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Tremila italiani bloccati negli Usa: Gambini chiede l’intervento del governo per rimpatrio e spese di soggiorno.

Il rimpatrio dei circa tremila italiani rimasti bloccati negli Usa dopo la tragedia delle Twin Towers e le spese che hanno sostenuto per il forzato soggiorno gli argomenti che il deputato Sergio Gambini ha sottoposto ieri al ministro delle Attività produttive in un’interrogazione. Mentre da agosto il parlamentare attende chiarimenti dal Governo sul blocco dell’applicazione della legge 135 sul Turismo e, quindi, dei finanziamenti previsti dalla legge.

“I ritardi del Governo sono gravi – dice Gambini mentre attende per il tardo pomeriggio la risposta del Governo all’interrogazione estiva – Dalle principali associazioni di settore e dall’Enit provengono dati allarmanti sull’incidenza che il disastro di New York avrà sui flussi turistici americani. Già si parla ad oggi di oltre 100 miliardi in meno nel solo mese di settembre, mentre è difficile quantificare le perdite che subiremo da oggi alla fine dell’anno”.

“I Ds chiedono la veloce applicazione della legge – continua il parlamentare – per modernizzare il turismo italiano e porlo nelle condizioni di superare la grave crisi che si prospetta nel mercato mondiale. Alle nuove norme dovranno essere affiancati provvedimenti urgenti nel caso di prolungamento dell’attuale crisi: l’introduzione di ammortizzatori sociali e il differimento dei termini per i versamenti di imposte e contributi. Sarà necessaria inoltre una legge finanziaria eccezionale anche per il turismo: bisognerà accogliere le importanti richieste delle categorie come la detraibilità dell’Iva congressuale, l’equiparazione dell’Iva al 10% per tutte le imprese turistiche e le agevolazioni fiscali per favorire gli accorpamenti che fanno crescere le imprese”.

Nell’interrogazione rivolta ieri, invece, il parlamentare si preoccupa per la situazione dei tremila connazionali bloccati negli States. Per le loro spese di soggiorno impreviste Gambini propone di utilizzare il Fondo nazionale di garanzia, varato nel 1995 dopo una direttiva dell’allora Cee, “per fornire un’immediata disponibilità economica in caso di rientro forzato di turisti da paesi extracomunitari in occasioni di emergenze” non imputabili agli organizzatori dei viaggi o ai tour operator.

Il Fondo, ricorda Gambini, “è alimentato esclusivamente da una percentuale sulle polizze assicurative obbligatorie e quindi non dispone di risorse sufficienti per intervenire in aiuto ai nostri connazionali bloccati negli Usa”. Da qui la richiesta del parlamentare al ministro: “se non consideri urgente organizzare il rimpatrio dei nostri connazionali e finanziare adeguatamente il Fondo di garanzia e, nel caso, modificarlo opportunamente per rimborsare quanti, a causa della tragedia, hanno dovuto subire spese impreviste”. Non solo. Gambini chiede inoltre se per conoscere le ripercussioni sul turismo italiano e mondiale di un simile atto criminale non sia opportuno avviare delle consultazioni con le categorie economiche.

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