“In Italia esiste una legge che vieta di inviare armi a dittatori e nazioni in guerra. E' la legge 185/90. Funziona bene da 12 anni. Ma la lobby delle armi la vuole cambiare. In Parlamento sarà votato il disegno di legge n.1927 che andrà ad intaccare i punti qualificanti della 185/90, favorendo l'esportazione di armi e diminuendo i controlli”. Queste sono poche righe tratte dal messaggio che don Oreste Benzi ha inviato al deputato Sergio Gambini e ai parlamentari delle commissioni Esteri e Difesa della Camera e del Senato. Come questo, altri numerosi messaggi e-mail sono giunti, inviati da attivisti e aderenti alla campagna “Io difendo la 185”, promossa da diverse associazioni di volontariato. In una e-mail di risposta, Gambini ha scritto a don Oreste Benzi e ai numerosi messaggi la propria posizione.
Il testo integrale:
La ringrazio per la sua attenzione al mio lavoro e per i suoi suggerimenti.
Come Lei saprà certamente, l’iter parlamentare del disegno di legge 1927 è ormai giunto alla discussione finale alla Camera dei Deputati. Come Ds, anche alla luce dei franchi confronti con il mondo del volontariato (l’ultimo avvenuto il 20 marzo) abbiamo chiesto con insistenza e determinazione che la discussione su questa delicata materia tornasse nelle commissioni. Purtroppo, però, invano: la maggioranza ha definitivamente deciso l’approdo in Aula del ddl 1927 la prossima settimana, anche se con ogni probabilità la votazione definitiva verrà rinviata a dopo Pasqua.
In quell’occasione avremo modo di ribadire la nostra articolata posizione sulla materia:
1. un chiaro si al recepimento dell’accordo di Faranborought, passo necessario per giungere ad una condivisa politica europea in materia di difesa, che consenta alla Comunità di assumere compiutamente un ruolo nella politica internazionale senza subalternità nei confronti degli Stati Uniti per promuovere i necessari interventi di peacekeeping sullo scacchiere mondiale.
2. Un chiaro no allo stravolgimento della legge 185. In questo senso abbiamo già predisposto emendamenti che mirano a mantenere il quadro normativo in materia di trasparenza, controllo, destinazioni finali e transazioni finanziarie dei materiali d’armamento e dei sistemi d’arma, di obblighi delle imprese belliche e di limitazioni dei contenuti dell’accordo ai soli paesi aderenti al trattato. Insomma, tutelare e difendere la 185.
I Ds componenti della commissione Difesa hanno organizzato diversi confronti, anche tecnici, con le associazioni che aderiscono alla campagna “Io difendo la 185”, un dialogo che crediamo abbia prodotto positivi e importanti riscontri. Ci siamo fatti carico, inoltre, di promuovere in seno all’Ulivo una posizione comune su questi temi. Non c’è infatti speranza di bloccare l’intendimento demolitorio della 185 da parte del governo, se non si costruisce una posizione unitaria di tutte le opposizioni. Nello stesso tempo ci siamo impegnati, come Ds, a fare dei principi della legislazione italiana l’elemento qualificante su cui costruire un più ampio consenso europeo.
Quanto a me, sono soddisfatto di potermi riconoscere in questa posizione del gruppo Ds. Ciò mi consentirà di essere fedele alla sua cortese sollecitazione che so rappresentare la sensibilità di tanti miei elettori, a ciò che dice la mia coscienza ed anche alla posizione politica del gruppo al quale appartengo.
a saluto con l’augurio che le Sue preziose sollecitazioni sortiscano un positivo effetto anche sui colleghi di maggioranza.
Cordialmente,
Sergio Gambini