solo immaginiamo le cartoline dai porti i delle isole dalmate. In realtà sono un tassello importante nel progetto terapeutico della Cooperativa Sociale Cento Fiori per la loro forte valenza psicoterapica. Nate dalla felice intuizione di Werther Mussoni, all’epoca presidente della cooperativa, oltre che appassionato velista, l’embrione di quello che oggi viene chiamato Progetto Ulisse era la ben nota Goletta Verde, un due alberi che gli utenti e gli educatori della Cento Fiori avevano restaurato da un vecchio peschereccio. Nelle prime crociere terapeutiche, navigate lungo tutto lo stivale, si imbarcò l’associazione ambientalista Legambiente, portando attraverso gli equipaggi di Vallecchio le sue iniziative nei porti e le spiagge italiane. Ora si naviga sui cabinati 12 metri forniti dall’agenzia nautica Albatross di Rimini, ma il senso dell’esperienza immersiva è rimasto.
“Poche esperienze come la convivenza in una barca, la condivisione di spazi ristretti, il misurarsi con la natura mutevole e ammaliatrice del mare, portano a incontrare se stessi, a scoprire che si possono vivere fortissime emozioni anche senza utilizzare le sostanze”, ha detto Werther Mussoni in quello che lui chiama scherzosamente “il pistolotto” di saluto agli utenti. Un rito ormai che riporta alla realtà i ragazzi che hanno scelto prima di liberarsi dalle dipendenze, poi di affrontare la nuova avventura terapeutica. Per molti è la prima esperienza in barca e il carico di emozioni, un misto di entusiasmo, eccitazione ma anche incognite su cosa accadrà nei prossimi giorni, è un nodo che si scioglie nel dialogo con Werther Mussoni.
Si dividono i compiti e la terapia inizia, mollando gli ormeggi. “Si può dire tranquillamente – dice D’Alessio – che la crociera è un gruppo terapeutico lungo una settimana, dove i ragazzi si confrontano in modo forte e si rivelano, a se stessi e agli altri, nel quale le avventure marine diventano il diversivo al lavoro profondo che stanno facendo sui loro problemi, nella loro ricerca fuori dalla dipendenza”. E con i ragazzi, lavorano i colleghi della Cento Fiori, osservando i pazienti, conducendo i dialoghi singoli e in gruppo e condividendo gli impegni di gestione degli utenti e della barca. “In questo viaggio avere Lorenzo come capitano significa per me dedicare in modo più sereno il mio tempo ai ragazzi, alleggerendo le responsabilità della barca”, dice D’Alessio. E per Gabriella Maggioli, le responsabilità del gruppo trovano nella cucina di bordo un diversivo e una gratificazione, merito di un piccolo tonno pescato nella notte e trasformato in un gustoso sugo ai pomodorini freschi.
L'articolo Salpata per la Croazia la crociera terapeutica Cento Fiori, con due nuovi capitani per un progetto che cresce proviene da Cento Fiori, Rimini.
Il CNCA (Coordinamento Nazionale Comunità Accoglienti) esprime profonda preoccupazione per l’approvazione del cosiddetto decreto Sicurezza. Azzerando il dibattito parlamentare, governo e maggioranza elevano a legge dello stato una posizione fortemente autoritaria non compatibile con la democrazia liberale e si accaniscono contro soggetti additati ingiustamente come una grave minaccia per la collettività, puniti oltretutto con pene abnormi e ingiustificabili: i ragazzi che protestano per l’incapacità della politica di affrontare un’emergenza climatica che segnerà la storia dell’umanità, le donne rom incinte o con figli piccolissimi, gli occupanti di case inutilizzate da anni, spinti dalla necessità di trovare un alloggio in un mercato immobiliare dai costi fuori controllo anche per chi ha un lavoro regolare a tempo pieno e che fanno felici solo i percettori di rendite – in questo caso non per l’incapacità della politica, ma con la sua collusione –, i carcerati e le persone migranti rinchiuse nei Cpr che vivono in condizioni disumane in strutture sovraffollate e amministrate con grande fatica. A tutti costoro il governo promette una robusta dose di repressione, senza curarsi dei problemi e delle esigenze enormi di cui queste persone sono portatrici. Una furia ideologica e un populismo penale che sono, essi sì, una minaccia per la nostra democrazia, come hanno evidenziato numerosi organismi internazionali e molti costituzionalisti. Un approccio che demonizza l’espressione del dissenso, che è invece un elemento strutturale e vitale della vita democratica.
Il CNCA ha provato a contrastare questa deriva autoritaria e illiberale con un’iniziativa di resistenza civile promossa insieme a A Buon Diritto, Acli, Antigone, Arci, Cgil, Forum Droghe, L’Altro Diritto, La Società della Ragione, Ristretti Orizzonti, Forum Disuguaglianze e Diversità, Sbilanciamoci!. Un digiuno a staffetta che ha coinvolto oltre 500 persone. Abbiamo organizzato due conferenze stampa, alla Camera dei deputati e al Senato, in corrispondenza del passaggio del provvedimento presso le due Camere, per sensibilizzare l’opinione pubblica e chiedere ai parlamentari di non convertire in legge delle norme che riducono le libertà fondamentali e perseguitano vecchi e nuovi capri espiatori.
“Lo scorso sabato”, dichiara Caterina Pozzi, presidente del CNCA, “abbiamo manifestato a Roma anche noi, insieme a molte altre e altri, contro il decreto e per dire no alla repressione del dissenso. Moltissimi i giovani che hanno sfilato per rivendicare il loro diritto di protesta, il loro diritto a pretendere un futuro migliore. Il decreto è diventato legge, ma non ci fermeremo nel nostro dissenso, pacifico e ostinato, contro un provvedimento che promette sicurezza sapendo bene che solo attraverso la garanzia dei diritti, la cura reciproca, la tutela dell’ambiente e la diminuzione drastica delle diseguaglianze si costruiscono i presupposti per una buona convivenza. Mi viene in mente Don Milani, che invitava a disobbedire a leggi ingiuste, a battersi perché siano cambiate. Quando è l’ora, non c’è scuola più grande che pagare di persona per un’obiezione di coscienza, violare la legge che si ritiene ingiusta e accettare la pena che essa prevede. Non possiamo stare zitte e zitti dinanzi alla repressione di chi vuole partecipare alla vita democratica, non possiamo – soprattutto – restare inerti.”
L'articolo CNCA e Cento Fiori: “decreto Sicurezza, grave passo indietro per la nostra democrazia” proviene da Cento Fiori, Rimini.
Gli incontri del 1° giugno inaugurano le iniziative 2025 della Giornata del Rifugiato: alle 18 l’accoglienza dei ciclisti di RESQ in piazza Cavour, alle 21 in cineteca i racconti degli sforzi della ONG in Mediterraneo e sulla rotta balcanica.
Da Ancona a Trieste per raccontare le rotte dei migranti, ma anche 537 km per sostenere gli sforzi di RESQ e della sua nave per salvare vite nel Mediterraneo. E in questo lungo viaggio a pedali c’è la tappa riminese, domenica 1 giugno, dove alle ore 18 i volontari della ONG verranno accolti in piazza Cavour da Francesca Mattei, assessore alla Cooperazione internazionale e Politiche per la pace Comune di Rimini, e da Cristian Tamagnini, presidente della cooperativa Cento Fiori.
Poche ore dopo, alla Cineteca Comunale di via Gambalunga 27, la serata “Sulle rotte dei migranti”, un incontro di sensibilizzazione e narrazione introdotto e condotto da Francesca Mattei, che vedrà sul palco Alberto Guarisio, membro del Direttivo RESQ che racconta l’esperienza della ONG nel Mediterraneo e sulla rotta balcanica, Alessandro Sergi, medico anestesista, narra la sua esperienza durante il primo soccorso in mare della nave RESQ – PEOPLE, e Monica Ciavatta, responsabile Area Migrazione Cooperativa Cento Fiori illustra gli interventi effettuati a favore dei migranti.
RESQ è una ONG che fa parte della “flotta civile” e, assieme ad altre associazioni, opera sia nel mediterraneo centrale per operazioni di salvataggio di migranti in condizione di pericolo, sia a Trieste, con attività di accoglienza.
Nel momento in cui molti di noi si preparano, durante le vacanze estive, a lunghi spostamenti per divertimento, per cultura, per sport non vogliamo dimenticare che per molti la mobilità è imposta dalla necessità di fuggire dai pericoli o di ricercare un futuro dignitoso.
Vogliamo pertanto collegare con le nostre biciclette luoghi significativi di queste storie di “viaggiatori involontari”: Ancona “porto sicuro” assegnato talvolta dal Governo alle navi di salvataggio imponendo inutilmente la lunga risalita dell’adriatico; e Trieste, storico punto di collegamento tra culture diverse e oggi punto di approdo o passaggio per i migranti che percorrono la rotta balcanica.
Lo facciamo in bicicletta, facendoci carico, se pure in piccolissima parte, della stessa fatica che grava su quanti si spostano alla ricerca di protezione, ma anche con la stessa allegria che leggiamo sui volti di quanti ce l’hanno fatto e vedono aprirsi la possibilità di un futuro migliore.
Durante il percorso sono previste iniziative assieme ad associazioni locali per parlare di migrazioni e di soccorso.
L’iniziativa serve anche a raccogliere fondi a sostegno di RESQ. Per questo lanciamo l’appello:
Sostieni i nostri kilometri !!! Andando sul sito www.resq.it – dona ora, puoi entrare nella nostra “squadra” e sostenere con 1 euro al km, per la distanza che vorrai, la nostra attività di soccorso
per info 3929299786
L'articolo Fa tappa a Rimini il viaggio ciclistico benefico “Pedala con RESQ: da Ancona a Trieste per narrare le rotte dei migranti”. L’iniziativa in collaborazione con Cento Fiori e Comune di Rimini. proviene da Cento Fiori, Rimini.
E’ vero, siamo nati da una manifestazione di piazza, ma siamo anche figli di una storia familiare, di una giovane coppia, Werther Mussoni e Anna Angelini, con due figli piccoli che scelsero di rispondere ad una chiamata: far crescere la Cento Fiori. Werther aveva quel che si chiama un posto fisso ed era anche un promettente sindacalista, ma insieme decisero che il futuro era nel far funzionare la Cento Fiori. Si, siamo figli di una manifestazione di piazza, di un’idea di intervento sociale corale, scientifico e non violento, ma anche figli di questa famiglia di San Giuliano Mare, allargatasi ad essere di oltre 80 dipendenti e 150 accolti, tra pazienti di strutture sociosanitarie e migranti. E come una famiglia ci stringiamo tutti a Werther, Enrico e Checco per la perdita della cara Anna. E la saluteremo insieme sabato alle ore 9 nella chiesa del cimitero di Rimini.
L'articolo Scomparsa Anna Angelini, il cordoglio della Cooperativa Sociale Cento Fiori, che si stringe al marito Werther Mussoni e ai figli Enrico e Francesco proviene da Cento Fiori, Rimini.
Rimini – Si potrebbe incontrare un grande amore della vita, oppure fare felice un nuovo amico peloso nell’arco di una passeggiata. Quale sarà il futuro non si sa, ma per Balla al Liberazione ci sarà l’occasione di fare una bella azione, anzi due, con un cane del canile: fargli fare una bella passeggiata e aiutare la campagna Libera tutti!, sensibilizzando chi si incontra a spasso.
E’ la prossima iniziativa degli operatori cinofili della Cooperativa Sociale Cento Fiori, che allestiranno il loro stand in occasione di Balla la Liberazione, la tre giorni di musica dal vivo e Djset che la cooperativa organizza a La Serra Cento Fiori. Domenica 27, oltre ad allestire lo stand informativo per chi vuole saperne di più su adozioni, salute degli animali, normative, i colleghi che gestiscono il Canile Comunale di Rimini Stefano Cerni e il Canile Cento Fiori di Vallecchio, lanceranno la raccolta fondi Libera tutti!, con le T-shirt realizzate apposta per la Festa della Liberazione dal costo di soli 15 euro. Attenzione però, meglio prenotarle con un messaggio whatsapp al 329 2255722.
Il programma prosegue con una passeggiata insieme ai cani del canile, che partirà alle 11.00 dal nostro stand e proseguirà all’interno del parco per tornare nel luogo di partenza. La cento fiori offrirà una consumazione omaggio a chi si unirà alla passeggiata con il proprio cane (una consumazione a cane presso lo stand della Cooperativa Sociale Cento Fiori all’interno del festival). Vi aspettiamo con questo ricco programma, non vediamo l’ ora!
L'articolo Libera tutti! Fai far festa anche ai cani del canile: portali a spasso e vieni premiato proviene da Cento Fiori, Rimini.
La percentuale delle donne che si dedicano al gioco d’azzardo è rilevante: negli ultimi decenni, sempre più donne hanno iniziato a partecipare attivamente al gioco d’azzardo, un comportamento che prima era prevalentemente messo in atto dagli uomini. Le donne connettono l’esperienza della violenza all’esperienza del gioco?
Stefano Rossini di Radio Icaro ha intervistato Cristina Fabbri, della Cooperativa Sociale Cento Fiori sull’argomento, in vista dell’incontro che si teneva a Rimini venerdì 11 aprile dalle ore 15 alle ore 18, Casa Ludica, via Bramante 10 – primo piano, Rimini. Come le donne si avvicinano all’azzardo, quando il gioco può diventare una “fuga dalla realtà”, quanto spesso c’è una forma di violenza domestica?
L'articolo Icaro, Stefano Rossini intervista Cristina Fabbri (Cento Fiori) su Donne, gioco d’azzardo e violenza proviene da Cento Fiori, Rimini.
Rimini – Una giovane che allegoricamente rappresenta la Libertà conquistata: è questo il nuovo volto, illustrato da Giada Romano, che introduce a Balla la Liberazione!, la tre giorni di festa, concerti, musica e buon cibo di strada che quest’anno verrà inaugurata da Bandabardò. La tre giorni che ormai da tradizione Cooperativa Sociale Cento Fiori organizza e dona alla città e ai suoi ospiti nel fine settimana del 25 aprile si ripresenta con un programma ricco che accontenta tutte le età. La duplice inaugurazione del 25 aprile – Bandabardò con il concerto riminese inaugura il suo Fandango Summer Tour 2025, dall’omonimo album di inediti che la band ha pubblicato il 28 marzo – sarà seguita da un programma di musica dal vivo e djset, ma anche momenti di riflessione sulla Liberazione- che dalle ore 16 del 25 aprile si estenderà fino alla sera di domenica 27. Una tre giorni da sempre a ingresso libero e gratuito nella consueta cornice del parco de La Serra Cento Fiori, lo spazio verde a 300 metri dal Ponte di Tiberio sul bordo del Parco XXV aprile, e con ingressi da via Galliano 19 e via Padre Tosi.
Insomma, una serie di appuntamenti divertenti e pieni di valori resi possibili non solo dall’organizzazione della Cooperativa Sociale Cento Fiori, ma anche dal patrocinio del Comune di Rimini e in collaborazione con Risuona Rimini, Velvet, Romagna Acque, Assicoop – Romagna Futura, CBR, Coop Alleanza 3.0, Gep Carburanti e Anpi.
Quest’anno l’illustrazione della celebrazione è stata affidata a Giada Romano, monzese di nascita ma riminese d’adozione, che ha interpretato la liberazione con una giovane inghirlandata di papaveri. Un’allegoria che incarna sia la contemporaneità che continuano ad avere i valori del 25 aprile, sia lo spirito della Festa nel parco. Il tutto lasciando al lettore il piacevole retrogusto di una moderna Marianna (la fanciulla della Rivoluzione Francese che guida il popolo) o la rilettura del simbolo femminile della Repubblica Italiana, che al posto della corona porta i “mille papaveri rossi” che vegliano sul Piero di Fabrizio De André. Giada Romano, conosciuta nel mondo dei disegni manga anche come “Giada-chan” o “Lost Jade”, appassionata dai disegni manga e dalla cultura giapponese fin da bambina, si è affermata nel panorama illustrativo italiano dapprima con due serie di video su youtube, dedicate una ai tutorial manga e l’altra dal titolo “Draw my life”, poi pubblicando una sua serie, Riflessi di luce, avviata nel 2015, ed ora con una propria casa editrice che ha promosso giovani disegnatori emergenti, accanto a Riflessi di luce.
Ma veniamo al programma, anzi, al densissimo programma:
Venerdì 25 Si apre lo spazio alle 16, poi il concerto della band KhorakhanéNati nel 2001 come tribute band, sviluppando parallelamente un repertorio di brani originali. Nel 2006 vincono SanremoLab, concorso che li porterà al Festival di Sanremo 2007 nella sezione giovani. Il loro La ballata di Gino vince il secondo Premio della Critica nella sezione giovani e il Premio MEI come miglior gruppo Indie-Pop del 2007. Nel 2008 i KhoraKhané sono selezionati per il Concerto per la Pace a Il Cairo. Una frase tratta dalla canzone “Non ho scordato” (La mia vendetta è la memoria) verrà usata come slogan dall’Associazione tra i familiari delle vittime della strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980. I Khorakhanè sono: Fabrizio Coveri: voce Pier David Fanti: batteria Gianluca Ravaglia: basso Matteo Scheda: chitarre (elettrica, acustica, classica) Nicoletta Bassetti: violino Enrico Pelliconi: fisarmonica, piano, tastiere
ore 18.30 BandabardòLa Bandabardò ha scelto di iniziare la sua nuova avventura on the road in Italia il 25 aprile, una giornata che ha sempre festeggiato con passione e convinzione, quando si esibirà con un doppio concerto a Gattatico (RE) e a Rimini. Con Fandango Summer Tour 2025 la band toscana riprende il discorso col pubblico lì dove lo aveva interrotto qualche anno fa. Ora è Finaz il front man, la voce principale che sarà spesso sostituita o supportata da Ramon e dagli altri bardozziani, ognuno dei quali resta comunque ben saldo al proprio posto: Orla alla ‘chitarrona’, Bachi al basso e contrabbasso, Nuto alla batteria, Pacio alle tastiere, Ramon alla tromba e percussioni e Cantax a sovrintendere i suoni. Il loro mood e il loro suono saranno ancor più corali, sempre insieme per affrontare questo importante ‘passo avanti’.
In scaletta ci saranno certamente le canzoni più amate e cantate dal pubblico, ma anche alcuni brani sinora poco eseguiti, rimasti nascosti tra le maglie del loro vastissimo repertorio. E ovviamente ci saranno anche alcuni pezzi da Fandango.
ore 20.00 DJ Muna feat Ale Paglia saxUn viaggio sonoro che attraversa i ritmi travolgenti degli anni ’90 e 2000. Folk, rock, hip hop e dance in un set eclettico e coinvolgente, arricchito dal sax energico e raffinato di Ale Paglia. Un’esperienza musicale tutta da ballare.
Alessandro Pagliarani (Ale Paglia), riminese, diplomato in sax e polistrumentista, si esibisce con il sax nelle più svariate forme e modalità, collaborando in studio e dal vivo con gran parte delle band, degli artisti e dei cantautori della scena riminese e con le realtà che mettono la musica al centro di attività sociali.
Matteo Munaretto (Muna), DJ e producer riminese, ha iniziato a studiare pianoforte classico per poi avvicinarsi ai sintetizzatori e alla musica elettronica. Nel 2006 vince il premio come miglior DJ/Producer nel concorso “Nokia for Music”, suonando al fianco di artisti come Tiga e Timo Maas, e aprendo l’esibizione dei Gotan Project. Nel 2007, ha ottenuto il premio per il miglior progetto Hip Hop con “Efficienza Sonika” al Mei Hip Hop Award italiano. Ha prodotto diverse tracce di musica elettronica e house con i progetti Muna, Mendez & Muna, Efficienza Sonika e Wasabit.
Sabato 26 ore 10.30 Finalmente liberi! Dibattito ANPI Conoscere, capire, scegliere la Liberazione dopo 80 anniDibattito pubblico con interventi di Jamil Sadegholvaad, sindaco di Rimini, Andrea Gnassi, deputato, Marco Croatti, senatore, Renzo Savini, comitato nazionale Anpi. Modera Onide Donati, giornalista
ore 13.00 Pranzo sociale Anpi e tesseramentoRichiesta prenotazione attraverso la sezione locale o messaggio whatsapp 327 218 86 18
ore 16.00 Contest Palco Zero organizzato da Risuona Rimini ore 19.00 Velvet RememberCon dj Elio Lucifer Rising e dj Fullnelson
Domenica 27 dalle 13.00 Back to the ’90, Eleonora Elettra, Rev. Dave“Back to the 90’s”: un dinamico duo acustico che vi farà rivivere le emozionanti note dei successi degli anni ‘90 come Torn, Back for Good, Baby One More Time… E tanti altri, rivisitati in chiave acustica. Stefania Pozzi – voce e violino Marcello Dolci – voce e chitarra
Eleonora Elettra Eleonora Zanotti, in arte Eleonora Elettra, è una delle voci più belle ed emozionanti del panorama musicale riminese ma non solo! Inizia a cantare per passione in cover band funk, rock, soul dall’età di 18 anni, fino a quando il suo amore per ogni forma di musica la spinge a voler iniziare a comporre. Nei suoi brani spazia alla ricerca di sé stessa e indaga il grande mondo delle relazioni, in un viaggio dalle varie sonorità: folk – indie e fino al soul, il genere che l’ha fatta innamorare della musica. É stata finalista dei concorsi “Incanto” nel 2016 a Morciano e “Mimì Sarà” nel 2019 (dedicato a Mia Martini) a Milano. Sale sul podio come Seconda classificata al “Festival di Rimini” tenutosi al teatro Galli di Rimini nel 2019. Oggi ha all’attivo quattro singoli composti insieme al chitarrista Luca Arduini e prodotti da Gianluca Morelli di Deck Lab.
Reverendo Dave Experience Reverendo Dave sposta sempre i suoi orizzonti, traghetta la sua marea adriatica verso sonorità acustiche con un intimo duo chitarra e sax. Davide Reverendo Dave Baldazzi voce e chitarra con Luca Quadrelli al sax
ore 17.00 Duo BucolicoIl Duo Bucolico nasce nel 2005 in Romagna frutto delle menti di Antonio Ramberti e Daniele Maggioli.?I due artisti scrivono canzoni di “cantautorato illogico d’avanguardia” e dal vivo riescono sempre a suscitare l’ilarità generale del pubblico sempre più numeroso. ?Il loro stile è volutamente ebbro e ironico, mosso da una leggerezza pensosa e anarcoide. I concerti sono un concentrato di improvvisazione e libertà, in una continua ricerca del contatto col il loro pubblico, molto eterogeneo ed affezionato.? I loro tour coprono in lungo e in largo tutta la penisola passando dai circoli ai palchi delle piazze, dalle feste private ai Festival musicali.? Nei 17 anni di attività si contano ormai più di 1.500 concerti tra i quali nel 2019 la partecipazione al “Jova Beach Party” e all’Home festival di Treviso. Hanno all’attivo otto album di cui l’ultimo è Via col vento (Cinedelic Records) uscito in aprile 2022. ?Nella primavera 2020, in piena emergenza covid, pubblicano il singolo Palla di Gas dedicato a Zagor Camillas. Nel dicembre 2020 esce la compilation/tributo Dieci anni di Tempi d’Oro (Cinedelic Records) a cui partecipano tra gli altri Daniele Baldelli, Modena City Ramblers e Vincenzo Vasi.? Nel 2022 partono per un nuovo tour nazionale di oltre 60 concerti. Nel dicembre 2022 pubblicano IL BEL PRESEPE, sarcastica rilettura dei tic italiani. Nel 2022 inizia tour di Via col Vento che li vede in giro tutta la penisola con oltre cento date fino al 2023.
ore 18.30 Saluti e appuntamento al Marecchia Social Fest ore 19.00 Ikigai KollektiveAmiamo condividere Arte in luoghi dove ti aspetteresti di trovare altro. Amiamo guardare il Mondo da punti di vista nuovi e diversi. Amiamo Creare.
L'articolo Torna Balla la Liberazione con la Bandabardò il 25 aprile: musica dal vivo, djset e street food per tutto il fine settimana proviene da Cento Fiori, Rimini.
Rimini – La percentuale delle donne che si dedicano al gioco d’azzardo è rilevante: negli ultimi decenni, sempre più donne hanno iniziato a partecipare attivamente al gioco d’azzardo, un comportamento che prima era prevalentemente messo in atto dagli uomini. Le donne connettono l’esperienza della violenza all’esperienza del gioco?
“Il gioco salta fuori anche in termini rivendicativi. È un modo per risarcire se stessi e rivalersi nei confronti degli altri. Il gioco è denaro e il denaro è una forma di risarcimento da sempre.”
Fulvia Prever
Proponiamo un momento di riflessione e approfondimento del fenomeno, in costante espansione, del gioco femminile, venerdì 11 aprile dalle ore 15 alle ore 18, Casa Ludica, via Bramante 10 – primo piano, Rimini. Come le donne si avvicinano all’azzardo, quando il gioco può diventare una “fuga dalla realtà”, quanto spesso c’è una forma di violenza domestica?
Argomenti trattati:
– Il gioco d’azzardo: caratteristiche, offerta e meccanismi specifici.
– Il gioco d’azzardo e le donne: motivazioni, tipi di gioco e difficoltà nel chiedere aiuto
– Gioco d’azzardo e violenza domestica. Quando l’azzardo compulsivo e la violenza si manifestano in correlazione e come riconoscere la violenza nei casi di gioco.
– Violenza economica e autonomia finanziaria.
– Discussione e scambio di opinioni.
Per informazioni e iscrizioni:
cristina.fabbri@coopcentofiori.it – 324.0799383 (Coop. Soc. Cento fiori)
E’ un’iniziativa promossa da Rete Gap di Rimini composta dalla Comunità Papa Giovanni XXIII (capofila), Millepiedi, Cento Fiori, Alcantara, Parkinson in Rete e Il Gesto
L'articolo Donne, gioco d’azzardo e violenza domestica proviene da Cento Fiori, Rimini.
Santarcangelo – Iftar insieme: in piazza Ganganelli a Santarcangelo si festeggia con cibo multietnico la rottura del digiuno quotidiano per il Ramadan. Per parlare di questa terza edizione dell’iniziativa, Radio Icaro, grazie al giornalista Stefano Rossini, ha intervistato Fatima Berrima, operatrice della Cooperativa Sociale Cento Fiori, che ne cura insieme a colleghe e colleghi l’organizzazione.
L’evento: giovedì 27 marzo dalle ore 18:35 a buffet piatti da Marocco, Afghanistan, Mali, Pakistan, ma anche da San Vito e Santarcangelo con i migranti del progetto Sai e zdoure volontarie.
L’iniziativa è resa possibile dall’impegno delle cooperative che gestiscono il progetto Sai (Sistema Accoglienza Integrazione) dell’Unione dei Comuni della Valmarecchia, ovvero la Cento Fiori e Il Millepiedi, insieme all’associazione Valmarecchia Comunità Solidale e L’unione dei Comuni della Valmarecchia. Per i fedeli ci sarà uno spazio per la preghiera del Maghreb (la preghiera del tramonto), dopo la quale comincerà la condivisione insieme alla cittadinanza.
L'articolo Iftar insieme, Radio Icaro intervista Fatima Berrima della Cento Fiori proviene da Cento Fiori, Rimini.
Santarcangelo – Dopo il tramonto è festa multietnica in piazza Ganganelli giovedì 27 marzo: è Iftar insieme, la condivisione della rottura del digiuno quotidiano che i fedeli musulmani praticano durante il Ramadan, dall’alba al tramonto. E giovedì, grazie ai migranti ospiti del progetto Sai Valmarecchia e Riccione, chiunque potrà, in un momento di condivisione, conoscenza e incontro, assaggiare piatti dal buffet, formato da specialità di Yemen, Marocco, Afghanistan, Mali, Pakistan, ma anche da San Vito e Santarcangelo. Perché fianco a fianco dei migranti ai fornelli ci saranno anche zdoure e volontari.
L’iniziativa è resa possibile dall’impegno delle cooperative che gestiscono il progetto Sai (Sistema Accoglienza Integrazione) dell’Unione dei Comuni della Valmarecchia, ovvero la Cento Fiori e Il Millepiedi, insieme all’associazione Valmarecchia Comunità Solidale e L’unione dei Comuni della Valmarecchia. Per i fedeli ci sarà uno spazio per la preghiera del Maghreb (la preghiera del tramonto), dopo la quale comincerà la condivisione insieme alla cittadinanza.
L'articolo Iftar insieme: in piazza Ganganelli si festeggia con cibo multietnico la rottura del digiuno quotidiano per il Ramadan proviene da Cento Fiori, Rimini.
Il servizio di Legacoop Romagna sul Centro di Accoglienza Straordinario (Cas) dei migranti a Rimini, creato dalla Cooperativa Sociale Cento Fiori, raccontato dal collega e socio Giuseppe Frustaci.
Nella breve intervista Giuseppe non solo spiega come è nato e cosa si propone l’esperienza nata in centro a Rimini, ma anche la sua personale visione di cosa voglia dire essere cooperatore e come vive l’Accoglienza: “Progettare dispositivi che aiutano in maniera più efficace possibile ad arrivare a dei bisogni, alle persone, con cui lavoriamo”.
Il Cas di Rimini è nato, spiega Giuseppe Frustaci, “nel quartiere più multiculturale di Rimini, una sfida poiché quartiere denso di situazioni importanti. Il quartiere ci ha accolto, e da una iniziale diffidenza si è giunta a una festa”.
Il video è stato presentato in occasione dell’Assemblea Annuale 2025 di Legacoop Romagna e gentilmente è stato fornitoci per la pubblicazione sul sito e sulla nostra rete social. Grazie! Le produzioni di Legacoop Romagna possono essere guardate nel canale https://www.youtube.com/@UCZ-iGQ_Ycdu_exR13xvc0Eg.
L'articolo “Arrivare ai bisogni e alle persone con cui lavoriamo”: la cooperazione e il Cas migranti di Rimini secondo il collega e socio Giuseppe Frustaci proviene da Cento Fiori, Rimini.
Santarcangelo – La Polizia locale dell’Unione di Comuni Valmarecchia ha donato trenta giubbotti contraffatti sequestrati in occasione della Fiera di San Martino alla cooperativa sociale Cento Fiori, che li destinerà a persone ospiti della rete di accoglienza. La consegna è stata effettuata nei giorni scorsi dal Comandante della Polizia locale, Daniele Del Fabbro, al presidente della cooperativa Cristian Tamagnini e alla collaboratrice Cristina Fabbri.
In occasione dell’ultima edizione della Fiera di San Martino, gli agenti della Polizia locale avevano infatti sequestrato la merce contraffatta: il Comando ha poi fatto richiesta e ottenuto il nulla osta dalla Procura della Repubblica di Rimini per poter donare in beneficenza i prodotti, che diversamente sarebbero stati destinati alla discarica. Dopo aver rimosso i marchi e i contrassegni falsi sui capi di vestiario, la Polizia locale ha quindi accolto la richiesta della cooperativa sociale di poter ottenere la merce in dono.
Il Comandante della Polizia locale Del Fabbro ha rimarcato la disponibilità e sensibilità dimostrate dall’autorità giudiziaria per evitare che venissero avviati a smaltimento beni che – pur provenendo da attività illecite – potevano essere destinati a nuova vita, evidenziando d’altra parte l’importanza dell’attività svolta dalla cooperativa Cento Fiori sul territorio.
La cooperativa, infatti, collabora con la pubblica amministrazione per dare risposta e sostegno a numerose problematiche sociali – dall’integrazione alle dipendenze patologiche – attraverso percorsi di inserimenti sociali, progetti di prevenzione e contrasto del disagio giovanile, della marginalità e della discriminazione. La Cento Fiori ha inoltre messo a punto ormai da diversi anni attività di inserimento lavorativo, nelle quali gli operatori affiancano persone in terapia e disabilità, oltre a gestire progetti di accoglienza di richiedenti asilo attraverso i Centri di accoglienza straordinaria (Cas) in convenzione con la Prefettura di Rimini e il Sistema di accoglienza e integrazione (Sai) in convenzione con i Comuni della Valmarecchia.
In occasione della consegna della merce – che sarà destinata proprio agli utenti di queste strutture – il presidente della cooperativa Cento Fiori ha ringraziato la Polizia locale, ricordando anche la preziosa collaborazione dei Servizi Sociali dell’Unione di Comuni.
Comunicato stampa diramato da Polizia Locale Valmarecchia
L'articolo Santarcangelo, la Polizia locale dona trenta giubbotti contraffatti sequestrati alla Fiera di San Martino alla Cento Fiori proviene da Cento Fiori, Rimini.
Rimini – «Sono nove miliardi che grondano malattie, disperazione, dolore e talvolta persino sangue. Come ha recentemente proposto Federconsumatori in un convegno, è ora di aggiornare le statistiche sul gioco d’azzardo regionale e aggiungere una colonna al bilancio sempre più positivo degli introiti dello Stato sul gioco fisico. Ovvero, mettere accanto la colonna delle uscite e delle pesanti ricadute che il gioco d’azzardo patologico sta sempre più caricando sui sistemi sanitario e assistenziale, sulle famiglie, sulle persone deboli e fragili, sulla società e infine sullo Stato». Cristian Tamagnini, presidente e referente per la Rete Gap della Cooperativa Sociale Cento Fiori, interviene sul gioco d’azzardo fisico nella provincia di Rimini.
E’ di poche ore fa la presentazione del report ‘Pane e azzardo 2’ realizzato da Cgil e Federconsumatori Emilia-Romagna, insieme all’istituto di studi sul consumo Isscon e alla Regione Emilia- Romagna. Ma è di diversi anni il lavoro di sensibilizzazione, prevenzione e sostegno ai malati di ludopatia che sul territorio Ausl Romagna e Rete Gap – cooperative sociali e associazioni di volontariato quali Comunità Papa Giovanni XXIII (capofila), Millepiedi, Cento Fiori, Alcantara, Parkinson in Rete e Il Gesto – portano avanti con incontri e sportelli di ascolto. «Un lavoro in sinergia di pubblico e privato sociale perché il gioco d’azzardo legale non sia solo un affare per le entrate dello Stato – 727 milioni solo in provincia – ma si riveli per quel che è, un’arma a doppio taglio che da una parte incassa denaro e dall’altra colpisce le fasce più deboli della popolazione facendo leva sulla speranza o sulla loro malattia», dice Cristian Tamagnini.
«Nei momenti di crisi il gioco si impenna, quest’anno siamo oltre il 10% in più. Male. Ma non continuiamo a guardarlo come un “vizio” individuale, cominciamo a guardarlo come un malanno sociale e cominciamo a mettere, accanto alle entrate, una colonna delle uscite: quanto pesa sulle famiglie, sui malati di Parkinson che spesso restano vittime della ludopatia? Quanto vale la fatica di assistere i loro cari, il loro dolore, la disperazione delle famiglie di ludopatici? Quanto valgono le spese che sostiene il sistema sanitario locale per strappare i malati di gioco al rito quotidiano della grattata? E, infine, quanto vale la vita di una persona che nella disperazione si gioca la sua stessa esistenza?»
L'articolo Cristian Tamagnini, Rete Gap e Cento Fiori: “Gioco d’azzardo, + entrate ma quanto costano alla società in dolore, disperazione e costi per sistema socio – sanitario?” proviene da Cento Fiori, Rimini.
Santarcangelo – Si sa che la città clementina è da decenni una fucina di cultura, un po’ per i suoi figli – Guerra, Baldini, Teodorani, giusto per dirne tre – o per il Festival del Teatro. Ma che anche una piccola iniziativa che mira a coniugare la cucina romagnola con le nuove culture che si sono affacciate in paese – D(i)ritti a tavola – assurga alle cronache dei quotidiani nazionali, beh, è un bel risultato. E’ grazie a Francesca Santolini, giornalista de La Stampa e curatrice della rubrica Futura sull’inserto domenicale Specchio, che il progetto varato dalla Cooperativa Sociale Cento Fiori, in collaborazione con la cooperativa Il Millepiedi e Valmarecchia Comunità Solidale, è salito agli onori delle cronache nazionali. “Un’idea di accoglienza bella, concreta, scevra da ogni forma retorica”, scrive la giornalista. Che ha potuto toccare con mano, anzi assaggiare con gusto, la proposta di D(i)ritti a tavola, giunta quest’anno alla terza edizione.
Proprio Francesca Santolini ha aperto quest’anno la fortunata rassegna venerdì 29 novembre, presentando i suoi due libri Profughi del clima e Ecofascisti, dialogando con Marta Lovato, responsabile sostenibilità di Santarcangelo Festival. Una volta terminato l’incontro – oltre una settantina di persone sono intervenute nella ex scuolina del Bornaccino, ora Centro Giovani Labo380 – l’autrice ha assaggiato l’apericena con degustazione gratuita di piatti nati dall’incontro tra varie culture preparati dalle persone del progetto Sistema Accoglienza Integrazione (Sai) dell’Unione comuni Valmarecchia. Perché D(i)ritti a tavola è un progetto di inclusione sociale che passa dalle cucine del mondo e dalla tavola come simbolo di pace, dialogo e solidarietà tra le persone. Promuove il diritto al cibo quale diritto umano fondamentale e come strumento di accoglienza interculturale e sviluppo sostenibile.
Quest’anno il focus è sul rapporto tra crisi climatica, accesso al cibo e migrazioni forzate. Prima o dopo ogni incontro gli organizzatori offriranno una cena o aperitivo preparato dalle persone ospiti del progetto Sai, come restituzione di un laboratorio di auto-narrazione e cucina insieme a un’educatrice e a un cuoco. Un’accoppiata, al primo appuntamento, azzeccatissima, visto che la Santolini, giornalista, è esperta di temi ambientali, collaborando con i quotidiani «La Stampa» e «la Repubblica» e ha pubblicato Passione verde (2010), Profughi del clima (2019), Ecofascisti (2024).
D(i)ritti a tavola prosegue quest’anno domenica 29 dicembre alle ore 20 con le ricette del dialogo itinerante e alle 22 con il concerto di Tonino 3000 e Felafel Fazz Familia al Centro Parrocchiale Giovanni Paolo II, in via Merigi. Nel 2025 invece il 15 gennaio al Supercinema Santarcangelo, con alle 20 l’aperitivo e alle 21 con il film Africa nel mondo sommerso, , di Angelos Rallis. Mercoledì 19 febbraio oltre all’apericena delle 20, con alle 21 “Il secolo è mobile”, monologo multimediale di Gabriele Del Grande, sempre al Supercinema di Santarcangelo.
L'articolo D(i)ritti a tavola, da Santarcangelo a La Stampa di Torino: Francesca Santolini su Specchio racconta gli eventi gastronomici e culturali di inclusione sociale proviene da Cento Fiori, Rimini.
Il medico in prima fila nel soccorso dei migranti racconta con video e immagini le sue esperienze, introdotto da Vera Bessone, caposervizio Cultura del Corriere Romagna nell’incontro organizzato dalla Cooperativa Sociale Cento Fiori il 15 novembre alle ore 20,30. Le storie di mare di Lampedusa, le tragedie e le speranze che hanno costellato quello specchio enorme di Mediterraneo che lambisce l’estrema propaggine dell’Italia, raccontate dal medico di Lampedusa che insieme a concittadini e volontari hanno assistito e assistono quotidianamente a lutti, sofferenze e insieme speranze dei migranti. Una narrazione di Storie migranti fatta di dialoghi ma anche immagini e video per sensibilizzare sul tema dei migranti e della loro accoglienza. L’incontro è stato organizzato dalla Cooperativa Sociale Cento Fiori in collaborazione con il Sistema Accoglienza Integrazione (Sai) dell’Unione dei Comuni della Valmarecchia a ingresso libero.
L'articolo Il mare di Lampedusa: Pietro Bartolo a Rimini, ospite della Cento Fiori. Il video integrale proviene da Cento Fiori, Rimini.
Rimini – Sono un volo con la fantasia gli auguri di Natale della Cooperativa Sociale Cento Fiori che fa “a chi da e chi riceve”, ovvero alle associazioni e alle cooperative sociali che operano e alla città di Rimini. Un volo disegnato dall’illustratore Samuele Grassi con testi di Enrico Rotelli, la “coppia creativa” – come si diceva una volta per le pubblicità – che da anni costruiscono la comunicazione dell’azienda sociale riminese.
Samuele Grassi ha reinterpretato per Cento fiori i tratti costitutivi delle sue opere, ormai sedimentati nell’immaginario collettivo riminese che ama l’illustrazione e i fumetti, dopo la partecipazione alla Biennale del Disegno 2024 e l’attuale mostra al grattacielo. Ovvero, linee chiare che affondano nel ricordo di Moebius per trovare una propria originale collocazione in un dolce futuro che saprà trarre dal possibile disastro ecologico del global warming un nuovo equilibrio. La grande tavola, prodotta per i manifesti 6 per 3 metri e 100 x 140 cm, giornali, social e sito, invece prende l’ispirazione dalle navicelle di Hayao Miyazaki – Il castello errante di Howl, Il mio amico Totoro, Porco Rosso, per citare alcuni titoli – calandole però di nuovo nel delicato immaginario grassiano e nei tratti caratteristici delle nostre tradizioni marinaresche. Una flotta in volo tra le nuvole sopra la città, leggerezza sopra leggerezza che tradisce l’amore per le lezioni regalate dalla letteratura di Italo Calvino.
Pur avendo diversi amori “spirituali” nel terreno comune, i testi di Enrico Rotelli collocano più prosaicamente i voli delle navicelle nel lavoro quotidiano di quanti operano per associazioni e cooperative attive nel sociale. Migliaia di persone che “ogni giorno usano fantasia e impegno per far volare solidarietà e accoglienza a Rimini, attraverso azioni e progetti”. Il fulcro del messaggio è la navicella del progetto Ulisse, le crociere terapeutiche che oltre 20 anni fa hanno iniziato il loro viaggio con il capitano Werther Mussoni e che continuano ad essere una peculiarità dei programmi terapeutici delle due strutture della Cooperativa Sociale Cento Fiori a Vallecchio di Montescudo: la Comunità Terapeutica e il Centro Osservazione e Diagnosi.
Pur firmando gli auguri negli anni scorsi, la coppia ha virato verso l’illustrazione sulla spinta del direttore Giovanni Benaglia, dopo che Samuele Grassi ha realizzato l’illustrazione del manifesto per il concerto del 25 aprile scorso. “Conoscevamo già il grafico Samuele Grassi, abbiamo lasciato carta bianca all’illustratore Grassi e quel che è nato è un omaggio a quanti, come noi, militano nei lavori sociali. – dice Cristian Tamagnini, presidente della cooperativa Sociale Cento Fiori – Militano perché educatori, psicologi, psicanalisti, tecnici, operai, non lavorano per cooperative sociali e associazioni per i lauti guadagni che il settore sociale offre, ma perché fare solidarietà e accoglienza fa stare bene chi la riceve e chi la fa. Ogni volta che si parla di tagli alla spesa pubblica è il Welfare nel mirino delle amministrazioni pubbliche, con le ricadute sulle persone svantaggiate e le loro famiglie. Oggi una educatrice esce da un percorso universitario, eppure il suo stipendio non rappresenta la sua preparazione né le ricadute positive che ha sulla popolazione. Forse è il caso che la gente e chi amministra riconsideri il lavoro sociale e il volontariato. Non solo quando si presume siamo tutti più buoni”.
L'articolo Gli auguri Cento Fiori sono un volo di solidarietà e accoglienza sulla città firmato Samuele Grassi ed Enrico Rotelli proviene da Cento Fiori, Rimini.
Alle 20 di venerdì 15 novembre le poltrone del Cinema Teatro Tiberio erano già quasi tutte occupate, in attesa che lui, Pietro Bartolo, il medico di Lampedusa, cominciasse le sue Storie Migranti, Il mare di Lampedusa. Portato a Rimini dalla Cooperativa Sociale Cento Fiori, che da anni si occupa di assistenza ai migranti, la testimonianza di Pietro Bartolo è attesa. Ma forse ben pochi dei presenti si potevano aspettare quel che di lì a poco sarebbe cominciato: un lungo, doloroso viaggio nella coscienza di ciascuno. Fatto da chi quel lungo viaggio l’ha cominciato tanti anni fa e forse, ancora oggi, lo sta elaborando, serata dopo serata, parola dopo parola, immagine dopo immagine.
Vera Bessone, la collega caposervizio Cultura del Corriere di Romagna, introduce l’uomo, medico, ostetrico, “perché a Lampedusa non c’era ospedale, non c’era nemmeno l’elicottero per portare le partorienti in Sicilia”. Padre pescatore, lui stesso marinaio prima di lasciare l’isola, l’ultimo lembo d’Europa nel Mediterraneo, per seguire la carriera di Esculapio, torna nella sua isola per incontrare il fato di migliaia di persone – “perché noi spesso ci scordiamo che queste sono persone”, ricorda come un mantra nel corso della serata – vive o morte. E scoprirne il vissuto attraverso le visite mediche in banchina o sulla tolda delle barche da pesca dei suoi compaesani, sulle motovedette della Guardia Costiera, su barche o gommoni alla deriva.
Lui, che ha studiato per dare la vita, immagine dopo immagine, video dopo video, racconta quello che è diventato un viaggio nella medicina del soccorso: ostetrico, medico di pronto soccorso suo malgrado, anatomopatologo, medico legale. Un viaggio nell’orrore del mare e degli aguzzini libici ad ogni approdo, ad ogni sbarco dei pescherecci lampedusani, con i corpi ammucchiati a poppa, scrutando i corpi irrigiditi dal rigor mortis, per trovare un flebile afflato di vita. Perché in quei mucchi di muscoli rattrappiti, una persona non è irrigidita. “Ne tasto il polso, zittisco il pescatore che li ha portati in porto, «fammi sentire», e dopo un minuto lo sento, un battito, flebile, ma un battito». Non entrerà in uno dei sacchi neri in poliuretano, i bodybag che conosciamo nei telefilm e film sulla guerra, come gli altri. Non farà parte di quella lunga teoria di bare allineate nell’hangar di Lampedusa, mostrate in televisione ma subito digerite dopo i tre minuti di servizio, poi fagocitate dalla politica per farle diventare rabbia e voti da scaricare in una x sul simbolo di una scheda elettorale.
Il racconto per parole, immagini, video e, sì, emozioni e lacrime, diventerà una lunga testimonianza di “controinformazione”, storie e tragedie che sui giornali e sulle televisioni, legate alla leggi della notizia, dei palinsesti e dei timoni giornalistici, non diventano servizi ma sono, quel che si dice in gergo giornalistico, “colore”. “Ma la realtà è un’altra, quel che vi raccontano è tutto falso, è tutto distorto. Non ci sono invasioni, ma quali invasioni…”. Una realtà appresa dai media all’ora di pranzo o al Pc che si sgretola nei volti delle oltre 200 persone che, fino alla fine, gremiscono il Cinema Teatro Tiberio.
Man mano che scandisce la parola “avanti” ai tecnici nel loggione della regia, Marco Biagini e Stefano Tonini – grazie ragazzi, nessuno come chi scrive sa quanto vi siate prodigati per la riuscita di questa testimonianza – i volti della sala cambiano espressione. Due adolescenti in seconda fila all’inizio della serata sorridevano con papà e mamma. Ad ogni “avanti” il volto diventava più cupo, si velava di lacrima come gran parte degli altri spettatori. Nuove malattie affioravano nella narrazione, “il male del gommone”, racconta Bartolo, perché i gommoni che trasportano i migranti stipati in cento usano un motore fuoribordo che deve essere rifornito in viaggio, e la benzina, caduta sul pagliolato, si mischia all’acqua di mare, evapora, intossica i polmoni, sballottata sui corpi produce ustioni, ferite, pustole. “Altro che la scabbia… I migranti portano la scabbia, dicono, ma non è vero, non è quella la malattia di cui sono affetti, nessuno di quelli che ho visitato aveva malattie contagiose, queste altre sono le malattie: le sofferenze di queste persone”. E mostra il volto e il corpo di un uomo dalla pelle devastata dalla benzina e dall’acqua di mare. Niente a che vedere con il migrante che, per farne esempio e sprone agli altri, viene colpito con due colpi di pistola alla scapola e al fianco all’altezza del rene. “Perché la gente non vuole salire sui gommoni, lo sanno che la morte è certa su quei gommoni, e allora sparano a uno o due persone per convincere gli altri a salire”, racconta Pietro, “questo ragazzo invece, si è salvato perché pur con due proiettili in corpo è riuscito a salire”.
La strenua lotta per la sopravvivenza, la voglia di vita e la forza necessaria per arrivare all’Europa dopo due anni di viaggio, dopo torture, dopo sevizie inenarrabili nei campi di concentramento in Libia , è il sottotesto della narrazione. E Pietro Bartolo non risparmia questi aspetti. Esalta la forza delle donne, la loro capacità di arrivare pur stremate, dopo aver sopportato stupri, iniezioni di sostanze per indurle in una forzata menopausa per poterne abusare a piacimento senza “complicazioni” o sfruttarla per la prostituzione. O i momenti concitati di un parto sulla motovedetta, con una stringa delle sue scarpe che serve per chiudere il cordone ombellicale del nascituro. “Vedete? Il bambino appena nato è bianco, proprio come noi, tra qualche giorno prenderà la pigmentazione della madre, una donna del Mali. Ma ora è bianco come noi, è una persona uguale a noi, in tutto e per tutto. Non esistono razze, esistono etnie!”.
Ma qualche volta questa spinta di sopravvivenza deve soccombere. E’ uno dei postulati della legge del mare. La stessa che spinge l’ex pescatore ad aiutare, che proibisce alle persone di piegarsi alle leggi ad hoc e portare invece soccorso, “perché anche io sono stato naufrago”, ma che di fronte all’ineluttabile diventa tragedia. Ci sono le foto: una distesa di corpi in una ghiacciaia di un peschereccio, come in tutti i pescherecci che ci sono anche a Rimini. Fatevela mostrare da un marinaio se capitate al porto: una botola, un locale in legno senza oblò, che su un peschereccio di trafficanti diventa la “terza classe” della traversata, “quella dove non si ha diritto ad un filo d’aria”. “Pietro, vieni a vedere qua sotto, mi dissero, scendo al buio e sento sotto i piedi qualcosa, chiedo luce: i corpi ammassati di persone che hanno lottato per uscire, mi raccontano i sopravvissuti, quando l’aria cominciava a scarseggiare, tenuti dabbasso prima con le botte, poi sigillando la botola con i peso dei corpi degli aguzzini, che tenevano lontani i parenti che avevano capito cosa stava succedendo ai loro cari: stavano morendo soffocati”.
O il video della Guardia Costiera, con i sub che estraggono da un peschereccio adagiato sul fondo i corpi degli affogati. Sono immagini irreali, sembra di essere in una piscina da quanta luce c’è,. L’unica cosa non irrigidita nel rigore della morte sono i capelli, che ondeggiano nell’acqua cristallina. I sub li adagiano in fila poco distanti dal relitto, statue di carne modellate nelle pose in cui la morte li ha raccolti. Li sistemano sulla sabbia del fondo, nel chiarore filtrato dal Mediterraneo, per poi legarli assieme con delle tanichette di plastica e per portarli a galla, dove si inscenerà una danza macabra verso la sponda della motovedetta che li porterà, troppo tardi, nella desiderata Europa.
L’intensità e la potenza del racconto di Pietro Bartolo, le sue immagini, le sue emozioni che attraversano la testimonianza portano alla catarsi gran parte del pubblico. Una catarsi che si potrà rivivere nel video che la Cooperativa Sociale Cento Fiori posterà presto su Youtube. Qualcuno non regge, molti piangono, qualcuno è provato e non alza lo sguardo verso il grande schermo. Qualcuno, come chi scrive, riesce a popolare la propria memoria marinaresca dei particolari che solo le genti di mare conoscono – la ghiacciaia popolata di morte, la paura, il senso di fratellanza che abbraccia i marinai, il lavoro spasmodico di fronte alle vite in pericolo, i racconti come mantra per metabolizzare paure ancestrali. Si può popolare la propria memoria, ma c’è una domanda che non abbiamo avuto il coraggio di rivolgere a Pietro. La mattina dopo ha di nuovo raccontato le sue Storie Migranti, i dolori e le gioie della salvezza a cui ha assistito, a una platea di giovani liceali al Serpieri di Rimini. E poi via, di nuovo in viaggio verso Pesaro. E questa settimana altri incontri, altre narrazioni, e di nuovo parole al pubblico in città italiane, d’Europa, di nuovo emozionato ed emozionante. Un mantra doloroso che si ripete, senza epica, senza estetica, senza eroi, men che meno lui. Un lungo flusso di coscienza di anima ferita che regala al pubblico il suo dolore.
Enrico Rotelli
L'articolo Storia di Persone, non “migranti” proviene da Cento Fiori, Rimini.
Le storie di mare di Lampedusa, le tragedie e le speranze che hanno costellato quello specchio enorme di Mediterraneo che lambisce l’estrema propaggine dell’Italia, raccontate da Pietro Bartolo, il medico di Lampedusa che insieme a concittadini e volontari hanno assistito e assistono quotidianamente a lutti, sofferenze e insieme speranze dei migranti.
Il mare di Lampedusa, questo il titolo dell’incontro pubblico di venerdì 15 novembre alle ore 20,30 al cinema Tiberio (via San Giuliano 16) di Rimini, che vedrà Pietro Bartolo dipanare il racconto durante un’intervista condotta da Vera Bessone, giornalista caposervizio Cultura del Corriere Romagna. Una narrazione di Storie migranti fatta di dialoghi ma anche immagini e video per sensibilizzare sul tema dei migranti e della loro accoglienza.
L’incontro è organizzato dalla Cooperativa Sociale Cento Fiori in collaborazione con il Sistema Accoglienza Integrazione (Sai) dell’Unione dei Comuni della Valmarecchia ed è a ingresso libero.
Biografia di Pietro BartoloMedico chirurgo, laureato all’Università di Catania, è specializzato in ginecologia. Sposato e padre di tre figli. Dal 1991 ufficiale sanitario delle isole Pelagie, nel 1993 diviene responsabile del presidio sanitario e del poliambulatorio di Lampedusa, occupandosi anche delle prime visite a tutti i migranti che sbarcano a Lampedusa e di coloro che soggiornano nel centro di accoglienza.
Nonostante qualche settimana prima fosse stato colpito da un’ischemia cerebrale, è stato in prima fila nei soccorsi ai sopravvissuti del Naufragio di Lampedusa del 3 ottobre 2013 di un peschereccio carico di oltre 500 migranti, in cui persero la vita 368 persone.
Prende parte nel 2015 al film documentario Fuocoammare di Gianfranco Rosi, che nel febbraio 2016 ha vinto l’Orso d’oro al 66º festival di Berlino e ha ottenuto una candidatura nella categoria miglior documentario agli Oscar 2017.
Dal suo libro Lacrime di Sale (2016) è liberamente tratto il film Nour (regia di Maurizio Zaccaro), per il quale ha contribuito all’ideazione del soggetto. Il film, in cui a vestire i panni del medico di Lampedusa è l’attore Sergio Castellitto, è stato presentato alla 37ª edizione del Torino Film Festival del 2019. È autore anche del testo “Le Stelle di Lampedusa” (2018).
Dal 2019 al 2024 è europarlamentare, con l’incarico di vicepresidente della Commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni del Parlamento europeo (LIBE).
È sempre stato un sostenitore dell’istituzione di corridoi umanitari contro la tratta degli esseri umani.
L'articolo Il mare di Lampedusa: le storie Migranti di Pietro Bartolo, intervistato da Vera Bessone, al Cinema Teatro Tiberio di Rimini proviene da Cento Fiori, Rimini.
Il primo di una serie di incontri a cadenza annuale dedicati alle utopie della realtà è dedicato a Franco Basaglia. Molti hanno prodotto teorie riguardanti la follia, altri hanno operato nella pratica, ma nessuno, come Franco Basaglia, è riuscito a connettere i due livelli in un modo così radicale. Franco Basaglia ha agito dinamicamente nella scienza, nella politica, nel diritto, nella cultura, nella nostra società e nelle sue istituzioni. Ha aperto la possibilità di un cambiamento epistemologico radicale nelle scienze e di nuovi esercizi di cittadinanza, come ha evidenziato il seminario su “L’eredità di Basaglia”, svoltosi a Oxford nel 2018 e che ha riunito i rappresentanti di 15 paesi dell’Europa e dell’America Latina, oltre i leader della Organizzazione Mondiale della Sanità.
Franca Ongaro presentando la raccolta degli scritti del marito diceva: “Questa raccolta di scritti è la storia di una vita, di un’impresa, di un pensiero” e poi precisava: “Non credo si possa parlare di un “pensiero” di Franco disgiunto da una pratica che non produca un pensiero o che non sia soggetto e oggetto di un pensiero”.
Ci si potrebbe chiedere, tuttavia, quale senso abbia riportarci a un passato, che sembra così lontano dallo attuale presente, non tanto per il numero di anni trascorsi, quanto per l’ampiezza dei cambiamenti sociali e politici intervenuti. Nulla sembra sottrarsi, ormai, all’erosione di “un già detto” e la velocità che ci governa non consente di approfondire non solo il senso degli eventi passati, ma, spesso, nemmeno di quelli presenti. La “modernità” sembrerebbe imporci l’esigenza di accantonare ogni mitologia riferita a quella stagione del passato a cui appartiene Franco Basaglia, per l’inattualità delle prospettive, delle problematiche, dei linguaggi. Ma siamo sicuri che sia proprio così?
Noi riteniamo, al contrario, che leggendo gli scritti di Franco, riflettendo sulla sua impresa possiamo verificare la consistenza dei progressi teorici e pratici realizzati a partire da quelle riflessioni e, nello stesso tempo, percepire quanto cammino dobbiamo ancora percorrere per corrispondere proprio a quelle sollecitazioni.
L’attualità del pensiero di Basaglia risiede semplicemente nella sua inattualità! Inattualità rispetto al potere prevaricante e, oggi, rispetto a un mondo dominato dall’ascensione di governi antidemocratici e negazionisti, dall’espandersi di una cultura dell’odio e del discredito, in cui prevale la logica della guerra e appaiono inevitabili la catastrofe ecologica, la disuguaglianza, l’ingiustizia. Inattuale, perché il pensiero di Franco e dei tanti altri, che hanno lottato contro le istituzioni della violenza e della manipolazione, risiede nell’utopia – “l’Utopia della realtà”1 – che si contrappone al “realismo” senza speranza e al sentimento di impotenza che ci assale di fronte al potere totalizzante di un sistema politico e sociale sprovvisto di etica e di giustizia. Ci riferiamo, naturalmente, a una utopia che non è il sogno ingenuo, illusorio e confortante di un mondo migliore. Intendiamo l’utopia come l’esplorazione di nuove possibilità e volontà, attraverso l’opposizione della immaginazione alla necessità dell’esistente, solo perché esiste; opposizione e lotta in nome del diritto a una vita radicalmente migliore, che tutti meritiamo. In questa prospettiva l’utopia riguarda il presente più che il futuro. Esprime l’attenzione lucida e la volontà determinata di conseguire ciò che oggi non esiste e che invece potrebbe essere, o meglio che è già presente come contro parte di quanto esiste, ma che rimane silenzioso, invisibile.
Per riflettere su questa impresa ci è sembrato opportuno/ necessario promuovere queste giornate seminariali. Lo facciamo cercando di evitare ogni retorica, ogni mitizzazione o monumentalizzazione del personaggio. Parlare di Franco Basaglia può aiutare a riflettere su di noi e cercare/ chiarire la direzione su cui orientare la nostra pratica, la nostra dimensione esistenziale
Ci sembra, tuttavia, altrettanto importante allargare in futuro la riflessione sul tema della utopia – o meglio sull’Utopia della realtà – non solo sul tema della salute e della salute mentale, ma anche rispetto ad altri ambiti – l’arte, la letteratura, la politica, l’educazione, i diritti. Cercheremo di farlo con spirito basagliano: evitando il rischio, sempre presente, di creare nuove ideologie, allargando la nostra riflessione sulla dialettica del cambiamento, sempre possibile e necessario, che è contemporaneamente negazione/ creazione/ invenzione di realtà in una costante transizione.
Ernesto Venturini
Il programma5 OTTOBRE 2024
Cineteca, Rimini
Ore 9.30
Saluti istituzionali
Chiara Bellini, vicesindaca del Comune di Rimini
Cristian Tamagnini, presidente Cooperativa Sociale Cento Fiori.
Leonardo Montecchi, Direttore Scuola di prevenzione “Josè Bléger”
Ernesto Venturini, coordinatore CIAO – Centro Studi Italo-Brasiliano “Franco e Franca Basaglia”
SeminarioLa libertà è terapeutica- Storia e attualità del percorso di deistituzionalizzazione
Intervengono:
Ernesto Venturini (già Direttore OP Imola e collaboratore di Basaglia a Gorizia e Trieste)
Stella Goulart (Professoressa di psicologia – Università Federale del Minas Gerais)
Leonardo Montecchi (già Psichiatra Ser.T e Scuola di prevenzione Josè Bléger – Rimini) Luca Negrogno (Coordinatore di progetti formativi Istituto Minguzzi di Bologna),
Maria Augusta Nicoli (Coordinatrice Rede Unida)
Modera:
Bruna Zani (Professoressa di Psicologia sociale e di comunità – UniBo, Presidente Istituzione Gianfranco Minguzzi, Bologna)
Discussione assembleare
12.30 Pausa pranzo
Ore 14.00
Tavola rotonda
Rimini e la Salute Mentale a 100 anni dalla nascita di Franco Basaglia
Intervengono:
Francesco Sartini (Direttore del DSM-DP di Rimini)
Teo Vignoli (Direttore del SerD di Rimini)
Riccardo Sabatelli (Direttore del CSM di Rimini)
Roberta Rosetti (Direttore della NPIA Rimini)
Cristian Gianfreda (Assessore Servizi Sociali Comune di Rimini)
Vittorio Betti (Fondazione Sergio Zavatta EnAIP)
Max Freschi (Cooperativa la Ginestra)
Bruna Tenenti (Comitato Utenti Familiari Operatori)
Debora Santini (Psicologa Modulo Doppia Diagnosi Coop. Cento Fiori)
Modera:
Simona Di Marco (Psichiatra CSM di Rimini)
Discussione assembleare
Dalle ore 16.30
Presentazione di libri
Mario Colucci e Pierangelo di Vittorio_”Franco Basaglia” (Feltrinelli 2024) e Marica Setaro (a cura di)_“Fare l’impossibile: ragionando di psichiatria e potere” di Franco Basaglia. Modera: Ernesto Venturini (ex Direttore OP Imola e collaboratore di Basaglia a Gorizia e Trieste)
A seguire
Ernesto Venturini_“Mi raccomando non sia troppo basagliano” (Armando, 2020) e Maria Stella Brandao Goulart_ “Rehabilitar: una perspectiva basagliana” (Rede Unida, 2024). Modera: Mauro Bertani (storico del pensiero filosofico e psichiatrico, consulente Einaudi)
ore 21.00
Proiezione di film
E tu slegalo (2024) di Maurizio Sciarra (67′) alla presenza del regista.
Presentano e dialogano con il regista: Marco Bertozzi (professore di Cinema, fotografia e televisione, Università IUAV) ed Ernesto Venturini
6 Ottobre 2024
Cineteca, Rimini
ore 10.30
Proiezione di film
San Clemente (1982) di Raymond Depardon (98 m)
Presenta Davide Montecchi (regista e produttore cinematografico)
Dalle ore 15.00
“Costruire Reti”
in dialogo con Anna Poma (psicoterapeuta e organizzatrice del Festival dei Matti di Venezia) e Cristina Zani (psicologa, membro Flai, Forum Lacaniano Italia).
Presentazione di libri
Karen Venturini_ “Melanconia con stupore” di (Raffaelli, 2016).
Presenta: Gabriella Maggioli (psicoterapeuta e vicepresidente Coop. Soc. Cento Fiori)
A seguire:
Leonardo Montecchi_”L’ombra dell’angelo” (Sensibili alle foglie, 2021) e Paolo Francesco Peloso_”Franco Basaglia, un profilo. Dalla critica dell’istituzione psichiatrica alla critica della società” (Carocci editore, 2023).
Modera: Mauro Bertani (storico del pensiero filosofico e psichiatrico, consulente Einaudi)
ore 18.30
Letture teatrali
dal laboratorio teatrale di Pietro Conversano con gli ospiti della Comunità Terapeutica di Vallecchio – Coop. Soc. Cento Fiori
Ore 21.00
Proiezione di film
Sull’Adamant – Dove l’impossibile diventa possibile (2023) di Nicolas Philibert (109 min)
Presenta: Annamaria Gradara (giornalista e autrice).
L'articolo Utopie della realtà _ 1 / La libertà è terapeutica / Cento anni di Franco Basaglia proviene da Cento Fiori, Rimini.
L’U.O.C. Dipendenze Patologiche di Rimini Ausl Romagna diretta dal Dott. Teo Vignoli, insieme ai Comuni dei Distretti di Rimini e Riccione, nell’ambito del progetto Circolando con la Cooperativa Sociale Cento Fiori, unitamente alla collaborazione della rete GAP di Rimini e Riccione, darà avvio dal prossimo 5 luglio un servizio innovativo tramite una unità mobile che si sposterà tra i principali luoghi di gioco d’azzardo – con a bordo operatori specializzati – per fornire supporto ai giocatori, offrendo un confronto specializzato per aiutarli a gestire il tempo di gioco e la quantità di denaro speso.
Nello specifico, l’iniziativa si inserisce nell’ambito delle azioni volte a prevenire e ridurre situazioni croniche di dipendenza da gioco, attraverso l’utilizzo di postazioni mobili e di un avvicinamento ai luoghi di gioco, che forniscano ai giocatori occasioni di riflessione critica rispetto ai propri comportamenti di gioco, favorendo una richiesta d’aiuto, limitando il danno e contenendo i rischi di sviluppare un gioco d’azzardo patologico.
Le prime uscite si terranno venerdì 5/07 e mercoledì 10/7 orario 17-20 presso la Sala Giochi Smeraldo, a Miramare, grazie ad una proficua collaborazione con i gestori della sala, che hanno dato la massima disponibilità a collaborare con l’iniziativa. Nel corso delle uscite operatori esperti saranno a disposizione per fornire consigli e strumenti pratici, promuovendo un approccio al gioco più consapevole e responsabile, offrendo anche informazioni sui servizi disponibili.
Per ulteriori informazioni sui servizi in tema di gioco d’azzardo è possibile rivolgersi agli sportelli di consulenza psicologica e legale: Distretto di Riccione Sportello Match via Mantova, 6 Riccione cell. 351 50 39 709 sportellomatchriccione@gmail.com, Distretto di Rimini Sportello via Bramante, 10 I° piano – Rimini cell. 324 80 36 662 sportellofuorigioco.rn@gmail.com.
L'articolo “Il tempo è denaro”: al via il progetto innovativo di prossimità itinerante dell’unità di strada per giocatori d’azzardo proviene da Cento Fiori, Rimini.