Una frana fece sparire Maiolo nel 1700, lasciando di un castello a picco sul Marecchia appena due torrioni. Leggenda vuole sia stata la punizione divina a causa di un ballo in maschera in Quaresima. Ma i maiolesi - abituati alle frane ancor oggi - rifecero il centro qualche chilometro più in là e la vita ha ricominciato. Oggi la frana su Maiolo si chiama Manovra e, se tutto va come annunciato, lo farà sparire dall'elenco dei comuni. Ha "solo" 820 abitanti, ma non è l'unico in Valmarecchia. Qualche decina di chilometri più a sud est c'è Casteldelci, che ne conta poco più della metà, il 65% oltre i 65 anni, ma un territorio doppio. Stesso destino. E stesse reazioni tra amministratori e cittadini: imbufaliti.
«Siamo comune dal 1200, nel 1480 ci citavano, a dispetto di questi governanti che non verranno ricordati. Questo era luogo di visitazione culturale - Dante fu ospite di Uguccione della Faggiola. Signore dell'epoca - che a confronto Tremonti e compagnia bella scompaiono» sbotta il sindaco di Casteldelci, Mario Fortini, della Lega, ma eletto da una lista civica. Come quasi tutti i sindaci in vallata, del resto. Nei piccoli comuni montani la politica è "leggermente" diversa da quella romana o delle grandi città. Le grandi paure sono lo spopolamento e l'invecchiamento della popolazione. E un comune come Casteldelci, che conta 200 famiglie e una densità di popolazione di 9 abitanti per kmquadrato, «come il Canada», punta a salvaguardare i servizi minimi, come la scuola «l'unica che tiene aperta fino alle 17,30. Neanche a Rimini ce l'hanno», o mantenere decorosamente i 90 chilometri di strade comunali, «d'inverno pulitissime, meglio che a Rimini». Non male, visto che l'80% del territorio è sopra gli 800 metri.
«E' una manovra assurda, perché dovrebbe fare cassa, far risparmiare economicamente allo Stato - dice Marcello Fattori, sindaco di Maiolo - ma noi amministriamo a costo zero, non percepiamo indennità né io né la giunta, né i consiglieri. Di fatto lo Stato non ha risparmio, mentre le ricadute drammatiche sono per i cittadini perché con il comune viene meno scuola, l'ufficio postale. Già è un territorio a rischio di spopolamento...». Mario Fortini rincara la dose: «l'Anci dimostra che incidenza dei 2000 piccoli comuni è di 1,5 euro all'anno. La soppressione di quelli sotto i mille abitanti equivale al 3 percento delle spese dei parlamentari. Fumo negli occhi, ecco cos'è: così la gente si distrae dalla vera manovra, che è preoccupante».
«Voglio credere che non abbiano parlato di fusione ma di accorpamento: do quest'alibi, entrare nella logica di associare servizi, e su questo ci siamo già. - dice il sindaco di Casteldelci, Fortini - Ma se sopprimono la municipalità faremo le barricate. Solo Mussolini ha soppresso i comuni, le cose si fanno dal basso». Come l'integrazione con la Provincia di Rimini, avvenuta dopo un referendum un paio di anni fa. «E poi con chi andiamo, con Pennabilli, a 20 chilometri? O con Sant'Agata, a 25?». «I cittadini sono allarmati - racconta Marcello Fattori - non immagina quanti di quelli migrati a Rimini mi chiamano proponendomi di spostare la residenza per salvare il comune. Ma vedremo il da farsi. Noi siamo nella media vallata, molti giovani coppie si sono stabilite qui, e la scuola non è a rischio, abbiamo oltre le 50 unità. Ma se diventiamo una frazione?»
Sono comuni piccoli, ma non per questo non virtuosi. «A Maiolo ci gestiamo da soli acquedotto e immondizia, ci facciamo bastare tutto», dice Fattori. E a Casteldelci hanno pure progetti di sviluppo per il futuro,«sarà la sede di un grande parco eolico - dice Mario Fortini - che risolverà tutti i problemi energetici della vallata. Ci lascino fare, non vengano a rompere qua».
Pubblicato su l'Unità fascicolo Emilia - Romagna