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Grassi Benaglia Moretti avvocati e commercialisti

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Aggiornato: 3 giorni 17 ore fa

Amministratore formale di società: il contributo all'illecito deve essere sempre dimostrato

Mar, 02/08/2016 - 10:22

L’amministratore formale di società non risponde automaticamente, per il solo fatto della carica rivestita, del reato di falso documentale commesso da altro soggetto delegato alla gestione della compagine sociale, dovendosi verificare la sua compartecipazione materiale o morale al fatto.

Così la Quinta sezione della Corte di Cassazione, la quale ha accolto il ricorso di un imputato - legale rappresentante di una s.r.l. - condannato (con sentenza confermata anche in appello) in quanto avrebbe contraffatto il DURC, affermando che, in base ai criteri di imputazione della responsabilità penale, l'aver ricoperto la carica formale di amministratore non lo rendeva automaticamente responsabile degli illeciti commessi dai suoi collaboratori. Deve cioè essere sempre accertato quale sia il contributo dato dall'amministratore alla perpetrazione dell'illecito. Infatti, anche laddove la gestione della società sia delegata di fatto altri e questo non esime l'amministratore di diritto da tutte le responsabilità civilistiche connesse alla carica, ciò non comporta l'automatica responsabilità per gli illeciti penali, essendo il diritto penale governato dal principio di personalità. Nel caso di specie, la sentenza emessa dalla Corte d'appello di Milano è stata dunque annullata con rinvio per nuovo esame. (Cass. sez. V, n. 32793 ud. 13/06/2016 - deposito del 27/07/2016)

Avv. Patrick Wild

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Amministratore formale di società: il contributo all'illecito deve essere sempre dimostrato

Mar, 02/08/2016 - 10:22

L’amministratore formale di società non risponde automaticamente, per il solo fatto della carica rivestita, del reato di falso documentale commesso da altro soggetto delegato alla gestione della compagine sociale, dovendosi verificare la sua compartecipazione materiale o morale al fatto.

Così la Quinta sezione della Corte di Cassazione, la quale ha accolto il ricorso di un imputato - legale rappresentante di una s.r.l. - condannato (con sentenza confermata anche in appello) in quanto avrebbe contraffatto il DURC, affermando che, in base ai criteri di imputazione della responsabilità penale, l'aver ricoperto la carica formale di amministratore non lo rendeva automaticamente responsabile degli illeciti commessi dai suoi collaboratori. Deve cioè essere sempre accertato quale sia il contributo dato dall'amministratore alla perpetrazione dell'illecito. Infatti, anche laddove la gestione della società sia delegata di fatto altri e questo non esime l'amministratore di diritto da tutte le responsabilità civilistiche connesse alla carica, ciò non comporta l'automatica responsabilità per gli illeciti penali, essendo il diritto penale governato dal principio di personalità. Nel caso di specie, la sentenza emessa dalla Corte d'appello di Milano è stata dunque annullata con rinvio per nuovo esame. (Cass. sez. V, n. 32793 ud. 13/06/2016 - deposito del 27/07/2016)

Avv. Patrick Wild

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Il segreto del mondo: Paradisi fiscali e riciclaggio

Ven, 17/06/2016 - 12:25

Lo Studio GRASSI BENAGLIA MORETTI vuole segnalare un evento giornalistico che si terrà venerdì 24 giugno 2016 a Riccione, in Piazzale Ceccarini, nell’ambito del DIG AWARDS. Si tratta di una conferenza che esaminerà il tema dei paradisi fiscali, più volte indagato da grandi inchieste giornalistiche  condotte da reporter di tutto il mondo. I grandi evasori usano società offshore e conti segreti in Paesi compiacenti per nascondere fondi neri e riciclare denaro sporco. Al DIG Festival un gruppo di esperti di crimini finanziari discute di questo fenomeno sempre più attuale insieme a Hervé Falciani, l’informatico che ha contribuito alla condanna di centinaia di evasori internazionali diffondendo i dati di oltre 130.000 conti segreti della HSBC Private Bank di Ginevra. Da quelle rivelazioni è nata Swiss Leaks, la maxi-inchiesta del Consorzio internazionale dei giornalisti investigativi (ICIJ) che ha svelato un giro di evasione superiore ai 180 miliardi di euro. All’incontro prende parte anche Marcos García Rey, uno dei reporter dell’ICIJ impegnati nella colossale inchiesta Panama Papers: uno scandalo senza confini che coinvolto più di quaranta capi di governo, dall’Islanda all’Arabia Saudita, dalla Russia all’Argentina. 
L’evento ha ottenuto anche il riconoscimento dell’Ordine dei Dottori Commercialisti di Rimini che l’ha inserito nell’ambito della formazione professionale obbligatoria dei propri iscritti.

 

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Il segreto del mondo: Paradisi fiscali e riciclaggio

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Lo Studio GRASSI BENAGLIA MORETTI vuole segnalare un evento giornalistico che si terrà venerdì 24 giugno 2016 a Riccione, in Piazzale Ceccarini, nell’ambito del DIG AWARDS. Si tratta di una conferenza che esaminerà il tema dei paradisi fiscali, più volte indagato da grandi inchieste giornalistiche  condotte da reporter di tutto il mondo. I grandi evasori usano società offshore e conti segreti in Paesi compiacenti per nascondere fondi neri e riciclare denaro sporco. Al DIG Festival un gruppo di esperti di crimini finanziari discute di questo fenomeno sempre più attuale insieme a Hervé Falciani, l’informatico che ha contribuito alla condanna di centinaia di evasori internazionali diffondendo i dati di oltre 130.000 conti segreti della HSBC Private Bank di Ginevra. Da quelle rivelazioni è nata Swiss Leaks, la maxi-inchiesta del Consorzio internazionale dei giornalisti investigativi (ICIJ) che ha svelato un giro di evasione superiore ai 180 miliardi di euro. All’incontro prende parte anche Marcos García Rey, uno dei reporter dell’ICIJ impegnati nella colossale inchiesta Panama Papers: uno scandalo senza confini che coinvolto più di quaranta capi di governo, dall’Islanda all’Arabia Saudita, dalla Russia all’Argentina. 
L’evento ha ottenuto anche il riconoscimento dell’Ordine dei Dottori Commercialisti di Rimini che l’ha inserito nell’ambito della formazione professionale obbligatoria dei propri iscritti.

 

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Processo Vulcano: in appello riconosciuto il danno a favore della parte civile

Mer, 15/06/2016 - 11:56

 

 

Si è concluso lunedì 13 giugno, davanti alla Corte d'Appello di Bologna, il processo d'appello scaturito dall'indagine "Vulcano" della DDA felsinea. I giudici hanno sostanzialmente riconfermato le condanne inflitte in primo grado ai nove imputati per estorsione aggravata dal metodo mafioso (L. 203/91), relativamente ad episodi di vessazione nei confronti di due imprenditori attivi tra la riviera romagnola e la Repubblica di San Marino. Gli imputati avevano evocato a vario titolo la vicinanza e l'appartenza a clan camorristici e dei casalesi. La sentenza emessa dal Tribunale di Rimini è stata riformata solo parzialmente per uno degli imputati, al quale è stata disapplicata la recidiva contestata, e nella parte relativa al danno lamentato dalla parte civile. Nel processo di primo grado, tramite lo Studio Grassi Benaglia Moretti, si era infatti costituita l'associazione SOS IMPRESA a tutela degli imprenditori oppressi dalla criminalità organizzata. In quella sede, tuttavia, il risarcimento del danno non era stato riconosciuto. Assieme agli imputati, anche la parte civile ha dunque proposto appello per sostenere le proprie ragioni, le quali sono state infine condivise anche dai giudici della Corte d'Appello (le motivazioni si conosceranno solo al deposito della sentenza). 

 

 

 

 

Dell'esito del processo d'appello ha scritto l'Informazione di San Marino, con un articolo a firma di Antonio Fabbri, che scrive: "[...] La Corte ha anche riconosciuto il risarcimento del danno, da liquidare in separata sede, a favore di Sos Impresa, in giudizio rappresentata dagli avvocati Patrick Wild e Rachele Grassi dello Studio Grassi Benaglia Moretti di Rimini. Riconoscimento, anche questo, non secondario che attesta come l'attività collettiva e la forte valenza sociale delle associazioni portatrici di principi alti e comuni, sia presidio importante e fondamentale da fare valere anche nelle sedi giudiziarie nella lotta al metodo mafioso".

 

 

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Si è concluso lunedì 13 giugno, davanti alla Corte d'Appello di Bologna, il processo d'appello scaturito dall'indagine "Vulcano" della DDA felsinea. I giudici hanno sostanzialmente riconfermato le condanne inflitte in primo grado ai nove imputati per estorsione aggravata dal metodo mafioso (L. 203/91), relativamente ad episodi di vessazione nei confronti di due imprenditori attivi tra la riviera romagnola e la Repubblica di San Marino. Gli imputati avevano evocato a vario titolo la vicinanza e l'appartenza a clan camorristici e dei casalesi. La sentenza emessa dal Tribunale di Rimini è stata riformata solo parzialmente per uno degli imputati, al quale è stata disapplicata la recidiva contestata, e nella parte relativa al danno lamentato dalla parte civile. Nel processo di primo grado, tramite lo Studio Grassi Benaglia Moretti, si era infatti costituita l'associazione SOS IMPRESA a tutela degli imprenditori oppressi dalla criminalità organizzata. In quella sede, tuttavia, il risarcimento del danno non era stato riconosciuto. Assieme agli imputati, anche la parte civile ha dunque proposto appello per sostenere le proprie ragioni, le quali sono state infine condivise anche dai giudici della Corte d'Appello (le motivazioni si conosceranno solo al deposito della sentenza). 

 

 

 

 

Dell'esito del processo d'appello ha scritto l'Informazione di San Marino, con un articolo a firma di Antonio Fabbri, che scrive: "[...] La Corte ha anche riconosciuto il risarcimento del danno, da liquidare in separata sede, a favore di Sos Impresa, in giudizio rappresentata dagli avvocati Patrick Wild e Rachele Grassi dello Studio Grassi Benaglia Moretti di Rimini. Riconoscimento, anche questo, non secondario che attesta come l'attività collettiva e la forte valenza sociale delle associazioni portatrici di principi alti e comuni, sia presidio importante e fondamentale da fare valere anche nelle sedi giudiziarie nella lotta al metodo mafioso".

 

 

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Camionista in versione Steve McQueen salvo grazie ad un 'cavillo'

Gio, 02/06/2016 - 14:40

Grazie all'intervento dei colleghi di Studio, Gaia Galeazzi e Filippo Capanni, un camionista si è visto annullare una sanzione di 2833,33 euro.

La notizia è stata ripresa anche dagli organi di stampa locali.

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Gio, 02/06/2016 - 14:40

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La notizia è stata ripresa anche dagli organi di stampa locali.

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L'importanza della gestione del detenuto transgender

Mer, 01/06/2016 - 13:22

Martedì 31 maggio, a Rimini, l’avvocato Davide Grassi, socio e co-fondatore dello Studio Legale e Tributario "Grassi Benaglia Moretti" ha presentato il libro "La gestione del denuto Transgender" dell’ispettore Gabriele Celli.

L’evento è stato organizzato dall’associazione “Papillon Rebibbia” di Rimini, realtà che da anni si occupa di diritti delle persone ristrette e della sensibilizzazione sul tema.

Gabriele Celli (laureato in sociologia all’Università di Urbino ed esperto di criminologia e psichiatria forense) è in servizio da 25 anni nella polizia penitenziaria della Casa Circondariale di Rimini ed è autore del volume dal titolo “La gestione del detenuto transgender”. Si tratta del primo saggio per gli addetti ai lavori. All’interno, oltre ad una dettagliata descrizione della struttura penitenziaria in cui l’ispettore Celli presta servizio, vi è anche un contributo importante con le testimonianze di tutti gli operatori della Casa Circondariale “Casetti”.

“L’istituto di Rimini è uno dei pochi in Italia ad avere una sezione specializzata per i detenuti transessuali”, ha raccontato l’ispettore Celli, durante il dibattito e alla presenza di numerosi partecipanti interessati all’argomento e “non esiste una formazione specifica per la gestione di questo tipo di detenuto”.

Nella prefazione scritta dal Dott. Luigi Pagano, Vice Capo Vicario del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, appare evidente la consapevolezza che la gestione del detenuto transgender possa avere successo solo grazie alla professionalità e alla sensibilità degli agenti, che sono tuttavia privi di strumenti adeguati: “Il mio intento, scalfendo solo un minimo di superficie, è solo quello di rendere, appena, idea di quanto spigoloso, nell’accezione etimologicamente più vasta del termine, sia l’argomento e quanto auto-controllo, tatto, sensibilità, capacità, professionalità deve dimostrare, e dimostra, di avere il nostro personale e, per inciso, mai celebrato come merita.”

Il libro di Gabriele Celli è stato tradotto in lingua inglese e verrà utilizzato anche all’estero nelle scuole di formazione della polizia penitenziaria.

Si può acquistare al seguente indirizzo web:

http://www.youcanprint.it/youcanprint-libreria/didattica-e-formazione/la-gestione-del-detenuto-transgender.html

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Mer, 01/06/2016 - 13:22

Martedì 31 maggio, a Rimini, l’avvocato Davide Grassi, socio e co-fondatore dello Studio Legale e Tributario "Grassi Benaglia Moretti" ha presentato il libro "La gestione del denuto Transgender" dell’ispettore Gabriele Celli.

L’evento è stato organizzato dall’associazione “Papillon Rebibbia” di Rimini, realtà che da anni si occupa di diritti delle persone ristrette e della sensibilizzazione sul tema.

Gabriele Celli (laureato in sociologia all’Università di Urbino ed esperto di criminologia e psichiatria forense) è in servizio da 25 anni nella polizia penitenziaria della Casa Circondariale di Rimini ed è autore del volume dal titolo “La gestione del detenuto transgender”. Si tratta del primo saggio per gli addetti ai lavori. All’interno, oltre ad una dettagliata descrizione della struttura penitenziaria in cui l’ispettore Celli presta servizio, vi è anche un contributo importante con le testimonianze di tutti gli operatori della Casa Circondariale “Casetti”.

“L’istituto di Rimini è uno dei pochi in Italia ad avere una sezione specializzata per i detenuti transessuali”, ha raccontato l’ispettore Celli, durante il dibattito e alla presenza di numerosi partecipanti interessati all’argomento e “non esiste una formazione specifica per la gestione di questo tipo di detenuto”.

Nella prefazione scritta dal Dott. Luigi Pagano, Vice Capo Vicario del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, appare evidente la consapevolezza che la gestione del detenuto transgender possa avere successo solo grazie alla professionalità e alla sensibilità degli agenti, che sono tuttavia privi di strumenti adeguati: “Il mio intento, scalfendo solo un minimo di superficie, è solo quello di rendere, appena, idea di quanto spigoloso, nell’accezione etimologicamente più vasta del termine, sia l’argomento e quanto auto-controllo, tatto, sensibilità, capacità, professionalità deve dimostrare, e dimostra, di avere il nostro personale e, per inciso, mai celebrato come merita.”

Il libro di Gabriele Celli è stato tradotto in lingua inglese e verrà utilizzato anche all’estero nelle scuole di formazione della polizia penitenziaria.

Si può acquistare al seguente indirizzo web:

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“La Memoria come riserva di vitalità: Ricordando Rimini, dalla distruzione alla rinascita”. Giovanni Benaglia invitato a una serata del Rotary.

Lun, 02/05/2016 - 11:12

Lo scorso 28 aprile 2016, nella cornice dell’Hotel Ambasciatori di Rimini, il socio dello studio Benaglia Giovanni ha tenuto una breve dissertazione sul valore della Memoria rapportata alle vicende belliche che hanno riguardato la città di Rimini.
“Devo ringraziare l’opportunità che mi ha dato il Rotary di Rimini e il suo Presidente, il dott. Venturelli. Un ringraziamento particolare, però, lo voglio mandare a un amico che si è adoperato affinchè tutto succedesse: l’arch. Mauro Ioli al quale è venuto in mente che io fossi la persona adatta a presentare una piccola ricerca nata senza nessuna pretesa scientifica”.
La serata ha avuto come tema centrale la Memoria e la descrizione della devastazione bellica nella città di Rimini e fa seguito alla piccola pubblicazione inviata lo scorso Natale dal Dott. Benaglia a tutti i suoi clienti. “Durante la serata ho cercato di affrontare il tema della Memoria non solo come monito confinato alla funzione didattica di non ripetere più gli errori commessi” ma ho cercato di dargli anche il significato di utile esercizio di speranza per il futuro. Di fronte a questi nostri tempi difficili, di crisi economica, dove tutto appare più difficile dobbiamo sempre ricordare che siamo parte di un grande Paese che ha conosciuto, in anni non poi così distanti, una distruzione fisica, morale e umana ben peggiore. Così come ce l’abbiamo fatta settant’anni fa, dove la morte e il dolore accompagnavano la vita quotidiana, dove il mondo sembrava dovesse finire sotto l’odio degli uomini, ecco, allora, sono sicuro che ce la faremo anche oggi”.

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Lun, 02/05/2016 - 11:12

Lo scorso 28 aprile 2016, nella cornice dell’Hotel Ambasciatori di Rimini, il socio dello studio Benaglia Giovanni ha tenuto una breve dissertazione sul valore della Memoria rapportata alle vicende belliche che hanno riguardato la città di Rimini.
“Devo ringraziare l’opportunità che mi ha dato il Rotary di Rimini e il suo Presidente, il dott. Venturelli. Un ringraziamento particolare, però, lo voglio mandare a un amico che si è adoperato affinchè tutto succedesse: l’arch. Mauro Ioli al quale è venuto in mente che io fossi la persona adatta a presentare una piccola ricerca nata senza nessuna pretesa scientifica”.
La serata ha avuto come tema centrale la Memoria e la descrizione della devastazione bellica nella città di Rimini e fa seguito alla piccola pubblicazione inviata lo scorso Natale dal Dott. Benaglia a tutti i suoi clienti. “Durante la serata ho cercato di affrontare il tema della Memoria non solo come monito confinato alla funzione didattica di non ripetere più gli errori commessi” ma ho cercato di dargli anche il significato di utile esercizio di speranza per il futuro. Di fronte a questi nostri tempi difficili, di crisi economica, dove tutto appare più difficile dobbiamo sempre ricordare che siamo parte di un grande Paese che ha conosciuto, in anni non poi così distanti, una distruzione fisica, morale e umana ben peggiore. Così come ce l’abbiamo fatta settant’anni fa, dove la morte e il dolore accompagnavano la vita quotidiana, dove il mondo sembrava dovesse finire sotto l’odio degli uomini, ecco, allora, sono sicuro che ce la faremo anche oggi”.

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Calunnia: non c'è reato se la falsità non riguarda la sussistenza del fatto

Mer, 13/04/2016 - 20:47

Se la falsità non riguarda la sussistenza del fatto, non c'è reato di calunnia: lo ha stabilito il Giudice Monocratico di Rimini, il Dott. Massimo Di Patria, il quale ha pronunciato sentenza di piena assoluzione nei confronti di un riminese accusato, all’epoca ventottenne, di calunnia e difeso dall'avvocato Davide Grassi del Foro di Rimini.

Secondo la tesi della Procura di Rimini, che ne aveva richiesto e ottenuto il rinvio a giudizio, il giovane aveva presentato una querela nei confronti di una signora accusandola falsamente di avergli cagionato, a seguito di un sinistro stradale, “lesioni personali durate oltre quaranta giorni, pur sapendola innocente” in quanto, come riferito dal capo d'imputazione, “l'evento, contrariamente a quanto riportato in denuncia, era di lieve entità ed incompatibile con la prognosi dichiarata (ndr. 81 giorni)”.

L'articolo 368 del Codice Penale, nel disciplinare la fattispecie della calunnia, stabilisce infatti che chiunque, con denuncia o querela, anche se anonima o sotto falso nome, incolpi qualcuno di un reato pur sapendolo innocente, è punito con la reclusione da due a sei anni.

Secondo quanto riferito dalla signora, costituitasi parte civile nel relativo processo penale, il giovane riminese aveva di fatto “ingigantito” il danno subito - un trauma al rachide cervicale provocatogli a seguito di un tamponamento mentre si trovava alla guida del proprio scooter - prolungando la malattia dai venti giorni iniziali sino ai complessivi ottanta.

Il ragazzo, infatti, aveva querelato la donna per il reato di lesioni personali colpose al fine di ottenere un risarcimento del danno subito in conseguenza di quel tamponamento, allegando i relativi certificati medici attestanti la prognosi di venti giorni e provvedendo, in seguito, anche al deposito presso il giudice di pace penale di Rimini di ulteriore documentazione medica attestante il prolungamento della malattia.

Nonostante il processo per lesioni si fosse concluso con la remissione della querela in seguito al versamento, da parte della compagnia assicurativa, di una cifra a titolo di risarcimento danni, la donna decideva comunque di denunciare il ventottenne per il reato di calunnia, dopo aver scoperto che questi, nonostante la prognosi, aveva comunque disputato una partita di calcio, oltretutto segnando un gol proprio grazie ad una magistrale “incornata”.

La donna aveva appreso la notizia direttamente dai commenti pubblicati sul forum della squadra di calcio in cui il giovane militava: “Sono un po' incriccato ma tutto sommato me la sono cavata bene”.

Dunque, tratto a giudizio per rispondere del reato di calunnia, il ventottenne è stato assolto con formula piena dal giudice dopo una lunga istruttoria celebrata attraverso l'esame di diversi testimoni, tra cui i medici che lo avevano visitato e che ne avevano certificato le lesioni.

Si riporta per intero il passaggio della sentenza con il quale il giudice riminese ha scagionato l'imputato: “Dunque gli eventuali profili di falsità, emergenti, secondo la prospettazione accusatoria, non dalla denuncia, ma dalla produzione documentale, non afferiscono alla sussistenza del fatto ed alla sua qualificazione giuridica, ma eventualmente all'individuazione dell'aspetto circostanziale dell'illecito (lesioni colpose aggravate dalla durata della malattia): pertanto, non è configurabile il reato di calunnia”.

Secondo le argomentazioni del giudice, quindi, non ricorre la calunnia quando la falsità della denuncia non incide sul giudizio circa la fondatezza del fatto e sulla relativa qualificazione giuridica, anche se da essa possa derivare l'indebita contestazione di circostanze aggravanti, orientamento avvallato anche dalla stessa Corte di Cassazione.

La pronuncia assolutoria, dunque, trova il suo fondamento nella totale assenza nel giovane - il quale aveva allegato alla querela un certificato medico di soli 20 giorni di prognosi - della volontà di richiedere la condanna della donna per lesioni colpose gravi - 81 giorni di prognosi erano quelli indicati nel capo di imputazione - circostanza assai rilevante per la difesa in quanto la querela costituisce, nel caso in esame, il c.d. “corpo di reato” e pertanto, affinché possa dirsi integrato il reato di calunnia, è necessario che i profili di falsità emergano direttamente da questo.

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Calunnia: non c'è reato se la falsità non riguarda la sussistenza del fatto

Mer, 13/04/2016 - 20:47

Se la falsità non riguarda la sussistenza del fatto, non c'è reato di calunnia: lo ha stabilito il Giudice Monocratico di Rimini, il Dott. Massimo Di Patria, il quale ha pronunciato sentenza di piena assoluzione nei confronti di un riminese accusato, all’epoca ventottenne, di calunnia e difeso dall'avvocato Davide Grassi del Foro di Rimini.

Secondo la tesi della Procura di Rimini, che ne aveva richiesto e ottenuto il rinvio a giudizio, il giovane aveva presentato una querela nei confronti di una signora accusandola falsamente di avergli cagionato, a seguito di un sinistro stradale, “lesioni personali durate oltre quaranta giorni, pur sapendola innocente” in quanto, come riferito dal capo d'imputazione, “l'evento, contrariamente a quanto riportato in denuncia, era di lieve entità ed incompatibile con la prognosi dichiarata (ndr. 81 giorni)”.

L'articolo 368 del Codice Penale, nel disciplinare la fattispecie della calunnia, stabilisce infatti che chiunque, con denuncia o querela, anche se anonima o sotto falso nome, incolpi qualcuno di un reato pur sapendolo innocente, è punito con la reclusione da due a sei anni.

Secondo quanto riferito dalla signora, costituitasi parte civile nel relativo processo penale, il giovane riminese aveva di fatto “ingigantito” il danno subito - un trauma al rachide cervicale provocatogli a seguito di un tamponamento mentre si trovava alla guida del proprio scooter - prolungando la malattia dai venti giorni iniziali sino ai complessivi ottanta.

Il ragazzo, infatti, aveva querelato la donna per il reato di lesioni personali colpose al fine di ottenere un risarcimento del danno subito in conseguenza di quel tamponamento, allegando i relativi certificati medici attestanti la prognosi di venti giorni e provvedendo, in seguito, anche al deposito presso il giudice di pace penale di Rimini di ulteriore documentazione medica attestante il prolungamento della malattia.

Nonostante il processo per lesioni si fosse concluso con la remissione della querela in seguito al versamento, da parte della compagnia assicurativa, di una cifra a titolo di risarcimento danni, la donna decideva comunque di denunciare il ventottenne per il reato di calunnia, dopo aver scoperto che questi, nonostante la prognosi, aveva comunque disputato una partita di calcio, oltretutto segnando un gol proprio grazie ad una magistrale “incornata”.

La donna aveva appreso la notizia direttamente dai commenti pubblicati sul forum della squadra di calcio in cui il giovane militava: “Sono un po' incriccato ma tutto sommato me la sono cavata bene”.

Dunque, tratto a giudizio per rispondere del reato di calunnia, il ventottenne è stato assolto con formula piena dal giudice dopo una lunga istruttoria celebrata attraverso l'esame di diversi testimoni, tra cui i medici che lo avevano visitato e che ne avevano certificato le lesioni.

Si riporta per intero il passaggio della sentenza con il quale il giudice riminese ha scagionato l'imputato: “Dunque gli eventuali profili di falsità, emergenti, secondo la prospettazione accusatoria, non dalla denuncia, ma dalla produzione documentale, non afferiscono alla sussistenza del fatto ed alla sua qualificazione giuridica, ma eventualmente all'individuazione dell'aspetto circostanziale dell'illecito (lesioni colpose aggravate dalla durata della malattia): pertanto, non è configurabile il reato di calunnia”.

Secondo le argomentazioni del giudice, quindi, non ricorre la calunnia quando la falsità della denuncia non incide sul giudizio circa la fondatezza del fatto e sulla relativa qualificazione giuridica, anche se da essa possa derivare l'indebita contestazione di circostanze aggravanti, orientamento avvallato anche dalla stessa Corte di Cassazione.

La pronuncia assolutoria, dunque, trova il suo fondamento nella totale assenza nel giovane - il quale aveva allegato alla querela un certificato medico di soli 20 giorni di prognosi - della volontà di richiedere la condanna della donna per lesioni colpose gravi - 81 giorni di prognosi erano quelli indicati nel capo di imputazione - circostanza assai rilevante per la difesa in quanto la querela costituisce, nel caso in esame, il c.d. “corpo di reato” e pertanto, affinché possa dirsi integrato il reato di calunnia, è necessario che i profili di falsità emergano direttamente da questo.

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Continua la collaborazione del dott. Benaglia con la rivista Il Fisco.

Ven, 18/03/2016 - 19:07

Il litisconsorzio necessario e la sospensione dei processi per i soci di società a “ristretta base” sociale. Questo è il titolo dell’ultimo lavoro pubblicato dal dott. Giovanni Benaglia sulla rivista IL FISCO, prestigioso settimanale di approfondimento per professionisti e imprese, nel numero che si può trovare da lunedì in edicola. Come ci dice lo stesso autore l’articolo vuole approfondire “la disciplina del litisconsorzio necessario, quale strumento giuridico a disposizione del socio non amministratore per contestare il maggiore reddito calcolato su una società di capitali da lui partecipata”.
Con il numero in uscita continua, così, la pluriennale collaborazione del dott. Benaglia con la prestigiosa rivista fiscale che, ricordiamo, da 40 anni è presente negli studi di moltissimi professionisti italiani. 
Tra i lavori pubblicati recentemente possiamo ricordare:
- la disciplina dell’imposta di registro per le aree destinate a edilizia convenzionata;
- la disciplina dell’imposta di registro per la piccola proprietà contadina;
- l’analisi del concordato con riserva e il ruolo del Collegio Sindacale;
- il finanziamento dei soci nel concordato preventivo e nell’accordo di ristrutturazione dei debiti
Per chi fosse interessato può acquistare la rivista o l’articolo, oltreché che come già detto in edicola da lunedì, anche sul sito web del settimanale

 

Notizie ImpreseOggi
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Continua la collaborazione del dott. Benaglia con la rivista Il Fisco.

Ven, 18/03/2016 - 19:07

Il litisconsorzio necessario e la sospensione dei processi per i soci di società a “ristretta base” sociale. Questo è il titolo dell’ultimo lavoro pubblicato dal dott. Giovanni Benaglia sulla rivista IL FISCO, prestigioso settimanale di approfondimento per professionisti e imprese, nel numero che si può trovare da lunedì in edicola. Come ci dice lo stesso autore l’articolo vuole approfondire “la disciplina del litisconsorzio necessario, quale strumento giuridico a disposizione del socio non amministratore per contestare il maggiore reddito calcolato su una società di capitali da lui partecipata”.
Con il numero in uscita continua, così, la pluriennale collaborazione del dott. Benaglia con la prestigiosa rivista fiscale che, ricordiamo, da 40 anni è presente negli studi di moltissimi professionisti italiani. 
Tra i lavori pubblicati recentemente possiamo ricordare:
- la disciplina dell’imposta di registro per le aree destinate a edilizia convenzionata;
- la disciplina dell’imposta di registro per la piccola proprietà contadina;
- l’analisi del concordato con riserva e il ruolo del Collegio Sindacale;
- il finanziamento dei soci nel concordato preventivo e nell’accordo di ristrutturazione dei debiti
Per chi fosse interessato può acquistare la rivista o l’articolo, oltreché che come già detto in edicola da lunedì, anche sul sito web del settimanale

 

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Da Berlino a Erdogan: colloquio con Giulietto Chiesa.

Mer, 16/03/2016 - 12:48

Lo Studio Grassi Benaglia Moretti è stato scelto come main sponsor dell’iniziativa che vedrà protagonista, il 19 marzo 2016 alle ore 21 presso il Teatro Tiberio di Rimini, Giulietto Chiesa, che da 30 anni segue i grandi avvenimenti esteri. 
La serata prende spunto dai fatti di cronaca recenti che stanno interessando tutto il continente Europeo. Il nostra Pianeta, oggi, è soggetto ad una migrazione di circa 60 milioni di esseri umani. Guerre, Fame, mutamenti Geopolitici, spingono un numero enorme di persone a spostarsi per trovare una condizione migliore. L'Europa, che con l'abbattimento del Muro di Berlino, si era concessa di sognare un futuro di Comunità senza frontiere, oggi si risveglia nell'inefficacia del trattato di Dublino e degli Accordi di Schengen.
Molti giornalisti hanno documentato la Caduta del Muro di Berlino e documentano oggi la crisi delle Frontiere Europee.
Giulietto Chiesa sarà intervistato da tre giornalisti locali: Andrea Rossini del Corriere Romagna,  Davide Brullo de La Voce di Romagna e Franco Fregni di Rimini 2.0.
La serata è a entrata libera.

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Da Berlino a Erdogan: colloquio con Giulietto Chiesa.

Mer, 16/03/2016 - 12:48

Lo Studio Grassi Benaglia Moretti è stato scelto come main sponsor dell’iniziativa che vedrà protagonista, il 19 marzo 2016 alle ore 21 presso il Teatro Tiberio di Rimini, Giulietto Chiesa, che da 30 anni segue i grandi avvenimenti esteri. 
La serata prende spunto dai fatti di cronaca recenti che stanno interessando tutto il continente Europeo. Il nostra Pianeta, oggi, è soggetto ad una migrazione di circa 60 milioni di esseri umani. Guerre, Fame, mutamenti Geopolitici, spingono un numero enorme di persone a spostarsi per trovare una condizione migliore. L'Europa, che con l'abbattimento del Muro di Berlino, si era concessa di sognare un futuro di Comunità senza frontiere, oggi si risveglia nell'inefficacia del trattato di Dublino e degli Accordi di Schengen.
Molti giornalisti hanno documentato la Caduta del Muro di Berlino e documentano oggi la crisi delle Frontiere Europee.
Giulietto Chiesa sarà intervistato da tre giornalisti locali: Andrea Rossini del Corriere Romagna,  Davide Brullo de La Voce di Romagna e Franco Fregni di Rimini 2.0.
La serata è a entrata libera.

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Start up innovative: la Regione Emilia Romagna pubblica il bando di finanziamento

Mar, 08/03/2016 - 11:00

Con delibera n. 11 dell’11 gennaio 2016 la Giunta Regionale dell’Emilia Romagna ha approvato il bando di finanziamento rivolto alle startup innovative per sostenere l’avvio e il consolidamento di progetti innovati nei settori dell’agroalimentare, edilizia e costruzioni, meccatronica e motoristica, industria della salute e del benessere, industrie culturali e creative, innovazione nei servizi.

Ne parliamo con il dott. Benaglia Giovanni, che per lo studio GRASSI BENAGLIA MORETTI segue il settore della finanza agevolata e dello sviluppo d’impresa.

Dottor Benaglia, quali sono gli obiettivi di questo bando?

L’obiettivo è semplice: favorire la nascita e la crescita di star up nell’ambito della Regione Emilia Romagna, sostenendo sia la valorizzazione economica dei risultati della ricerca sia lo sforzo di introdurre nuovi prodotti, servizi di alta tecnologia o ad alto contenuto innovativo nel mercato.

Possono partecipare tutte le imprese?

No. Il bando contiene due importanti limitazioni. La prima riguarda il fatto che i beneficiari debbano essere costituiti sottoforma di società di capitali, inclusi quelli costituiti sotto forma di Srl uninominali, consorzi, società consortili e cooperative. La seconda limitazione riguarda il fatto che i beneficiari debbano essere registrati nella sezione speciale del Registro delle imprese presso la Camera di Commercio dedicata alle start up innovative.

Altre limitazioni?

Si. Per i progetti di avvio di attività, quelli che il bando chiama di Tipologia A, possono presentare domanda le imprese costituite successivamente al 1 gennaio 2013. Per i progetti di espansione di start up già avviate, definite di Tipologia B, possono presentare domanda le imprese costituite dopo il 01 marzo 2011.

Quali spese sono ammesse?

Per gli interventi di Tipologia A che, ricordo, sono quelli sostenuti dalle imprese neo-costituite, sono ammessi costi riguardanti i macchinari, attrezzature, impianti, hardware e software, ma anche l’affitto e noleggio di laboratori, acquisto di brevetti, spese di costituzione, spese promozionali anche per partecipazione a fiere ed eventi. Per gli interventi di Tipologia B, cioè quelli riguardanti le imprese già presenti sul mercato, sono ammessi costi riguardanti l’acquisizione di sedi produttive, l’acquisto di macchinari, impianti, attrezzature e arredi, hardware e software, spese promozionali e consulenze esterne specialistiche.

Le scadenze, invece, quali sono?

Le domande possono essere presentate dalle ore 10 del 21 marzo 2016 alle ore 17 del 30 settembre 2016 esclusivamente on line. Mi sia consentito, però, al fine di una corretta informazione, di sottolineare una cosa.

Prego, faccia pure.

Il bando di finanziamento contiene una serie di particolarità e di limitazioni che difficilmente si riescono a riassumere in una breve intervista.  L’invito che faccio è quello, quindi, a chiunque sia interessato di rivolgersi al nostro studio o al sottoscritto per verificare la presenza dei requisiti per accedere a questo importante opportunità messa a disposizione dalla Regione Emilia Romagna.

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Startup innovative: niente notaio per la loro costituzione

Lun, 22/02/2016 - 10:36

Nei giorni scorsi il ministro dello Sviluppo Economico, Federica Guidi, ha firmato un decreto che introduce la possibilità di costituire una startup innovativa sottoforma di srl, mediante un modello standard tipizzato con firma digitale. L’obiettivo è quello di rendere più snelle le procedure per costituire nuove imprese e rendere più snelle le procedure burocratiche necessarie a realizzare il proprio progetto imprenditoriale. Il decreto del Ministero delle Sviluppo Economico è attuativo dell’articolo 4, comma 10 bis, del decreto legge n. 3/2015 (Investimet compact), convertito nella legge n. 33/2015.
In concreto viene introdotta la previsione per cui,  chiunque voglia costituire una società a responsabilità limitata avente il carattere della start-up innovativa, lo potrà fare senza andare dal notaio. 
Gli esperti del ministero hanno spiegato che “Gli atti potranno essere redatti direttamente dai soci della startup, oppure avvalendosi dell’ufficio del Registro delle imprese che autenticherà le sottoscrizioni e procederà in tempo reale all’iscrizione, permettendo la nascita della società contestualmente all’apposizione dell’ultima firma”. 
A frenare gli entusiasmi, però, c'è il fatto che, per la concreta applicazione di questa importante novità normativa manca, occorre che sia emanato il decreto direttoriale che dovrà approvare il modello informatico e la modulistica per la trasmissione e l’iscrizione al Registro delle imprese compilabile online. 
Si ricorda, infine, che le start-up innovative devono avere la forma giuridica delle società di capitali (Srl, Spa, Sapa) costituite anche in forma cooperativa, non devono essere quotate su mercati regolamentati o su sistemi multilaterali di negazione. Le start up innovative devono, poi, iscriversi nella speciale sezione del registro delle imprese e sono esonerate dal pagamento dell’imposta di bollo e dei diritti di segreteria dovuti per le pratiche inoltrate al registro delle imprese stesso.

 

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