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Cooperativa sociale Cento Fiori

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Da 35 anni lottiamo contro le dipendenze da sostanze e per l'inserimento sociale delle persone
Aggiornato: 3 giorni 5 ore fa

Scomparsa Anna Angelini, il cordoglio della Cooperativa Sociale Cento Fiori, che si stringe al marito Werther Mussoni e ai figli Enrico e Francesco

Gio, 01/05/2025 - 12:47


E’ vero, siamo nati da una manifestazione di piazza, ma siamo anche figli di una storia familiare, di una giovane coppia, Werther Mussoni e Anna Angelini, con due figli piccoli che scelsero di rispondere ad una chiamata: far crescere la Cento Fiori. Werther aveva quel che si chiama un posto fisso ed era anche un promettente sindacalista, ma insieme decisero che il futuro era nel far funzionare la Cento Fiori. Si, siamo figli di una manifestazione di piazza, di un’idea di intervento sociale corale, scientifico e non violento, ma anche figli di questa famiglia di San Giuliano Mare, allargatasi ad essere di oltre 80 dipendenti e 150 accolti, tra pazienti di strutture sociosanitarie e migranti. E come una famiglia ci stringiamo tutti a Werther, Enrico e Checco per la perdita della cara Anna. E la saluteremo insieme sabato alle ore 9 nella chiesa del cimitero di Rimini.

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Libera tutti! Fai far festa anche ai cani del canile: portali a spasso e vieni premiato

Gio, 17/04/2025 - 17:28
A Balla la Liberazione scatta la campagna di adozione di cani e gatti: domenica 27 aprile magliette speciali e una passeggiata nel parco XXV aprile. Porta il tuo cane e sarai premiato: un’azione degli operatori cinofili del settore Benessere animali della Cooperativa Sociale Cento Fiori.

Rimini – Si potrebbe incontrare un grande amore della vita, oppure fare felice un nuovo amico peloso nell’arco di una passeggiata. Quale sarà il futuro non si sa, ma per Balla al Liberazione ci sarà l’occasione di fare una bella azione, anzi due, con un cane del canile: fargli fare una bella passeggiata e aiutare la campagna Libera tutti!, sensibilizzando chi si incontra a spasso.

E’ la prossima iniziativa degli operatori cinofili della Cooperativa Sociale Cento Fiori, che allestiranno il loro stand in occasione di Balla la Liberazione, la tre giorni di musica dal vivo e Djset che la cooperativa organizza a La Serra Cento Fiori. Domenica 27, oltre ad allestire lo stand informativo per chi vuole saperne di più su adozioni, salute degli animali, normative, i colleghi che gestiscono il Canile Comunale di Rimini Stefano Cerni e il Canile Cento Fiori di Vallecchio, lanceranno la raccolta fondi Libera tutti!, con le T-shirt realizzate apposta per la Festa della Liberazione dal costo di soli 15 euro. Attenzione però, meglio prenotarle con un messaggio whatsapp al 329 2255722.

Il programma prosegue con una passeggiata insieme ai cani del canile, che partirà alle 11.00 dal nostro stand e proseguirà all’interno del parco per tornare nel luogo di partenza. La cento fiori offrirà una consumazione omaggio a chi si unirà alla passeggiata con il proprio cane (una consumazione a cane presso lo stand della Cooperativa Sociale Cento Fiori all’interno del festival). Vi aspettiamo con questo ricco programma, non vediamo l’ ora!

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Icaro, Stefano Rossini intervista Cristina Fabbri (Cento Fiori) su Donne, gioco d’azzardo e violenza

Gio, 10/04/2025 - 15:24
Stefano Rossini di Radio Icaro ha intervistato Cristina Fabbri, della Cooperativa Sociale Cento Fiori: negli ultimi decenni, sempre più donne hanno iniziato a partecipare attivamente al gioco d’azzardo.

La percentuale delle donne che si dedicano al gioco d’azzardo è rilevante: negli ultimi decenni, sempre più donne hanno iniziato a partecipare attivamente al gioco d’azzardo, un comportamento che prima era prevalentemente messo in atto dagli uomini. Le donne connettono l’esperienza della violenza all’esperienza del gioco?

Stefano Rossini di Radio Icaro ha intervistato Cristina Fabbri, della Cooperativa Sociale Cento Fiori sull’argomento, in vista dell’incontro che si teneva a Rimini venerdì 11 aprile dalle ore 15 alle ore 18, Casa Ludica, via Bramante 10 – primo piano, Rimini. Come le donne si avvicinano all’azzardo, quando il gioco può diventare una “fuga dalla realtà”, quanto spesso c’è una forma di violenza domestica?

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Torna Balla la Liberazione con la Bandabardò il 25 aprile: musica dal vivo, djset e street food per tutto il fine settimana

Mer, 09/04/2025 - 18:06

Quarto appuntamento per festeggiare l’Italia liberata al parco La Serra Cento Fiori insieme a Rimini ed amici di tutte le età. Di giorno band dal vivo, la sera Dj Muna e Ale Paglia, Velvet e Ikigai Kollektive

Rimini – Una giovane che allegoricamente rappresenta la Libertà conquistata: è questo il nuovo volto, illustrato da Giada Romano, che introduce a Balla la Liberazione!, la tre giorni di festa, concerti, musica e buon cibo di strada che quest’anno verrà inaugurata da Bandabardò. La tre giorni che ormai da tradizione Cooperativa Sociale Cento Fiori organizza e dona alla città e ai suoi ospiti nel fine settimana del 25 aprile si ripresenta con un programma ricco che accontenta tutte le età. La duplice inaugurazione del 25 aprile – Bandabardò con il concerto riminese inaugura il suo Fandango Summer Tour 2025, dall’omonimo album di inediti che la band ha pubblicato il 28 marzo – sarà seguita da un programma di musica dal vivo e djset, ma anche momenti di riflessione sulla Liberazione- che dalle ore 16 del 25 aprile si estenderà fino alla sera di domenica 27. Una tre giorni da sempre a ingresso libero e gratuito nella consueta cornice del parco de La Serra Cento Fiori, lo spazio verde a 300 metri dal Ponte di Tiberio sul bordo del Parco XXV aprile, e con ingressi da via Galliano 19 e via Padre Tosi.

Insomma, una serie di appuntamenti divertenti e pieni di valori resi possibili non solo dall’organizzazione della Cooperativa Sociale Cento Fiori, ma anche dal patrocinio del Comune di Rimini e in collaborazione con Risuona Rimini, Velvet, Romagna Acque, Assicoop – Romagna Futura, CBR, Coop Alleanza 3.0, Gep Carburanti e Anpi.


Quest’anno l’illustrazione della celebrazione è stata affidata a Giada Romano, monzese di nascita ma riminese d’adozione, che ha interpretato la liberazione con una giovane inghirlandata di papaveri. Un’allegoria che incarna sia la contemporaneità che continuano ad avere i valori del 25 aprile, sia lo spirito della Festa nel parco. Il tutto lasciando al lettore il piacevole retrogusto di una moderna Marianna (la fanciulla della Rivoluzione Francese che guida il popolo) o la rilettura del simbolo femminile della Repubblica Italiana, che al posto della corona porta i “mille papaveri rossi” che vegliano sul Piero di Fabrizio De André. Giada Romano, conosciuta nel mondo dei disegni manga anche come “Giada-chan” o “Lost Jade”, appassionata dai disegni manga e dalla cultura giapponese fin da bambina, si è affermata nel panorama illustrativo italiano dapprima con due serie di video su youtube, dedicate una ai tutorial manga e l’altra dal titolo “Draw my life”, poi pubblicando una sua serie, Riflessi di luce, avviata nel 2015, ed ora con una propria casa editrice che ha promosso giovani disegnatori emergenti, accanto a Riflessi di luce.

Ma veniamo al programma, anzi, al densissimo programma:

Venerdì 25 Si apre lo spazio alle 16, poi il concerto della band Khorakhané

Nati nel 2001 come tribute band, sviluppando parallelamente un repertorio di brani originali. Nel 2006 vincono SanremoLab, concorso che li porterà al Festival di Sanremo 2007 nella sezione giovani. Il loro La ballata di Gino vince il secondo Premio della Critica nella sezione giovani e il Premio MEI come miglior gruppo Indie-Pop del 2007. Nel 2008 i KhoraKhané sono selezionati per il Concerto per la Pace a Il Cairo. Una frase tratta dalla canzone “Non ho scordato” (La mia vendetta è la memoria) verrà usata come slogan dall’Associazione tra i familiari delle vittime della strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980. I Khorakhanè sono: Fabrizio Coveri: voce Pier David Fanti: batteria Gianluca Ravaglia: basso Matteo Scheda: chitarre (elettrica, acustica, classica) Nicoletta Bassetti: violino Enrico Pelliconi: fisarmonica, piano, tastiere

ore 18.30 Bandabardò

La Bandabardò ha scelto di iniziare la sua nuova avventura on the road in Italia il 25 aprile, una giornata che ha sempre festeggiato con passione e convinzione, quando si esibirà con un doppio concerto a Gattatico (RE) e a Rimini. Con Fandango Summer Tour 2025 la band toscana riprende il discorso col pubblico lì dove lo aveva interrotto qualche anno fa. Ora è Finaz il front man, la voce principale che sarà spesso sostituita o supportata da Ramon e dagli altri bardozziani, ognuno dei quali resta comunque ben saldo al proprio posto: Orla alla ‘chitarrona’, Bachi al basso e contrabbasso, Nuto alla batteria, Pacio alle tastiere, Ramon alla tromba e percussioni e Cantax a sovrintendere i suoni. Il loro mood e il loro suono saranno ancor più corali, sempre insieme per affrontare questo importante ‘passo avanti’.

In scaletta ci saranno certamente le canzoni più amate e cantate dal pubblico, ma anche alcuni brani sinora poco eseguiti, rimasti nascosti tra le maglie del loro vastissimo repertorio. E ovviamente ci saranno anche alcuni pezzi da Fandango.

ore 20.00 DJ Muna feat Ale Paglia sax

Un viaggio sonoro che attraversa i ritmi travolgenti degli anni ’90 e 2000. Folk, rock, hip hop e dance in un set eclettico e coinvolgente, arricchito dal sax energico e raffinato di Ale Paglia. Un’esperienza musicale tutta da ballare.

Alessandro Pagliarani (Ale Paglia), riminese, diplomato in sax e polistrumentista, si esibisce con il sax nelle più svariate forme e modalità, collaborando in studio e dal vivo con gran parte delle band, degli artisti e dei cantautori della scena riminese e con le realtà che mettono la musica al centro di attività sociali.

Matteo Munaretto (Muna), DJ e producer riminese, ha iniziato a studiare pianoforte classico per poi avvicinarsi ai sintetizzatori e alla musica elettronica. Nel 2006 vince il premio come miglior DJ/Producer nel concorso “Nokia for Music”, suonando al fianco di artisti come Tiga e Timo Maas, e aprendo l’esibizione dei Gotan Project. Nel 2007, ha ottenuto il premio per il miglior progetto Hip Hop con “Efficienza Sonika” al Mei Hip Hop Award italiano. Ha prodotto diverse tracce di musica elettronica e house con i progetti Muna, Mendez & Muna, Efficienza Sonika e Wasabit.

Sabato 26 ore 10.30 Finalmente liberi! Dibattito ANPI Conoscere, capire, scegliere la Liberazione dopo 80 anni

Dibattito pubblico con interventi di Jamil Sadegholvaad, sindaco di Rimini, Andrea Gnassi, deputato, Marco Croatti, senatore, Renzo Savini, comitato nazionale Anpi. Modera Onide Donati, giornalista

ore 13.00 Pranzo sociale Anpi e tesseramento

Richiesta prenotazione attraverso la sezione locale o messaggio whatsapp 327 218 86 18

ore 16.00 Contest Palco Zero organizzato da Risuona Rimini ore 19.00 Velvet Remember

Con dj Elio Lucifer Rising e dj Fullnelson

Domenica 27 dalle 13.00 Back to the ’90, Eleonora Elettra, Rev. Dave

Back to the 90’s”: un dinamico duo acustico che vi farà rivivere le emozionanti note dei successi degli anni ‘90 come Torn, Back for Good, Baby One More Time… E tanti altri, rivisitati in chiave acustica. Stefania Pozzi – voce e violino Marcello Dolci – voce e chitarra

Eleonora Elettra Eleonora Zanotti, in arte Eleonora Elettra, è una delle voci più belle ed emozionanti del panorama musicale riminese ma non solo! Inizia a cantare per passione in cover band funk, rock, soul dall’età di 18 anni, fino a quando il suo amore per ogni forma di musica la spinge a voler iniziare a comporre. Nei suoi brani spazia alla ricerca di sé stessa e indaga il grande mondo delle relazioni, in un viaggio dalle varie sonorità: folk – indie e fino al soul, il genere che l’ha fatta innamorare della musica. É stata finalista dei concorsi “Incanto” nel 2016 a Morciano e “Mimì Sarà” nel 2019 (dedicato a Mia Martini) a Milano. Sale sul podio come Seconda classificata al “Festival di Rimini” tenutosi al teatro Galli di Rimini nel 2019. Oggi ha all’attivo quattro singoli composti insieme al chitarrista Luca Arduini e prodotti da Gianluca Morelli di Deck Lab.

Reverendo Dave Experience Reverendo Dave sposta sempre i suoi orizzonti, traghetta la sua marea adriatica verso sonorità acustiche con un intimo duo chitarra e sax. Davide Reverendo Dave Baldazzi voce e chitarra con Luca Quadrelli al sax

ore 17.00 Duo Bucolico

Il Duo Bucolico nasce nel 2005 in Romagna frutto delle menti di Antonio Ramberti e Daniele Maggioli.?I due artisti scrivono canzoni di “cantautorato illogico d’avanguardia” e dal vivo riescono sempre a suscitare l’ilarità generale del pubblico sempre più numeroso. ?Il loro stile è volutamente ebbro e ironico, mosso da una leggerezza pensosa e anarcoide. I concerti sono un concentrato di improvvisazione e libertà, in una continua ricerca del contatto col il loro pubblico, molto eterogeneo ed affezionato.? I loro tour coprono in lungo e in largo tutta la penisola passando dai circoli ai palchi delle piazze, dalle feste private ai Festival musicali.? Nei 17 anni di attività si contano ormai più di 1.500 concerti tra i quali nel 2019 la partecipazione al “Jova Beach Party” e all’Home festival di Treviso. Hanno all’attivo otto album di cui l’ultimo è Via col vento (Cinedelic Records) uscito in aprile 2022. ?Nella primavera 2020, in piena emergenza covid, pubblicano il singolo Palla di Gas dedicato a Zagor Camillas. Nel dicembre 2020 esce la compilation/tributo Dieci anni di Tempi d’Oro (Cinedelic Records) a cui partecipano tra gli altri Daniele Baldelli, Modena City Ramblers e Vincenzo Vasi.? Nel 2022 partono per un nuovo tour nazionale di oltre 60 concerti. Nel dicembre 2022 pubblicano IL BEL PRESEPE, sarcastica rilettura dei tic italiani. Nel 2022 inizia tour di Via col Vento che li vede in giro tutta la penisola con oltre cento date fino al 2023.

ore 18.30 Saluti e appuntamento al Marecchia Social Fest ore 19.00 Ikigai Kollektive

Amiamo condividere Arte in luoghi dove ti aspetteresti di trovare altro. Amiamo guardare il Mondo da punti di vista nuovi e diversi. Amiamo Creare.

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Donne, gioco d’azzardo e violenza domestica

Mer, 09/04/2025 - 15:52
Incontro di formazione rivolto a tutti/e gli/le operatori/trici che si occupano di violenza domestica, venerdì 11 aprile dalle ore 15 alle ore 18, Casa Ludica, via Bramante 10 – primo piano, Rimini

Rimini – La percentuale delle donne che si dedicano al gioco d’azzardo è rilevante: negli ultimi decenni, sempre più donne hanno iniziato a partecipare attivamente al gioco d’azzardo, un comportamento che prima era prevalentemente messo in atto dagli uomini. Le donne connettono l’esperienza della violenza all’esperienza del gioco?

Il gioco salta fuori anche in termini rivendicativi. È un modo per risarcire se stessi e rivalersi nei confronti degli altri. Il gioco è denaro e il denaro è una forma di risarcimento da sempre.”

Fulvia Prever

Proponiamo un momento di riflessione e approfondimento del fenomeno, in costante espansione, del gioco femminile, venerdì 11 aprile dalle ore 15 alle ore 18, Casa Ludica, via Bramante 10 – primo piano, Rimini. Come le donne si avvicinano all’azzardo, quando il gioco può diventare una “fuga dalla realtà”, quanto spesso c’è una forma di violenza domestica?

Argomenti trattati:

– Il gioco d’azzardo: caratteristiche, offerta e meccanismi specifici.

– Il gioco d’azzardo e le donne: motivazioni, tipi di gioco e difficoltà nel chiedere aiuto

– Gioco d’azzardo e violenza domestica. Quando l’azzardo compulsivo e la violenza si manifestano in correlazione e come riconoscere la violenza nei casi di gioco.

– Violenza economica e autonomia finanziaria.

– Discussione e scambio di opinioni.

Per informazioni e iscrizioni:

cristina.fabbri@coopcentofiori.it – 324.0799383 (Coop. Soc. Cento fiori)

E’ un’iniziativa promossa da Rete Gap di Rimini composta dalla Comunità Papa Giovanni XXIII (capofila), Millepiedi, Cento Fiori, Alcantara, Parkinson in Rete e Il Gesto

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Iftar insieme, Radio Icaro intervista Fatima Berrima della Cento Fiori

Gio, 27/03/2025 - 15:14
Iftar insieme: a Santarcangelo si festeggia con cibo multietnico la rottura del digiuno quotidiano per il Ramadan. Per la terza edizione dell’iniziativa, Stefano Rossini giornalista di Radio Icaro, ha intervistato Fatima Berrima, operatrice della Cooperativa Sociale Cento Fiori.

Santarcangelo – Iftar insieme: in piazza Ganganelli a Santarcangelo si festeggia con cibo multietnico la rottura del digiuno quotidiano per il Ramadan. Per parlare di questa terza edizione dell’iniziativa, Radio Icaro, grazie al giornalista Stefano Rossini, ha intervistato Fatima Berrima, operatrice della Cooperativa Sociale Cento Fiori, che ne cura insieme a colleghe e colleghi l’organizzazione.

L’evento: giovedì 27 marzo dalle ore 18:35 a buffet piatti da Marocco, Afghanistan, Mali, Pakistan, ma anche da San Vito e Santarcangelo con i migranti del progetto Sai e zdoure volontarie.

L’iniziativa è resa possibile dall’impegno delle cooperative che gestiscono il progetto Sai (Sistema Accoglienza Integrazione) dell’Unione dei Comuni della Valmarecchia, ovvero la Cento Fiori e Il Millepiedi, insieme all’associazione Valmarecchia Comunità Solidale e L’unione dei Comuni della Valmarecchia. Per i fedeli ci sarà uno spazio per la preghiera del Maghreb (la preghiera del tramonto), dopo la quale comincerà la condivisione insieme alla cittadinanza.

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Iftar insieme: in piazza Ganganelli si festeggia con cibo multietnico la rottura del digiuno quotidiano per il Ramadan

Lun, 24/03/2025 - 11:52
Giovedì 27 marzo dalle ore 18:35 a buffet piatti da Yemen, Marocco, Afghanistan, Mali, Pakistan, ma anche da San Vito e Santarcangelo con i migranti del progetto Sai e zdoure volontarie

Santarcangelo – Dopo il tramonto è festa multietnica in piazza Ganganelli giovedì 27 marzo: è Iftar insieme, la condivisione della rottura del digiuno quotidiano che i fedeli musulmani praticano durante il Ramadan, dall’alba al tramonto. E giovedì, grazie ai migranti ospiti del progetto Sai Valmarecchia e Riccione, chiunque potrà, in un momento di condivisione, conoscenza e incontro, assaggiare piatti dal buffet, formato da specialità di Yemen, Marocco, Afghanistan, Mali, Pakistan, ma anche da San Vito e Santarcangelo. Perché fianco a fianco dei migranti ai fornelli ci saranno anche zdoure e volontari.

L’iniziativa è resa possibile dall’impegno delle cooperative che gestiscono il progetto Sai (Sistema Accoglienza Integrazione) dell’Unione dei Comuni della Valmarecchia, ovvero la Cento Fiori e Il Millepiedi, insieme all’associazione Valmarecchia Comunità Solidale e L’unione dei Comuni della Valmarecchia. Per i fedeli ci sarà uno spazio per la preghiera del Maghreb (la preghiera del tramonto), dopo la quale comincerà la condivisione insieme alla cittadinanza.

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“Arrivare ai bisogni e alle persone con cui lavoriamo”: la cooperazione e il Cas migranti di Rimini secondo il collega e socio Giuseppe Frustaci

Lun, 24/02/2025 - 15:40
Nel servizio di Legacoop Romagna, presentato all’annuale Assemblea dei soci 2025, il progetto della Cento Fiori avviato nel quartiere più multiculturale di Rimini.

Il servizio di Legacoop Romagna sul Centro di Accoglienza Straordinario (Cas) dei migranti a Rimini, creato dalla Cooperativa Sociale Cento Fiori, raccontato dal collega e socio Giuseppe Frustaci.

Nella breve intervista Giuseppe non solo spiega come è nato e cosa si propone l’esperienza nata in centro a Rimini, ma anche la sua personale visione di cosa voglia dire essere cooperatore e come vive l’Accoglienza: “Progettare dispositivi che aiutano in maniera più efficace possibile ad arrivare a dei bisogni, alle persone, con cui lavoriamo”.

Il Cas di Rimini è nato, spiega Giuseppe Frustaci, “nel quartiere più multiculturale di Rimini, una sfida poiché quartiere denso di situazioni importanti. Il quartiere ci ha accolto, e da una iniziale diffidenza si è giunta a una festa”.

Il video è stato presentato in occasione dell’Assemblea Annuale 2025 di Legacoop Romagna e gentilmente è stato fornitoci per la pubblicazione sul sito e sulla nostra rete social. Grazie! Le produzioni di Legacoop Romagna possono essere guardate nel canale https://www.youtube.com/@UCZ-iGQ_Ycdu_exR13xvc0Eg.

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Santarcangelo, la Polizia locale dona trenta giubbotti contraffatti sequestrati alla Fiera di San Martino alla Cento Fiori

Mer, 05/02/2025 - 16:03
La merce consegnata alla cooperativa sociale sarà destinata agli utenti delle strutture di accoglienza

Santarcangelo – La Polizia locale dell’Unione di Comuni Valmarecchia ha donato trenta giubbotti contraffatti sequestrati in occasione della Fiera di San Martino alla cooperativa sociale Cento Fiori, che li destinerà a persone ospiti della rete di accoglienza. La consegna è stata effettuata nei giorni scorsi dal Comandante della Polizia locale, Daniele Del Fabbro, al presidente della cooperativa Cristian Tamagnini e alla collaboratrice Cristina Fabbri.

In occasione dell’ultima edizione della Fiera di San Martino, gli agenti della Polizia locale avevano infatti sequestrato la merce contraffatta: il Comando ha poi fatto richiesta e ottenuto il nulla osta dalla Procura della Repubblica di Rimini per poter donare in beneficenza i prodotti, che diversamente sarebbero stati destinati alla discarica. Dopo aver rimosso i marchi e i contrassegni falsi sui capi di vestiario, la Polizia locale ha quindi accolto la richiesta della cooperativa sociale di poter ottenere la merce in dono.

Il Comandante della Polizia locale Del Fabbro ha rimarcato la disponibilità e sensibilità dimostrate dall’autorità giudiziaria per evitare che venissero avviati a smaltimento beni che – pur provenendo da attività illecite – potevano essere destinati a nuova vita, evidenziando d’altra parte l’importanza dell’attività svolta dalla cooperativa Cento Fiori sul territorio.

La cooperativa, infatti, collabora con la pubblica amministrazione per dare risposta e sostegno a numerose problematiche sociali – dall’integrazione alle dipendenze patologiche – attraverso percorsi di inserimenti sociali, progetti di prevenzione e contrasto del disagio giovanile, della marginalità e della discriminazione. La Cento Fiori ha inoltre messo a punto ormai da diversi anni attività di inserimento lavorativo, nelle quali gli operatori affiancano persone in terapia e disabilità, oltre a gestire progetti di accoglienza di richiedenti asilo attraverso i Centri di accoglienza straordinaria (Cas) in convenzione con la Prefettura di Rimini e il Sistema di accoglienza e integrazione (Sai) in convenzione con i Comuni della Valmarecchia.

In occasione della consegna della merce – che sarà destinata proprio agli utenti di queste strutture – il presidente della cooperativa Cento Fiori ha ringraziato la Polizia locale, ricordando anche la preziosa collaborazione dei Servizi Sociali dell’Unione di Comuni.

Comunicato stampa diramato da Polizia Locale Valmarecchia

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Cristian Tamagnini, Rete Gap e Cento Fiori: “Gioco d’azzardo, + entrate ma quanto costano alla società in dolore, disperazione e costi per sistema socio – sanitario?”

Gio, 30/01/2025 - 17:27
Il presidente della Cooperativa Sociale di Rimini commenta i dati diffusi dal report ‘Pane e azzardo 2’ realizzato da Cgil e Federconsumatori Emilia-Romagna, insieme all’istituto di studi sul consumo Isscon e alla Regione Emilia- Romagna.

Rimini – «Sono nove miliardi che grondano malattie, disperazione, dolore e talvolta persino sangue. Come ha recentemente proposto Federconsumatori in un convegno, è ora di aggiornare le statistiche sul gioco d’azzardo regionale e aggiungere una colonna al bilancio sempre più positivo degli introiti dello Stato sul gioco fisico. Ovvero, mettere accanto la colonna delle uscite e delle pesanti ricadute che il gioco d’azzardo patologico sta sempre più caricando sui sistemi sanitario e assistenziale, sulle famiglie, sulle persone deboli e fragili, sulla società e infine sullo Stato». Cristian Tamagnini, presidente e referente per la Rete Gap della Cooperativa Sociale Cento Fiori, interviene sul gioco d’azzardo fisico nella provincia di Rimini.

E’ di poche ore fa la presentazione del report ‘Pane e azzardo 2’ realizzato da Cgil e Federconsumatori Emilia-Romagna, insieme all’istituto di studi sul consumo Isscon e alla Regione Emilia- Romagna. Ma è di diversi anni il lavoro di sensibilizzazione, prevenzione e sostegno ai malati di ludopatia che sul territorio Ausl Romagna e Rete Gap – cooperative sociali e associazioni di volontariato quali Comunità Papa Giovanni XXIII (capofila), Millepiedi, Cento Fiori, Alcantara, Parkinson in Rete e Il Gesto – portano avanti con incontri e sportelli di ascolto. «Un lavoro in sinergia di pubblico e privato sociale perché il gioco d’azzardo legale non sia solo un affare per le entrate dello Stato – 727 milioni solo in provincia – ma si riveli per quel che è, un’arma a doppio taglio che da una parte incassa denaro e dall’altra colpisce le fasce più deboli della popolazione facendo leva sulla speranza o sulla loro malattia», dice Cristian Tamagnini.

«Nei momenti di crisi il gioco si impenna, quest’anno siamo oltre il 10% in più. Male. Ma non continuiamo a guardarlo come un “vizio” individuale, cominciamo a guardarlo come un malanno sociale e cominciamo a mettere, accanto alle entrate, una colonna delle uscite: quanto pesa sulle famiglie, sui malati di Parkinson che spesso restano vittime della ludopatia? Quanto vale la fatica di assistere i loro cari, il loro dolore, la disperazione delle famiglie di ludopatici? Quanto valgono le spese che sostiene il sistema sanitario locale per strappare i malati di gioco al rito quotidiano della grattata? E, infine, quanto vale la vita di una persona che nella disperazione si gioca la sua stessa esistenza?»

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D(i)ritti a tavola, da Santarcangelo a La Stampa di Torino: Francesca Santolini su Specchio racconta gli eventi gastronomici e culturali di inclusione sociale

Lun, 16/12/2024 - 16:08
Sul quotidiano torinese il progetto varato dalla Cooperativa Sociale Cento Fiori, in collaborazione con la cooperativa Il Millepiedi e Valmarecchia Comunità Solidale. I prossimi appuntamenti.

Santarcangelo – Si sa che la città clementina è da decenni una fucina di cultura, un po’ per i suoi figli – Guerra, Baldini, Teodorani, giusto per dirne tre – o per il Festival del Teatro. Ma che anche una piccola iniziativa che mira a coniugare la cucina romagnola con le nuove culture che si sono affacciate in paese – D(i)ritti a tavola – assurga alle cronache dei quotidiani nazionali, beh, è un bel risultato. E’ grazie a Francesca Santolini, giornalista de La Stampa e curatrice della rubrica Futura sull’inserto domenicale Specchio, che il progetto varato dalla Cooperativa Sociale Cento Fiori, in collaborazione con la cooperativa Il Millepiedi e Valmarecchia Comunità Solidale, è salito agli onori delle cronache nazionali. “Un’idea di accoglienza bella, concreta, scevra da ogni forma retorica”, scrive la giornalista. Che ha potuto toccare con mano, anzi assaggiare con gusto, la proposta di D(i)ritti a tavola, giunta quest’anno alla terza edizione.

Proprio Francesca Santolini ha aperto quest’anno la fortunata rassegna venerdì 29 novembre, presentando i suoi due libri Profughi del clima e Ecofascisti, dialogando con Marta Lovato, responsabile sostenibilità di Santarcangelo Festival. Una volta terminato l’incontro – oltre una settantina di persone sono intervenute nella ex scuolina del Bornaccino, ora Centro Giovani Labo380 – l’autrice ha assaggiato l’apericena con degustazione gratuita di piatti nati dall’incontro tra varie culture preparati dalle persone del progetto Sistema Accoglienza Integrazione (Sai) dell’Unione comuni Valmarecchia. Perché D(i)ritti a tavola è un progetto di inclusione sociale che passa dalle cucine del mondo e dalla tavola come simbolo di pace, dialogo e solidarietà tra le persone. Promuove il diritto al cibo quale diritto umano fondamentale e come strumento di accoglienza interculturale e sviluppo sostenibile.

Quest’anno il focus è sul rapporto tra crisi climatica, accesso al cibo e migrazioni forzate. Prima o dopo ogni incontro gli organizzatori offriranno una cena o aperitivo preparato dalle persone ospiti del progetto Sai, come restituzione di un laboratorio di auto-narrazione e cucina insieme a un’educatrice e a un cuoco. Un’accoppiata, al primo appuntamento, azzeccatissima, visto che la Santolini, giornalista, è esperta di temi ambientali, collaborando con i quotidiani «La Stampa» e «la Repubblica» e ha pubblicato Passione verde (2010), Profughi del clima (2019), Ecofascisti (2024).

D(i)ritti a tavola prosegue quest’anno domenica 29 dicembre alle ore 20 con le ricette del dialogo itinerante e alle 22 con il concerto di Tonino 3000 e Felafel Fazz Familia al Centro Parrocchiale Giovanni Paolo II, in via Merigi. Nel 2025 invece il 15 gennaio al Supercinema Santarcangelo, con alle 20 l’aperitivo e alle 21 con il film Africa nel mondo sommerso, , di Angelos Rallis. Mercoledì 19 febbraio oltre all’apericena delle 20, con alle 21 “Il secolo è mobile”, monologo multimediale di Gabriele Del Grande, sempre al Supercinema di Santarcangelo.

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Il mare di Lampedusa: Pietro Bartolo a Rimini, ospite della Cento Fiori. Il video integrale

Mer, 11/12/2024 - 16:20

Il medico in prima fila nel soccorso dei migranti racconta con video e immagini le sue esperienze, introdotto da Vera Bessone, caposervizio Cultura del Corriere Romagna nell’incontro organizzato dalla Cooperativa Sociale Cento Fiori il 15 novembre alle ore 20,30. Le storie di mare di Lampedusa, le tragedie e le speranze che hanno costellato quello specchio enorme di Mediterraneo che lambisce l’estrema propaggine dell’Italia, raccontate dal medico di Lampedusa che insieme a concittadini e volontari hanno assistito e assistono quotidianamente a lutti, sofferenze e insieme speranze dei migranti. Una narrazione di Storie migranti fatta di dialoghi ma anche immagini e video per sensibilizzare sul tema dei migranti e della loro accoglienza. L’incontro è stato organizzato dalla Cooperativa Sociale Cento Fiori in collaborazione con il Sistema Accoglienza Integrazione (Sai) dell’Unione dei Comuni della Valmarecchia a ingresso libero.

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Gli auguri Cento Fiori sono un volo di solidarietà e accoglienza sulla città firmato Samuele Grassi ed Enrico Rotelli

Gio, 05/12/2024 - 14:44
La cooperativa sociale dedica l’illustrazione per le feste, in tre manifesti 6×3 metri, cento manifesti 100×140 cm, giornali, social e sito, a quanti “con fantasia e impegno”, fanno crescere il terzo settore “attraverso azioni e progetti” sociali

Rimini – Sono un volo con la fantasia gli auguri di Natale della Cooperativa Sociale Cento Fiori che fa “a chi da e chi riceve”, ovvero alle associazioni e alle cooperative sociali che operano e alla città di Rimini. Un volo disegnato dall’illustratore Samuele Grassi con testi di Enrico Rotelli, la “coppia creativa” – come si diceva una volta per le pubblicità – che da anni costruiscono la comunicazione dell’azienda sociale riminese.

Samuele Grassi ha reinterpretato per Cento fiori i tratti costitutivi delle sue opere, ormai sedimentati nell’immaginario collettivo riminese che ama l’illustrazione e i fumetti, dopo la partecipazione alla Biennale del Disegno 2024 e l’attuale mostra al grattacielo. Ovvero, linee chiare che affondano nel ricordo di Moebius per trovare una propria originale collocazione in un dolce futuro che saprà trarre dal possibile disastro ecologico del global warming un nuovo equilibrio. La grande tavola, prodotta per i manifesti 6 per 3 metri e 100 x 140 cm, giornali, social e sito, invece prende l’ispirazione dalle navicelle di Hayao Miyazaki – Il castello errante di Howl, Il mio amico Totoro, Porco Rosso, per citare alcuni titoli – calandole però di nuovo nel delicato immaginario grassiano e nei tratti caratteristici delle nostre tradizioni marinaresche. Una flotta in volo tra le nuvole sopra la città, leggerezza sopra leggerezza che tradisce l’amore per le lezioni regalate dalla letteratura di Italo Calvino.

Pur avendo diversi amori “spirituali” nel terreno comune, i testi di Enrico Rotelli collocano più prosaicamente i voli delle navicelle nel lavoro quotidiano di quanti operano per associazioni e cooperative attive nel sociale. Migliaia di persone che “ogni giorno usano fantasia e impegno per far volare solidarietà e accoglienza a Rimini, attraverso azioni e progetti”. Il fulcro del messaggio è la navicella del progetto Ulisse, le crociere terapeutiche che oltre 20 anni fa hanno iniziato il loro viaggio con il capitano Werther Mussoni e che continuano ad essere una peculiarità dei programmi terapeutici delle due strutture della Cooperativa Sociale Cento Fiori a Vallecchio di Montescudo: la Comunità Terapeutica e il Centro Osservazione e Diagnosi.

Pur firmando gli auguri negli anni scorsi, la coppia ha virato verso l’illustrazione sulla spinta del direttore Giovanni Benaglia, dopo che Samuele Grassi ha realizzato l’illustrazione del manifesto per il concerto del 25 aprile scorso. “Conoscevamo già il grafico Samuele Grassi, abbiamo lasciato carta bianca all’illustratore Grassi e quel che è nato è un omaggio a quanti, come noi, militano nei lavori sociali. – dice Cristian Tamagnini, presidente della cooperativa Sociale Cento Fiori – Militano perché educatori, psicologi, psicanalisti, tecnici, operai, non lavorano per cooperative sociali e associazioni per i lauti guadagni che il settore sociale offre, ma perché fare solidarietà e accoglienza fa stare bene chi la riceve e chi la fa. Ogni volta che si parla di tagli alla spesa pubblica è il Welfare nel mirino delle amministrazioni pubbliche, con le ricadute sulle persone svantaggiate e le loro famiglie. Oggi una educatrice esce da un percorso universitario, eppure il suo stipendio non rappresenta la sua preparazione né le ricadute positive che ha sulla popolazione. Forse è il caso che la gente e chi amministra riconsideri il lavoro sociale e il volontariato. Non solo quando si presume siamo tutti più buoni”.

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Storia di Persone, non “migranti”

Mar, 03/12/2024 - 12:09
L’altra informazione. La cruda ed emozionante testimonianza di Pietro Bartolo, il medico di Lampedusa, che gira l’Italia condividendo il suo dolore. L’articolo di Enrico Rotelli pubblicato sul settimanale Il Ponte, dopo l’incontro organizzato dalla Cento Fiori.

Alle 20 di venerdì 15 novembre le poltrone del Cinema Teatro Tiberio erano già quasi tutte occupate, in attesa che lui, Pietro Bartolo, il medico di Lampedusa, cominciasse le sue Storie Migranti, Il mare di Lampedusa. Portato a Rimini dalla Cooperativa Sociale Cento Fiori, che da anni si occupa di assistenza ai migranti, la testimonianza di Pietro Bartolo è attesa. Ma forse ben pochi dei presenti si potevano aspettare quel che di lì a poco sarebbe cominciato: un lungo, doloroso viaggio nella coscienza di ciascuno. Fatto da chi quel lungo viaggio l’ha cominciato tanti anni fa e forse, ancora oggi, lo sta elaborando, serata dopo serata, parola dopo parola, immagine dopo immagine.

Vera Bessone, la collega caposervizio Cultura del Corriere di Romagna, introduce l’uomo, medico, ostetrico, “perché a Lampedusa non c’era ospedale, non c’era nemmeno l’elicottero per portare le partorienti in Sicilia”. Padre pescatore, lui stesso marinaio prima di lasciare l’isola, l’ultimo lembo d’Europa nel Mediterraneo, per seguire la carriera di Esculapio, torna nella sua isola per incontrare il fato di migliaia di persone – “perché noi spesso ci scordiamo che queste sono persone”, ricorda come un mantra nel corso della serata – vive o morte. E scoprirne il vissuto attraverso le visite mediche in banchina o sulla tolda delle barche da pesca dei suoi compaesani, sulle motovedette della Guardia Costiera, su barche o gommoni alla deriva.

Lui, che ha studiato per dare la vita, immagine dopo immagine, video dopo video, racconta quello che è diventato un viaggio nella medicina del soccorso: ostetrico, medico di pronto soccorso suo malgrado, anatomopatologo, medico legale. Un viaggio nell’orrore del mare e degli aguzzini libici ad ogni approdo, ad ogni sbarco dei pescherecci lampedusani, con i corpi ammucchiati a poppa, scrutando i corpi irrigiditi dal rigor mortis, per trovare un flebile afflato di vita. Perché in quei mucchi di muscoli rattrappiti, una persona non è irrigidita. “Ne tasto il polso, zittisco il pescatore che li ha portati in porto, «fammi sentire», e dopo un minuto lo sento, un battito, flebile, ma un battito». Non entrerà in uno dei sacchi neri in poliuretano, i bodybag che conosciamo nei telefilm e film sulla guerra, come gli altri. Non farà parte di quella lunga teoria di bare allineate nell’hangar di Lampedusa, mostrate in televisione ma subito digerite dopo i tre minuti di servizio, poi fagocitate dalla politica per farle diventare rabbia e voti da scaricare in una x sul simbolo di una scheda elettorale.

Il racconto per parole, immagini, video e, sì, emozioni e lacrime, diventerà una lunga testimonianza di “controinformazione”, storie e tragedie che sui giornali e sulle televisioni, legate alla leggi della notizia, dei palinsesti e dei timoni giornalistici, non diventano servizi ma sono, quel che si dice in gergo giornalistico, “colore”. “Ma la realtà è un’altra, quel che vi raccontano è tutto falso, è tutto distorto. Non ci sono invasioni, ma quali invasioni…”. Una realtà appresa dai media all’ora di pranzo o al Pc che si sgretola nei volti delle oltre 200 persone che, fino alla fine, gremiscono il Cinema Teatro Tiberio.

Man mano che scandisce la parola “avanti” ai tecnici nel loggione della regia, Marco Biagini e Stefano Tonini – grazie ragazzi, nessuno come chi scrive sa quanto vi siate prodigati per la riuscita di questa testimonianza – i volti della sala cambiano espressione. Due adolescenti in seconda fila all’inizio della serata sorridevano con papà e mamma. Ad ogni “avanti” il volto diventava più cupo, si velava di lacrima come gran parte degli altri spettatori. Nuove malattie affioravano nella narrazione, “il male del gommone”, racconta Bartolo, perché i gommoni che trasportano i migranti stipati in cento usano un motore fuoribordo che deve essere rifornito in viaggio, e la benzina, caduta sul pagliolato, si mischia all’acqua di mare, evapora, intossica i polmoni, sballottata sui corpi produce ustioni, ferite, pustole. “Altro che la scabbia… I migranti portano la scabbia, dicono, ma non è vero, non è quella la malattia di cui sono affetti, nessuno di quelli che ho visitato aveva malattie contagiose, queste altre sono le malattie: le sofferenze di queste persone”. E mostra il volto e il corpo di un uomo dalla pelle devastata dalla benzina e dall’acqua di mare. Niente a che vedere con il migrante che, per farne esempio e sprone agli altri, viene colpito con due colpi di pistola alla scapola e al fianco all’altezza del rene. “Perché la gente non vuole salire sui gommoni, lo sanno che la morte è certa su quei gommoni, e allora sparano a uno o due persone per convincere gli altri a salire”, racconta Pietro, “questo ragazzo invece, si è salvato perché pur con due proiettili in corpo è riuscito a salire”.

La strenua lotta per la sopravvivenza, la voglia di vita e la forza necessaria per arrivare all’Europa dopo due anni di viaggio, dopo torture, dopo sevizie inenarrabili nei campi di concentramento in Libia , è il sottotesto della narrazione. E Pietro Bartolo non risparmia questi aspetti. Esalta la forza delle donne, la loro capacità di arrivare pur stremate, dopo aver sopportato stupri, iniezioni di sostanze per indurle in una forzata menopausa per poterne abusare a piacimento senza “complicazioni” o sfruttarla per la prostituzione. O i momenti concitati di un parto sulla motovedetta, con una stringa delle sue scarpe che serve per chiudere il cordone ombellicale del nascituro. “Vedete? Il bambino appena nato è bianco, proprio come noi, tra qualche giorno prenderà la pigmentazione della madre, una donna del Mali. Ma ora è bianco come noi, è una persona uguale a noi, in tutto e per tutto. Non esistono razze, esistono etnie!”.

Ma qualche volta questa spinta di sopravvivenza deve soccombere. E’ uno dei postulati della legge del mare. La stessa che spinge l’ex pescatore ad aiutare, che proibisce alle persone di piegarsi alle leggi ad hoc e portare invece soccorso, “perché anche io sono stato naufrago”, ma che di fronte all’ineluttabile diventa tragedia. Ci sono le foto: una distesa di corpi in una ghiacciaia di un peschereccio, come in tutti i pescherecci che ci sono anche a Rimini. Fatevela mostrare da un marinaio se capitate al porto: una botola, un locale in legno senza oblò, che su un peschereccio di trafficanti diventa la “terza classe” della traversata, “quella dove non si ha diritto ad un filo d’aria”. “Pietro, vieni a vedere qua sotto, mi dissero, scendo al buio e sento sotto i piedi qualcosa, chiedo luce: i corpi ammassati di persone che hanno lottato per uscire, mi raccontano i sopravvissuti, quando l’aria cominciava a scarseggiare, tenuti dabbasso prima con le botte, poi sigillando la botola con i peso dei corpi degli aguzzini, che tenevano lontani i parenti che avevano capito cosa stava succedendo ai loro cari: stavano morendo soffocati”.

O il video della Guardia Costiera, con i sub che estraggono da un peschereccio adagiato sul fondo i corpi degli affogati. Sono immagini irreali, sembra di essere in una piscina da quanta luce c’è,. L’unica cosa non irrigidita nel rigore della morte sono i capelli, che ondeggiano nell’acqua cristallina. I sub li adagiano in fila poco distanti dal relitto, statue di carne modellate nelle pose in cui la morte li ha raccolti. Li sistemano sulla sabbia del fondo, nel chiarore filtrato dal Mediterraneo, per poi legarli assieme con delle tanichette di plastica e per portarli a galla, dove si inscenerà una danza macabra verso la sponda della motovedetta che li porterà, troppo tardi, nella desiderata Europa.

L’intensità e la potenza del racconto di Pietro Bartolo, le sue immagini, le sue emozioni che attraversano la testimonianza portano alla catarsi gran parte del pubblico. Una catarsi che si potrà rivivere nel video che la Cooperativa Sociale Cento Fiori posterà presto su Youtube. Qualcuno non regge, molti piangono, qualcuno è provato e non alza lo sguardo verso il grande schermo. Qualcuno, come chi scrive, riesce a popolare la propria memoria marinaresca dei particolari che solo le genti di mare conoscono – la ghiacciaia popolata di morte, la paura, il senso di fratellanza che abbraccia i marinai, il lavoro spasmodico di fronte alle vite in pericolo, i racconti come mantra per metabolizzare paure ancestrali. Si può popolare la propria memoria, ma c’è una domanda che non abbiamo avuto il coraggio di rivolgere a Pietro. La mattina dopo ha di nuovo raccontato le sue Storie Migranti, i dolori e le gioie della salvezza a cui ha assistito, a una platea di giovani liceali al Serpieri di Rimini. E poi via, di nuovo in viaggio verso Pesaro. E questa settimana altri incontri, altre narrazioni, e di nuovo parole al pubblico in città italiane, d’Europa, di nuovo emozionato ed emozionante. Un mantra doloroso che si ripete, senza epica, senza estetica, senza eroi, men che meno lui. Un lungo flusso di coscienza di anima ferita che regala al pubblico il suo dolore.

Enrico Rotelli

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Il mare di Lampedusa: le storie Migranti di Pietro Bartolo, intervistato da Vera Bessone, al Cinema Teatro Tiberio di Rimini

Ven, 25/10/2024 - 16:19
Il medico in prima fila nel soccorso dei migranti racconta con video e immagini le sue esperienze, introdotto dalla caposervizio Cultura del Corriere Romagna nell’incontro organizzato dalla Cooperativa Sociale Cento Fiori il 15 novembre alle ore 20,30.

Le storie di mare di Lampedusa, le tragedie e le speranze che hanno costellato quello specchio enorme di Mediterraneo che lambisce l’estrema propaggine dell’Italia, raccontate da Pietro Bartolo, il medico di Lampedusa che insieme a concittadini e volontari hanno assistito e assistono quotidianamente a lutti, sofferenze e insieme speranze dei migranti.

Il mare di Lampedusa, questo il titolo dell’incontro pubblico di venerdì 15 novembre alle ore 20,30 al cinema Tiberio (via San Giuliano 16) di Rimini, che vedrà Pietro Bartolo dipanare il racconto durante un’intervista condotta da Vera Bessone, giornalista caposervizio Cultura del Corriere Romagna. Una narrazione di Storie migranti fatta di dialoghi ma anche immagini e video per sensibilizzare sul tema dei migranti e della loro accoglienza.

L’incontro è organizzato dalla Cooperativa Sociale Cento Fiori in collaborazione con il Sistema Accoglienza Integrazione (Sai) dell’Unione dei Comuni della Valmarecchia ed è a ingresso libero.

Biografia di Pietro Bartolo

Medico chirurgo, laureato all’Università di Catania, è specializzato in ginecologia. Sposato e padre di tre figli. Dal 1991 ufficiale sanitario delle isole Pelagie, nel 1993 diviene responsabile del presidio sanitario e del poliambulatorio di Lampedusa, occupandosi anche delle prime visite a tutti i migranti che sbarcano a Lampedusa e di coloro che soggiornano nel centro di accoglienza.

Nonostante qualche settimana prima fosse stato colpito da un’ischemia cerebrale, è stato in prima fila nei soccorsi ai sopravvissuti del Naufragio di Lampedusa del 3 ottobre 2013 di un peschereccio carico di oltre 500 migranti, in cui persero la vita 368 persone.

Prende parte nel 2015 al film documentario Fuocoammare di Gianfranco Rosi, che nel febbraio 2016 ha vinto l’Orso d’oro al 66º festival di Berlino e ha ottenuto una candidatura nella categoria miglior documentario agli Oscar 2017.

Dal suo libro Lacrime di Sale (2016) è liberamente tratto il film Nour (regia di Maurizio Zaccaro), per il quale ha contribuito all’ideazione del soggetto. Il film, in cui a vestire i panni del medico di Lampedusa è l’attore Sergio Castellitto, è stato presentato alla 37ª edizione del Torino Film Festival del 2019. È autore anche del testo “Le Stelle di Lampedusa” (2018).

Dal 2019 al 2024 è europarlamentare, con l’incarico di vicepresidente della Commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni del Parlamento europeo (LIBE).

È sempre stato un sostenitore dell’istituzione di corridoi umanitari contro la tratta degli esseri umani.

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Utopie della realtà _ 1 / La libertà è terapeutica / Cento anni di Franco Basaglia

Ven, 30/08/2024 - 17:51
Due giorni: un seminario, una tavola rotonda, quattro presentazioni di libri, ventisei relatori e autori per parlare dell’opera di Franco Basaglia e portarne i valori nel futuro.

Il primo di una serie di incontri a cadenza annuale dedicati alle utopie della realtà è dedicato a Franco Basaglia. Molti hanno prodotto teorie riguardanti la follia, altri hanno operato nella pratica, ma nessuno, come Franco Basaglia, è riuscito a connettere i due livelli in un modo così radicale. Franco Basaglia ha agito dinamicamente nella scienza, nella politica, nel diritto, nella cultura, nella nostra società e nelle sue istituzioni. Ha aperto la possibilità di un cambiamento epistemologico radicale nelle scienze e di nuovi esercizi di cittadinanza, come ha evidenziato il seminario su “L’eredità di Basaglia”, svoltosi a Oxford nel 2018 e che ha riunito i rappresentanti di 15 paesi dell’Europa e dell’America Latina, oltre i leader della Organizzazione Mondiale della Sanità.

Franca Ongaro presentando la raccolta degli scritti del marito diceva: “Questa raccolta di scritti è la storia di una vita, di un’impresa, di un pensiero” e poi precisava: “Non credo si possa parlare di un “pensiero” di Franco disgiunto da una pratica che non produca un pensiero o che non sia soggetto e oggetto di un pensiero”.

Ci si potrebbe chiedere, tuttavia, quale senso abbia riportarci a un passato, che sembra così lontano dallo attuale presente, non tanto per il numero di anni trascorsi, quanto per l’ampiezza dei cambiamenti sociali e politici intervenuti. Nulla sembra sottrarsi, ormai, all’erosione di “un già detto” e la velocità che ci governa non consente di approfondire non solo il senso degli eventi passati, ma, spesso, nemmeno di quelli presenti. La “modernità” sembrerebbe imporci l’esigenza di accantonare ogni mitologia riferita a quella stagione del passato a cui appartiene Franco Basaglia, per l’inattualità delle prospettive, delle problematiche, dei linguaggi. Ma siamo sicuri che sia proprio così?

Noi riteniamo, al contrario, che leggendo gli scritti di Franco, riflettendo sulla sua impresa possiamo verificare la consistenza dei progressi teorici e pratici realizzati a partire da quelle riflessioni e, nello stesso tempo, percepire quanto cammino dobbiamo ancora percorrere per corrispondere proprio a quelle sollecitazioni.

L’attualità del pensiero di Basaglia risiede semplicemente nella sua inattualità! Inattualità rispetto al potere prevaricante e, oggi, rispetto a un mondo dominato dall’ascensione di governi antidemocratici e negazionisti, dall’espandersi di una cultura dell’odio e del discredito, in cui prevale la logica della guerra e appaiono inevitabili la catastrofe ecologica, la disuguaglianza, l’ingiustizia. Inattuale, perché il pensiero di Franco e dei tanti altri, che hanno lottato contro le istituzioni della violenza e della manipolazione, risiede nell’utopia – “l’Utopia della realtà”1 – che si contrappone al “realismo” senza speranza e al sentimento di impotenza che ci assale di fronte al potere totalizzante di un sistema politico e sociale sprovvisto di etica e di giustizia. Ci riferiamo, naturalmente, a una utopia che non è il sogno ingenuo, illusorio e confortante di un mondo migliore. Intendiamo l’utopia come l’esplorazione di nuove possibilità e volontà, attraverso l’opposizione della immaginazione alla necessità dell’esistente, solo perché esiste; opposizione e lotta in nome del diritto a una vita radicalmente migliore, che tutti meritiamo. In questa prospettiva l’utopia riguarda il presente più che il futuro. Esprime l’attenzione lucida e la volontà determinata di conseguire ciò che oggi non esiste e che invece potrebbe essere, o meglio che è già presente come contro parte di quanto esiste, ma che rimane silenzioso, invisibile.

Per riflettere su questa impresa ci è sembrato opportuno/ necessario promuovere queste giornate seminariali. Lo facciamo cercando di evitare ogni retorica, ogni mitizzazione o monumentalizzazione del personaggio. Parlare di Franco Basaglia può aiutare a riflettere su di noi e cercare/ chiarire la direzione su cui orientare la nostra pratica, la nostra dimensione esistenziale

Ci sembra, tuttavia, altrettanto importante allargare in futuro la riflessione sul tema della utopia – o meglio sull’Utopia della realtà – non solo sul tema della salute e della salute mentale, ma anche rispetto ad altri ambiti – l’arte, la letteratura, la politica, l’educazione, i diritti. Cercheremo di farlo con spirito basagliano: evitando il rischio, sempre presente, di creare nuove ideologie, allargando la nostra riflessione sulla dialettica del cambiamento, sempre possibile e necessario, che è contemporaneamente negazione/ creazione/ invenzione di realtà in una costante transizione.

Ernesto Venturini

Il programma

5 OTTOBRE 2024

Cineteca, Rimini

Ore 9.30

Saluti istituzionali

Chiara Bellini, vicesindaca del Comune di Rimini

Cristian Tamagnini, presidente Cooperativa Sociale Cento Fiori.

Leonardo Montecchi, Direttore Scuola di prevenzione “Josè Bléger”

Ernesto Venturini, coordinatore CIAO – Centro Studi Italo-Brasiliano “Franco e Franca Basaglia”

Seminario

La libertà è terapeutica- Storia e attualità del percorso di deistituzionalizzazione

Intervengono:

Ernesto Venturini (già Direttore OP Imola e collaboratore di Basaglia a Gorizia e Trieste)

Stella Goulart (Professoressa di psicologia – Università Federale del Minas Gerais)

Leonardo Montecchi (già Psichiatra Ser.T e Scuola di prevenzione Josè Bléger – Rimini) Luca Negrogno (Coordinatore di progetti formativi Istituto Minguzzi di Bologna),

Maria Augusta Nicoli (Coordinatrice Rede Unida)

Modera:

Bruna Zani (Professoressa di Psicologia sociale e di comunità – UniBo, Presidente Istituzione Gianfranco Minguzzi, Bologna)

Discussione assembleare

12.30 Pausa pranzo

Ore 14.00

Tavola rotonda

Rimini e la Salute Mentale a 100 anni dalla nascita di Franco Basaglia

Intervengono:

Francesco Sartini (Direttore del DSM-DP di Rimini)

Teo Vignoli (Direttore del SerD di Rimini)

Riccardo Sabatelli (Direttore del CSM di Rimini)

Roberta Rosetti (Direttore della NPIA Rimini)

Cristian Gianfreda (Assessore Servizi Sociali Comune di Rimini)

Vittorio Betti (Fondazione Sergio Zavatta EnAIP)

Max Freschi (Cooperativa la Ginestra)

Bruna Tenenti (Comitato Utenti Familiari Operatori)

Debora Santini (Psicologa Modulo Doppia Diagnosi Coop. Cento Fiori)

Modera:

Simona Di Marco (Psichiatra CSM di Rimini)

Discussione assembleare

Dalle ore 16.30

Presentazione di libri

Mario Colucci e Pierangelo di Vittorio_”Franco Basaglia” (Feltrinelli 2024) e Marica Setaro (a cura di)_“Fare l’impossibile: ragionando di psichiatria e potere” di Franco Basaglia. Modera: Ernesto Venturini (ex Direttore OP Imola e collaboratore di Basaglia a Gorizia e Trieste)

A seguire

Ernesto Venturini_“Mi raccomando non sia troppo basagliano” (Armando, 2020) e Maria Stella Brandao Goulart_ “Rehabilitar: una perspectiva basagliana” (Rede Unida, 2024). Modera: Mauro Bertani (storico del pensiero filosofico e psichiatrico, consulente Einaudi)

ore 21.00

Proiezione di film

E tu slegalo (2024) di Maurizio Sciarra (67′) alla presenza del regista.

Presentano e dialogano con il regista: Marco Bertozzi (professore di Cinema, fotografia e televisione, Università IUAV) ed Ernesto Venturini

6 Ottobre 2024

Cineteca, Rimini

ore 10.30

Proiezione di film

San Clemente (1982) di Raymond Depardon (98 m)

Presenta Davide Montecchi (regista e produttore cinematografico)

Dalle ore 15.00

Costruire Reti”

in dialogo con Anna Poma (psicoterapeuta e organizzatrice del Festival dei Matti di Venezia) e Cristina Zani (psicologa, membro Flai, Forum Lacaniano Italia).

Presentazione di libri

Karen Venturini_ Melanconia con stupore” di (Raffaelli, 2016).

Presenta: Gabriella Maggioli (psicoterapeuta e vicepresidente Coop. Soc. Cento Fiori)

A seguire:

Leonardo Montecchi_”L’ombra dell’angelo” (Sensibili alle foglie, 2021) e Paolo Francesco Peloso_”Franco Basaglia, un profilo. Dalla critica dell’istituzione psichiatrica alla critica della società” (Carocci editore, 2023).

Modera: Mauro Bertani (storico del pensiero filosofico e psichiatrico, consulente Einaudi)

ore 18.30

Letture teatrali

dal laboratorio teatrale di Pietro Conversano con gli ospiti della Comunità Terapeutica di Vallecchio – Coop. Soc. Cento Fiori

Ore 21.00

Proiezione di film

Sull’Adamant – Dove l’impossibile diventa possibile (2023) di Nicolas Philibert (109 min)

Presenta: Annamaria Gradara (giornalista e autrice).

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“Il tempo è denaro”: al via il progetto innovativo di prossimità itinerante dell’unità di strada per giocatori d’azzardo

Mer, 03/07/2024 - 16:11
Ausl Romagna / Dipendenze Patologiche, i comuni di Riccione e Rimini con Cento Fiori, Rete Gap dal 5 luglio coinvolgono in un progetto le sale giochi, cominciando dalla disponibilità della sala Giochi Smeraldo di Miramare

L’U.O.C. Dipendenze Patologiche di Rimini Ausl Romagna diretta dal Dott. Teo Vignoli, insieme ai Comuni dei Distretti di Rimini e Riccione, nell’ambito del progetto Circolando con la Cooperativa Sociale Cento Fiori, unitamente alla collaborazione della rete GAP di Rimini e Riccione, darà avvio dal prossimo 5 luglio un servizio innovativo tramite una unità mobile che si sposterà tra i principali luoghi di gioco d’azzardo – con a bordo operatori specializzati – per fornire supporto ai giocatori, offrendo un confronto specializzato per aiutarli a gestire il tempo di gioco e la quantità di denaro speso.

Nello specifico, l’iniziativa si inserisce nell’ambito delle azioni volte a prevenire e ridurre situazioni croniche di dipendenza da gioco, attraverso l’utilizzo di postazioni mobili e di un avvicinamento ai luoghi di gioco, che forniscano ai giocatori occasioni di riflessione critica rispetto ai propri comportamenti di gioco, favorendo una richiesta d’aiuto, limitando il danno e contenendo i rischi di sviluppare un gioco d’azzardo patologico.

Le prime uscite si terranno  venerdì 5/07 e mercoledì 10/7 orario 17-20 presso la Sala Giochi Smeraldo, a Miramare, grazie ad una proficua collaborazione con i gestori della sala, che hanno dato la massima disponibilità a collaborare con l’iniziativa. Nel corso delle uscite operatori esperti saranno a disposizione per fornire consigli e strumenti pratici, promuovendo un approccio al gioco più consapevole e responsabile, offrendo anche informazioni sui servizi disponibili.

Per ulteriori informazioni sui servizi in tema di gioco d’azzardo è possibile rivolgersi agli sportelli di consulenza psicologica e legale: Distretto di Riccione Sportello Match via Mantova, 6 Riccione cell. 351 50 39 709 sportellomatchriccione@gmail.com, Distretto di Rimini Sportello via Bramante, 10 I° piano – Rimini cell. 324 80 36 662 sportellofuorigioco.rn@gmail.com.

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Festival Intrecci Spaziali: sport, giochi, laboratori, musica e teatro per celebrare la giornata mondiale del rifugiato e far conoscere i progetti di Sistema di Accoglienza e Integrazione del territorio

Gio, 20/06/2024 - 16:34

Il 20 giugno si celebra in tutto il mondo la Giornata mondiale del Rifugiato, data scelta dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite per porre l’attenzione su un principio imprescindibile: ogni persona ha il diritto di fuggire da situazioni di guerra, violenza e persecuzioni e di trovare asilo in un altro Paese. Una Giornata dunque per ricordare quanto sia importante costruire coesione e relazioni tra chi arriva e chi accoglie. 

Per celebrare questa ricorrenza i progetti SAI (Sistema di Accoglienza e Integrazione del Ministero dell’Interno) del territorio di Rimini organizzano il Festival Intrecci Spaziali, in programma venerdì 21 giugno al Parco Marecchia, nell’area della Serra Cento Fiori, dal tardo pomeriggio e per tutta la sera. Un’occasione di festa e incontro, tra sport, cibo e musica per raccontare alla cittadinanza i progetti rivolti ai rifugiati, costretti a fuggire dai loro paesi per cercare la salvezza. 

A partire dalle 17 spazio a laboratori per bambini, sfide sportive a biliardino, frisbee, ping pong, animazione e soprattutto tanta musica con un programma ricco e vario: generi diversi, contaminazioni, sonorità che vengono da paesi lontani, strumenti di antiche tradizioni che si mescolano con la musica contemporanea. 

I progetti SAI

Sul territorio provinciale sono presenti quattro progetti SAI: due del Comune di Rimini, uno per adulti e uno per minori stranieri non accompagnati, gestiti con Consorzio Mosaico e associazione Papa Giovanni XXIII. Un SAI adulti è attivo nell’Unione Valmarecchia, insieme a Cento Fiori e Millepiedi, mentre il quarto è in capo al Comune di Riccione insieme al Consorzio Mosaico. 

I Progetti Sai sono progetti di accoglienza diffusa gestiti da equipe formate da operatori del pubblico e del privato sociale e rivolti a persone titolari di qualche forma di protezione o persone vulnerabili che hanno fatto richiesta d’asilo. Oltre all’accoglienza materiale, i Sai forniscono servizi di orientamento sociale e psicosocio sanitario per stimolare l’autonomia supportando cioè l’apprendimento della lingua italiana, la ricerca dell’abitazione e la formazione professionale, nella consapevolezza che l’inserimento lavorativo dei rifugiati e dei migranti è il primo passo verso una reale integrazione. Dietro ai percorsi Sai ci sono infatti storie di ragazzi con un passato doloroso e complesso alle spalle. Giovani che però qui, mediante la partecipazione a questi progetti, ritrovano speranza e riescono a dare una svolta al loro futuro integrandosi nel tessuto sociale ed economico del territorio. Attraverso queste esperienze, infatti, molti di loro trovano una nuova vita nel tessuto sociale ed economico riminese con opportunità occupazionali in diversi settori, dalle aziende alla fabbriche, dagli alberghi ai ristoranti. E’ successo, ad esempio, ad Houmar, che da anni lavora in un panificio del centro storico, e a Demba che oggi lavora stabilmente in un hotel. Un altro esempio è quello di Kamara Moussa che ora è stato assunto presso un’importante azienda del territorio, mentre nel fine settimana è un resident dj in un locale della costa.

Per queste assunzioni è prezioso anche il contributo del Fondo per il lavoro di Caritas e quello delle famiglie accoglienti che gravitano intorno ad APG 23.

Alcuni numeri

Nel corso dell’ultimo triennio il SAI adulti del Comune di Rimini ha accolto 184 persone, di cui la metà è rimasto sul territorio e mantiene contatti con gli operatori del progetto. 

Il SAI per minori attualmente ospita 9 ragazzi provenienti dall’Africa sub sahariano, 2 dai Balcani, 6 dall’Asia e 4 dal Nord Africa; 27 complessivamente i minori accolti nel triennio. 

Tra questi c’è G., fuggito dalla guerra e arrivato in Italia con il sogno di aprire e gestire una propria officina in cui riparare gli autoveicoli e fare tuning, installando quindi alettoni, neon e altre modifiche estetiche alle auto dei suoi futuri clienti. Proprio a Rimini ha fatto uno stage in un’officina, dove, forte anche dell’entusiasmo che lo contraddistingue, G. ha potuto dimostrare tutte le sue capacità e conoscenze all’interno di quel mondo, tanto che, al termine del tirocinio, l’azienda ha deciso di offrirgli un contratto di lavoro.

IL PROGRAMMA di INTRECCI FESTIVAL

Un programma musicale ricco e vario: generi diversi, contaminazioni, sonorità che vengono da paesi lontani, strumenti di antiche tradizioni che si mescolano con la musica contemporanea. Veri e propri “intrecci” musicali!

dalle 18 alle 20
DJ WIZZY – afrobeat, house music, hip hop e reggaeton.

dalle 20.00 alle 21.30
JABEL KANUTEH E MARCO ZANOTTI

Un duo che si è formato nel 2018, il fulcro della loro musica è il dialogo tra la kora e la batteria.

dalle 21.30 alle 24.00

DEVON MILES FEAT VITANIA AND DJ MR.3

DEVON MILES Polistrumentista, produttore, arrangiatore e cantautore Nigeriano.
VITANIA Cantautrice italiana, finalista di Area Sanremo 2023, ha partecipato all’ Eurovision “una voce per San Marino”.
MARCO TERZO AKA DJ MR.3  I suoi djset sono un viaggio attraverso le sonorità di diversi continenti: dalla musica nera dell’Africa subsahariana al folk, dai paesi dell’est al cantautorato europeo, dall’America Latina alle isole caraibiche. 

IL PROGRAMMA PER I PIÙ PICCOLI

dalle 17 alle 20 

per bambini e bambine dai 6 ai 10 anni

Impastiamoci
Laboratorio di scultura 

a cura di Cidas coop

Voglio volare
Laboratorio per costruire aquiloni e letture 

a cura dell’associazione Arcobaleno

“Sssh…ine”
duo clown I due senza

a cura di Millepiedi

per ragazze e ragazzi dai 10 anni in su

Attività sportive per sfidarsi e divertirsi

• Biliardino

• Frisbee

• Ping pong

• Badminton

Installazione fotografica con testimonianze
5000 km
Le vite sospese della Balkan Route

a cura dell’associazione Rumori Sinistri

Punto informativo 

a cura del Centro Giovani Rm25, dell’Associazione Zavatta e tanti altri.

“Le storie che costellano i progetti del Sai sono le testimonianze di come l’integrazione non sia una parola astratta, ma sia un concetto pratico, con ripercussioni positive per l’intero tessuto sociale e produttivo: da un lato i ragazzi a cui viene offerto un futuro diverso, e dall’altro lato l’arricchimento per tutta la comunità  – è il commento dell’assessore alla protezione sociale del comune di Rimini, Kristian Gianfreda -. La Giornata del Rifugiato che andiamo a celebrare ci ricorda appunto il valore dell’accoglienza quale fattore di coesione che tiene assieme una collettività. Un’occasione per ricordare, ancora una volta, quanto i processi di inclusione siano la chiave per costruire una società più giusta e piena di opportunità”.

“L’importanza delle equipe dei progetti Sai risiede nel suo ruolo di agente del welfare – ha aggiunto Luciano Marzi, Coordinatore progetto Sai Adulti – Consorzio Mosaico -.  Grazie all’accompagnamento e all’orientamento dei beneficiari da parte del team di operatori, infatti, si creano le basi e si facilita una relazione positiva con le comunità locali, mediante un arricchimento reciproco e generale. Questa giornata intende appunto dimostrare che è possibile una relazione armoniosa tra la comunità ospitante e i nuovi arrivati”. 

“Anche lo scorso anno, dopo il dramma dell’alluvione, con i nostri ragazzi siamo stati in prima linea sui territori, dimostrando come l’inclusione possa davvero essere un valore aggiunto per tutti – Hiessel Parra Alvarez, Coordinatore progetto Sai Minori – Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII –  A tal fine, all’interno dei nostri progetti, ci teniamo a lavorare per favorire un pieno coinvolgendo della cittadinanza, per renderla protagonista. Oggi tutto questo lo riscontriamo anche con le accoglienze in famiglia, che negli ultimi anni si sono attivate particolarmente”.

“Abbiamo scelto lo strumento del festival, che quest’anno giunge alla sua seconda edizione, perché rappresenta un luogo aperto a tutte e tutti, dove le persone si ritrovano e possono partecipare a un evento unico e condiviso – ha dichiarato di Gabriele Mancuso della Cooperativa Madonna della Carità – Sai Rimini – Il tema sul palco sarà quello del viaggio, che ogni artista interpreterà a modo suo, in base alla sua sensibilità musicale e sonorità”.

“Sarà una giornata di sensibilizzazione sul tema, di riflessione e condivisione – ha detto Monica Ciavatta della Cooperativa Cento Fiori – ma anche di spensieratezza e divertimento per grandi e piccoli: cibo, giochi, musica e teatro per riunire cittadini, beneficiari e operatori del SAI”.

Parola anche al musicista e comunicatore Demon, tra i protagonisti del Festival: “Eventi come questo sono importanti perché creano un’atmosfera positiva, in cui si mettono da parte pregiudizi e problemi. Sul palcoscenico porterò la mia energia e il mio messaggio che voglio trasmettere ai giovani: trovate voi stessi, adesso. Ogni azione è un seme. Continuate a coltivare la vostra vita”. 

L'articolo Festival Intrecci Spaziali: sport, giochi, laboratori, musica e teatro per celebrare la giornata mondiale del rifugiato e far conoscere i progetti di Sistema di Accoglienza e Integrazione del territorio proviene da Cento Fiori, Rimini.

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Marecchia Social Fest Estate 2023 al parco La Serra Cento Fiori: concerti

Mer, 12/06/2024 - 17:48
Il Programma di eventi gratuiti da giugno alla fine di agosto presso il vivaio La Serra Cento Fiori (via Galliano 19, ai bordi del parco XXV aprile). Organizzati dalla Cooperativa Sociale Cento Fiori in collaborazione con Rimini Classica.

Marecchia Social Fest, il calendario estivo proposto dalla Cooperativa Sociale Cento Fiori e offerto ai riminesi e agli ospiti di tutte le età. Calendario che inizia a giugno che finirà in agosto nel quale musica e cultura diventano occasioni per vivere la sera il parco La Serra Cento Fiori. Ingressi dal parco XXV aprile (a 300 metri dal Ponte di Tiberio), ingresso parcheggio via Galliano 19. Su Google maps cercare: La Serra Cento Fiori.

Giugno Giornata Mondiale del Rifugiato 2024

Venerdì 21 giugno, ore 16

In occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato 2024 i Progetti della rete SAI del Comune di Rimini, Riccione e Unione Valmarecchia, insieme a numerosissime realtà del terzo settore, organizzano un evento gratuito a cui non puoi mancare!

Saranno presenti food truck di Valmarecchia solidale, Daniele Grossi con il pesce e Alessandro Garattoni con ChiAma Cucina e un gazebo di Casa Madiba.

Festa di Apertura del Marecchia Social Fest

Sabato 22 giugno, ore 19.30 aperitivo e truck food, ore 21, concereti

Musica dal vivo con Slow Writer Duo e gli Evergreen due band riminesi. Possibilità di cenare con il food truck di ChiAma Cucina dello chef Alessandro Garattoni e i suoi gustosi piatti e le scelte vegetariane.

Slow Writer: canzoni che si prendono il loro tempo, come chi scrive con lentezza. Dopo anni dedicati ai confini del rock con Occhi in Apnea, Rachele e Cristian propongono un nuovo set acustico in un’atmosfera essenziale.

Con due ep e due album pubblicati, hanno sempre cercato di proporre brani che avevano come denominatore comune un’attenzione costante alla forma canzone con testi in italiano e inglese. L’eclettismo, la curiosità e l’amore per la musica hanno portato la band a cercare di evolversi sempre, dai primi brani di ispirazione post-punk fino a canzoni dal respiro folk-rock.

Ora, sotto la sigla Slow Writer, propongono brani che prendono ispirazione dalla tradizione e dal repertorio anglosassone che hanno come spina dorsale la chitarra acustica e i testi di Rachele. La chitarra elettrica di Cristian contribuisce a creare un’atmosfera riverberata e un panorama sonoro che si ricollega alle matrici rock più amate.

Evergreen: band riminese con una storia e una passione decennale per la musica di tutti i tempi. Propongono rivisitazioni dei più famosi brani rock e pop degli anni ’80 e ’90 con incursioni nei ’70, il loro amore per la musica e la loro esperienza sono una garanzia per una serata dove poter riascoltare i grandi successi che ci hanno fatto cantare e ballare.

No tears, yes music: ricordando Franco Fattori e Lou Pesaresi

Venerdì 28 giugno, ore 20: djset, aperitivo e truck food

Dalle ore 20 Dj set Andrea Fattori, Werter Corbelli, Paolino Zlaia, La Marzia Fraternale e la musica che Franco amava. Gli amici vogliono ricordare Franco Fattori con la musica che ci ha fatto conoscere e ascoltare via etere e ballare in tante serate, occupando con i sensi tanta parte della nostra vita. In questa occasione vogliamo ricordare anche l’amico Lu Pesaresi autore di tante performance che accompagnavano spesso le serate di Franco.

Inoltre il leggendario scrittore Paolo Nessuno leggerà qualche pagina dal suo ultimo libro cult “Slego not Slego”.

Per tutta la serata saranno attivi bar e gastronomia, con la possibilità di fare aperitivi o cenare. Menù carne o vegetariano con il food truck di MAD for BBQ che ci presenteranno dei menù dedicati alla serata.

Filippo Malatesta in concerto

Sabato 29 giugno, ore 21 il concerto, ore 19,30 aperitivo e stand gastronomico

Filippo Malatesta, una bellissima passeggiata musicale nel suo ultimo album e nei sei precedenti firmati dall’artista, oltre ad alcuni omaggi agli artisti più amati da Malatesta, tra i quali De André e gli U2.
Concerto dalle ore 21, il parco aprirà alle ore 19,30 per l’aperitivo e la cucina a cura del il food truck di MAD for BBQ che ci presenteranno dei menù dedicati alla serata..

Luglio La Notte Rosa con L’amore all’Opera

Venerdì 5 luglio, ore 21

Le più belle arie di romanze d’opera e una selezione di canzoni eterne per ascoltare il bel canto dei nostri interpreti accompagnati al pianoforte: Chiara Guerra soprano, Alessandro Moccia tenore, Roberto Gentili baritono, Fabrizio Di Muro pianoforte

Sarà presente il catering della Macelleria Pari di Rimini con un menù dedicato alla serata su prenotazione, anche con proposte vegetariane. Per prenoitare la cena scrivere su Whatsapp al 338 3925600.

Canzoni Rubate, con il giornalista Michele Bovi e il maestro Vince Tempera

Sabato 6 luglio ore 21

L’inevitabilità del plagio: testimonianze e accuse degli artisti più popolari della musica italiana. A confronto il giornalista Michele Bovi autore del libro “Anche Mozart copiava e plagiava i Beatles”e il direttore d’orchestra Vince Tempera

Sarà presente il catering della Macelleria Pari di Rimini con un menù dedicato alla serata su prenotazione anche con proposte vegetariane.

La musica pop sembra aver esaurito le combinazioni. L’accusa che la stampa specializzata e i social muovono alla discografia è che le canzoni oggi sono invariabilmente sfacciati copia-copia di melodie, armonie e ritmi del passato prossimo o remoto. Il tema dell’inevitabilità del plagio sarà affrontato sabato 6 luglio al Parco della Serra Cento Fiori in occasione della presentazione del libro del giornalista Michele Bovi “Anche Mozart copiava e plagiava i Beatles”. Con lui ci sarà il maestro Vince Tempera, veterano dei direttori d’orchestra del Festival di Sanremo e re delle sigle dei cartoni animati. Si parlerà anche dell’imitazione di stili, con riferimento ai modelli che di volta in volta hanno suggestionato esecutori come Little Tony, Bobby Solo, Adriano Celentano, Zucchero e i Måneskin. E sullo schermo scorreranno i filmati esclusivi di Michele Bovi, già caporedattore centrale del Tg2 e poi capostruttura di Rai 1 (a lui si deve anche l’invenzione della rubrica Teche teche te’) che in 25 anni di inchieste sul diritto d’autore ha raccolto le denunce di artisti di primo piano. Vedremo e ascolteremo così testimonianze e accuse di Ennio Morricone, Nicola Piovani Gino Paoli, Francesco Guccini.

Nei prossimi giorni verrà diffuso il programma di luglio e agosto. Ulteriori informazioni a comunicazione@coopcentofiori.it – cell 338 3925600

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San Vito, la “ligaza” dal mondo degli abitanti della frazione

Mar, 21/05/2024 - 16:26
Cena di vicinato organizzata dal Sistema Accoglienza e Integrazione (Sai) della struttura di San Vito, dove risiedono sei persone assistite dalla Cooperativa Sociale Cento Fiori.

Cena di vicinato organizzata dal Sistema Accoglienza e Integrazione (Sai) della struttura di San Vito, dove risiedono sei persone assistite dalla Cooperativa Sociale Cento Fiori per l’Unione dei comuni della Valmarecchia. Una “ligaza” in piena osservanza della tradizione d’accoglienza romagnola, però con gli ingredienti della multiculturalità. Per cui accanto ai piatti tipici cucinati dalle e dagli abitanti della struttura di “San Void”, si è aggiunta la pizza fatta in casa e gli involtini di carne ucraini, oltre ai dolci tipi romagnoli. Il tutto innaffiato con the alla menta dal Marocco e vino per gli altri.

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