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Niente casco per risciò e biciclette a pedalata assistita, fa chiarezza con una lettera all’Anci il ministero dei Trasporti

Niente casco per risciò e biciclette con pedalata servoassistita: è il ministero dei Trasporti a fare chiarezza, in una lettera spedita all’Associazione dei Comuni italiani, Anci. Il problema è stato sollevato dal parlamentare riminese Sergio Gambini attraverso i colleghi Ds in commissione Trasporti della Camera dei Deputati nei giorni scorsi, dopo che diverse polizie locali procedevano nelle multe ai conducenti dei risciò a pedali o a pedalata servoassistita da motore elettrico. Durante la seduta di commissione il rappresentante del Governo aveva già dato indicazioni della non obbligatorietà del casco, lasciando alla nota diramata ieri l’approfondimento della questione.

Per il ministero i risciò si configurano “quali velocipedi ai sensi dell’art. 50 del vigente Codice della strada. Infatti, come è noto, rientrano in questa categoria non soltanto le classiche biciclette a due o più ruote funzionanti a propulsione esclusivamente muscolare per mezzo di pedali o analoghi dispositivi, ma anche le cosiddette biciclette a pedalata assistita, dotate cioè di un motore ausiliario elettrico avente potenza nominale continua massima di 0,254 kw, la cui alimentazione è progressivamente ridotta ed infine interrotta quando il veicolo raggiunge i 25 km/h o prima, se i ciclisti smettono di pedalare”. “E’ evidente – prosegue la circolare del ministero – che nell’ambito di tali caratteristiche, questi particolari tipi di veicoli si caratterizzino quali velocipedi; ne consegue che tale fattispecie non preveda l’immatricolazione del veicolo con il conseguente rilascio di un documento di circolazione, ne è necessario, per la conduzione dello stesso, aver conseguito una patente di guida, né tantomeno è richiesto, durante la marcia, l’uso del casco protettivo previsto all’art. 171 del Codice della Strada per conducenti e passeggeri di ciclomotori e motocicli a due ruote ovvero di motocarrozzette”. “La circolare era attesa – ha commentato il deputato riminese – esprimo soddisfazione perché cancella ogni dubbio interpretativo, mette le polizie municipali dei diversi comuni e gli imprenditori nelle condizioni di avere un riferimento normativo certo, a tutto vantaggio degli utenti e dei turisti della Riviera”

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