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Gli articoli che scrivo per le testate

Romagna imbiancata fra ironia, Facebook e sindaci con la pala. Il reportage

L'hanno ribattezzato "e nivoun" (il nevone), paragonandolo a quello immortalato da Federico Fellini nel suo "Amarcord". Ma si sa, nel riminese, la pellicola del maestro è un po' come "I ching": ha una risposta a tutto. Sopratutto nel campo del fantastico e dell'ironia. E così la nevicata del 2012, iniziata con la classica battuta "mocché, non attaca mica" rubata allo zio di Titta, ha seguito una scala graduale che dai pochi centimetri del capoluogo è arrivata, lungo l'Appennino e il Marecchia, ai due metri di Pennabilli, nascondendo persino la fontana della piazza. Ai pennesi sommersi, pur in emergenza per approvvigionamenti idrici e mancanza di carburante, però non è passata l'allegria se, smesso di nevicare, si sono ritrovati in piazza intorno al cartello "Tranquillo Alemanno... vi veniamo a salvare noi", immortalati dalla foto di Claudio Ricci: 2597 condivisioni su Facebook.

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Chi si ricorda di Predappio? La memoria ingombrante della città natale di Benito Mussolini.

Può un paese essere ammalato di nostalgia? Sì, se quel paese si chiama Predappio. Ma non è il "desiderio struggente di un ritorno" che ci raccontano i dizionari: sono le macchiette che inchiodano la città ad una data, una nascita, un mito artificiale alimentato dalla macchina propagandistica del ventennio, diventate grottesco merchandising nei tre - negozi - tre di souvenir fascisti, il primo dei quali da il benvenuto entrati in paese. Un legame che nega a Predappio qualcosa di più dell'essere la città natale di Benito Mussolini. O anche di meno: magari solo un tranquillo, piccolo borgo appenninico. Ci stanno provando, i predappiesi, ad essere "Città del Novecento". Di TUTTO il novecento. Ma «siamo legati indissolubilmente al nome di Mussolini, negarlo non si può - dice il sindaco Giorgio Frassineti - cosa dobbiamo fare, nasconderci?»

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Il Centro Pio Manzù rende omaggio al secolo delle donne. Nella tre giorni di Rimini premiata la città di Fukushima

Un Pio Manzù dedicato al futuro e alle donne: dopo numerose testimonianze di successi al femminile che hanno costellato le passate edizioni, quest'anno le giornate di studio riminesi vaticinano un secolo "XXI Femminile. Dal secolo breve al secolo delle donne. Risposte di genere al futuro dell'umanità". Questo il titolo della tre giorni che si apre a Rimini venerdì 21 ottobre per concludersi il 23 con il conferimento delle onorificenze del Presidente della Repubblica italiana e del Centro Pio Manzù a personalità distintesi per cultura o per il loro contributo al progresso civile e sociale.

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"Schindler's list" a rovescio per i lavoratori Scm. Rimini, 45 operai in cig a 0 ore prima del licenziamento. C'è chi è invalido

Gli operai in sciopero l'hanno chiamata «Schindler list» sui cartelli, «esuberi strutturali» invece li ha chiamati l'Scm group, azienda metalmeccanica di macchinari e sistemi per il legno: la più grande di Rimini, suo terzo fiore all'occhiello nella proiezione mondiale, dopo Fellini e la spiaggia. Sono 45 tra operi e impiegati che l'azienda in crisi non vuole più, e che dall'ultima contrattazione sono in Cassa integrazione straordinaria a 0 ore per 12 mesi. Non a rotazione come gli altri. Una lista però si è trovata - dicono - ricopiata da un file: una serie di nomi e accanto «limitato», «assenteista», «distratto», «inconstante», altri nomi con un pallino rosso o nero. Come se non bastasse il clima di preoccupazione che si è instaurato tra i 1734 dipendenti - e le pressioni - da quando il gruppo leader nel mondo non macina più fatturati da 646 milioni con utili da 36.

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Io, ragazza di vent'anni e il mio 25 aprile di rabbia. Parla Anna, iscritta all'Anpi Rimini

Resistenza, 25 aprile... «non se ne parla molto a scuola. Mi sto formando per conto mio» Anna ha 19 anni, una maturità classica appena passata «bene e ora iscritta a lettere moderne». La sua formazione l'ha portata a seguire le iniziative dell'Anpi, dapprima viaggi sui luoghi della memoria, poi a iscriversi. «Quando ho saputo che volevano spostare il 25 aprile ho sentito molta rabbia. E' un attacco a una festa che hanno sempre cercato di screditare». Anna Casadei è una ragazza «in autoformazione». Che ascolta un po' tutta la musica ma cita per primi cantautori come De André, Vecchioni, «ma anche gli attuali: conosce i Modena City Ramblers?» Un poco.

Resistenza e 25 aprile. Dicevi che non sono argomenti di cui si parla molto a scuola...

«Non molto, mi sono formata per conto mio, attraverso i giornali, la tv, Anno zero, Ballarò. Poi ho frequentato un collettivo studentesco, ho partecipato alla sensibilizzazione per i referendum. Ai temi della Resistenza ci sono arrivata attraverso il collettivo e frequentando il circolo di lettura della Libreria Viale dei ciliegi, dove abbiamo organizzato una gita a Marzabotto in collaborazione con l'Anpi di Rimini. A scuola si studia un po' la Resistenza, però è un programma scolastico. Abbiamo approfondito più il Risorgimento, per il 150°, mentre il 25 aprile abbiamo avuto un incontro sul ruolo delle donne partigiane. Credo sia stato faticoso per quelle donne trovare il coraggio di fare ciò che hanno fatto. Finché non ci sei non ti sembra possa essere vero. Magari erano spinte dalla libertà e hanno superato la paura. Adesso è facile dirsi antifascisti, non ci sono problemi gravi e contingenti che ti facciano rischiare la vita».

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