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Turismo e made in Italy in crisi: sugli aiuti Governo alla prova

Venticinque miliardi di perdite al giorno per il turismo e drastici tagli agli acquisti dall’estero per il “made in Italy”: la tragedia statunitense presenta il suo drammatico conto alle attività economiche italiane. E proprio per dare un sostegno ai due settori che domani pomeriggio, alla commissione Attività produttive della Camera, verrà discussa la risoluzione presentata dal deputato Sergio Gambini che impegna, se approvata, il governo a dare sostegno ai due settori. “Sarà un incontro stringete – ha detto il capogruppo Ds – Domani non potranno esserci ma o se: l’esecutivo Berlusconi o si impegna a favore del turismo e del made in Italy o non si impegna. Fino ad ora questi sostegni li ha negati, in ottobre con la Tremonti bis, pochi giorni fa nel Consiglio dei Ministri”.

“Gli osservatori economici concordano nel prevedere un peggioramento degli indicatori – si legge nella risoluzione – e nel quarto trimestre del 2001 e nel primo del 2002 si avrà una flessione del PIL negli USA, con riflessi negativi anche sull’area dell’Euro”. Già ora “il turismo sta perdendo 25 miliardi al giorno, con prevedibili conseguenze sulla tenuta dell’occupazione”. Il più colpito nell’ambito manifatturiero è il “made in Italy”, ovvero le imprese legate alla moda e all’agroalimentare di qualità. Il presidente della camera della Moda ha dichiarato un “drastico taglio degli ordini (in molti casi oltre il 50%) da parte dei buyers esteri”

Sul piano fiscale, la risoluzione impegnerà il governo ad un monitoraggio dell’andamento dei mercati nei settori maggiormente esposti alla crisi, necessario per rendere flessibili gli studi di settore, adeguandoli ad una situazione economica straordinaria. L’esecutivo dovrà inoltre dotare di risorse straordinarie enti e agenzie “di sostegno all’export ed alla promozione dei prodotti italiani, per un programma di emergenza, principalmente rivolto ai mercati nord americani”. Per le imprese turistiche la risoluzione propone la proroga dei pagamenti contributivi, l’estensione del credito d'imposta anche ai contratti a tempo determinato, l’estensione dei trattamenti di cassa integrazione guadagni alle imprese del settore turistico, la fiscalizzazione degli oneri sociali.

Il Governo si dovrebbe impegnare nel sollecitare all’Unione Europea l’abbattimento dell’Iva dal 20 al 10% sul trasporto ferroviario e l’introduzione di facilitazioni per il turismo su gomma, che compensino i maggiori costi italiani rispetto agli europei (tariffa autostrade…). Infine, ad estendere l’applicazione delle norme su credito e compensazione di imposta alle imprese che, nei bilanci, documentano la vocazione alla esportazione sui mercati nord americani, per le quali si riscontri una drastica riduzione del fatturato.

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