E’ approdata alla commissione Attività economiche e turismo della Camera dei Deputati la nomina di Amedeo Ottaviani a presidente dell’Enit, nomina proposta dal Governo che per Sergio Gambini non mancherà di riattizzare le già vive polemiche tra Esecutivo e Regioni. “Il rischio è che l’Enit venga ridotto alla paralisi da un interminabile contenzioso. Si vuole infatti impedire alle Regioni di dire la loro su di uno statuto che è stato confezionato al solo scopo di garantire l’occupazione monocolore dell’Enit da parte dell’attuale maggioranza. Già è stato approvato un nuovo statuto dell'Enit e ne è stato rinnovato il consiglio di amministrazione senza consultare le Regioni, che pure hanno competenze molto ampie in materia di turismo dopo la modifica del titolo V della Costituzione. Il mancato coinvolgimento è apparso talmente lesivo da indurre i presidenti regionali a diramare un comunicato nel quale si profila addirittura la possibilità di interruzione delle relazioni con l'ente. Una situazione di rottura senza precedenti, di cui la Commissione dovrebbe farsi carico, stabilendo lo stop alla nomina”.
“Nel consiglio d’amministrazione dell’Enit c’è sempre stata la partecipazione di due rappresentanti delle Regioni, ora è stata inspiegabilmente cancellata. Un grave danno per la rappresentanza delle istituzioni locali e di alcune parti del territorio come l’Emilia – Romagna ”.
Le norme generali sugli enti non consentono di superare il secondo mandato di presidente. Lo statuto invece ha inventato una deroga a questo principio “sembra quasi che si sia trattato di una discutibile modifica statutaria ad hoc finalizzata proprio all'ulteriore nomina di Ottaviani” ha detto Gambini. Così come la presenza nel nuovo consiglio d'amministrazione di due componenti la cui qualifica è esclusa dalla normativa di settore “suscita forti perplessità e non mancherà di determinare una serie di ricorsi che non contribuiranno certo ad assicurare stabilità all'ente ed efficacia alla sua azione”.
L’onorevole Sergio Gambini ha infine preteso ed ottenuto il rinvio della votazione in quanto, in aggiunta a tutto ciò il curriculum presentato per la nomina non risultava corrispondere alla persona del presidente proposto. “Una comica finale che però non cancella l’arroganza della lottizzazione imposta. Così si finirà per bloccare l’ente in un mare di ricorsi“. Da qui l’invito al Governo a “riflettere sull'opportunità di recedere dalla nomina di Ottaviani e di proporre invece il commissariamento dell’Ente, con l’obbiettivo di porre rimedio alla scabrosa situazione determinatasi, attraverso la concertazione con le Regioni, gli enti locali e i protagonisti economici e sociali del settore”.