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Nostalgia canaglia (e rompicoglioni, alla lunga)

La casa di Kikko (il mio blog) - Dom, 11/02/2029 - 12:29

Un giorno la nebbia era tanta che non si vedeva da qui a là, cioè una decina di metri, forse anche meno. Ero imbarcato su un peschereccio vecchio, con la prua a picco che sembrava un bragozzo e la poppa allungata che sembrava la coda ritta di un tacchino, con un comandante che definire alcoolista era un eufemismo: una cassa di vino bianco gli durava un giorno in mare. Stavamo tornando in porto e per un po' abbiamo viaggiato a radar, ma vicino all'imboccatura non bastava più: toccava seguire il nautofono e guardare. Il radar, all’epoca, non era molto preciso sulle corte distanze e il GPS era sconosciuto su quel legno.

Io ero a prua e il capitano aveva ficcato la testa nella finestrella per sentire meglio le mie indicazioni, ripetendo ansiosamente «Vedi niente?» Cercavo gli scogli intorno al faro rosso all'imboccatura. Niente: il suono del nautofono era sempre più forte, ma di scogli nessun contorno. Mi ero quasi convinto di averli superati quando mi sorpresi a gridare «dai indietro, dai indietro...» a quel vecchio ubriacone. Mi spaventai parecchio. Però imboccammo il porto, seguendo il profilo della palata e l'ombra del Rockisland.

Tolta questa esperienza, datata 30 anni fa, con le attrezzature che ci sono ora su qualunque barca, il nautofono non ha senso. E’ un vezzo retrò per pochi nostalgici, che magari vivono lontano dal suono e non fanno a tempo ad esasperarsi al cupo brontolio intermittente, ormai superato dal tempo. E che, forse, come talvolta accade, del mare conoscono giusto «la roiga blu» orizzontale e quella verticale dei tanga.

(Foto del Corriere Romagna tratta dall'articolo https://www.corriereromagna.it/news-rimini-33396-suoni-solidi-fatti-nebb...)

Argomenti: BloggingSpazi: Rockisland

Icaro, Stefano Rossini intervista Cristina Fabbri (Cento Fiori) su Donne, gioco d’azzardo e violenza

Cooperativa sociale Cento Fiori - Gio, 10/04/2025 - 15:24
Stefano Rossini di Radio Icaro ha intervistato Cristina Fabbri, della Cooperativa Sociale Cento Fiori: negli ultimi decenni, sempre più donne hanno iniziato a partecipare attivamente al gioco d’azzardo.

La percentuale delle donne che si dedicano al gioco d’azzardo è rilevante: negli ultimi decenni, sempre più donne hanno iniziato a partecipare attivamente al gioco d’azzardo, un comportamento che prima era prevalentemente messo in atto dagli uomini. Le donne connettono l’esperienza della violenza all’esperienza del gioco?

Stefano Rossini di Radio Icaro ha intervistato Cristina Fabbri, della Cooperativa Sociale Cento Fiori sull’argomento, in vista dell’incontro che si teneva a Rimini venerdì 11 aprile dalle ore 15 alle ore 18, Casa Ludica, via Bramante 10 – primo piano, Rimini. Come le donne si avvicinano all’azzardo, quando il gioco può diventare una “fuga dalla realtà”, quanto spesso c’è una forma di violenza domestica?

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Torna Balla la Liberazione con la Bandabardò il 25 aprile: musica dal vivo, djset e street food per tutto il fine settimana

Cooperativa sociale Cento Fiori - Mer, 09/04/2025 - 18:06

Quarto appuntamento per festeggiare l’Italia liberata al parco La Serra Cento Fiori insieme a Rimini ed amici di tutte le età. Di giorno band dal vivo, la sera Dj Muna e Ale Paglia, Velvet e Ikigai Kollektive

Rimini – Una giovane che allegoricamente rappresenta la Libertà conquistata: è questo il nuovo volto, illustrato da Giada Romano, che introduce a Balla la Liberazione!, la tre giorni di festa, concerti, musica e buon cibo di strada che quest’anno verrà inaugurata da Bandabardò. La tre giorni che ormai da tradizione Cooperativa Sociale Cento Fiori organizza e dona alla città e ai suoi ospiti nel fine settimana del 25 aprile si ripresenta con un programma ricco che accontenta tutte le età. La duplice inaugurazione del 25 aprile – Bandabardò con il concerto riminese inaugura il suo Fandango Summer Tour 2025, dall’omonimo album di inediti che la band ha pubblicato il 28 marzo – sarà seguita da un programma di musica dal vivo e djset, ma anche momenti di riflessione sulla Liberazione- che dalle ore 16 del 25 aprile si estenderà fino alla sera di domenica 27. Una tre giorni da sempre a ingresso libero e gratuito nella consueta cornice del parco de La Serra Cento Fiori, lo spazio verde a 300 metri dal Ponte di Tiberio sul bordo del Parco XXV aprile, e con ingressi da via Galliano 19 e via Padre Tosi.

Insomma, una serie di appuntamenti divertenti e pieni di valori resi possibili non solo dall’organizzazione della Cooperativa Sociale Cento Fiori, ma anche dal patrocinio del Comune di Rimini e in collaborazione con Risuona Rimini, Velvet, Romagna Acque, Assicoop – Romagna Futura, CBR, Coop Alleanza 3.0, Gep Carburanti e Anpi.


Quest’anno l’illustrazione della celebrazione è stata affidata a Giada Romano, monzese di nascita ma riminese d’adozione, che ha interpretato la liberazione con una giovane inghirlandata di papaveri. Un’allegoria che incarna sia la contemporaneità che continuano ad avere i valori del 25 aprile, sia lo spirito della Festa nel parco. Il tutto lasciando al lettore il piacevole retrogusto di una moderna Marianna (la fanciulla della Rivoluzione Francese che guida il popolo) o la rilettura del simbolo femminile della Repubblica Italiana, che al posto della corona porta i “mille papaveri rossi” che vegliano sul Piero di Fabrizio De André. Giada Romano, conosciuta nel mondo dei disegni manga anche come “Giada-chan” o “Lost Jade”, appassionata dai disegni manga e dalla cultura giapponese fin da bambina, si è affermata nel panorama illustrativo italiano dapprima con due serie di video su youtube, dedicate una ai tutorial manga e l’altra dal titolo “Draw my life”, poi pubblicando una sua serie, Riflessi di luce, avviata nel 2015, ed ora con una propria casa editrice che ha promosso giovani disegnatori emergenti, accanto a Riflessi di luce.

Ma veniamo al programma, anzi, al densissimo programma:

Venerdì 25 Si apre lo spazio alle 16, poi il concerto della band Khorakhané

Nati nel 2001 come tribute band, sviluppando parallelamente un repertorio di brani originali. Nel 2006 vincono SanremoLab, concorso che li porterà al Festival di Sanremo 2007 nella sezione giovani. Il loro La ballata di Gino vince il secondo Premio della Critica nella sezione giovani e il Premio MEI come miglior gruppo Indie-Pop del 2007. Nel 2008 i KhoraKhané sono selezionati per il Concerto per la Pace a Il Cairo. Una frase tratta dalla canzone “Non ho scordato” (La mia vendetta è la memoria) verrà usata come slogan dall’Associazione tra i familiari delle vittime della strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980. I Khorakhanè sono: Fabrizio Coveri: voce Pier David Fanti: batteria Gianluca Ravaglia: basso Matteo Scheda: chitarre (elettrica, acustica, classica) Nicoletta Bassetti: violino Enrico Pelliconi: fisarmonica, piano, tastiere

ore 18.30 Bandabardò

La Bandabardò ha scelto di iniziare la sua nuova avventura on the road in Italia il 25 aprile, una giornata che ha sempre festeggiato con passione e convinzione, quando si esibirà con un doppio concerto a Gattatico (RE) e a Rimini. Con Fandango Summer Tour 2025 la band toscana riprende il discorso col pubblico lì dove lo aveva interrotto qualche anno fa. Ora è Finaz il front man, la voce principale che sarà spesso sostituita o supportata da Ramon e dagli altri bardozziani, ognuno dei quali resta comunque ben saldo al proprio posto: Orla alla ‘chitarrona’, Bachi al basso e contrabbasso, Nuto alla batteria, Pacio alle tastiere, Ramon alla tromba e percussioni e Cantax a sovrintendere i suoni. Il loro mood e il loro suono saranno ancor più corali, sempre insieme per affrontare questo importante ‘passo avanti’.

In scaletta ci saranno certamente le canzoni più amate e cantate dal pubblico, ma anche alcuni brani sinora poco eseguiti, rimasti nascosti tra le maglie del loro vastissimo repertorio. E ovviamente ci saranno anche alcuni pezzi da Fandango.

ore 20.00 DJ Muna feat Ale Paglia sax

Un viaggio sonoro che attraversa i ritmi travolgenti degli anni ’90 e 2000. Folk, rock, hip hop e dance in un set eclettico e coinvolgente, arricchito dal sax energico e raffinato di Ale Paglia. Un’esperienza musicale tutta da ballare.

Alessandro Pagliarani (Ale Paglia), riminese, diplomato in sax e polistrumentista, si esibisce con il sax nelle più svariate forme e modalità, collaborando in studio e dal vivo con gran parte delle band, degli artisti e dei cantautori della scena riminese e con le realtà che mettono la musica al centro di attività sociali.

Matteo Munaretto (Muna), DJ e producer riminese, ha iniziato a studiare pianoforte classico per poi avvicinarsi ai sintetizzatori e alla musica elettronica. Nel 2006 vince il premio come miglior DJ/Producer nel concorso “Nokia for Music”, suonando al fianco di artisti come Tiga e Timo Maas, e aprendo l’esibizione dei Gotan Project. Nel 2007, ha ottenuto il premio per il miglior progetto Hip Hop con “Efficienza Sonika” al Mei Hip Hop Award italiano. Ha prodotto diverse tracce di musica elettronica e house con i progetti Muna, Mendez & Muna, Efficienza Sonika e Wasabit.

Sabato 26 ore 10.30 Finalmente liberi! Dibattito ANPI Conoscere, capire, scegliere la Liberazione dopo 80 anni

Dibattito pubblico con interventi di Jamil Sadegholvaad, sindaco di Rimini, Andrea Gnassi, deputato, Marco Croatti, senatore, Renzo Savini, comitato nazionale Anpi. Modera Onide Donati, giornalista

ore 13.00 Pranzo sociale Anpi e tesseramento

Richiesta prenotazione attraverso la sezione locale o messaggio whatsapp 327 218 86 18

ore 16.00 Contest Palco Zero organizzato da Risuona Rimini ore 19.00 Velvet Remember

Con dj Elio Lucifer Rising e dj Fullnelson

Domenica 27 dalle 13.00 Back to the ’90, Eleonora Elettra, Rev. Dave

Back to the 90’s”: un dinamico duo acustico che vi farà rivivere le emozionanti note dei successi degli anni ‘90 come Torn, Back for Good, Baby One More Time… E tanti altri, rivisitati in chiave acustica. Stefania Pozzi – voce e violino Marcello Dolci – voce e chitarra

Eleonora Elettra Eleonora Zanotti, in arte Eleonora Elettra, è una delle voci più belle ed emozionanti del panorama musicale riminese ma non solo! Inizia a cantare per passione in cover band funk, rock, soul dall’età di 18 anni, fino a quando il suo amore per ogni forma di musica la spinge a voler iniziare a comporre. Nei suoi brani spazia alla ricerca di sé stessa e indaga il grande mondo delle relazioni, in un viaggio dalle varie sonorità: folk – indie e fino al soul, il genere che l’ha fatta innamorare della musica. É stata finalista dei concorsi “Incanto” nel 2016 a Morciano e “Mimì Sarà” nel 2019 (dedicato a Mia Martini) a Milano. Sale sul podio come Seconda classificata al “Festival di Rimini” tenutosi al teatro Galli di Rimini nel 2019. Oggi ha all’attivo quattro singoli composti insieme al chitarrista Luca Arduini e prodotti da Gianluca Morelli di Deck Lab.

Reverendo Dave Experience Reverendo Dave sposta sempre i suoi orizzonti, traghetta la sua marea adriatica verso sonorità acustiche con un intimo duo chitarra e sax. Davide Reverendo Dave Baldazzi voce e chitarra con Luca Quadrelli al sax

ore 17.00 Duo Bucolico

Il Duo Bucolico nasce nel 2005 in Romagna frutto delle menti di Antonio Ramberti e Daniele Maggioli.?I due artisti scrivono canzoni di “cantautorato illogico d’avanguardia” e dal vivo riescono sempre a suscitare l’ilarità generale del pubblico sempre più numeroso. ?Il loro stile è volutamente ebbro e ironico, mosso da una leggerezza pensosa e anarcoide. I concerti sono un concentrato di improvvisazione e libertà, in una continua ricerca del contatto col il loro pubblico, molto eterogeneo ed affezionato.? I loro tour coprono in lungo e in largo tutta la penisola passando dai circoli ai palchi delle piazze, dalle feste private ai Festival musicali.? Nei 17 anni di attività si contano ormai più di 1.500 concerti tra i quali nel 2019 la partecipazione al “Jova Beach Party” e all’Home festival di Treviso. Hanno all’attivo otto album di cui l’ultimo è Via col vento (Cinedelic Records) uscito in aprile 2022. ?Nella primavera 2020, in piena emergenza covid, pubblicano il singolo Palla di Gas dedicato a Zagor Camillas. Nel dicembre 2020 esce la compilation/tributo Dieci anni di Tempi d’Oro (Cinedelic Records) a cui partecipano tra gli altri Daniele Baldelli, Modena City Ramblers e Vincenzo Vasi.? Nel 2022 partono per un nuovo tour nazionale di oltre 60 concerti. Nel dicembre 2022 pubblicano IL BEL PRESEPE, sarcastica rilettura dei tic italiani. Nel 2022 inizia tour di Via col Vento che li vede in giro tutta la penisola con oltre cento date fino al 2023.

ore 18.30 Saluti e appuntamento al Marecchia Social Fest ore 19.00 Ikigai Kollektive

Amiamo condividere Arte in luoghi dove ti aspetteresti di trovare altro. Amiamo guardare il Mondo da punti di vista nuovi e diversi. Amiamo Creare.

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Donne, gioco d’azzardo e violenza domestica

Cooperativa sociale Cento Fiori - Mer, 09/04/2025 - 15:52
Incontro di formazione rivolto a tutti/e gli/le operatori/trici che si occupano di violenza domestica, venerdì 11 aprile dalle ore 15 alle ore 18, Casa Ludica, via Bramante 10 – primo piano, Rimini

Rimini – La percentuale delle donne che si dedicano al gioco d’azzardo è rilevante: negli ultimi decenni, sempre più donne hanno iniziato a partecipare attivamente al gioco d’azzardo, un comportamento che prima era prevalentemente messo in atto dagli uomini. Le donne connettono l’esperienza della violenza all’esperienza del gioco?

Il gioco salta fuori anche in termini rivendicativi. È un modo per risarcire se stessi e rivalersi nei confronti degli altri. Il gioco è denaro e il denaro è una forma di risarcimento da sempre.”

Fulvia Prever

Proponiamo un momento di riflessione e approfondimento del fenomeno, in costante espansione, del gioco femminile, venerdì 11 aprile dalle ore 15 alle ore 18, Casa Ludica, via Bramante 10 – primo piano, Rimini. Come le donne si avvicinano all’azzardo, quando il gioco può diventare una “fuga dalla realtà”, quanto spesso c’è una forma di violenza domestica?

Argomenti trattati:

– Il gioco d’azzardo: caratteristiche, offerta e meccanismi specifici.

– Il gioco d’azzardo e le donne: motivazioni, tipi di gioco e difficoltà nel chiedere aiuto

– Gioco d’azzardo e violenza domestica. Quando l’azzardo compulsivo e la violenza si manifestano in correlazione e come riconoscere la violenza nei casi di gioco.

– Violenza economica e autonomia finanziaria.

– Discussione e scambio di opinioni.

Per informazioni e iscrizioni:

cristina.fabbri@coopcentofiori.it – 324.0799383 (Coop. Soc. Cento fiori)

E’ un’iniziativa promossa da Rete Gap di Rimini composta dalla Comunità Papa Giovanni XXIII (capofila), Millepiedi, Cento Fiori, Alcantara, Parkinson in Rete e Il Gesto

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Stop alla piccola proprietà contadina: decadenza dell’agevolazione con rivendita a coltivatore diretto.

Il soggetto che ha acquistato un terreno agricolo avvalendosi dell’agevolazione prevista per la piccola proprietà contadina decade da questa agevolazione se rivende il terreno, prima dei cinque anni, a un altro soggetto, anche se questo è un coltivatore diretto. Lo stabilisce l’Agenzia delle Entrate nella risposta n. 86/2025, a un quesito avanzato da una società iscritta come impresa agricola presso il Registro Imprese. Nello specifico il contribuente, in possesso della qualifica di coltivatore diretto, ha acquistato una serie di fondi rustici avvalendosi dell’agevolazione prevista dall’art. 2, comma 4-bis, del decreto legge n. 194 del 30 dicembre 2009. Successivamente, per motivi strettamente economici, si è trovato nella necessità di dover vendere questi fondi, prima del decorso dei cinque anni, a un altro coltivatore diretto. Chiede, dunque, essendo l’acquirente anch’egli un coltivatore diretto, se tale vendita può comportare o meno la decadenza dall’agevolazione della piccola proprietà contadina. Cos’è la Piccola Proprietà Contadina. L’agevolazione in questione, come accennato, è contenuta nell’art. 2 comma 4 bis del D.L. 194/2009. Essa prevede l’applicazione in misura fissa dell’imposta di registro e ipotecaria, e dell’un per cento dell’imposta catastale, nel caso in cui un coltivatore diretto o un imprenditore agricolo a titolo professionale acquistino dei terreni agricoli. L’unica condizione posta dalla norma è che l’acquirente non può, prima dei cinque anni dall’acquisto, nè cedere i terreni acquisiti con l’agevolazione nè smettere di coltivarli o gestirli direttamente. La decadenza dall’agevolazione in caso di rivendita del terreno L’Agenzia delle Entrate, richiamandosi alla giurisprudenza di legittimità, osserva che le norme agevolative fiscali non possono essere interpretate per analogia, con “la conseguenza che i benefici in esse contemplati non posso essere estesi oltre l’ambito di applicazione come rigorosamente identificato in base alla definizione normativa” (Corte di Cassazione, sentenza n. 11106 del 07 maggio 2008). L’agevolazione in argomento prevede il caso tassativo di decadenza qualora i coltivatori diretti, prima che siano trascorsi cinque anni dall’acquisto, cedano volontariamente o smettano di condurre i terreni oggetti dell’agevolazione. Eccezioni alla decadenza dell’agevolazione fiscale. L’unica deroga concessa, contenuta nell’articolo 11 del D.Lgs. 228/2001, è quando l’alienazione o l’affitto avvengono a favore del coniuge, dei parenti entro il terzo grado o di affini entro il secondo grado, purchè questi svolgano l’attività di imprenditore agricolo come definito dall’articolo 2135 del codice civile. Fattispecie che non riguarda il caso sottoposto a interpello. Conclusione: decadenza automatica dell'agevolazione. Sulla base della normativa vigente, richiamandosi al principio del non applicabilità per analogia delle agevolazioni tributarie, l’Agenzia delle Entrate conclude evidenziando che vi sia decadenza dalla piccola proprietà contadina nel caso di rivendita del terreno agevolato prima dei cinque anni, anche se questa avviene a favore di un altro coltivatore diretto.   Notizie ImpreseOggi
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Cooperative sociali e imprese sociali: al via i contributi a fondo perduto sui finanziamenti agevolati

E’ stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale numero n.72 del 27 marzo 2025 il Decreto del Ministero delle imprese e del made in Italy del 10 marzo 2025 con il quale si stabiliscono le modalità operative per la concessione del contributo a fondo perduto previsto dal Decreto ministeriale 3 luglio 2015. L’obiettivo della misura agevolativa in argomento è quello di finanziarie la nascita, lo sviluppo e il rafforzamento delle cooperative sociali e delle imprese sociali in generaleche operano all’interno del territorio italiano. La misura di aiuto è formata dalla concessione di un finanziamento agevolato a tasso agevolato dello 0,5% a cui si affianca, per l’appunto, un contributo a fondo perduto variabile a seconda della tipologia e dell’ubicazione dell’intervento. Chi può beneficiare del contributo a fondo perduto? I beneficiari di questa agevolazione sono:
  • Le imprese sociali, in qualsiasi forma costituite e iscritte nell’apposta sezione del Registro delle imprese;
  • Le cooperative sociali e i loro consorzi iscritti nell’albo delle Cooperative sociali e nell’apposita sezione del Registro delle Imprese;
  • Le società cooperative che hanno la qualifica di ONLUS;
  • Le imprese culturali e creative, costituite in forma di società di persone o di capitali, che operano o vorranno operare nei settori indicati nell’allegato n. 1 del decreto direttoriale 8 agosto 2022;
Requisiti per i beneficiari.  I beneficiari, come sopra elencati, alla data di presentazione delle domande devono possedere le seguenti caratteristiche:
  • essere regolarmente costituiti e iscritti nel Registro delle imprese e nel Registro Unico Nazionale del Terzo Settore (RUNTS);
  • non essere in liquidazione volontaria o sottoposte a procedure concorsuali;
  • avere sede legale e operativa in Italia. I beneficiari che non hanno sede nel nostro territorio nazionale devono essere costituitI secondo le norme di diritto civile e commerciale vigenti nello Stato di residenza e iscrittI nell’omologo registro delle imprese;
  • essere in regola con la normativa edilizia e urbanistica, del lavoro, della prevenzione degli infortuni e della salvaguardia dell’ambiente ed essere in regola con gli obblighi contributivi;
  • adottare il regime di contabilità ordinaria;
  • non aver delocalizzato, nei due anni precedenti la presentazione della domanda, una parte dell’unità produttiva che sarà interessata dal progetto.
Contestualmente si assume l’impegno a non delocalizzare, per almeno i due successivi il completamento dell’investimento agevolato.   Come funziona il finanziamento agevolato.  L’agevolazione consiste nella concessione di un finanziamento agevolato e di un contributo a fondo perduto. Il finanziamento agevolato. Il finanziamento è composto da un finanziamento agevolato vero e proprio al quale si affianca un finanziamento, di pari durata, erogato da una Banca che ha sottoscritto la Convenzione tra il Ministero dello sviluppo economico, l’Associazione Bancaria Italiana e Cassa Depositi e Prestiti del 12 ottobre 2022. Il finanziamento agevolato può avere una durata fino a quindici anni. Nel periodo di tempo è compreso anche il pre ammortamento, con durata massima di quattro anni. Il tasso di interessi previsto è 0,5%. I due finanziamenti, quello agevolato e quello bancario, sono considerati in maniera unitaria e possono raggiungere l’importo massimo dell’80% delle spese ammissibili. Il finanziamento bancario deve rappresentare il 30% della somma richiesta, mentre il restante 70% è rappresentato dal finanziamento agevolato. Contributo a fondo perduto. Oltre al finanziamento agevolato è prevista la concessione di un contributo a fondo perduto, in una percentuale che varia a seconda del richiedente e della sua ubicazione nel territorio nazionale. In particolare il contributo a fondo perduto sarà:
  • 20% delle spese ammissibili se la richiesta è presentata da PMI localizzate nelle aree del territorio nazionale ammesse alla deroga di cui all’articolo 107, paragrafo 3, lettera a), del TFUE previste dalla Carta degli aiuti di Stato a finalità regionale. In questo caso la somma del finanziamento agevolato e del contributo non può essere superiore al 75% delle spese ammissibili;
  • 15% delle spese ammissibili se la richiesta del finanziamento è fatta da grandi imprese che possiedono la deroga di cui all’articolo 107, paragrafo 3, lettera a), del TFUE previste dalla Carta degli aiuti di Stato a finalità regionale;
  • 15% delle spese ammissibili se la richiesta del finanziamento agevolato è fatta da PMI che possiedono la deroga di cui all’articolo 107, paragrafo 3, lettera c), del TFUE previste dalla Carta degli aiuti di Stato a finalità regionale;
  • 5% delle spese ammissibili se la domanda è presentata da grandi imprese nelle aree del territorio nazionale ammesse alla deroga di cui all’articolo 107, paragrafo 3, lettera c), del TFUE previste dalla Carta degli aiuti di Stato a finalità regionale;
  • 5% delle spese ammissibili se la richiesta viene presentata dalle PMI o grandi imprese che non rientrano nelle categorie precedenti.
Obiettivi dell’investimento agevolato. La richiesta di finanziamento agevolato può essere presentata per spese ammissibili, al netto di IVA, non inferiori a centomila euro e non superiori a dieci milioni di euro. Gli investimenti in essere devono raggiungere almeno uno di questi obiettivi;
  • Incremento occupazionale di categorie svantaggiate;
  • Inclusione sociale di soggetti vulnerabili;
  • Valorizzazione ambientale, rigenerazione urbana, turismo sostenibile;
  • Valorizzazione e salvaguardia di beni storico – culturali, o perseguimento di finalità culturali e creative, utilità sociale;
Spese ammissibili per il finanziamento. Nello specifico le spese ammissibili sono:
  • suolo aziendale e sue sistemazioni, nella misura del 10% dell’investimento agevolabile;
  • fabbricati, opere edili/murarie, comprese le ristrutturazioni, purchè inserite in un contesto di investimento più ampio. Pertanto l’acquisto o la sistemazione di un immobile non può essere l’unica finalità dell’investimento per cui si chiede l’agevolazione;
  • infrastrutture specifiche aziendali;
  • macchinari, impianti e attrezzature varie, purchè nuovi di fabbrica;
  • software, brevetti, licenze riguardanti nuove tecnologie e processi produttivi.
Come presentare la domanda di agevolazione? Le domande di agevolazione dovranno essere presentate a mezzo Pec a partire dalle ore 12.00 del giorno 13 ottobre 2022. L’indirizzo pec è: es.imprese@pec.mise.gov.it   Per maggiori informazioni. Le imprese interessate, per ulteriori informazioni o per la redazione della domanda di finanziamento, nonché la sua più generale valutazione, potranno rivolgersi allo studio al numero 0541.708252 o inviare una mail all’indirizzo studio@giovannibenaglia.it Notizie ImpreseOggi
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Iftar insieme, Radio Icaro intervista Fatima Berrima della Cento Fiori

Cooperativa sociale Cento Fiori - Gio, 27/03/2025 - 15:14
Iftar insieme: a Santarcangelo si festeggia con cibo multietnico la rottura del digiuno quotidiano per il Ramadan. Per la terza edizione dell’iniziativa, Stefano Rossini giornalista di Radio Icaro, ha intervistato Fatima Berrima, operatrice della Cooperativa Sociale Cento Fiori.

Santarcangelo – Iftar insieme: in piazza Ganganelli a Santarcangelo si festeggia con cibo multietnico la rottura del digiuno quotidiano per il Ramadan. Per parlare di questa terza edizione dell’iniziativa, Radio Icaro, grazie al giornalista Stefano Rossini, ha intervistato Fatima Berrima, operatrice della Cooperativa Sociale Cento Fiori, che ne cura insieme a colleghe e colleghi l’organizzazione.

L’evento: giovedì 27 marzo dalle ore 18:35 a buffet piatti da Marocco, Afghanistan, Mali, Pakistan, ma anche da San Vito e Santarcangelo con i migranti del progetto Sai e zdoure volontarie.

L’iniziativa è resa possibile dall’impegno delle cooperative che gestiscono il progetto Sai (Sistema Accoglienza Integrazione) dell’Unione dei Comuni della Valmarecchia, ovvero la Cento Fiori e Il Millepiedi, insieme all’associazione Valmarecchia Comunità Solidale e L’unione dei Comuni della Valmarecchia. Per i fedeli ci sarà uno spazio per la preghiera del Maghreb (la preghiera del tramonto), dopo la quale comincerà la condivisione insieme alla cittadinanza.

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Iftar insieme: in piazza Ganganelli si festeggia con cibo multietnico la rottura del digiuno quotidiano per il Ramadan

Cooperativa sociale Cento Fiori - Lun, 24/03/2025 - 11:52
Giovedì 27 marzo dalle ore 18:35 a buffet piatti da Yemen, Marocco, Afghanistan, Mali, Pakistan, ma anche da San Vito e Santarcangelo con i migranti del progetto Sai e zdoure volontarie

Santarcangelo – Dopo il tramonto è festa multietnica in piazza Ganganelli giovedì 27 marzo: è Iftar insieme, la condivisione della rottura del digiuno quotidiano che i fedeli musulmani praticano durante il Ramadan, dall’alba al tramonto. E giovedì, grazie ai migranti ospiti del progetto Sai Valmarecchia e Riccione, chiunque potrà, in un momento di condivisione, conoscenza e incontro, assaggiare piatti dal buffet, formato da specialità di Yemen, Marocco, Afghanistan, Mali, Pakistan, ma anche da San Vito e Santarcangelo. Perché fianco a fianco dei migranti ai fornelli ci saranno anche zdoure e volontari.

L’iniziativa è resa possibile dall’impegno delle cooperative che gestiscono il progetto Sai (Sistema Accoglienza Integrazione) dell’Unione dei Comuni della Valmarecchia, ovvero la Cento Fiori e Il Millepiedi, insieme all’associazione Valmarecchia Comunità Solidale e L’unione dei Comuni della Valmarecchia. Per i fedeli ci sarà uno spazio per la preghiera del Maghreb (la preghiera del tramonto), dopo la quale comincerà la condivisione insieme alla cittadinanza.

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Esenzione IMU per la Parrocchia che concede immobile a un'associazione no profit

La Corte di Giustizia Tributaria dell’Emilia Romagna, con propria sentenza n. 1118/2024 del 09.12.2024 e depositata il giorno 17 dicembre 2024, è tornata sulla ormai storica questione dell’esenzione Imu prevista per gli immobili strumentali di proprietà degli Enti del Terzo Settore. Il caso. Il caso per cui è stata interpellata riguarda un immobile, di proprietà di una Parrocchia, concesso in comodato d’uso gratuito a una associazione iscritta al Registro delle Associazioni di Promozione sociale. Secondo il Comune l’agevolazione Imu non sarebbe spettata all’ente religioso in quanto sia la norma che la giurisprudenza maggioritaria hanno sempre interpretato la disciplina di favore esclusivamente nel caso in cui l’utilizzatore è direttamente l’ente del terzo settore e non anche quando questi concede in comodato a terzi, ancorchè gratuito, l’immobile agevolato. Normativa IMU ed Enti del Terzo Settore. I Giudici, nel proprio dispositivo, si premurano di illustrare l’esenzione contenuta nell’art. 7 comma 1 lett. i del D.Lgs. 504/1992. Condizione per il suo godimento è che gli immobili siano utilizzati per lo svolgimento, con modalità non commerciali, di attività assistenziali, previdenziali, sanitarie, di ricerca scientifica, didattiche, ricettive, culturali, ricreative e sportive. Rientrano in tale agevolazioni, per espresso rinvio normativo, anche gli enti ecclesiastici. Nonostante la già citata contrarietà della Giurisprudenza della Corte di Cassazione, il Ministero delle Finanze con propria risoluzione n. 4/DF del 04 marzo 2013 si era espresso a favore della concessione dell’agevolazione Imu anche in caso di comodato gratuito a favore di un altro ente non commerciale. Solo nel 2023 il Parlamento è intervenuto a mettere fine a queste ondivaghe interpretazioni della materia, emanando una norma di interpretazione autentica, contenuta nell’art. 1 comma 71 della Legge 213/2023. In particolare si è specificato che l’agevolazione Imu sugli immobili degli enti no profit spetta anche nel caso in cui questi siano concessi in comodato a favore di altri enti simili, al ricorrere, però, delle seguenti condizioni:
  1. Gli enti destinatari devono essere collegati funzionalmente o strutturalmente al soggetto concedente;
  2. All’interno dell’immobile devono essere svolte, con modalità non commerciali, delle attività assistenziali, previdenziali, sanitarie, di ricerca scientifica, didattiche, ricettive, culturali, ricreative e sportive.
Il collegamento funzionale e strutturale Per chiarire il concetto di “collegamento funzionale e strutturale” necessario per ottenere l’agevolazione IMU è intervenuto il Ministero delle Finanze con la circolare 2/DF del 16 luglio 2024. Il collegamento esiste quando:
  • l’attività svolta all’interno dell’immobile è legata alla finalità dell’ente concedente ed è coerente con gli scopi istituzionali del concedente stesso;
  • l’immobile è concesso in comodato a favore di un ente che appartiene alla stessa struttura del concedente.
La decisione. Nel caso esaminato, i Giudici di Secondo Grado hanno richiamato le norme che regolano il funzionamento degli enti ecclesiastici, contenute nella legge 222/1985. In particolare l’articolo 15, che stabilisce che gli enti ecclesiastici possono svolgere attività diverse da quelle di culto, e l’articolo 16 che fa rientrare nelle attività svolte dagli enti religiosi anche quelle di religione, di culto, di assistenza, di beneficenza, istruzione educazione e cultura. Nel caso trattato, il “collegamento funzionale o strutturale” è presente in quanto l’ente a cui è stato concesso il comodato gratuito ha tra le proprie finalità anche quelle di promuovere l’aggregazione giovanile anche attraverso la realtà degli oratori, il tutto secondo “la concezione cristiana dell’uomo e per la sua elevazione sociale”. Tale previsione è stata sufficiente per far decidere ai Giudici la presenza di quel nesso funzionale e strutturale necessario per far beneficiare alla Parrocchia dell’esenzione ai fini Imu dell’immobile concesso in comodato gratuito. Notizie ImpreseOggi
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Esenzione IMU per la Parrocchia che concede immobile a un'associazione no profit

La Corte di Giustizia Tributaria dell’Emilia Romagna, con propria sentenza n. 1118/2024 del 09.12.2024 e depositata il giorno 17 dicembre 2024, è tornata sulla ormai storica questione dell’esenzione Imu prevista per gli immobili strumentali di proprietà degli Enti del Terzo Settore. Il caso. Il caso per cui è stata interpellata riguarda un immobile, di proprietà di una Parrocchia, concesso in comodato d’uso gratuito a una associazione iscritta al Registro delle Associazioni di Promozione sociale. Secondo il Comune l’agevolazione Imu non sarebbe spettata all’ente religioso in quanto sia la norma che la giurisprudenza maggioritaria hanno sempre interpretato la disciplina di favore esclusivamente nel caso in cui l’utilizzatore è direttamente l’ente del terzo settore e non anche quando questi concede in comodato a terzi, ancorchè gratuito, l’immobile agevolato. Normativa IMU ed Enti del Terzo Settore. I Giudici, nel proprio dispositivo, si premurano di illustrare l’esenzione contenuta nell’art. 7 comma 1 lett. i del D.Lgs. 504/1992. Condizione per il suo godimento è che gli immobili siano utilizzati per lo svolgimento, con modalità non commerciali, di attività assistenziali, previdenziali, sanitarie, di ricerca scientifica, didattiche, ricettive, culturali, ricreative e sportive. Rientrano in tale agevolazioni, per espresso rinvio normativo, anche gli enti ecclesiastici. Nonostante la già citata contrarietà della Giurisprudenza della Corte di Cassazione, il Ministero delle Finanze con propria risoluzione n. 4/DF del 04 marzo 2013 si era espresso a favore della concessione dell’agevolazione Imu anche in caso di comodato gratuito a favore di un altro ente non commerciale. Solo nel 2023 il Parlamento è intervenuto a mettere fine a queste ondivaghe interpretazioni della materia, emanando una norma di interpretazione autentica, contenuta nell’art. 1 comma 71 della Legge 213/2023. In particolare si è specificato che l’agevolazione Imu sugli immobili degli enti no profit spetta anche nel caso in cui questi siano concessi in comodato a favore di altri enti simili, al ricorrere, però, delle seguenti condizioni:
  1. Gli enti destinatari devono essere collegati funzionalmente o strutturalmente al soggetto concedente;
  2. All’interno dell’immobile devono essere svolte, con modalità non commerciali, delle attività assistenziali, previdenziali, sanitarie, di ricerca scientifica, didattiche, ricettive, culturali, ricreative e sportive.
Il collegamento funzionale e strutturale Per chiarire il concetto di “collegamento funzionale e strutturale” necessario per ottenere l’agevolazione IMU è intervenuto il Ministero delle Finanze con la circolare 2/DF del 16 luglio 2024. Il collegamento esiste quando:
  • l’attività svolta all’interno dell’immobile è legata alla finalità dell’ente concedente ed è coerente con gli scopi istituzionali del concedente stesso;
  • l’immobile è concesso in comodato a favore di un ente che appartiene alla stessa struttura del concedente.
La decisione. Nel caso esaminato, i Giudici di Secondo Grado hanno richiamato le norme che regolano il funzionamento degli enti ecclesiastici, contenute nella legge 222/1985. In particolare l’articolo 15, che stabilisce che gli enti ecclesiastici possono svolgere attività diverse da quelle di culto, e l’articolo 16 che fa rientrare nelle attività svolte dagli enti religiosi anche quelle di religione, di culto, di assistenza, di beneficenza, istruzione educazione e cultura. Nel caso trattato, il “collegamento funzionale o strutturale” è presente in quanto l’ente a cui è stato concesso il comodato gratuito ha tra le proprie finalità anche quelle di promuovere l’aggregazione giovanile anche attraverso la realtà degli oratori, il tutto secondo “la concezione cristiana dell’uomo e per la sua elevazione sociale”. Tale previsione è stata sufficiente per far decidere ai Giudici la presenza di quel nesso funzionale e strutturale necessario per far beneficiare alla Parrocchia dell’esenzione ai fini Imu dell’immobile concesso in comodato gratuito. Notizie ImpreseOggi
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Agriturismo: contributi a fondo perduto nella provincia di Rimini

Sostenere le aziende agricole nel realizzare, ampliare o adeguare la propria attività agrituristica: queste le linee guide dell’iniziativa promossa dal Gal Valli Marecchia e Conca, tramite il proprio Avviso Pubblico denominato “Investimenti nelle aziende agricole per la diversificazione in attività non agricole”. Misura del contributo a fondo perduto. Il sostegno prevede l’erogazione di un contributo a fondo perduto nella misura del 50% della spesa ammissibile in caso di interventi realizzati nella Zona D ”Aree rurali con problemi di sviluppo”; contributo che scende al 40% nel caso di interventi ubicati nella zona B “Aree ad agricoltura intensiva e specializzata”. L’esatta indicazione dei confini delle zone rurali la si può trovare nel sito internet dell’Assessorato Regionale all’Agricoltura e Pesca. Beneficiari. Possono richiedere l’agevolazione gli imprenditori agricoli, sia singoli che associati, che possiedono i seguenti requisiti:
  • essere regolarmente iscritti all’Anagrafe Regionale delle Aziende Agricole;
  • rispettare i contratti collettivi nazionali e territoriali per il personale dipendente;
  • essere in regola con il Durc;
  • essere iscritti al Registro Imprese al momento della presentazione della domanda di sostegno, salvo il caso di adozione del regime speciale Iva (volume d’affari non superiore a euro 7.000,00);
  • non trovarsi in stato di fallimento o liquidazione coatta amministrativa;
  • essere iscritti all’elenco di cui all’art. 30 della L.R. n. 4/2009 sezione “operatori agrituristici”;
Interventi ammessi. Gli interventi ammessi sono:
  • interventi di recupero, ristrutturazione e ampliamento degli immobili esistenti;
  • realizzazione di piazzole attrezzate per il campeggio;
  • interventi di recupero, ristrutturazione, ampliamento ed allestimento di strutture destinate ad attività ricreative o sportive;
  • interventi di recupero, ristrutturazione e ampliamento di locali da destinare a spazi multiuso;
  • sistemazione di aree esterne al servizio dell’agriturismo;
  • mobili e arredi per camere, sale da pranzo e cucine, rigorosamente nuovi e non di antiquariato o vintage;
  • spese generali e tecniche nella misura massima del 10% della spesa ammissibile;
  • acquisto di hardware e software specifico per l’attività agrituristica;
Termine presentazione delle domande.  Le domande devono essere presentate entro e non oltre le ore 13.00 del giorno 21.07.2025. La spesa minima ammissibile è pari ad euro 20.000. Il contributo sarà erogato sulla base di una graduatoria formata utilizzando i criteri definiti all’interno dello stesso bando di agevolazione. Notizie ImpreseOggi
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Agriturismo: contributi a fondo perduto nella provincia di Rimini

Sostenere le aziende agricole nel realizzare, ampliare o adeguare la propria attività agrituristica: queste le linee guide dell’iniziativa promossa dal Gal Valli Marecchia e Conca, tramite il proprio Avviso Pubblico denominato “Investimenti nelle aziende agricole per la diversificazione in attività non agricole”. Misura del contributo a fondo perduto. Il sostegno prevede l’erogazione di un contributo a fondo perduto nella misura del 50% della spesa ammissibile in caso di interventi realizzati nella Zona D ”Aree rurali con problemi di sviluppo”; contributo che scende al 40% nel caso di interventi ubicati nella zona B “Aree ad agricoltura intensiva e specializzata”. L’esatta indicazione dei confini delle zone rurali la si può trovare nel sito internet dell’Assessorato Regionale all’Agricoltura e Pesca. Beneficiari. Possono richiedere l’agevolazione gli imprenditori agricoli, sia singoli che associati, che possiedono i seguenti requisiti:
  • essere regolarmente iscritti all’Anagrafe Regionale delle Aziende Agricole;
  • rispettare i contratti collettivi nazionali e territoriali per il personale dipendente;
  • essere in regola con il Durc;
  • essere iscritti al Registro Imprese al momento della presentazione della domanda di sostegno, salvo il caso di adozione del regime speciale Iva (volume d’affari non superiore a euro 7.000,00);
  • non trovarsi in stato di fallimento o liquidazione coatta amministrativa;
  • essere iscritti all’elenco di cui all’art. 30 della L.R. n. 4/2009 sezione “operatori agrituristici”;
Interventi ammessi. Gli interventi ammessi sono:
  • interventi di recupero, ristrutturazione e ampliamento degli immobili esistenti;
  • realizzazione di piazzole attrezzate per il campeggio;
  • interventi di recupero, ristrutturazione, ampliamento ed allestimento di strutture destinate ad attività ricreative o sportive;
  • interventi di recupero, ristrutturazione e ampliamento di locali da destinare a spazi multiuso;
  • sistemazione di aree esterne al servizio dell’agriturismo;
  • mobili e arredi per camere, sale da pranzo e cucine, rigorosamente nuovi e non di antiquariato o vintage;
  • spese generali e tecniche nella misura massima del 10% della spesa ammissibile;
  • acquisto di hardware e software specifico per l’attività agrituristica;
Termine presentazione delle domande.  Le domande devono essere presentate entro e non oltre le ore 13.00 del giorno 21.07.2025. La spesa minima ammissibile è pari ad euro 20.000. Il contributo sarà erogato sulla base di una graduatoria formata utilizzando i criteri definiti all’interno dello stesso bando di agevolazione. Notizie ImpreseOggi
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Al via i contributi a fondo perduto sugli interessi pagati dalle aziende agricole.

E’ stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale numero n.55 del 7-3-2025 il Decreto del Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste con il quale si dà attuazione all’agevolazione contenuta nel comma 424 della Legge di Stabilità 2023 (Legge n. 197 del 29 dicembre 2022). L’agevolazione consiste in un contributo a fondo perduto, pari al 50% degli interessi che l’azienda agricola andrà a pagare su un finanziamento concesso da un Istituto di credito. La durata massima del finanziamento bancario ammesso all’agevolazione è di cinque anni compreso il periodo di pre-ammortamento. I beneficiari del contributo sono le imprese agricole, della pesca e dell’acquacoltura che al momento della presentazione della domanda hanno i seguenti requisiti:
  • Hanno la sede in Italia, siano iscritte al Registro delle Imprese e sono iscritte in questo registro come imprese agricole attive o come piccolo imprenditore agricolo e coltivatore diretto al 31 dicembre 2021;
  • hanno sottoscritto una polizza  assicurativa  contro  i  danni alle produzioni, alle strutture, alle infrastrutture e agli  impianti derivanti da calamità naturali o da eventi eccezionali;
  • non sono stati destinatari di revoche di aiuti da parte della Commissione Europea.
La domanda di contributo a fondo perduto in conto interessi deve essere presentata ad AGEA, su un modello che provvederà a rendere disponibile sul proprio sito internet. Alla domanda dovranno essere allegati:
  • la copia della delibera bancaria di concessione del finanziamento. La delibera non deve essere più vecchia di trenta giorni rispetto alla data di richiesta del contributo;
  • mandato irrevocabile all'incasso in favore della banca, sempre su modello redatto da Agea, con il quale l’impresa beneficiaria autorizza la stessa banca ad utilizzare il contributo per estinguere la quota parte di finanziamento bancario che ha ottenuto l’agevolazione in commento.
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Al via i contributi a fondo perduto sugli interessi pagati dalle aziende agricole.

E’ stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale numero n.55 del 7-3-2025 il Decreto del Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste con il quale si dà attuazione all’agevolazione contenuta nel comma 424 della Legge di Stabilità 2023 (Legge n. 197 del 29 dicembre 2022). L’agevolazione consiste in un contributo a fondo perduto, pari al 50% degli interessi che l’azienda agricola andrà a pagare su un finanziamento concesso da un Istituto di credito. La durata massima del finanziamento bancario ammesso all’agevolazione è di cinque anni compreso il periodo di pre-ammortamento. I beneficiari del contributo sono le imprese agricole, della pesca e dell’acquacoltura che al momento della presentazione della domanda hanno i seguenti requisiti:
  • Hanno la sede in Italia, siano iscritte al Registro delle Imprese e sono iscritte in questo registro come imprese agricole attive o come piccolo imprenditore agricolo e coltivatore diretto al 31 dicembre 2021;
  • hanno sottoscritto una polizza  assicurativa  contro  i  danni alle produzioni, alle strutture, alle infrastrutture e agli  impianti derivanti da calamità naturali o da eventi eccezionali;
  • non sono stati destinatari di revoche di aiuti da parte della Commissione Europea.
La domanda di contributo a fondo perduto in conto interessi deve essere presentata ad AGEA, su un modello che provvederà a rendere disponibile sul proprio sito internet. Alla domanda dovranno essere allegati:
  • la copia della delibera bancaria di concessione del finanziamento. La delibera non deve essere più vecchia di trenta giorni rispetto alla data di richiesta del contributo;
  • mandato irrevocabile all'incasso in favore della banca, sempre su modello redatto da Agea, con il quale l’impresa beneficiaria autorizza la stessa banca ad utilizzare il contributo per estinguere la quota parte di finanziamento bancario che ha ottenuto l’agevolazione in commento.
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Cooperativa sociale: iva agevolata al 5% anche sulle prestazioni accessorie.

Una cooperativa sociale può applicare l’iva agevolata al 5% anche alle prestazioni accessorie rese a favore di soggetti ospitati in una casa di cura, a cui fornisce in via principale delle prestazioni socio assistenziali. Questo è il principio espresso dalla sentenza n. 1131/2024 della Corte di Giustizia Tributaria di Secondo Grado dell’Emilia Romagna, sezione 6, sul caso riguardante un accertamento ai fini Iva emesso nei confronti di una cooperativa sociale che gestisce una casa di riposo all’interno della quale, tra gli altri servizi, offre anche quello di parrucchiere, lavanderia, mensa e pulizia dei locali. Oggetto del contendere riguarda il fatto che la cooperativa sociale applica l’aliquota iva agevolata al 5% su tutte le prestazioni rese non distinguendo, secondo il parere dell’Agenzia delle Entrate, quelle naturalmente al 5% come l’attività socio assistenziale, da quelle ad aliquota ordinaria, come il servizio di parrucchiere o lavanderia. Questi servizi, in una logica di ottimizzazione della gestione aziendale, vengono resi da fornitori esterni, i quali però provvedono ad emettere fattura nei confronti della cooperativa sociale applicando le aliquote iva previste per la loro specifica attività. Secondo il parere dell’Ufficio la fatturazione con aliquota agevolata al 5% (prevista dall’articolo 1, comma 960, lettera c) della legge 208/2015) o, a seconda del regime scelto dal contribuente, in esenzione ai sensi dell’art. 10 comma 1 n. 21 del D.p.r. 633/72, è possibile solo nell’ambito di una gestione globale del servizio. Non vi può essere gestione globale nel caso in cui i servizi accessori vengano resi da soggetti esterni, ancorchè fatturati dalla cooperativa stessa agli utilizzatori finali. La Corte di Giustizia Tributaria dell’Emilia Romagna rigetta in toto la tesi avanzata dall’Agenzia delle Entrate. Secondo i giudici tributari il concetto di assistenza alla persona ha un significato complesso, che non si può limitare solo ai quei servizi che servono per soddisfare i bisogni primari. Occorre ampliare la definizione tenendo conto anche di quelle prestazioni che servono a garantire dignità alle persone ospitate all’interno di una struttura. Tra queste rientrano, senza dubbio, anche quelle di lavanderia e pulizia dei locali. E’ privo di significato, quindi, sostenere un trattamento fiscale diverso fra prestazione principale e quella accessoria, in quanto la finalità della seconda è quella di garantire dignità alla prima diventando, così, inscindibile da quest’ultima. A maggior conforto della sua affermazione, la Corte Tributaria richiama la sentenza della Corte di Giustizia Europea, causa C-335/14 del 21.01.2016, nella quale si specifica che alle prestazioni rese dalle case di riposo e i centri residenziali per gli anziani occorre riservare un trattamento IVA unitario, ribadendo ancora una volta l’unitarietà e l’inscindibilità delle prestazioni rese. Infine i giudici respingono anche il rilievo avanzato circa l’assenza di un contratto di global service fra la cooperativa sociale e il soggetto ospitato, soprattutto se una parte dei servizi accessori viene reso da soggetti esterni. Il rigetto avviene anche sulla base dell’art. 132, par. 1, lettera g), della Direttiva CE n. 112 del 2006, la quale stabilisce l’esenzione Iva (o la sua assoggettabilità all’aliquota agevolata del 5% nel caso di prestazioni rese da cooperative sociali) per le prestazioni di servizi e le cessioni di beni strettamente connesse con l’assistenza e la previdenza sociale, rese da soggetti riconosciuti dallo Stato membro come aventi carattere sociale.  Rientrano tra questi soggetti, senza dubbio alcuno, le cooperative sociali.   Analisi e commenti ImpreseOggi
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Cooperativa sociale: iva agevolata al 5% anche sulle prestazioni accessorie.

Una cooperativa sociale può applicare l’iva agevolata al 5% anche alle prestazioni accessorie rese a favore di soggetti ospitati in una casa di cura, a cui fornisce in via principale delle prestazioni socio assistenziali. Questo è il principio espresso dalla sentenza n. 1131/2024 della Corte di Giustizia Tributaria di Secondo Grado dell’Emilia Romagna, sezione 6, sul caso riguardante un accertamento ai fini Iva emesso nei confronti di una cooperativa sociale che gestisce una casa di riposo all’interno della quale, tra gli altri servizi, offre anche quello di parrucchiere, lavanderia, mensa e pulizia dei locali. Oggetto del contendere riguarda il fatto che la cooperativa sociale applica l’aliquota iva agevolata al 5% su tutte le prestazioni rese non distinguendo, secondo il parere dell’Agenzia delle Entrate, quelle naturalmente al 5% come l’attività socio assistenziale, da quelle ad aliquota ordinaria, come il servizio di parrucchiere o lavanderia. Questi servizi, in una logica di ottimizzazione della gestione aziendale, vengono resi da fornitori esterni, i quali però provvedono ad emettere fattura nei confronti della cooperativa sociale applicando le aliquote iva previste per la loro specifica attività. Secondo il parere dell’Ufficio la fatturazione con aliquota agevolata al 5% (prevista dall’articolo 1, comma 960, lettera c) della legge 208/2015) o, a seconda del regime scelto dal contribuente, in esenzione ai sensi dell’art. 10 comma 1 n. 21 del D.p.r. 633/72, è possibile solo nell’ambito di una gestione globale del servizio. Non vi può essere gestione globale nel caso in cui i servizi accessori vengano resi da soggetti esterni, ancorchè fatturati dalla cooperativa stessa agli utilizzatori finali. La Corte di Giustizia Tributaria dell’Emilia Romagna rigetta in toto la tesi avanzata dall’Agenzia delle Entrate. Secondo i giudici tributari il concetto di assistenza alla persona ha un significato complesso, che non si può limitare solo ai quei servizi che servono per soddisfare i bisogni primari. Occorre ampliare la definizione tenendo conto anche di quelle prestazioni che servono a garantire dignità alle persone ospitate all’interno di una struttura. Tra queste rientrano, senza dubbio, anche quelle di lavanderia e pulizia dei locali. E’ privo di significato, quindi, sostenere un trattamento fiscale diverso fra prestazione principale e quella accessoria, in quanto la finalità della seconda è quella di garantire dignità alla prima diventando, così, inscindibile da quest’ultima. A maggior conforto della sua affermazione, la Corte Tributaria richiama la sentenza della Corte di Giustizia Europea, causa C-335/14 del 21.01.2016, nella quale si specifica che alle prestazioni rese dalle case di riposo e i centri residenziali per gli anziani occorre riservare un trattamento IVA unitario, ribadendo ancora una volta l’unitarietà e l’inscindibilità delle prestazioni rese. Infine i giudici respingono anche il rilievo avanzato circa l’assenza di un contratto di global service fra la cooperativa sociale e il soggetto ospitato, soprattutto se una parte dei servizi accessori viene reso da soggetti esterni. Il rigetto avviene anche sulla base dell’art. 132, par. 1, lettera g), della Direttiva CE n. 112 del 2006, la quale stabilisce l’esenzione Iva (o la sua assoggettabilità all’aliquota agevolata del 5% nel caso di prestazioni rese da cooperative sociali) per le prestazioni di servizi e le cessioni di beni strettamente connesse con l’assistenza e la previdenza sociale, rese da soggetti riconosciuti dallo Stato membro come aventi carattere sociale.  Rientrano tra questi soggetti, senza dubbio alcuno, le cooperative sociali.   Analisi e commenti ImpreseOggi
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“Arrivare ai bisogni e alle persone con cui lavoriamo”: la cooperazione e il Cas migranti di Rimini secondo il collega e socio Giuseppe Frustaci

Cooperativa sociale Cento Fiori - Lun, 24/02/2025 - 15:40
Nel servizio di Legacoop Romagna, presentato all’annuale Assemblea dei soci 2025, il progetto della Cento Fiori avviato nel quartiere più multiculturale di Rimini.

Il servizio di Legacoop Romagna sul Centro di Accoglienza Straordinario (Cas) dei migranti a Rimini, creato dalla Cooperativa Sociale Cento Fiori, raccontato dal collega e socio Giuseppe Frustaci.

Nella breve intervista Giuseppe non solo spiega come è nato e cosa si propone l’esperienza nata in centro a Rimini, ma anche la sua personale visione di cosa voglia dire essere cooperatore e come vive l’Accoglienza: “Progettare dispositivi che aiutano in maniera più efficace possibile ad arrivare a dei bisogni, alle persone, con cui lavoriamo”.

Il Cas di Rimini è nato, spiega Giuseppe Frustaci, “nel quartiere più multiculturale di Rimini, una sfida poiché quartiere denso di situazioni importanti. Il quartiere ci ha accolto, e da una iniziale diffidenza si è giunta a una festa”.

Il video è stato presentato in occasione dell’Assemblea Annuale 2025 di Legacoop Romagna e gentilmente è stato fornitoci per la pubblicazione sul sito e sulla nostra rete social. Grazie! Le produzioni di Legacoop Romagna possono essere guardate nel canale https://www.youtube.com/@UCZ-iGQ_Ycdu_exR13xvc0Eg.

L'articolo “Arrivare ai bisogni e alle persone con cui lavoriamo”: la cooperazione e il Cas migranti di Rimini secondo il collega e socio Giuseppe Frustaci proviene da Cento Fiori, Rimini.

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Appalto pulizia camere: l'Agenzia delle Entrate deve provare la somministrazione abusiva di manodopera

In assenza di contestazioni da parte di Inps ed Ispettorato del lavoro, compete all’Agenzia delle Entrate dimostrare in maniera circostanziata e puntuale che il contratto di appalto di servizi è, in realtà, una somministrazione illecita di manodopera. Non è sufficiente richiamarsi alla mancanza di attrezzature da parte dell’appaltatore o all’assenza di rischio di quest’ultimo per rendere indeducibile l’IVA pagata dal committente.   Il principio è contenuto nella sentenza della Corte di Giustizia Tributaria di Rimini, numero 231/2024 del 25/11/2024. Il caso trae origine dalla prassi commerciale, in uso soprattutto nelle strutture alberghiere, di appaltare il servizio di pulizia delle camere a società esterne, onde liberare l’albergatore dall’onere di organizzare tale servizio. L’Ufficio ha costruito il suo accertamento basandosi principalmente su congetture, sostenendo che l’onere di dimostrare il contrario grava unicamente sul contribuente. Per stabilire la diversa classificazione del contratto di appalto si è limitato a esporre generiche considerazioni:
  • L’appaltatore si è avvalso di subappaltatori;
  • L’appaltatore è privo di una organizzazione aziendale propria e si limita a gestire solamente la parte amministrativa e formale dei propri lavoratori presso i committenti;
  • L’appaltatore non corre nessun rischio di impresa;
  • L’appaltatore è privo di attrezzature e quelle impiegate sono fornite dal committente;
  • I subappaltatori sono delle società “apri e chiudi” e riconducibili a una unica persona fisica.
I Giudici riminesi non hanno condiviso questo assunto. Sono partiti dalla nozione di “appalto leggero”, che è caratterizzato dal fatto che l’attività viene prestata solo con l’impiego di manodopera e non anche di attrezzature o beni materiali diversi. Forma contrattuale ammessa nel nostro ordinamento e per la quale, la giurisprudenza della Cassazione ha sancito (sentenza n. 14371/2020 – sez. Lavoro) che la verifica della sua genuinità si misura accertando se è l’appaltatore che gestisce e indirizza l’attività dei suoi dipendenti e non il committente. Richiamandosi all’art. 7 comma 5 bis del D. Lgs. 546/92, hanno stabilito che l’onere della prova è, in questo caso, incombente a carico dell’Ufficio il quale deve dimostrare, anche avvalendosi di ispezioni effettuate dai soggetti preposti al controllo in materia di lavoro (Inps e Ispettorato del Lavoro) che il contratto di appalto è simulato nascondendo, al contrario, una illecita somministrazione di manodopera. Concludono, poi, smontando anche alcune tesi avanzate dall’Agenzia delle Entrate:
  • Non è corretto affermare che non vi sia il rischio di impresa, in quanto l’appaltatore deve garantire la presenza dei lavoratori e l’adempimento delle richieste del committente;
  • Non è sufficiente nemmeno affermare che l’appaltatore non possiede attrezzature o beni materiali: l’articolo 1658 del codice civile indica chiaramente che il materiale può essere fornito anche dal committente.
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Appalto pulizia camere: l'Agenzia delle Entrate deve provare la somministrazione abusiva di manodopera

In assenza di contestazioni da parte di Inps ed Ispettorato del lavoro, compete all’Agenzia delle Entrate dimostrare in maniera circostanziata e puntuale che il contratto di appalto di servizi è, in realtà, una somministrazione illecita di manodopera. Non è sufficiente richiamarsi alla mancanza di attrezzature da parte dell’appaltatore o all’assenza di rischio di quest’ultimo per rendere indeducibile l’IVA pagata dal committente.   Il principio è contenuto nella sentenza della Corte di Giustizia Tributaria di Rimini, numero 231/2024 del 25/11/2024. Il caso trae origine dalla prassi commerciale, in uso soprattutto nelle strutture alberghiere, di appaltare il servizio di pulizia delle camere a società esterne, onde liberare l’albergatore dall’onere di organizzare tale servizio. L’Ufficio ha costruito il suo accertamento basandosi principalmente su congetture, sostenendo che l’onere di dimostrare il contrario grava unicamente sul contribuente. Per stabilire la diversa classificazione del contratto di appalto si è limitato a esporre generiche considerazioni:
  • L’appaltatore si è avvalso di subappaltatori;
  • L’appaltatore è privo di una organizzazione aziendale propria e si limita a gestire solamente la parte amministrativa e formale dei propri lavoratori presso i committenti;
  • L’appaltatore non corre nessun rischio di impresa;
  • L’appaltatore è privo di attrezzature e quelle impiegate sono fornite dal committente;
  • I subappaltatori sono delle società “apri e chiudi” e riconducibili a una unica persona fisica.
I Giudici riminesi non hanno condiviso questo assunto. Sono partiti dalla nozione di “appalto leggero”, che è caratterizzato dal fatto che l’attività viene prestata solo con l’impiego di manodopera e non anche di attrezzature o beni materiali diversi. Forma contrattuale ammessa nel nostro ordinamento e per la quale, la giurisprudenza della Cassazione ha sancito (sentenza n. 14371/2020 – sez. Lavoro) che la verifica della sua genuinità si misura accertando se è l’appaltatore che gestisce e indirizza l’attività dei suoi dipendenti e non il committente. Richiamandosi all’art. 7 comma 5 bis del D. Lgs. 546/92, hanno stabilito che l’onere della prova è, in questo caso, incombente a carico dell’Ufficio il quale deve dimostrare, anche avvalendosi di ispezioni effettuate dai soggetti preposti al controllo in materia di lavoro (Inps e Ispettorato del Lavoro) che il contratto di appalto è simulato nascondendo, al contrario, una illecita somministrazione di manodopera. Concludono, poi, smontando anche alcune tesi avanzate dall’Agenzia delle Entrate:
  • Non è corretto affermare che non vi sia il rischio di impresa, in quanto l’appaltatore deve garantire la presenza dei lavoratori e l’adempimento delle richieste del committente;
  • Non è sufficiente nemmeno affermare che l’appaltatore non possiede attrezzature o beni materiali: l’articolo 1658 del codice civile indica chiaramente che il materiale può essere fornito anche dal committente.
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Santarcangelo, la Polizia locale dona trenta giubbotti contraffatti sequestrati alla Fiera di San Martino alla Cento Fiori

Cooperativa sociale Cento Fiori - Mer, 05/02/2025 - 16:03
La merce consegnata alla cooperativa sociale sarà destinata agli utenti delle strutture di accoglienza

Santarcangelo – La Polizia locale dell’Unione di Comuni Valmarecchia ha donato trenta giubbotti contraffatti sequestrati in occasione della Fiera di San Martino alla cooperativa sociale Cento Fiori, che li destinerà a persone ospiti della rete di accoglienza. La consegna è stata effettuata nei giorni scorsi dal Comandante della Polizia locale, Daniele Del Fabbro, al presidente della cooperativa Cristian Tamagnini e alla collaboratrice Cristina Fabbri.

In occasione dell’ultima edizione della Fiera di San Martino, gli agenti della Polizia locale avevano infatti sequestrato la merce contraffatta: il Comando ha poi fatto richiesta e ottenuto il nulla osta dalla Procura della Repubblica di Rimini per poter donare in beneficenza i prodotti, che diversamente sarebbero stati destinati alla discarica. Dopo aver rimosso i marchi e i contrassegni falsi sui capi di vestiario, la Polizia locale ha quindi accolto la richiesta della cooperativa sociale di poter ottenere la merce in dono.

Il Comandante della Polizia locale Del Fabbro ha rimarcato la disponibilità e sensibilità dimostrate dall’autorità giudiziaria per evitare che venissero avviati a smaltimento beni che – pur provenendo da attività illecite – potevano essere destinati a nuova vita, evidenziando d’altra parte l’importanza dell’attività svolta dalla cooperativa Cento Fiori sul territorio.

La cooperativa, infatti, collabora con la pubblica amministrazione per dare risposta e sostegno a numerose problematiche sociali – dall’integrazione alle dipendenze patologiche – attraverso percorsi di inserimenti sociali, progetti di prevenzione e contrasto del disagio giovanile, della marginalità e della discriminazione. La Cento Fiori ha inoltre messo a punto ormai da diversi anni attività di inserimento lavorativo, nelle quali gli operatori affiancano persone in terapia e disabilità, oltre a gestire progetti di accoglienza di richiedenti asilo attraverso i Centri di accoglienza straordinaria (Cas) in convenzione con la Prefettura di Rimini e il Sistema di accoglienza e integrazione (Sai) in convenzione con i Comuni della Valmarecchia.

In occasione della consegna della merce – che sarà destinata proprio agli utenti di queste strutture – il presidente della cooperativa Cento Fiori ha ringraziato la Polizia locale, ricordando anche la preziosa collaborazione dei Servizi Sociali dell’Unione di Comuni.

Comunicato stampa diramato da Polizia Locale Valmarecchia

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