Lo straniero di carta
Non era una sensazione, era una certezza. Lo capivamo da come la stampa parlava id loro, dalla difficoltà che i giornalisti trovavano nel definirli, chiamandoli in tali e tanti modi da far sorridere della loro fantasia. Sulle colonne dei giornali gli immigrati sono diventati “vù cumprà”, utilizzando uno scimmiottio verbale a metà tra il napoletano e la macchietta del nero che parla, o “coloured”, “color”, “vù lavà”, quando alcuni hanno cominciato a lavare i vetri delle auto agli incroci, “vù giocà” quando i senegalesi hano fondato una squadra di calcio.