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“Sotto l'ombra di un bel fior”: un concerto di Javier Girotto & Aires Tango per ricordare l'anniversario dei Tre martiri

Saranno le note dei jazzisti argentini Aires Tango, guidati da Javier Girotto, a ricordare i tre martiri riminesi, Luigi Nicolò, Adelio Paglierani e Mario Cappelli, nel 63° anniversario della loro esecuzione ad opera dei nazi- fascisti. Un collegamento tra Italia e Argentina non ardito, per l' Associazione Nazionale Partigiani d'Italia (Anpi) di Rimini, che ha organizzato il concerto: nella produzione del gruppo sudamericano, tanto impegno politico e, nell'ultimo disco prodotto, un omaggio alle 30 mila vittime del regime argentino, i “desaparecidos”, anche loro, come i tre giovani gappisti riminesi trucidati perché oppostori di un regime fascista. Il concerto, dal titolo Nunca Mas- Mai più, in programma giovedì 16 agosto alle 21,30 alla Corte degli Agostiniani (Rimini) oltre a celebrare la memoria dei dei tre giovani riminesi impiccati il 16 agosto 1944 nell'allora piazza Giulio Cesare, con il linguaggio senza frontiere della musica vuole comunicare alle giovani generazioni che pace, democrazia e libertà, sono state conquistate ovunque grazie alle lotte contro la dittatura. E che anche oggi, è più che mai necessario Resistere alle nuove forme di fascismo e di revisionismo, conservando la memoria di chi ha permesso la nostra attuale democrazia. La manifestazione è promossa in collaborazione con Associazione nazionale Perseguitati Politici Antifascisti (Anppia), Comune e Provincia di Rimini.

Adelio Pagliarani, di 19 anni, contadino, Luigi Nicolò, 22 enne, falegname, Mario Cappelli, 23 enne, lucidatore di mobili, prestavano servizio nella 29ª Brigata GAP (Gruppi di Azione Partigiana, denotavano la loro operatività nelle città) «Gastone Sozzi» con ciclo operativo dal 1 novembre 1943 al 16 agosto 1944. A seguito di un'azione di sabotaggio e della cattura di alcuni partigiani, fu rivelata la base dei tre, la ex caserma in via Ducale. Il 14 agosto, alle 17,30, la base Gap è stata circondata e i tre giovani arrestati e, in seguito, torturati, senza che i tre rivelassero nulla. La mattina del 15 agosto si riunì la Corte marziale, presieduta dall’oberstleutnant Christiani, del 303º reggimento della 162º divisione di fanteria turkmena comandata dal generale Ralph von Heygendorff. I tre furono condannati a morte per impiccagione sulla pubblica piazza, l’esecuzione doveva essere eseguita entro 24 ore. Trascorsero la notte nel convento delle Grazie sul Covignano dove era stato trasferito il comando dei carabinieri. Ebbero modo di scrivere gli ultimi messaggi ai famigliari e di consegnarli al sacerdote Giovanni Callisto di Vecciano che aveva ottenuto il permesso di incontrarli prima dell’esecuzione. Nell’avviso pubblico, affisso il 16 agosto 1944, firmato dal Commissario straordinario Ughi si legge che i tre giovani furono accusati di «ammassamento clandestino di armi e munizioni a fine terroristico e di reati di sabotaggio e attentati contro cose e persone» e che la loro impiccagione pubblica doveva servire da «esempio e di remora a chiunque».

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