Uno stop al portale sul turismo avviato dal ministro Lucio Stanca: costoso e con il forte rischio di diventare concorrente agli investimenti e alle finalità di Regioni, Enti locali, operatori privati. E' quanto chiede Gambini alla commissione Attività produttive con una risoluzione. Il progetto di www.italia.it, questo l'indirizzo del portale che realizzerebbero Sviluppo Italia, IBM, ITS e Tiscover per il ministero, desta "numerose perplessità tra gli assessori regionali al turismo e tra gli operatori del settore turistico", si legge nell'atto di indirizzo al Governo depositato, perché è stato presentato come strumento per acquisti, intermediazione e commercializzazione diretta di servizi turistici sul Web. "Questa caratteristica - spiega Gambini - ha preoccupato gli addetti del settore, c'è il dubbio che il portale, anziché essere progettato per la promozione dell’offerta turistica nazionale, divenga nei fatti ed a tutti gli effetti un soggetto concorrente, espressione di interessi privati, e dunque parziali. Insomma, una turbativa del libero mercato turistico, perché sostenuto da un ingente finanziamento pubblico".
"Stiamo parlando di 49 milioni di euro, una cifra spropositata, che dovrebbe sostenere i sistemi locali. - spiega Gambini - Pensate a cosa potrebbe fare un sistema come Rimini, anche solo con una minima parte. Il “Portale del turismo” e sul “Turismo congressuale”, progetti integrati delle Regioni, prevedono fondi per 1 milione e mezzo appena. Non si capisce i 49 milioni che vuol spendere il Governo a cosa servano". Nel documento, Gambini rileva "la dimensione eccessiva della spesa prevista per il portale", mettendola a confronto con l'analogo sito Europeo, "sono stati stanziati 6 milioni di euro, fatto che legittima la convinzione che l’operazione del portale www.italia.it sia un inutile sperpero di risorse pubbliche, per nulla funzionale alle esigenze di promozione del prodotto turistico italiano ed esclusivamente finalizzato a remunerare consulenze e commesse nel settore informatico". La Regione Toscana ha già presentato ricorso - spiega Gambini - mentre altri ne sono annunciati alla Corte Costituzionale. Le "Regioni oltre a considerare ingiustificato il costo complessivo del portale, chiedono di sapere come mai mentre si disperdono risorse pubbliche in un progetto faraonico si taglino tutti i fondi destinati alla crescita del turismo". Da qui l'ingiunzione al Governo, l'impegno a sospendere il progetto del portale e, nello stesso tempo a indirizzarne le ingenti risorse a un più utile "piano di promozione straordinaria della marca turistica Italia".