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Anche la viabilità della Fiera di Rimini potrà beneficiare del “Fondo per la mobilità”, in dirittura d’arrivo alla Camera.

Ultime discussioni nell’aula di Montecitorio per la proposta di legge dedicata al “Fondo per la mobilità” delle fiere. I finanziamenti, proposti nel 2002 dal centrodestra per sostenere i progetti viari legati ai poli fieristici di Milano, Verona e Bari, grazie all’iniziativa del parlamentare riminese, ora interessano anche le altre infrastrutture fieristiche e ad essi potranno accedere i progetti di potenziamento della mobilità della fiera di Rimini. Sergio Gambini è intervenuto in Aula, dove il provvedimento è arrivato per la discussione finale, per sottolinearne le modifiche: in un primo tempo ha detto il deputato, “era, una norma di stampo campanilistico”. Così com’era stato proposto, infatti, il Finanziamento escludeva “realtà impegnate nel rinnovamento e nel rilancio come la Fiera di Rimini, che per la sua qualificazione ha attinto esclusivamente a finanziamenti locali”.

“Non stiamo parlando di cifre particolarmente significative – spiega il deputato riminese – i maggiori beneficiari del Fondo che verrà istituito dalla legge, allo stato attuale, sono certamente le tre strutture di Milano, Bari e di Verona, ma è stato significativo aggiungere altre risorse, per complessivi tre milioni di euro all’anno, ed altri soggetti, tra i quali certamente si collocherà rimini, potranno abbattere i costi dei mutui. Il Fondo diventa con questa legge permanete, inserito com’è tra i capitoli del bilancio dello Stato, ed ogni anno il ministero per le Attività produttive lo ripartirà tra le strutture italiane. E’ quindi un fatto importante che consente di utilizzare questa risorsa anche per lo sviluppo viario del polo riminese. Ed è una novità significativa sulla quale sarà possibile lavorare nel corso dei prossimi anni per estendere le attuali disponibilità finanziarie”.

“Questo provvedimento è divenuto uno strumento per rilanciare il sistema fieristico nazionale, completando il percorso istituzionale che è stato avviato con l'approvazione nel gennaio 2001 della legge quadro sul settore fieristico. – ha detto in Aula Gambini - La presenza di numerosi poli fieristici è uno dei tratti distintivi del nostro paese rispetto ad altre realtà del continente. È l'Italia delle cento città che ha storicamente dato vita a numerose manifestazioni fieristiche e ad enti che sono cresciuti a ridosso dei sistemi produttivi locali. Le fiere italiane sono cresciute e si sono intrecciate con il localismo come fattore di successo della realtà produttiva del nostro paese e da spazi espositivi e di incontro fra la domanda e l'offerta sono sempre di più diventati importanti centri di servizio e di terziario avanzato a sostegno di complessi sistemi produttivi”.

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