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Grassi Benaglia Moretti avvocati e commercialisti

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Aggiornato: 2 giorni 13 ore fa

Anticipo NASPI: niente tasse se utilizzata per creare una cooperativa.

Sab, 10/07/2021 - 14:00
Chi percepisce l’indennità di disoccupazione, nel caso in cui proceda a costituire una cooperativa, potrà richiedere l’anticipo della Naspi senza pagarci sopra alcuna tassa. Lo prevede l’articolo 1, comma 12 della Legge 160 del 27 dicembre 2019 (Legge di Stabilità del 2020), che solo ora è entrato effettivamente in vigore con l’emanazione del provvedimento da parte dell’Agenzia delle Entrate. Nello specifico la legge prevede che  colui che riceve l’anticipo della disoccupazione per intraprendere una attività di lavoro autonomo, e la destina alla costituzione di una cooperativa presso la quale presterà la propria attività lavorativa, non sarà soggetto all’imposizione fiscale come, invece, avviene in tutti gli altri casi di anticipo della disoccupazione. COS’E’ L’ANTICIPO DELLA NASPI.  La possibilità di richiedere l’anticipo in una unica soluzione della Naspi (conosciuta anche con il termine gergale di indennità di disoccupazione), piuttosto che della ordinaria liquidazione mensile, è contenuta nell’articolo 8 del Decreto Legislativo 22/2015. Il disposto di legge è poi integrato dalla circolare Inps n. 174 del 23 settembre 2017, la quale fornisce maggiori dettagli circa la definizione di autoimprenditorialità.   L’anticipo della NASPI è una forma di agevolazione alla autoimprenditorialità concessa a tutte quelle persone che intendono intraprendere una attività di impresa o di lavoro autonomo al termine del proprio percorso lavorativo come dipendente.  I requisiti per accedere a questa forma di aiuto sono i seguenti:
  • aver diritto a percepire la Naspi;
  • avviare una attività autonoma sotto forma di:
    • lavoro autonomo quale, ad esempio, quello libero professionale (consulente, grafico, eccetera…), compreso quello in qualità di iscritti a specifiche casse (geometri, ingegneri, commercialisti, eccetera)
    • impresa individuale, quale l’artigiano o il commerciante;
    • Costituzione di una cooperativa con contestuale attività lavorativa svolta al suo interno;
    • costituzione o acquisto di quote in società di persone o di capitali anche caratterizzate dalla presenza un unico socio; 
Sussistendo i requisiti sopra descritti, l’interessato deve richiedere l’anticipo entro 30 giorni dalla data di avvio dell’attività. Ovviamente, nel caso di partecipazioni a forme societarie, per inizio attività si intende la costituzione o l’acquisto della relativa quota.  COME SI RICHIEDE L’ESENZIONE DALLE TASSE DELL’ANTICIPO DELLA NASPI. Coloro che hanno diritto all’esenzione, e che non hanno già ricevuto l’anticipo, devono allegare alla domanda di anticipo, con le modalità previste in un documento che sarà pubblicato successivamente dall’INPS, la seguente documentazione:
  • attestazione di avvenuta iscrizione della cooperativa nel registro delle imprese presso la Camera di Commercio competente per territorio, nonché nell’Albo nazionale delle società cooperative gestito dalle Camere di Commercio unitamente all’indicazione degli estremi per la successiva verifica;
  • stralcio dall’elenco dei soci corredato da una dichiarazione del Presidente della cooperativa attestante l’avvenuta iscrizione dell’interessato e l’attività allo stesso assegnata; 
  • dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà di cui all’articolo 47 del D.P.R. 28 dicembre 2000, n. 445, in cui il richiedente dichiara di destinare l’intero importo percepito al capitale sociale della cooperativa interessata entro il termine per la presentazione della dichiarazione relativa all’anno di imposta in cui è stata percepita la prestazione

CONTATTA LO STUDIO AL NUMERO 0541.708252 PER AVERE ASSISTENZA E AIUTO PER COSTITUIRE UNA COOPERATIVA E ACCEDERE AL BENEFICIO DELL'ANTICIPAZIONE DELLA NASPI

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Ismea – Banca Delle Terre Agricole: un’opportunità per giovani agricoltori e coltivatori diretti per acquistare terreni agricoli abbandonati

Sab, 03/07/2021 - 12:50
Ismea, l’Istituto di diritto pubblico che si occupa del supporto allo sviluppo dell’agricoltura attraverso la fornitura di servizi finanziari e di contributi a fondo perduto, ha lanciato la nuova edizione dell’iniziativa denominata Banca Nazionale delle Terre Agricole. Per quanto riguarda la Regione Emilia Romagna, i terreni in vendita sono 37 per una superficie complessiva pari a 1.164 ettari.  Nello specifico la Banca Nazionale delle Terre Agricole è stata istituita con la Legge 28 luglio 2016 n. 154  ed ha come scopo quello di realizzare un catalogo dei terreni agricoli disponibili sul territorio italiano da assegnare ad agricoltori e coltivatori diretti. La Banca viene alimentata sia da terreni acquistati direttamente da Ismea che da terreni di proprietà di Regioni, Province Autonome o enti locali che vogliono venderli o assegnarli a terzi. L’assegnazione di questi terreni avviene attraverso una asta pubblica di vendita, previo invio della manifestazione di interesse da parte del soggetto interessato. CHI PUO’ PRESENTARE L’OFFERTA Possono partecipare all’asta pubblica tutti i soggetti che:
  • non abbiano subito condanne per reati che comportino l’impossibilità di contrattare con la pubblica amministrazione (art. 32 quater del Codice Penale);
  • non siano sottoposti a misure di prevenzione antimafia ai sensi dell’art. 67 del D. Lgs 159/2011;
  • non siano stati esclusi dalla partecipazione per negligenza o malafede da precedenti procedure di aggiudicazione con riferimento al terreno oggetto di vendita (art. 68 R.D. 23 maggio 1924 n. 827);
  • non si trovino in stato di fallimento, liquidazione coatta, concordato preventivo, né via sia in corso un procedimento di dichiarazione di una di queste procedure concorsuali;
  • non sia stata pronunciata nei propri confronti una sentenza di condanna passata in giudicato per reati contro lo Stato o la Comunità europea (art. 444 codice di procedura penale);
  • non si stata pronunciata nei propri confronti condanna con sentenza passata in giudicato relativa a reati per mafia, corruzione, frode, riciclaggio.
MODALITA’ DI VENDITA I terreni vengono venduti a corpo e non a misura, nello stato di fatto e di diritto in cui si trovano. L’aggiudicatario ha l’obbligo di regolarizzare, a proprie spese, eventuali difformità prima dell’atto di vendita. La partecipazione alla vendita avviene, inizialmente, attraverso l’invio della manifestazione di interesse, che dovrà pervenire entro il giorno 07 settembre 2021 e potrà essere fatta solo in modalità telematica attraverso il portale di Ismea. Successivamente, chi ha manifestato il proprio interesse ed è in possesso dei requisiti richiesti, verrà invitato alla vendita senza incanto. A questo punto occorrerà inviare la propria offerta economica, comprensiva del deposito cauzionale, che dovrà pervenire in busta chiusa entro 45 giorni dalla ricezione della lettera di invito. Il deposito cauzionale è pari al 10% del valore di base dell’asta e dovrà essere versato con assegno circolare. Una commissione provvederà all’apertura delle buste e per i primi tre tentativi di vendita, risulterà aggiudicatario colui che avrà offerto il prezzo più elevato rispetto alla base d’asta. In caso di offerte uguali, i partecipanti saranno invitati a offrire, in busta chiusa, una nuova offerta segreta in aumento. AGEVOLAZIONI PER GIOVANI AGRICOLTORI. Il bando prevede una interessante agevolazioni per i giovani agricoltori che saranno aggiudicatari dei terreni della Banca delle Terre Agricole. In questo caso il pagamento del prezzo potrà avvenire in forma rateale, previa iscrizione dell’ipoteca pari al 100% del valore della base d’asta sul terreno che forma oggetto della vendita. In questo caso il prezzo del terreno posto a base d’asta potrà essere corrisposto in trent’anni attraverso il pagamento di rate semestrali o annuali. Il tasso applicato sarà pari al tasso base aumentato fino a 220 punti base. Per capire meglio il funzionamento, si riporta il seguente esempio:
  • prezzo base d’asta: euro 100,00;
  • cauzione: euro 10,00 (il 10% di euro 100,00);
  • prezzo offerto: euro 125,00.
Il pagamento avverrà in questo modo:
  • quanto a euro 10,00 corrisposto come cauzione al momento della presentazione dell’offerta;
  • quanto a euro 25,00, cioè il differenziale tra il valore a base d’asta e quello offerto, al momento della stipula dell’atto di trasferimento in una unica soluzione;
  • quanto a euro 90,00, cioè il differenziale fra il valore a base d’asta e la cauzione presentata, in 30 anni attraverso rate semestrali o annuali.
I requisiti per accedere a questa forma di agevolazione sono i seguenti e devono essere posseduti al momento della manifestazione di interesse:
  • Se ditta individuale:
    • Il titolare deve avere una età compresa tra i 18 anni e i 41 non compiuti;
    • Deve essere iscritta alla Camera di Commercio;
    • Deve avere una partita iva nell’ambito agricolo ed essere iscritta all’INPS come coltivatore diretto;
  • Se società:
    • Deve essere iscritta alla Camera di Commercio ed avere una partita iva nell’ambito agricolo;
    • Deve avere oggetto esclusivo l’esercizio di attività agricole ed avere, nella ragione sociale, la denominazione “società agricola”;
    • avere una maggioranza assoluta, numerica e di quote di partecipazione, di soci di età compresa tra i 18 anni compiuti e i 41 anni non compiuti;
    • gli amministratori devono avere una età compresa tra i 18 anni e i 41 anni compiuti.
CONTATTA LO STUDIO AL NUMERO 0541.708252 PER AVERE ASSISTENZA E AIUTO PER PATERCIPARE AL BANDO DELLE TERRE AGRICOLE PROMOSSO DA ISMEA

 

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Ismea – Banca Delle Terre Agricole: un’opportunità per giovani agricoltori e coltivatori diretti per acquistare terreni agricoli abbandonati

Sab, 03/07/2021 - 12:50
Ismea, l’Istituto di diritto pubblico che si occupa del supporto allo sviluppo dell’agricoltura attraverso la fornitura di servizi finanziari e di contributi a fondo perduto, ha lanciato la nuova edizione dell’iniziativa denominata Banca Nazionale delle Terre Agricole. Per quanto riguarda la Regione Emilia Romagna, i terreni in vendita sono 37 per una superficie complessiva pari a 1.164 ettari.  Nello specifico la Banca Nazionale delle Terre Agricole è stata istituita con la Legge 28 luglio 2016 n. 154  ed ha come scopo quello di realizzare un catalogo dei terreni agricoli disponibili sul territorio italiano da assegnare ad agricoltori e coltivatori diretti. La Banca viene alimentata sia da terreni acquistati direttamente da Ismea che da terreni di proprietà di Regioni, Province Autonome o enti locali che vogliono venderli o assegnarli a terzi. L’assegnazione di questi terreni avviene attraverso una asta pubblica di vendita, previo invio della manifestazione di interesse da parte del soggetto interessato. CHI PUO’ PRESENTARE L’OFFERTA Possono partecipare all’asta pubblica tutti i soggetti che:
  • non abbiano subito condanne per reati che comportino l’impossibilità di contrattare con la pubblica amministrazione (art. 32 quater del Codice Penale);
  • non siano sottoposti a misure di prevenzione antimafia ai sensi dell’art. 67 del D. Lgs 159/2011;
  • non siano stati esclusi dalla partecipazione per negligenza o malafede da precedenti procedure di aggiudicazione con riferimento al terreno oggetto di vendita (art. 68 R.D. 23 maggio 1924 n. 827);
  • non si trovino in stato di fallimento, liquidazione coatta, concordato preventivo, né via sia in corso un procedimento di dichiarazione di una di queste procedure concorsuali;
  • non sia stata pronunciata nei propri confronti una sentenza di condanna passata in giudicato per reati contro lo Stato o la Comunità europea (art. 444 codice di procedura penale);
  • non si stata pronunciata nei propri confronti condanna con sentenza passata in giudicato relativa a reati per mafia, corruzione, frode, riciclaggio.
MODALITA’ DI VENDITA I terreni vengono venduti a corpo e non a misura, nello stato di fatto e di diritto in cui si trovano. L’aggiudicatario ha l’obbligo di regolarizzare, a proprie spese, eventuali difformità prima dell’atto di vendita. La partecipazione alla vendita avviene, inizialmente, attraverso l’invio della manifestazione di interesse, che dovrà pervenire entro il giorno 07 settembre 2021 e potrà essere fatta solo in modalità telematica attraverso il portale di Ismea. Successivamente, chi ha manifestato il proprio interesse ed è in possesso dei requisiti richiesti, verrà invitato alla vendita senza incanto. A questo punto occorrerà inviare la propria offerta economica, comprensiva del deposito cauzionale, che dovrà pervenire in busta chiusa entro 45 giorni dalla ricezione della lettera di invito. Il deposito cauzionale è pari al 10% del valore di base dell’asta e dovrà essere versato con assegno circolare. Una commissione provvederà all’apertura delle buste e per i primi tre tentativi di vendita, risulterà aggiudicatario colui che avrà offerto il prezzo più elevato rispetto alla base d’asta. In caso di offerte uguali, i partecipanti saranno invitati a offrire, in busta chiusa, una nuova offerta segreta in aumento. AGEVOLAZIONI PER GIOVANI AGRICOLTORI. Il bando prevede una interessante agevolazioni per i giovani agricoltori che saranno aggiudicatari dei terreni della Banca delle Terre Agricole. In questo caso il pagamento del prezzo potrà avvenire in forma rateale, previa iscrizione dell’ipoteca pari al 100% del valore della base d’asta sul terreno che forma oggetto della vendita. In questo caso il prezzo del terreno posto a base d’asta potrà essere corrisposto in trent’anni attraverso il pagamento di rate semestrali o annuali. Il tasso applicato sarà pari al tasso base aumentato fino a 220 punti base. Per capire meglio il funzionamento, si riporta il seguente esempio:
  • prezzo base d’asta: euro 100,00;
  • cauzione: euro 10,00 (il 10% di euro 100,00);
  • prezzo offerto: euro 125,00.
Il pagamento avverrà in questo modo:
  • quanto a euro 10,00 corrisposto come cauzione al momento della presentazione dell’offerta;
  • quanto a euro 25,00, cioè il differenziale tra il valore a base d’asta e quello offerto, al momento della stipula dell’atto di trasferimento in una unica soluzione;
  • quanto a euro 90,00, cioè il differenziale fra il valore a base d’asta e la cauzione presentata, in 30 anni attraverso rate semestrali o annuali.
I requisiti per accedere a questa forma di agevolazione sono i seguenti e devono essere posseduti al momento della manifestazione di interesse:
  • Se ditta individuale:
    • Il titolare deve avere una età compresa tra i 18 anni e i 41 non compiuti;
    • Deve essere iscritta alla Camera di Commercio;
    • Deve avere una partita iva nell’ambito agricolo ed essere iscritta all’INPS come coltivatore diretto;
  • Se società:
    • Deve essere iscritta alla Camera di Commercio ed avere una partita iva nell’ambito agricolo;
    • Deve avere oggetto esclusivo l’esercizio di attività agricole ed avere, nella ragione sociale, la denominazione “società agricola”;
    • avere una maggioranza assoluta, numerica e di quote di partecipazione, di soci di età compresa tra i 18 anni compiuti e i 41 anni non compiuti;
    • gli amministratori devono avere una età compresa tra i 18 anni e i 41 anni compiuti.
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DISEGNI4+: Amocomodo srl con la consulenza dello studio si aggiudica un contributo a fondo perduto pari a 44.000 euro.

Mer, 23/06/2021 - 10:00
Amocomodo sri – prodotti di alta comodità - è una società con sede a Rimini che ha lo scopo di selezionare progetti da sviluppare, sperimentare e implementare al fine di realizzare, successivamente, la loro prototipazione e industrializzazione e, infine, la loro commercializzazione su “larga” scala. L’attività si realizza sia attraverso la ricerca sul mercato di idee e progetti da acquisire e successivamente da sviluppare, sia attraverso lo sviluppo di nuovi prodotti grazie alla propria struttura interna. Uno dei prodotti di punta realizzato e commercializzato è SKIZERØ ® -SCI IN SPALLA MANI LIBERE- un innovativo accessorio per il trasporto a tracolla degli sci che consente di camminare comodi, superando l’impaccio che normalmente generano sci e bastoncini durante il trasporto degli stessi dal parcheggio agli impianti di risalita e viceversa. L’azienda ha poi successivamente realizzato SKIZERØ ® SNOWBOARD un innovativo sistema per il trasporto a spalla della tavola, questa volta per il mercato dei “rider”. Forte dell’esperienza accumulata negli anni, e nell’ottica di una ulteriore crescita nel mercato degli accessori rivolti alla “comodità” delle persone, restando sempre in ambito “Low Technology” la società riminese ha chiesto al socio Giovanni Benaglia di verificare la possibilità di ottenere finanziamenti agevolati per lo sviluppo e la commercializzazione di un nuovo prodotto, il Mokabeep ©, un segnalatore acustico-luminoso di pronto caffè per moka classica. Si tratta questa volta di un piccolo accessorio universale che, montato sulla moka di casa, consente all’utilizzatore di essere avvisato ogni volta che il caffè è pronto evitando che il caffè si bruci ed il piano del fornello si sporchi. La ricerca ha dato i suoi frutti e amocomodo srl – prodotti di alta comodità-  si è aggiudicata un contributo a fondo perduto di 44.000 euro per lo sviluppo di Mokabeep ©. L’importo, in forma di contributo in conto capitale nella misura dell’80% dell’investimento totale, è stato erogato sulla base della partecipazione al bando DISEGNI 4+, promosso dal Ministero dello Sviluppo Economico, Direzione Generale per la Tutela della Proprietà Industriale - Ufficio Italiano Brevetti e Marchi e l'Unioncamere. L’obiettivo dell’iniziativa è quello di fornire un sostegno finanziario alle PMI che voglio valorizzare, attraverso la relativa industrializzazione, i disegni e i modelli dotati di privativa industriale.  Il successo ottenuto dalla società Amocomodo srl -prodotti di alta comodità-  e dallo studio assume maggior rilievo e importanza se si pensa che le risorse a bando erano veramente esigue (circa 14 milioni a livello nazionale) per l’ottima posizione ottenuta nella classifica finale dei soggetti ammessi.  Notizie ImpreseOggi
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DISEGNI4+: Amocomodo srl con la consulenza dello studio si aggiudica un contributo a fondo perduto pari a 44.000 euro.

Mer, 23/06/2021 - 10:00
Amocomodo sri – prodotti di alta comodità - è una società con sede a Rimini che ha lo scopo di selezionare progetti da sviluppare, sperimentare e implementare al fine di realizzare, successivamente, la loro prototipazione e industrializzazione e, infine, la loro commercializzazione su “larga” scala. L’attività si realizza sia attraverso la ricerca sul mercato di idee e progetti da acquisire e successivamente da sviluppare, sia attraverso lo sviluppo di nuovi prodotti grazie alla propria struttura interna. Uno dei prodotti di punta realizzato e commercializzato è SKIZERØ ® -SCI IN SPALLA MANI LIBERE- un innovativo accessorio per il trasporto a tracolla degli sci che consente di camminare comodi, superando l’impaccio che normalmente generano sci e bastoncini durante il trasporto degli stessi dal parcheggio agli impianti di risalita e viceversa. L’azienda ha poi successivamente realizzato SKIZERØ ® SNOWBOARD un innovativo sistema per il trasporto a spalla della tavola, questa volta per il mercato dei “rider”. Forte dell’esperienza accumulata negli anni, e nell’ottica di una ulteriore crescita nel mercato degli accessori rivolti alla “comodità” delle persone, restando sempre in ambito “Low Technology” la società riminese ha chiesto al socio Giovanni Benaglia di verificare la possibilità di ottenere finanziamenti agevolati per lo sviluppo e la commercializzazione di un nuovo prodotto, il Mokabeep ©, un segnalatore acustico-luminoso di pronto caffè per moka classica. Si tratta questa volta di un piccolo accessorio universale che, montato sulla moka di casa, consente all’utilizzatore di essere avvisato ogni volta che il caffè è pronto evitando che il caffè si bruci ed il piano del fornello si sporchi. La ricerca ha dato i suoi frutti e amocomodo srl – prodotti di alta comodità-  si è aggiudicata un contributo a fondo perduto di 44.000 euro per lo sviluppo di Mokabeep ©. L’importo, in forma di contributo in conto capitale nella misura dell’80% dell’investimento totale, è stato erogato sulla base della partecipazione al bando DISEGNI 4+, promosso dal Ministero dello Sviluppo Economico, Direzione Generale per la Tutela della Proprietà Industriale - Ufficio Italiano Brevetti e Marchi e l'Unioncamere. L’obiettivo dell’iniziativa è quello di fornire un sostegno finanziario alle PMI che voglio valorizzare, attraverso la relativa industrializzazione, i disegni e i modelli dotati di privativa industriale.  Il successo ottenuto dalla società Amocomodo srl -prodotti di alta comodità-  e dallo studio assume maggior rilievo e importanza se si pensa che le risorse a bando erano veramente esigue (circa 14 milioni a livello nazionale) per l’ottima posizione ottenuta nella classifica finale dei soggetti ammessi.  Notizie ImpreseOggi
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CELLULARLINE ACQUISISCE COVERLAB: LA VENDITA E’ AVVENUTA CON LA CONSULENZA DELLO STUDIO GRASSI BENAGLIA MORETTI

Sab, 12/06/2021 - 16:02
La società Cellularline, quotata al segmento Star della Borsa di Milano e leader in Europa per quanto riguarda la commercializzazione di accessori rivolti a smartphone e tablet, ha acquisito il 55% del capitale sociale di Nicotina Group srl, produttrice nel segmento custom degli accessori per smartphone. La Nicotina Group srl si è avvalsa, come advisor, della consulenza dello studio Grassi Benaglia Moretti. In particolare gli aspetti legali sono stati seguiti dall’avvocato Grassi Davide il quale ha così commentato: ”Siamo orgogliosi di aver fatto parte del team di consulenti che ha reso possibile questa importante operazione. Nicotina Group, proprietaria del marchio Coverlab, è una giovanissima e già affermata realtà imprenditoriale riminese che in pochi anni si è fatta conoscere, anche all’estero, nell’accessoristica per la telefonia mobile”. Il socio Giovanni Benaglia ha, invece, seguito gli aspetti riguardanti la valutazione degli asset oggetto del M&A.   LA STORIA DI NICOTINA GROUP. Nicotina Group è stata fondata nel 2018 e ha sede a Rimini e commercializza accessori per smartphone, altamente personalizzabili attraverso applicativi sviluppati internamente, garantendo un'elevata capacità produttiva. I prodotti vengono venduti con il marchio Coverlab sul proprio sito e-commerce. Altra componente altamente innovativa è il fatto che la società ha sviluppato software proprietari che rendono particolarmente efficiente ed efficace l'acquisto online e la customer experience. LE REAZIONI DEI PROTAGONISTI La società acquirente così ha commentato l’acquisizione: “Attraverso questa operazione Cellularline potrà fare leva sul know-how innovativo di Coverlab e implementare avanzate strategie di promozione e vendita dei suoi prodotti anche attraverso i canali digitali. Inoltre, aprendosi al segmento custom dell'accessoristica per smartphone, potrà soddisfare le sofisticate esigenze di una nicchia di mercato premium ed intercettare la domanda delle nuove generazioni. Nel 2020, suo secondo anno di attività, Coverlab ha sviluppato un fatturato di Euro 0,24 mln - da Euro 0,13 mln del 2019 - di cui circa il 46% sui mercati internazionali. Nel primo trimestre del 2021 il tasso di crescita si conferma sostenuto, +30% circa, ed è prevista un'ulteriore accelerazione nel corso dell'anno grazie al progressivo allargamento e profondità della gamma prodotti. L'operazione di acquisto potrà rafforzare in maniera significativa il percorso di crescita di Coverlab, anche in sinergia con la capacità commerciale del Gruppo”. A questa dichiarazione fa seguito Christian Aleotti, Co-CEO di Cellularline, "Questa operazione, per quanto di economics contenuti, ha un valore strategico notevole perché innesta know-how altamente innovativi all'interno del gruppo Cellularline. Siamo certi che questo porterà il Gruppo a cogliere maggiori opportunità sul fronte del digitale, accelerando la strategia di rafforzamento del canale E-commerce. Inoltre, il segmento custom integra la nostra offerta e ci permette di aprirci a nuove e interessanti fasce di consumatori. Siamo certi che il marchio Coverlab potrà crescere significativamente e in maniera sinergica con gli altri marchi del Gruppo". Infine Andrea Fabbri, co-founder di Coverlab, ha così commentato l’operazione: "Siamo orgogliosi di essere stati notati e apprezzati da un Gruppo leader di mercato, in Italia e in Europa. Crediamo di poter apportare un contributo significativo, soprattutto nelle strategie di canale che ci sono proprie. Inoltre, siamo sicuri che grazie a questa operazione potremo ampliare l'offering di Coverlab e affermare la nostra unicità anche a livello europeo".. Notizie ImpreseOggi
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CELLULARLINE ACQUISISCE COVERLAB: LA VENDITA E’ AVVENUTA CON LA CONSULENZA DELLO STUDIO GRASSI BENAGLIA MORETTI

Sab, 12/06/2021 - 16:02
La società Cellularline, quotata al segmento Star della Borsa di Milano e leader in Europa per quanto riguarda la commercializzazione di accessori rivolti a smartphone e tablet, ha acquisito il 55% del capitale sociale di Nicotina Group srl, produttrice nel segmento custom degli accessori per smartphone. La Nicotina Group srl si è avvalsa, come advisor, della consulenza dello studio Grassi Benaglia Moretti. In particolare gli aspetti legali sono stati seguiti dall’avvocato Grassi Davide il quale ha così commentato: ”Siamo orgogliosi di aver fatto parte del team di consulenti che ha reso possibile questa importante operazione. Nicotina Group, proprietaria del marchio Coverlab, è una giovanissima e già affermata realtà imprenditoriale riminese che in pochi anni si è fatta conoscere, anche all’estero, nell’accessoristica per la telefonia mobile”. Il socio Giovanni Benaglia ha, invece, seguito gli aspetti riguardanti la valutazione degli asset oggetto del M&A.   LA STORIA DI NICOTINA GROUP. Nicotina Group è stata fondata nel 2018 e ha sede a Rimini e commercializza accessori per smartphone, altamente personalizzabili attraverso applicativi sviluppati internamente, garantendo un'elevata capacità produttiva. I prodotti vengono venduti con il marchio Coverlab sul proprio sito e-commerce. Altra componente altamente innovativa è il fatto che la società ha sviluppato software proprietari che rendono particolarmente efficiente ed efficace l'acquisto online e la customer experience. LE REAZIONI DEI PROTAGONISTI La società acquirente così ha commentato l’acquisizione: “Attraverso questa operazione Cellularline potrà fare leva sul know-how innovativo di Coverlab e implementare avanzate strategie di promozione e vendita dei suoi prodotti anche attraverso i canali digitali. Inoltre, aprendosi al segmento custom dell'accessoristica per smartphone, potrà soddisfare le sofisticate esigenze di una nicchia di mercato premium ed intercettare la domanda delle nuove generazioni. Nel 2020, suo secondo anno di attività, Coverlab ha sviluppato un fatturato di Euro 0,24 mln - da Euro 0,13 mln del 2019 - di cui circa il 46% sui mercati internazionali. Nel primo trimestre del 2021 il tasso di crescita si conferma sostenuto, +30% circa, ed è prevista un'ulteriore accelerazione nel corso dell'anno grazie al progressivo allargamento e profondità della gamma prodotti. L'operazione di acquisto potrà rafforzare in maniera significativa il percorso di crescita di Coverlab, anche in sinergia con la capacità commerciale del Gruppo”. A questa dichiarazione fa seguito Christian Aleotti, Co-CEO di Cellularline, "Questa operazione, per quanto di economics contenuti, ha un valore strategico notevole perché innesta know-how altamente innovativi all'interno del gruppo Cellularline. Siamo certi che questo porterà il Gruppo a cogliere maggiori opportunità sul fronte del digitale, accelerando la strategia di rafforzamento del canale E-commerce. Inoltre, il segmento custom integra la nostra offerta e ci permette di aprirci a nuove e interessanti fasce di consumatori. Siamo certi che il marchio Coverlab potrà crescere significativamente e in maniera sinergica con gli altri marchi del Gruppo". Infine Andrea Fabbri, co-founder di Coverlab, ha così commentato l’operazione: "Siamo orgogliosi di essere stati notati e apprezzati da un Gruppo leader di mercato, in Italia e in Europa. Crediamo di poter apportare un contributo significativo, soprattutto nelle strategie di canale che ci sono proprie. Inoltre, siamo sicuri che grazie a questa operazione potremo ampliare l'offering di Coverlab e affermare la nostra unicità anche a livello europeo".. Notizie ImpreseOggi
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Recovery fund e Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza: siamo pronti a offrire la nostra consulenza agli imprenditori che credono nella ripartenza.

Mer, 02/06/2021 - 20:43
Siamo certi che il PNRR sia una grandissima opportunità per gli imprenditori che vogliono ripartire. A sua volta, per il nostro studio, rappresenta una grande occasione per mettere in gioco l’esperienza e la professionalità accumulata in tutti questi anni nella finanza agevolata”. Per questo, almeno da un anno a questa parte, abbiamo cominciato a studiare i documenti, gli accordi sottoscritti e, appena è stato possibile, abbiamo letto il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che il Governo Draghi ha trasmesso a Bruxelles. Già nel 2020, in piena pandemia, all’indomani dell’annuncio da parte del Governo Conte di aver sottoscritto il Recovery fund da più di 200 miliardi di euro, ci siamo resi conto che ci saremmo trovati di fronte a una grandissima svolta storica, paragonabile a quello che è stato, all’indomani della Seconda Guerra Mondiale, l’approvazione del Piano Marshall. IL PIANO NAZIONALE DI RIPRESA E RESILIENZA E’ UN FORMIDABILE STIMOLO PER L’ECONOMIA L’intuizione iniziale che abbiamo avuto è stata confermata: il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, per questa generazione che vive nei fatti in una economia quasi post-bellica, con la fortuna di non avere, però, le distruzioni fisiche della guerra, è un punto di svolta fondamentale il quale, assieme al bilancio a lungo termine dell’Unione Europea, rappresenta il più ingente pacchetto di misure di stimolo per la ripresa mai finanziato in Europa. LO STUDIO VUOLE ESSERE PROTAGONISTA AL FIANCO DEGLI IMPRENDITORI Il nostro studio in tutto questo vuole esserci, perché siamo consapevoli che il mestiere di commercialista deve evolversi, non può più limitarsi a essere un mero e acritico digitatore di numeri, ma al contrario deve rappresentare una vera e propria guida al fianco dell’imprenditore che in questi lunghi mesi di pandemia non si è perso d’animo e che adesso vuole giustamente tornare a produrre e a crescere. Il PNRR appare a chi, come noi, lo ha letto e studiato come un corposo documento, che si sviluppa in 6 fondamentali ambiti di azione, chiamati “Missioni”. Per fare al meglio il nostro lavoro noi ci siamo concentrati su tre di queste Missioni, nelle quali abbiamo maturato già da molti anni professionalità e competenze. Ci riferiamo alle Missioni che riguardano l’Agricoltura, la Sanità e il Turismo e le energie rinnovabili e sulle quali, in questi giorni, abbiamo iniziato a coinvolgere i nostri clienti al fine di illustrargli le opportunità che li aspettano nei prossimi mesi e anni.  COMMERCIALISTI ESPERTI NELLE AREE CHE INTERESSANO IL P.N.R.R. Per sviluppare le iniziative che il P.N.R.R. contiene si dovrà ricorrere a persone che sappiano fare di conto, che sappiano predisporre business plan o che trovino soluzioni nell’ambito del diritto societario, tributario e amministrativo per intercettare questi fondi che arriveranno nel nostro Paese. In sostanza ci sarà bisogno di avere professionisti che sappiano compilare un project financing oppure seguire operazioni di Merger & Acquisition, di elaborazione di progetti di investimento: tutte capacità e competenza che i professionisti del nostro studio possiedono e che da oggi sono a disposizione di chi le vuole utilizzare per intercettare le risorse che stanno per arrivare dall’Europa. Notizie ImpreseOggi
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Recovery fund e Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza: siamo pronti a offrire la nostra consulenza agli imprenditori che credono nella ripartenza.

Mer, 02/06/2021 - 20:43
Siamo certi che il PNRR sia una grandissima opportunità per gli imprenditori che vogliono ripartire. A sua volta, per il nostro studio, rappresenta una grande occasione per mettere in gioco l’esperienza e la professionalità accumulata in tutti questi anni nella finanza agevolata”. Per questo, almeno da un anno a questa parte, abbiamo cominciato a studiare i documenti, gli accordi sottoscritti e, appena è stato possibile, abbiamo letto il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che il Governo Draghi ha trasmesso a Bruxelles. Già nel 2020, in piena pandemia, all’indomani dell’annuncio da parte del Governo Conte di aver sottoscritto il Recovery fund da più di 200 miliardi di euro, ci siamo resi conto che ci saremmo trovati di fronte a una grandissima svolta storica, paragonabile a quello che è stato, all’indomani della Seconda Guerra Mondiale, l’approvazione del Piano Marshall. IL PIANO NAZIONALE DI RIPRESA E RESILIENZA E’ UN FORMIDABILE STIMOLO PER L’ECONOMIA L’intuizione iniziale che abbiamo avuto è stata confermata: il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, per questa generazione che vive nei fatti in una economia quasi post-bellica, con la fortuna di non avere, però, le distruzioni fisiche della guerra, è un punto di svolta fondamentale il quale, assieme al bilancio a lungo termine dell’Unione Europea, rappresenta il più ingente pacchetto di misure di stimolo per la ripresa mai finanziato in Europa. LO STUDIO VUOLE ESSERE PROTAGONISTA AL FIANCO DEGLI IMPRENDITORI Il nostro studio in tutto questo vuole esserci, perché siamo consapevoli che il mestiere di commercialista deve evolversi, non può più limitarsi a essere un mero e acritico digitatore di numeri, ma al contrario deve rappresentare una vera e propria guida al fianco dell’imprenditore che in questi lunghi mesi di pandemia non si è perso d’animo e che adesso vuole giustamente tornare a produrre e a crescere. Il PNRR appare a chi, come noi, lo ha letto e studiato come un corposo documento, che si sviluppa in 6 fondamentali ambiti di azione, chiamati “Missioni”. Per fare al meglio il nostro lavoro noi ci siamo concentrati su tre di queste Missioni, nelle quali abbiamo maturato già da molti anni professionalità e competenze. Ci riferiamo alle Missioni che riguardano l’Agricoltura, la Sanità e il Turismo e le energie rinnovabili e sulle quali, in questi giorni, abbiamo iniziato a coinvolgere i nostri clienti al fine di illustrargli le opportunità che li aspettano nei prossimi mesi e anni.  COMMERCIALISTI ESPERTI NELLE AREE CHE INTERESSANO IL P.N.R.R. Per sviluppare le iniziative che il P.N.R.R. contiene si dovrà ricorrere a persone che sappiano fare di conto, che sappiano predisporre business plan o che trovino soluzioni nell’ambito del diritto societario, tributario e amministrativo per intercettare questi fondi che arriveranno nel nostro Paese. In sostanza ci sarà bisogno di avere professionisti che sappiano compilare un project financing oppure seguire operazioni di Merger & Acquisition, di elaborazione di progetti di investimento: tutte capacità e competenza che i professionisti del nostro studio possiedono e che da oggi sono a disposizione di chi le vuole utilizzare per intercettare le risorse che stanno per arrivare dall’Europa. Notizie ImpreseOggi
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Ristori Emilia Romagna per Bar e Ristoranti: cosa sono e come fare per ottenerli

Dom, 31/01/2021 - 20:19
Nell’ambito dell’emergenza COVID-19, la Regione Emilia Romagna ha previsto una specifica forma di aiuto, sotto forma di ristori, per bar e ristoranti che hanno subito un calo di fatturato nel corso del 2020. La gestione di questo contributo è stata demandata alle Camere di Commercio della Regione. BENEFICIARI DEL RISTORO I beneficiari del ristoro sono le imprese, aventi qualsiasi forma giuridica che hanno come codice ATECO primario il codice 56.10.11 o il codice 56.3, cioè quello delle imprese che esercitano l’attività di somministrazione al pubblico di alimenti e bevande. Nella fattispecie, quindi, Bar e Ristoranti. REQUISITI PER ACCEDERE AL CONTRIBUTO Le imprese che vorranno accedere al contributo dovranno:
  • Essere già iscritte alla data del 01 novembre 2020  al Registro delle Imprese tenuto presso la Camera di Commercio competente per territorio;

  • Essere attive alla data di apertura del bando, cioè al 20 gennaio 2021 e non essere cessate alla data del provvedimento di liquidazione del contributo;

  • Avere la sede o una unità locale aperta al pubblico in Emilia Romagna;

  • Aver subito un calo del fatturato medio nel periodo ricompreso tra il 1 novembre 2020 e il 31 dicembre 2020 pari o superiore al 20% rispetto al fatturato medio dello stesso periodo del 2019. Non rileva il calo del fatturato nel caso di attivazione nel periodo dal 1/1/2020 al 1/11/2020;

  • Essere in regola con il versamento dei contributi previdenziali. A tal fine dovrà essere prodotto, al momento della presentazione della domanda, un Durc regolare.

ENTITA’ DEL RISTORO CONCESSO Il contributo è pari ad euro 3.000,00, a prescindere dal valore del calo di fatturato, che potrà essere ridotto a seconda del numero di domande ammesse. PRESENTAZIONE DELLE DOMANDE. La presentazione delle domande dovrà avvenire a partire dalle ore 10 del giorno 20 gennaio 2021 fino alle ore 10 del giorno 17 febbraio 2021 esclusivamente per via telematica, attraverso la piattaforma messa a disposizione da Infocamere. Per presentare la domanda è necessario essere in possesso dello Spid o della Firma digitale (nel formato CNS con Pin dispositivo) del soggetto avente la legale rappresentanza dell’impresa richiedente.   Per informazioni o per avere un aiuto nella presentazione delle domande si può contattare lo studio al numero 0541.708252      Notizie Newsletter Grassi Benaglia Moretti, avvocati & commercialisti
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Ristori Emilia Romagna per Bar e Ristoranti: cosa sono e come fare per ottenerli

Dom, 31/01/2021 - 20:19
Nell’ambito dell’emergenza COVID-19, la Regione Emilia Romagna ha previsto una specifica forma di aiuto, sotto forma di ristori, per bar e ristoranti che hanno subito un calo di fatturato nel corso del 2020. La gestione di questo contributo è stata demandata alle Camere di Commercio della Regione. BENEFICIARI DEL RISTORO I beneficiari del ristoro sono le imprese, aventi qualsiasi forma giuridica che hanno come codice ATECO primario il codice 56.10.11 o il codice 56.3, cioè quello delle imprese che esercitano l’attività di somministrazione al pubblico di alimenti e bevande. Nella fattispecie, quindi, Bar e Ristoranti. REQUISITI PER ACCEDERE AL CONTRIBUTO Le imprese che vorranno accedere al contributo dovranno:
  • Essere già iscritte alla data del 01 novembre 2020  al Registro delle Imprese tenuto presso la Camera di Commercio competente per territorio;

  • Essere attive alla data di apertura del bando, cioè al 20 gennaio 2021 e non essere cessate alla data del provvedimento di liquidazione del contributo;

  • Avere la sede o una unità locale aperta al pubblico in Emilia Romagna;

  • Aver subito un calo del fatturato medio nel periodo ricompreso tra il 1 novembre 2020 e il 31 dicembre 2020 pari o superiore al 20% rispetto al fatturato medio dello stesso periodo del 2019. Non rileva il calo del fatturato nel caso di attivazione nel periodo dal 1/1/2020 al 1/11/2020;

  • Essere in regola con il versamento dei contributi previdenziali. A tal fine dovrà essere prodotto, al momento della presentazione della domanda, un Durc regolare.

ENTITA’ DEL RISTORO CONCESSO Il contributo è pari ad euro 3.000,00, a prescindere dal valore del calo di fatturato, che potrà essere ridotto a seconda del numero di domande ammesse. PRESENTAZIONE DELLE DOMANDE. La presentazione delle domande dovrà avvenire a partire dalle ore 10 del giorno 20 gennaio 2021 fino alle ore 10 del giorno 17 febbraio 2021 esclusivamente per via telematica, attraverso la piattaforma messa a disposizione da Infocamere. Per presentare la domanda è necessario essere in possesso dello Spid o della Firma digitale (nel formato CNS con Pin dispositivo) del soggetto avente la legale rappresentanza dell’impresa richiedente.   Per informazioni o per avere un aiuto nella presentazione delle domande si può contattare lo studio al numero 0541.708252      Notizie Newsletter Grassi Benaglia Moretti, avvocati & commercialisti
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Cartelle Equitalia e l'inutilità della loro rottamazione e del loro saldo e stralcio

Dom, 31/01/2021 - 18:19

La notizia dell’imminente invio di 50 milioni di cartelle esattoriali ha avuto la sua giusta dose di polemiche, giustificate dal momento che stiamo vivendo. In mezzo al clamore suscitato, però, nessuno ha avanzato la considerazione più banale e cioè che in caso di eventuale loro mancato pagamento, purtroppo, al trasgressore non accade nulla.

Il nostro sistema di accertamento dei tributi e della loro riscossione è fondamentalmente a pezzi. La Corte dei Conti, nella sua annuale Relazione al rendiconto Generale dello Stato, ha scritto che al 31 dicembre 2019 lo Stato italiano deve incassare cartelle esattoriali per un valore pari a 954,7 miliardi di euro, cioè una somma pari al 50% del PIL annuale del nostro Paese. Soldi che non si vedranno mai, perché circa 153,1 miliardi sono dovuti da soggetti falliti, 118,9 miliardi sono dovuti da soggetti deceduti o attività cessate, 109,5 miliardi sono dovuti da soggetti nullatenenti. Altri 410,1 miliardi si riferiscono a crediti per i quali lo Stato ha tentato un’azione di recupero ma questa è risultata parziale o inefficace. L’indice di riscossione medio negli ultimi 20 anni è del 13,30%, cioè per ogni 100 euro di credito esattoriale se ne recuperano 13,30 euro. Sulla fascia oltre i 100.000,00 euro di credito, questa percentuale cala al 2,7%.

Saranno pure 50 milioni di cartelle, ma passata l’indignazione iniziale, alla fine rimane solo poco più di uno spreco di carta.

Da cosa dipende questo sostanziale fallimento? La risposta non è univoca, è chiama in causa vari aspetti del nostro sistema tributario. Senza dubbio, la difficoltà nel recupero dei tributi dipende innanzitutto da una serie di paletti posti alla riscossione coattiva, quali ad esempio l’impossibilità di vendere all’asta la prima casa, il pignoramento dello stipendio limitato al quinto oppure l’impossibilità, fino a un paio di anni fa, di utilizzare le banche dati dei conti correnti per verificare le giacenze dei singoli debitori. A queste limitazioni vanno aggiunte quelle che impediscono all’incaricato della Riscossione di scegliere quale credito incassare e quale no, obbligandolo ad adoperarsi allo stesso modo sia per crediti che sa già essere inesigibili sia per crediti più credibilmente riscuotibili.

Infine si osserva che non è previsto nel nostro ordinamento la possibilità di effettuare una transizione del credito con il contribuente, il quale vorrebbe anche adempiere al suo obbligo (non esistono solo i delinquenti e i furbacchioni nel nostro Paese) ma non è in grado di farlo perché, per colpa o destino, l’importo è troppo alto rispetto alle sue possibilità.

La riscossione tramite cartelle esattoriali, però, rappresenta l’ultimo anello di un processo che inizia con l’accertamento dell’imposta da parte dell’Agenzia delle Entrate. Anche questa fase non se la passa benissimo, nonostante il fatto che ogni Governo annualmente sbandiera il suo successo nella lotta all’evasione fiscale, glissando, però, sul fatto che quello che effettivamente si incassa è una percentuale infinitamente bassa. La Corte dei Conti ha calcolato che nel 2019 per tutti gli accertamenti di evasione emessi dall’Agenzia delle Entrate, il 40% di questi, una volta che il presunto evasore li ha ricevuti, li ha comodamente buttati nel cestino. Con la conseguenza che questi avvisi di accertamento, a loro volta, diventeranno cartelle esattoriali con il risultato visto sopra, cioè di sostanziale mancato incasso. Tanto per dire, l’Agenzia delle Entrate, a fronte di crediti per 600 miliardi di euro, ha stimato che ad andare bene ne riuscirà a recuperare solo il 3%.

In tutta questa sostanziale inefficienza, una menzione merita anche la qualità e la quantità di accertamenti svolti, perché oltre a non incassare niente, spesso e volentieri il Fisco, invece di concentrarsi sui grandi evasori, intasa pure i tribunali e gli incaricati della riscossione con richieste tributarie quasi ridicole sia per l’importo che per il presupposto giuridico. Tanto per dire, nel 2019 l’Agenzia delle Entrate di Milano, con un unico controllo fiscale, ha recuperato e incassato da Kering (il gruppo proprietario, tra l’altro, di Gucci e Bottega Veneta) la considerevole cifra di 1,4 miliardi di euro, somma che ha consentito al Governo Italiano di chiudere la manovra aggiuntiva di 2 miliardi di euro evitando così la procedura di infrazione europea. Di contro, nello stesso periodo, sempre in Lombardia, l’Agenzia delle Entrate ha usato i suoi funzionari per recuperare da un importante numero di contribuenti, la stratosferica cifra di 200 euro cadauno, paventando una presunta evasione dell’imposta di registro calcolata per la registrazione di alcuni contratti.

Il risultato è stato che qualche cittadino ha fatto ricorso e non solo l’ha vinto ma addirittura l’Agenzia delle Entrate è stata condannata a pagare le spese legali, ammontanti ad euro 750,00. Per recuperare 200 euro, hanno lavorato almeno quattro funzionari del Fisco e tre Giudici Tributari, con il risultato finale non solo di non averli incassati ma di avere dovuto pagare i danni alla controparte. Questo caso potrà apparire estemporaneo e marginale. Tutt’altro, invece: la Corte dei Conti ha evidenziato che nel 2019 sono stati svolti 508.101 controlli, e ben 259.133 di questi, cioè il 51%, ha portato a recuperare una imposta evasa al massimo di euro 1.549,00. Cioè si sono dovuti fare la bellezza di quasi 260.000 controlli per accertare un terzo della cifra effettivamente incamerata con un solo controllo da Kering.

Diranno i puristi che l’evasione va perseguita a prescindere dall’importo. Ci mancherebbe che fosse il contrario. Però anche la Corte dei Conti, che non si può tacciare di essere favorevole all’evasione, suggerisce un mutamento di queste strategie di contrasto all’evasione, cercando di evitare di impegnarsi su posizioni non proficue né in termini di importo né in termine di esigibilità.

Ci troviamo, in conclusione, di fronte a un sistema che sia nella parte dell’accertamento che nella parte della riscossione presenta uno stato patologico straordinario che viene curato, però, con azioni anch’esse straordinarie ed emergenziali, come le proroghe delle scadenze, i saldi stralci, mini condoni o rottamazioni varie. La politica post-Covid 19, per essere nuova e credibile, dovrà inevitabilmente, in campo tributario, badare al sodo e rivolgere lo sforzo della sua struttura ad accertare somme che saranno con ogni probabilità incassate e non disperdere risorse in azioni forse utili più alla propaganda che alle Finanze dello Stato.

(articolo apparso su www.chiamamicitta.it il 18 gennaio 2021)

 

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Cartelle Equitalia e l'inutilità della loro rottamazione e del loro saldo e stralcio

Dom, 31/01/2021 - 18:19

La notizia dell’imminente invio di 50 milioni di cartelle esattoriali ha avuto la sua giusta dose di polemiche, giustificate dal momento che stiamo vivendo. In mezzo al clamore suscitato, però, nessuno ha avanzato la considerazione più banale e cioè che in caso di eventuale loro mancato pagamento, purtroppo, al trasgressore non accade nulla.

Il nostro sistema di accertamento dei tributi e della loro riscossione è fondamentalmente a pezzi. La Corte dei Conti, nella sua annuale Relazione al rendiconto Generale dello Stato, ha scritto che al 31 dicembre 2019 lo Stato italiano deve incassare cartelle esattoriali per un valore pari a 954,7 miliardi di euro, cioè una somma pari al 50% del PIL annuale del nostro Paese. Soldi che non si vedranno mai, perché circa 153,1 miliardi sono dovuti da soggetti falliti, 118,9 miliardi sono dovuti da soggetti deceduti o attività cessate, 109,5 miliardi sono dovuti da soggetti nullatenenti. Altri 410,1 miliardi si riferiscono a crediti per i quali lo Stato ha tentato un’azione di recupero ma questa è risultata parziale o inefficace. L’indice di riscossione medio negli ultimi 20 anni è del 13,30%, cioè per ogni 100 euro di credito esattoriale se ne recuperano 13,30 euro. Sulla fascia oltre i 100.000,00 euro di credito, questa percentuale cala al 2,7%.

Saranno pure 50 milioni di cartelle, ma passata l’indignazione iniziale, alla fine rimane solo poco più di uno spreco di carta.

Da cosa dipende questo sostanziale fallimento? La risposta non è univoca, è chiama in causa vari aspetti del nostro sistema tributario. Senza dubbio, la difficoltà nel recupero dei tributi dipende innanzitutto da una serie di paletti posti alla riscossione coattiva, quali ad esempio l’impossibilità di vendere all’asta la prima casa, il pignoramento dello stipendio limitato al quinto oppure l’impossibilità, fino a un paio di anni fa, di utilizzare le banche dati dei conti correnti per verificare le giacenze dei singoli debitori. A queste limitazioni vanno aggiunte quelle che impediscono all’incaricato della Riscossione di scegliere quale credito incassare e quale no, obbligandolo ad adoperarsi allo stesso modo sia per crediti che sa già essere inesigibili sia per crediti più credibilmente riscuotibili.

Infine si osserva che non è previsto nel nostro ordinamento la possibilità di effettuare una transizione del credito con il contribuente, il quale vorrebbe anche adempiere al suo obbligo (non esistono solo i delinquenti e i furbacchioni nel nostro Paese) ma non è in grado di farlo perché, per colpa o destino, l’importo è troppo alto rispetto alle sue possibilità.

La riscossione tramite cartelle esattoriali, però, rappresenta l’ultimo anello di un processo che inizia con l’accertamento dell’imposta da parte dell’Agenzia delle Entrate. Anche questa fase non se la passa benissimo, nonostante il fatto che ogni Governo annualmente sbandiera il suo successo nella lotta all’evasione fiscale, glissando, però, sul fatto che quello che effettivamente si incassa è una percentuale infinitamente bassa. La Corte dei Conti ha calcolato che nel 2019 per tutti gli accertamenti di evasione emessi dall’Agenzia delle Entrate, il 40% di questi, una volta che il presunto evasore li ha ricevuti, li ha comodamente buttati nel cestino. Con la conseguenza che questi avvisi di accertamento, a loro volta, diventeranno cartelle esattoriali con il risultato visto sopra, cioè di sostanziale mancato incasso. Tanto per dire, l’Agenzia delle Entrate, a fronte di crediti per 600 miliardi di euro, ha stimato che ad andare bene ne riuscirà a recuperare solo il 3%.

In tutta questa sostanziale inefficienza, una menzione merita anche la qualità e la quantità di accertamenti svolti, perché oltre a non incassare niente, spesso e volentieri il Fisco, invece di concentrarsi sui grandi evasori, intasa pure i tribunali e gli incaricati della riscossione con richieste tributarie quasi ridicole sia per l’importo che per il presupposto giuridico. Tanto per dire, nel 2019 l’Agenzia delle Entrate di Milano, con un unico controllo fiscale, ha recuperato e incassato da Kering (il gruppo proprietario, tra l’altro, di Gucci e Bottega Veneta) la considerevole cifra di 1,4 miliardi di euro, somma che ha consentito al Governo Italiano di chiudere la manovra aggiuntiva di 2 miliardi di euro evitando così la procedura di infrazione europea. Di contro, nello stesso periodo, sempre in Lombardia, l’Agenzia delle Entrate ha usato i suoi funzionari per recuperare da un importante numero di contribuenti, la stratosferica cifra di 200 euro cadauno, paventando una presunta evasione dell’imposta di registro calcolata per la registrazione di alcuni contratti.

Il risultato è stato che qualche cittadino ha fatto ricorso e non solo l’ha vinto ma addirittura l’Agenzia delle Entrate è stata condannata a pagare le spese legali, ammontanti ad euro 750,00. Per recuperare 200 euro, hanno lavorato almeno quattro funzionari del Fisco e tre Giudici Tributari, con il risultato finale non solo di non averli incassati ma di avere dovuto pagare i danni alla controparte. Questo caso potrà apparire estemporaneo e marginale. Tutt’altro, invece: la Corte dei Conti ha evidenziato che nel 2019 sono stati svolti 508.101 controlli, e ben 259.133 di questi, cioè il 51%, ha portato a recuperare una imposta evasa al massimo di euro 1.549,00. Cioè si sono dovuti fare la bellezza di quasi 260.000 controlli per accertare un terzo della cifra effettivamente incamerata con un solo controllo da Kering.

Diranno i puristi che l’evasione va perseguita a prescindere dall’importo. Ci mancherebbe che fosse il contrario. Però anche la Corte dei Conti, che non si può tacciare di essere favorevole all’evasione, suggerisce un mutamento di queste strategie di contrasto all’evasione, cercando di evitare di impegnarsi su posizioni non proficue né in termini di importo né in termine di esigibilità.

Ci troviamo, in conclusione, di fronte a un sistema che sia nella parte dell’accertamento che nella parte della riscossione presenta uno stato patologico straordinario che viene curato, però, con azioni anch’esse straordinarie ed emergenziali, come le proroghe delle scadenze, i saldi stralci, mini condoni o rottamazioni varie. La politica post-Covid 19, per essere nuova e credibile, dovrà inevitabilmente, in campo tributario, badare al sodo e rivolgere lo sforzo della sua struttura ad accertare somme che saranno con ogni probabilità incassate e non disperdere risorse in azioni forse utili più alla propaganda che alle Finanze dello Stato.

(articolo apparso su www.chiamamicitta.it il 18 gennaio 2021)

 

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Bonus pubblicità 2021: come funziona e come richiederlo

Dom, 31/01/2021 - 18:14
La Legge di Stabilità 2021 ha prorogato per il biennio 2021 – 2022 il credito di imposta a favore di imprese, lavoratori autonomi e enti non commerciali che effettuano investimenti in campagne pubblicitarie sui giornali quotidiani e periodici, sia cartacei che on-line, purchè regolarmente registrati come tali nel ROC (Registro degli operatori della comunicazione). Rispetto agli anni precedenti, nella proroga vengono escluse le emittenti televisivi e radiofoniche locali, sia analogiche che digitali. Stante l’elenco tassativo riportato dalla norma, non si ha diritto all’agevolazione nel caso di acquisto di pubblicità sui motori di ricerca o sui social, oppure per campagne realizzate tramite manifesti stradali fissi o itineranti o, comunque, su tutti i media diversi rispetto a quelli previsti espressamente per legge e come sopra elencati.   BONUS PUBBLICITA’: LA PERCENTUALE RICONOSCIUTA

Il credito di imposta riconosciuto è pari al 50% del valore degli investimenti pubblicitari effettuati, con un massimale pari a euro 50.000.000 per ciascuno degli anni. Se le domande presentate supereranno l’ammontare delle risorse stanziate, quest’ultime verranno ripartite su tutti i richiedenti aventi diritto e, di conseguenza, la percentuale del 50% potrebbe essere ridotta. La Legge di Stabilità ha confermato il metodo di calcolo del contributo, che si calcola sull’ammontare degli investimenti effettuati nell’anno di riferimento, a prescindere dall’incremento rispetto a quelli effettuati negli esercizi precedenti.  

COME SI USA IL CREDITO DI IMPOSTA SULLA PUBBLICITA’

Il credito di imposta è utilizzabile unicamente in compensazione, tramite F24 a partire dal quinto giorno lavorativo successivo alla pubblicazione dell’elenco dei soggetti ammessi. I tributi che si possono compensare sono, a titolo di esempio, i tributi erariali quali IVA, Imposte sui Redditi, contributi previdenziali sui dipendenti, ritenute effettuate a dipendenti o professionisti.

Per comprendere meglio il funzionamento del credito di imposta si evidenzia che per ogni euro 100,00 di investimento pubblicitario, il vantaggio per il soggetto beneficiario del contributo è il seguente:

  • Euro 27,90 (se si tratta di una società di capitali) sotto forma di risparmio delle imposte da pagare (Ires 24% + Irap 3,90%);
  • Euro 50,00 di credito da utilizzare per compensare, ad esempio, l’IVA da versare. 

In sostanza per ogni euro 100,00 di pubblicità acquistata e pagata il beneficiario recupererà una somma pari ad euro 77,90 (euro 27,90 + euro 50,00) e, quindi, l’effettivo costo dello spazio pubblicitario acquistato sarà pari ad euro 22,10, cioè alla differenza fra 100 euro e la somma del risparmio fiscale conseguito e il credito di imposta maturato. Si specifica, infine, che il credito di imposta maturato è esentasse e, quindi, non concorre al calcolo dell’imponibile fiscale alla fine dell’anno.

 

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Bonus pubblicità 2021: come funziona e come richiederlo

Dom, 31/01/2021 - 18:14
La Legge di Stabilità 2021 ha prorogato per il biennio 2021 – 2022 il credito di imposta a favore di imprese, lavoratori autonomi e enti non commerciali che effettuano investimenti in campagne pubblicitarie sui giornali quotidiani e periodici, sia cartacei che on-line, purchè regolarmente registrati come tali nel ROC (Registro degli operatori della comunicazione). Rispetto agli anni precedenti, nella proroga vengono escluse le emittenti televisivi e radiofoniche locali, sia analogiche che digitali. Stante l’elenco tassativo riportato dalla norma, non si ha diritto all’agevolazione nel caso di acquisto di pubblicità sui motori di ricerca o sui social, oppure per campagne realizzate tramite manifesti stradali fissi o itineranti o, comunque, su tutti i media diversi rispetto a quelli previsti espressamente per legge e come sopra elencati.   BONUS PUBBLICITA’: LA PERCENTUALE RICONOSCIUTA

Il credito di imposta riconosciuto è pari al 50% del valore degli investimenti pubblicitari effettuati, con un massimale pari a euro 50.000.000 per ciascuno degli anni. Se le domande presentate supereranno l’ammontare delle risorse stanziate, quest’ultime verranno ripartite su tutti i richiedenti aventi diritto e, di conseguenza, la percentuale del 50% potrebbe essere ridotta. La Legge di Stabilità ha confermato il metodo di calcolo del contributo, che si calcola sull’ammontare degli investimenti effettuati nell’anno di riferimento, a prescindere dall’incremento rispetto a quelli effettuati negli esercizi precedenti.  

COME SI USA IL CREDITO DI IMPOSTA SULLA PUBBLICITA’

Il credito di imposta è utilizzabile unicamente in compensazione, tramite F24 a partire dal quinto giorno lavorativo successivo alla pubblicazione dell’elenco dei soggetti ammessi. I tributi che si possono compensare sono, a titolo di esempio, i tributi erariali quali IVA, Imposte sui Redditi, contributi previdenziali sui dipendenti, ritenute effettuate a dipendenti o professionisti.

Per comprendere meglio il funzionamento del credito di imposta si evidenzia che per ogni euro 100,00 di investimento pubblicitario, il vantaggio per il soggetto beneficiario del contributo è il seguente:

  • Euro 27,90 (se si tratta di una società di capitali) sotto forma di risparmio delle imposte da pagare (Ires 24% + Irap 3,90%);
  • Euro 50,00 di credito da utilizzare per compensare, ad esempio, l’IVA da versare. 

In sostanza per ogni euro 100,00 di pubblicità acquistata e pagata il beneficiario recupererà una somma pari ad euro 77,90 (euro 27,90 + euro 50,00) e, quindi, l’effettivo costo dello spazio pubblicitario acquistato sarà pari ad euro 22,10, cioè alla differenza fra 100 euro e la somma del risparmio fiscale conseguito e il credito di imposta maturato. Si specifica, infine, che il credito di imposta maturato è esentasse e, quindi, non concorre al calcolo dell’imponibile fiscale alla fine dell’anno.

 

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SISMA BONUS 110%, ECOBONUS 110% E QUALITA AMBIENTALE: RIMINI CASA & AMBIENTE SRL SCEGLIE LO STUDIO GRASSI BENAGLIA MORETTI PER IL SUO INTERVENTO DI RICOSTRUZIONE NEL CENTRO STORICO DI RIMINI.

Dom, 29/11/2020 - 21:34
Lo Studio è stato scelto come consulente aziendale e fiscale dalla società Rimini Casa & Ambiente srl, impresa edile attiva sul territorio di Rimini che ha appena dato il via a un intervento edilizio, denominato “Residenza Cavalieri”, ubicato in pieno Centro Storico di Rimini, che prevede la costruzione di nove appartamenti in classe energetica A++++, recuperando in tal modo un vecchio edificio disabitato e abbandonato da ormai decenni. In pratica si tratta del più alto livello di efficienza per una abitazione, che permette oltre alla riduzione dei costi in bolletta anche il rispetto dell’ambiente. Come studio di avvocati e commercialisti siamo attivi da anni nella consulenza rivolta alle imprese edili. Sulla base di questa professionalità pluriennale, la società Rimini Casa & Ambiente srl ci ha richiesto la consulenza dei nostri professionisti per la definizione del business plan dell’investimento e per la predisposizione della contrattualistica necessaria per sottoscrivere i contratti con i fornitori e con i clienti. Si è proceduto, poi alla pianificazione fiscale dell’intervento, con un occhio attento alla nuova normativa del Superbonus 110%, sulla quale ormai abbiamo accumulato esperienza e professionalità, facendoci diventare punto di riferimento di molte imprese e privati del territorio riminese. L’intervento che ha svolto il nostro cliente è da considerare il caso da manuale previsto dalla normativa sul Sisma bonus: si è provveduto, infatti, alla demolizione di un edificio risalente agli anni 60, con nessuna caratteristica antisismica, e alla sua successiva ricostruzione che, oltre a un netto miglioramento energetico, ha portato alla realizzazione di appartamenti dotati delle più moderne e avanzate tecniche costruttive contro il rischio sismico. Tutto questo farà sì che i clienti che acquisteranno gli alloggi della “Residenza Cavalieri” potranno ottenere lo sgravio del Sismabonus 110% che permetterà di conseguire un risparmio sull’acquisto fino a un massimo di 105.600 euro. Infine vogliamo sottolineare che la fiducia che ha riposto la società Rimini Casa & Ambiente srl, oltre a premiare l’indubbia professionalità maturata negli anni dai nostri professionisti nel settore dell’edilizia, sia come consulenti di imprese di costruzione che di privati, ci fa ancora più piacere per il fatto che l’intervento si colloca all’interno del centro storico di Rimini, luogo che fin da lontano 2006 abbiamo scelto per aprire la nostra sede, per coniugare il lavoro e il buon vivere, lontani dal traffico, dal caos e dalla monotonia di edifici tutti uguali e anonimi.

 

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SISMA BONUS 110%, ECOBONUS 110% E QUALITA AMBIENTALE: RIMINI CASA & AMBIENTE SRL SCEGLIE LO STUDIO GRASSI BENAGLIA MORETTI PER IL SUO INTERVENTO DI RICOSTRUZIONE NEL CENTRO STORICO DI RIMINI.

Dom, 29/11/2020 - 21:34
Lo Studio è stato scelto come consulente aziendale e fiscale dalla società Rimini Casa & Ambiente srl, impresa edile attiva sul territorio di Rimini che ha appena dato il via a un intervento edilizio, denominato “Residenza Cavalieri”, ubicato in pieno Centro Storico di Rimini, che prevede la costruzione di nove appartamenti in classe energetica A++++, recuperando in tal modo un vecchio edificio disabitato e abbandonato da ormai decenni. In pratica si tratta del più alto livello di efficienza per una abitazione, che permette oltre alla riduzione dei costi in bolletta anche il rispetto dell’ambiente. Come studio di avvocati e commercialisti siamo attivi da anni nella consulenza rivolta alle imprese edili. Sulla base di questa professionalità pluriennale, la società Rimini Casa & Ambiente srl ci ha richiesto la consulenza dei nostri professionisti per la definizione del business plan dell’investimento e per la predisposizione della contrattualistica necessaria per sottoscrivere i contratti con i fornitori e con i clienti. Si è proceduto, poi alla pianificazione fiscale dell’intervento, con un occhio attento alla nuova normativa del Superbonus 110%, sulla quale ormai abbiamo accumulato esperienza e professionalità, facendoci diventare punto di riferimento di molte imprese e privati del territorio riminese. L’intervento che ha svolto il nostro cliente è da considerare il caso da manuale previsto dalla normativa sul Sisma bonus: si è provveduto, infatti, alla demolizione di un edificio risalente agli anni 60, con nessuna caratteristica antisismica, e alla sua successiva ricostruzione che, oltre a un netto miglioramento energetico, ha portato alla realizzazione di appartamenti dotati delle più moderne e avanzate tecniche costruttive contro il rischio sismico. Tutto questo farà sì che i clienti che acquisteranno gli alloggi della “Residenza Cavalieri” potranno ottenere lo sgravio del Sismabonus 110% che permetterà di conseguire un risparmio sull’acquisto fino a un massimo di 105.600 euro. Infine vogliamo sottolineare che la fiducia che ha riposto la società Rimini Casa & Ambiente srl, oltre a premiare l’indubbia professionalità maturata negli anni dai nostri professionisti nel settore dell’edilizia, sia come consulenti di imprese di costruzione che di privati, ci fa ancora più piacere per il fatto che l’intervento si colloca all’interno del centro storico di Rimini, luogo che fin da lontano 2006 abbiamo scelto per aprire la nostra sede, per coniugare il lavoro e il buon vivere, lontani dal traffico, dal caos e dalla monotonia di edifici tutti uguali e anonimi.

 

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AUTOTRASPORTO, VEICOLI INQUINANTI E ROTTAMAZIONE: AL VIA GLI INCENTIVI DEL MINISTERO DEI TRASPORTI

Mer, 18/11/2020 - 19:39
Con l’articolo 53 del D.L. 124/2019 sono stati previsti degli incentivi a favore delle aziende di autotrasporto finalizzate al rinnovamento del parco veicoli inquinante. Con il decreto 14 agosto 2020 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 236 del 23 settembre 2020 sono stati definiti le modalità di erogazione dell’incentivo.
Innanzitutto i beneficiari devono essere le imprese di autotrasporto di merci attive sul territorio nazionale e iscritte al Registro Elettronico Nazionale e all’Albo degli Autotrasportatori di cose per conto terzi, la cui attività prevalentemente sia quella del trasporto di cose. 
Per avere diritto all’incentivo occorre procedere alla rottamazione di veicoli pesanti fino alla classe euro IV, detenuti da almeno tre anni, e sostituirli con veicoli con trazione a metano, gas naturale, ibrida, elettrica o con motorizzazione termica conforme alla classe euro VI. 
Il contributo è compreso fra euro 2.000,00 ed euro 20.000,00, a seconda della tipologia di veicolo acquistato in sostituzione. 
I mezzi di trasporto non possono essere ceduti, concessi in locazione o in noleggio, fino al 31 dicembre 2023.
I periodi di incentivazione sono divisi in due:
  • Il primo, relativo all’annualità 2020, prevede la presentazione della domanda dal giorno 11 novembre 2020 al 30 novembre 2020;
  • Il secondo, relativo all’annualità 2021, prevede la presentazione della domanda dal giorno 1 giugno 2021 al giorno 21 giugno 2021.
La domanda deve essere inviata esclusivamente tramite PEC  all’indirizzo ram.rinnovoparcoveicolare@legalmail.it. Nella prima fase si dovranno prenotare le somme del contributo, mentre la rendicontazione delle spese dovrà essere effettuata, per il 2020, dall’11.12.2020 al 20.05.2021utilizzando la piattaforma informatica del soggetto gestore. 
Per maggiori dettagli e per predisporre la domanda di contributo si può contattare lo studio, che fornirà tutta la consulenza in merito. 

 

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AUTOTRASPORTO, VEICOLI INQUINANTI E ROTTAMAZIONE: AL VIA GLI INCENTIVI DEL MINISTERO DEI TRASPORTI

Mer, 18/11/2020 - 19:39
Con l’articolo 53 del D.L. 124/2019 sono stati previsti degli incentivi a favore delle aziende di autotrasporto finalizzate al rinnovamento del parco veicoli inquinante. Con il decreto 14 agosto 2020 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 236 del 23 settembre 2020 sono stati definiti le modalità di erogazione dell’incentivo.
Innanzitutto i beneficiari devono essere le imprese di autotrasporto di merci attive sul territorio nazionale e iscritte al Registro Elettronico Nazionale e all’Albo degli Autotrasportatori di cose per conto terzi, la cui attività prevalentemente sia quella del trasporto di cose. 
Per avere diritto all’incentivo occorre procedere alla rottamazione di veicoli pesanti fino alla classe euro IV, detenuti da almeno tre anni, e sostituirli con veicoli con trazione a metano, gas naturale, ibrida, elettrica o con motorizzazione termica conforme alla classe euro VI. 
Il contributo è compreso fra euro 2.000,00 ed euro 20.000,00, a seconda della tipologia di veicolo acquistato in sostituzione. 
I mezzi di trasporto non possono essere ceduti, concessi in locazione o in noleggio, fino al 31 dicembre 2023.
I periodi di incentivazione sono divisi in due:
  • Il primo, relativo all’annualità 2020, prevede la presentazione della domanda dal giorno 11 novembre 2020 al 30 novembre 2020;
  • Il secondo, relativo all’annualità 2021, prevede la presentazione della domanda dal giorno 1 giugno 2021 al giorno 21 giugno 2021.
La domanda deve essere inviata esclusivamente tramite PEC  all’indirizzo ram.rinnovoparcoveicolare@legalmail.it. Nella prima fase si dovranno prenotare le somme del contributo, mentre la rendicontazione delle spese dovrà essere effettuata, per il 2020, dall’11.12.2020 al 20.05.2021utilizzando la piattaforma informatica del soggetto gestore. 
Per maggiori dettagli e per predisporre la domanda di contributo si può contattare lo studio, che fornirà tutta la consulenza in merito. 

 

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FONDO PERDUTO ED EVENTI CALAMITOSI: L'ORDINE DEI COMMERCIALISTI NON DEVE ESSERE UNA SUCCURSALE DELL'AGENZIA DELLE ENTRATE

Mar, 11/08/2020 - 10:18
Di seguito riporto la lettera che ho inviato al Presidente del coordinamento degli Ordini dei Dottori Commercialisti dell'Emilia Romagna, dopo che quest'ultimo ha avanzato una sorta di interpello all'Agenzia delle Entrate, per farsi dire quali sono le modalità corrette di applicazione della disciplina relativa al Fondo Perduto, erogato in seguito alla perdita di fatturato.    Egregio Presidente, ho preso conoscenza della richiesta di chiarimento alla Direzione Regionale dell’Agenzia delle Entrate, avanzata come coordinamento degli Ordini dei Dottori Commercialisti dell’Emilia Romagna, circa la “corretta” modalità di applicazione della disciplina del c.d. “fondo perduto”, nei comuni oggetto di eventi calamitosi. Mi sia consentito, da iscritto, di esprimere, su questa vostra richiesta, qualche perplessità fondata sia sul fatto che la norma, a mio parere, non necessita di alcun chiarimento essendo già chiara così com’è, sia sul fatto che nel nostro ordinamento non è l’Agenzia delle Entrate il soggetto deputato a fornire l’interpretazione autentica delle norme vigenti. Semmai è una commissione tributaria o, ancora meglio, la Cassazione a doverlo fare. Vi è da aggiungere poi qualche cautela anche sulla validità delle interpretazioni rese dal Fisco. Basti pensare, su questo punto, la costante interpretazione data circa la impossibilità, per le immobiliari di costruzione, di avvalersi della disciplina sull’ecobonus. Interpretazione basata su motivazioni abbastanza surreali, smontate da una serie costante di sentenze della Cassazione, le quali hanno costretto la stessa Agenzia delle Entrate a dover correggere recentemente l’errore. Con il quesito che abbiamo avanzato si è innescato un meccanismo che ci può sfuggire di mano: se la Direzione Regionale delle Entrate dà una interpretazione restrittiva della norma, noi ci adeguiamo a tale intendimento, quando l’evidenza giuridica dice esattamente il contrario? Scegliamo la via conservativa di accettare la loro idea, per non avere problemi? Così facendo, però, diventiamo una succursale degli uffici fiscali, meri esecutori di convincimenti altrui, che sono basati non sulla ricerca della giustizia fiscale, ma sulla massimizzazione dell’incasso delle somme dai contribuenti. Se così fosse diventiamo inutili come categoria professionale, senza alcun valore aggiunto per i nostri clienti e per i cittadini. Io avrei proposto di fare diversamente e fornire noi il chiarimento necessario, facendo valere il peso della nostra professionalità, della nostra cultura e della nostra esperienza. Il messaggio doveva essere chiaro e preciso: “poche storie ci sono da fare, il contributo a fondo perduto spetta, anche in assenza dei requisiti di calo del fatturato, ai soggetti che, a far data dall'insorgenza dell'evento calamitoso, hanno il domicilio fiscale o la sede operativa nel territorio di comuni colpiti dai predetti eventi i cui stati di emergenza erano ancora in atto alla data di dichiarazione dello stato di emergenza Covid-19, cioè 31 gennaio 2020. Se volete sapere quali sono questi comuni basta guardare questo link qui: http://www.protezionecivile.gov.it/servizio-nazionale/attivita/emergenza/stati-di-emergenza”. Questo avrei scritto io, certamente in termini meno perentori e più istituzionali. Abbiamo scelto un’altra strada, quella dell’insicurezza e della ricerca di certezze su altrui pensiero. Me ne dispiaccio, e di questo mi sono sentito in dovere di farglielo sapere come iscritto e come professionista.   Analisi e commenti ImpreseOggi
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