Un giorno la nebbia era tanta che non si vedeva da qui a là, cioè una decina di metri, forse anche meno. Ero imbarcato su un peschereccio vecchio, con la prua a picco che sembrava un bragozzo e la poppa allungata che sembrava la coda ritta di un tacchino, con un comandante che definire alcoolista era un eufemismo: una cassa di vino bianco gli durava un giorno in mare. Stavamo tornando in porto e per un po' abbiamo viaggiato a radar, ma vicino all'imboccatura non bastava più: toccava seguire il nautofono e guardare. Il radar, all’epoca, non era molto preciso sulle corte distanze e il GPS era sconosciuto su quel legno.
Io ero a prua e il capitano aveva ficcato la testa nella finestrella per sentire meglio le mie indicazioni, ripetendo ansiosamente «Vedi niente?» Cercavo gli scogli intorno al faro rosso all'imboccatura. Niente: il suono del nautofono era sempre più forte, ma di scogli nessun contorno. Mi ero quasi convinto di averli superati quando mi sorpresi a gridare «dai indietro, dai indietro...» a quel vecchio ubriacone. Mi spaventai parecchio. Però imboccammo il porto, seguendo il profilo della palata e l'ombra del Rockisland.
Tolta questa esperienza, datata 30 anni fa, con le attrezzature che ci sono ora su qualunque barca, il nautofono non ha senso. E’ un vezzo retrò per pochi nostalgici, che magari vivono lontano dal suono e non fanno a tempo ad esasperarsi al cupo brontolio intermittente, ormai superato dal tempo. E che, forse, come talvolta accade, del mare conoscono giusto «la roiga blu» orizzontale e quella verticale dei tanga.
(Foto del Corriere Romagna tratta dall'articolo https://www.corriereromagna.it/news-rimini-33396-suoni-solidi-fatti-nebb...)
Argomenti: BloggingSpazi: RockislandRimini – Poche ore al tramonto, le operazioni di stivaggio della cambusa, l’incontro con il fondatore delle crociere terapeutiche, capitan Werther Mussoni e poco dopo: via gli ormeggi. Cinque utenti del Centro di Osservazione e Diagnosi di Vallecchio stanno navigando nelle acque croate in quella che può dare l’idea di una settimana di svago. Ma non è così: con i cinque pazienti sono partiti Gabriella Maggioli, psicoterapeuta, vicepresidente della cooperativa sociale Cento Fiori, responsabile delle strutture terapeutiche di Vallecchio (e in questa occasione cambusiera), Chiara Gentili, educatrice veterana di questa tipologia di terapia oggi chiamata Outdoor education, Michele Maurizio D’Alessio, psicologo e Lorenzo Rizzo, al secolo responsabile dell’Ufficio Personale Cento Fiori ma da quest’anno a piano titolo capitano, al pari di D’Alessio.
Eh sì, la crociera di quest’anno segna un altro punto di svolta, non meno importante dei precedenti. Dopo le crociere effettuate in collaborazione con l’Università di Bologna e il Cefeo (Centro di Ricerca sull’Educazione e la Formazione Esperienziale e Outdoor) e la presentazione di anni di sperimentazione al 9th International Adventure Therapy Conference in Norvegia, il Progetto Ulisse cresce con due nuovi comandanti: Michele Maurizio D’Alessio e Lorenzo Rizzo hanno ricevuto le cerate di capitano dalle mani dei loro due predecessori, Andrea Ambrosani e dal fondatore delle crociere, Werther Mussoni. I due, Michele e Lorenzo, hanno fatto un passaggio in più: dopo la patente per la navigazione con cabinati fino a 12 miglia, hanno superato l’esame per navigare oltre le 12 miglia, prendendosi la responsabilità di navigare fino in Croazia, la tradizionale destinazione per gli utenti imbarcati sugli scafi a vela del progetto Ulisse.
La barca del Progetto Ulisse, le crociere terapeutiche della Cooperativa Sociale Cento Fiori, mentre naviga verso la Croazia.Michele Maurizio D’Alessio è un veterano delle terapie di bordo Cento Fiori, che pratica da oltre 20 anni. Ma è anche un esperto velista che ha affinato passione e competenza sugli scafi a deriva mobile, in particolare sulle barche della classe olimpica 470. Barche molto tecniche e veloci dove le capacità di timonare e di regolare le vele fanno il paio con l’affiatamento tra timoniere e prodiere. Più variegata ma non meno passionale l’esperienza di Lorenzo Rizzo, che dal gozzo familiare, uno scafo in legno a motore della tradizione del cabotaggio ligure, è presto passato alla deriva mobile a vela per divertimento con gli amici, alla vela nei cabinati, diventando armatore di un 8 metri. Per entrambi, infine, il suggello delle loro passioni e competenze, con la doppia patente che ha consentito loro di effettuare la traversata dell’Adriatico in questi giorni.
Parlare di crociera può far pensare a una vacanza se solo immaginiamo le cartoline dai porti i delle isole dalmate. In realtà sono un tassello importante nel progetto terapeutico della Cooperativa Sociale Cento Fiori per la loro forte valenza psicoterapica. Nate dalla felice intuizione di Werther Mussoni, all’epoca presidente della cooperativa, oltre che appassionato velista, l’embrione di quello che oggi viene chiamato Progetto Ulisse era la ben nota Goletta Verde, un due alberi che gli utenti e gli educatori della Cento Fiori avevano restaurato da un vecchio peschereccio. Nelle prime crociere terapeutiche, navigate lungo tutto lo stivale, si imbarcò l’associazione ambientalista Legambiente, portando attraverso gli equipaggi di Vallecchio le sue iniziative nei porti e le spiagge italiane. Ora si naviga sui cabinati 12 metri forniti dall’agenzia nautica Albatross di Rimini, ma il senso dell’esperienza immersiva è rimasto.
“Poche esperienze come la convivenza in una barca, la condivisione di spazi ristretti, il misurarsi con la natura mutevole e ammaliatrice del mare, portano a incontrare se stessi, a scoprire che si possono vivere fortissime emozioni anche senza utilizzare le sostanze”, ha detto Werther Mussoni in quello che lui chiama scherzosamente “il pistolotto” di saluto agli utenti. Un rito ormai che riporta alla realtà i ragazzi che hanno scelto prima di liberarsi dalle dipendenze, poi di affrontare la nuova avventura terapeutica. Per molti è la prima esperienza in barca e il carico di emozioni, un misto di entusiasmo, eccitazione ma anche incognite su cosa accadrà nei prossimi giorni, è un nodo che si scioglie nel dialogo con Werther Mussoni.
Si dividono i compiti e la terapia inizia, mollando gli ormeggi. “Si può dire tranquillamente – dice D’Alessio – che la crociera è un gruppo terapeutico lungo una settimana, dove i ragazzi si confrontano in modo forte e si rivelano, a se stessi e agli altri, nel quale le avventure marine diventano il diversivo al lavoro profondo che stanno facendo sui loro problemi, nella loro ricerca fuori dalla dipendenza”. E con i ragazzi, lavorano i colleghi della Cento Fiori, osservando i pazienti, conducendo i dialoghi singoli e in gruppo e condividendo gli impegni di gestione degli utenti e della barca. “In questo viaggio avere Lorenzo come capitano significa per me dedicare in modo più sereno il mio tempo ai ragazzi, alleggerendo le responsabilità della barca”, dice D’Alessio. E per Gabriella Maggioli, le responsabilità del gruppo trovano nella cucina di bordo un diversivo e una gratificazione, merito di un piccolo tonno pescato nella notte e trasformato in un gustoso sugo ai pomodorini freschi.
L'articolo Salpata per la Croazia la crociera terapeutica Cento Fiori, con due nuovi capitani per un progetto che cresce proviene da Cento Fiori, Rimini.
Il CNCA (Coordinamento Nazionale Comunità Accoglienti) esprime profonda preoccupazione per l’approvazione del cosiddetto decreto Sicurezza. Azzerando il dibattito parlamentare, governo e maggioranza elevano a legge dello stato una posizione fortemente autoritaria non compatibile con la democrazia liberale e si accaniscono contro soggetti additati ingiustamente come una grave minaccia per la collettività, puniti oltretutto con pene abnormi e ingiustificabili: i ragazzi che protestano per l’incapacità della politica di affrontare un’emergenza climatica che segnerà la storia dell’umanità, le donne rom incinte o con figli piccolissimi, gli occupanti di case inutilizzate da anni, spinti dalla necessità di trovare un alloggio in un mercato immobiliare dai costi fuori controllo anche per chi ha un lavoro regolare a tempo pieno e che fanno felici solo i percettori di rendite – in questo caso non per l’incapacità della politica, ma con la sua collusione –, i carcerati e le persone migranti rinchiuse nei Cpr che vivono in condizioni disumane in strutture sovraffollate e amministrate con grande fatica. A tutti costoro il governo promette una robusta dose di repressione, senza curarsi dei problemi e delle esigenze enormi di cui queste persone sono portatrici. Una furia ideologica e un populismo penale che sono, essi sì, una minaccia per la nostra democrazia, come hanno evidenziato numerosi organismi internazionali e molti costituzionalisti. Un approccio che demonizza l’espressione del dissenso, che è invece un elemento strutturale e vitale della vita democratica.
Il CNCA ha provato a contrastare questa deriva autoritaria e illiberale con un’iniziativa di resistenza civile promossa insieme a A Buon Diritto, Acli, Antigone, Arci, Cgil, Forum Droghe, L’Altro Diritto, La Società della Ragione, Ristretti Orizzonti, Forum Disuguaglianze e Diversità, Sbilanciamoci!. Un digiuno a staffetta che ha coinvolto oltre 500 persone. Abbiamo organizzato due conferenze stampa, alla Camera dei deputati e al Senato, in corrispondenza del passaggio del provvedimento presso le due Camere, per sensibilizzare l’opinione pubblica e chiedere ai parlamentari di non convertire in legge delle norme che riducono le libertà fondamentali e perseguitano vecchi e nuovi capri espiatori.
“Lo scorso sabato”, dichiara Caterina Pozzi, presidente del CNCA, “abbiamo manifestato a Roma anche noi, insieme a molte altre e altri, contro il decreto e per dire no alla repressione del dissenso. Moltissimi i giovani che hanno sfilato per rivendicare il loro diritto di protesta, il loro diritto a pretendere un futuro migliore. Il decreto è diventato legge, ma non ci fermeremo nel nostro dissenso, pacifico e ostinato, contro un provvedimento che promette sicurezza sapendo bene che solo attraverso la garanzia dei diritti, la cura reciproca, la tutela dell’ambiente e la diminuzione drastica delle diseguaglianze si costruiscono i presupposti per una buona convivenza. Mi viene in mente Don Milani, che invitava a disobbedire a leggi ingiuste, a battersi perché siano cambiate. Quando è l’ora, non c’è scuola più grande che pagare di persona per un’obiezione di coscienza, violare la legge che si ritiene ingiusta e accettare la pena che essa prevede. Non possiamo stare zitte e zitti dinanzi alla repressione di chi vuole partecipare alla vita democratica, non possiamo – soprattutto – restare inerti.”
L'articolo CNCA e Cento Fiori: “decreto Sicurezza, grave passo indietro per la nostra democrazia” proviene da Cento Fiori, Rimini.
A questo punto, per stabilire se la cooperativa sociale debba versare o meno l’imposta Ires, occorre procedere a verificare la presenza della prevalenza delle retribuzioni corrisposte ai soci rispetto a tutti gli altri costi della cooperativa sociale:
A questo punto, per stabilire se la cooperativa sociale debba versare o meno l’imposta Ires, occorre procedere a verificare la presenza della prevalenza delle retribuzioni corrisposte ai soci rispetto a tutti gli altri costi della cooperativa sociale:
Gli incontri del 1° giugno inaugurano le iniziative 2025 della Giornata del Rifugiato: alle 18 l’accoglienza dei ciclisti di RESQ in piazza Cavour, alle 21 in cineteca i racconti degli sforzi della ONG in Mediterraneo e sulla rotta balcanica.
Da Ancona a Trieste per raccontare le rotte dei migranti, ma anche 537 km per sostenere gli sforzi di RESQ e della sua nave per salvare vite nel Mediterraneo. E in questo lungo viaggio a pedali c’è la tappa riminese, domenica 1 giugno, dove alle ore 18 i volontari della ONG verranno accolti in piazza Cavour da Francesca Mattei, assessore alla Cooperazione internazionale e Politiche per la pace Comune di Rimini, e da Cristian Tamagnini, presidente della cooperativa Cento Fiori.
Poche ore dopo, alla Cineteca Comunale di via Gambalunga 27, la serata “Sulle rotte dei migranti”, un incontro di sensibilizzazione e narrazione introdotto e condotto da Francesca Mattei, che vedrà sul palco Alberto Guarisio, membro del Direttivo RESQ che racconta l’esperienza della ONG nel Mediterraneo e sulla rotta balcanica, Alessandro Sergi, medico anestesista, narra la sua esperienza durante il primo soccorso in mare della nave RESQ – PEOPLE, e Monica Ciavatta, responsabile Area Migrazione Cooperativa Cento Fiori illustra gli interventi effettuati a favore dei migranti.
RESQ è una ONG che fa parte della “flotta civile” e, assieme ad altre associazioni, opera sia nel mediterraneo centrale per operazioni di salvataggio di migranti in condizione di pericolo, sia a Trieste, con attività di accoglienza.
Nel momento in cui molti di noi si preparano, durante le vacanze estive, a lunghi spostamenti per divertimento, per cultura, per sport non vogliamo dimenticare che per molti la mobilità è imposta dalla necessità di fuggire dai pericoli o di ricercare un futuro dignitoso.
Vogliamo pertanto collegare con le nostre biciclette luoghi significativi di queste storie di “viaggiatori involontari”: Ancona “porto sicuro” assegnato talvolta dal Governo alle navi di salvataggio imponendo inutilmente la lunga risalita dell’adriatico; e Trieste, storico punto di collegamento tra culture diverse e oggi punto di approdo o passaggio per i migranti che percorrono la rotta balcanica.
Lo facciamo in bicicletta, facendoci carico, se pure in piccolissima parte, della stessa fatica che grava su quanti si spostano alla ricerca di protezione, ma anche con la stessa allegria che leggiamo sui volti di quanti ce l’hanno fatto e vedono aprirsi la possibilità di un futuro migliore.
Durante il percorso sono previste iniziative assieme ad associazioni locali per parlare di migrazioni e di soccorso.
L’iniziativa serve anche a raccogliere fondi a sostegno di RESQ. Per questo lanciamo l’appello:
Sostieni i nostri kilometri !!! Andando sul sito www.resq.it – dona ora, puoi entrare nella nostra “squadra” e sostenere con 1 euro al km, per la distanza che vorrai, la nostra attività di soccorso
per info 3929299786
L'articolo Fa tappa a Rimini il viaggio ciclistico benefico “Pedala con RESQ: da Ancona a Trieste per narrare le rotte dei migranti”. L’iniziativa in collaborazione con Cento Fiori e Comune di Rimini. proviene da Cento Fiori, Rimini.
E’ vero, siamo nati da una manifestazione di piazza, ma siamo anche figli di una storia familiare, di una giovane coppia, Werther Mussoni e Anna Angelini, con due figli piccoli che scelsero di rispondere ad una chiamata: far crescere la Cento Fiori. Werther aveva quel che si chiama un posto fisso ed era anche un promettente sindacalista, ma insieme decisero che il futuro era nel far funzionare la Cento Fiori. Si, siamo figli di una manifestazione di piazza, di un’idea di intervento sociale corale, scientifico e non violento, ma anche figli di questa famiglia di San Giuliano Mare, allargatasi ad essere di oltre 80 dipendenti e 150 accolti, tra pazienti di strutture sociosanitarie e migranti. E come una famiglia ci stringiamo tutti a Werther, Enrico e Checco per la perdita della cara Anna. E la saluteremo insieme sabato alle ore 9 nella chiesa del cimitero di Rimini.
L'articolo Scomparsa Anna Angelini, il cordoglio della Cooperativa Sociale Cento Fiori, che si stringe al marito Werther Mussoni e ai figli Enrico e Francesco proviene da Cento Fiori, Rimini.