Forse nessuno dei due concorrenti alla candidatura a sindaco Pd, Massimo Pironi e Fabio Galli, si aspettavano tanta partecipazione: il duello di idee e programmi che per due mesi ha attraversato Riccione ha portato al voto il 28% del corpo elettorale: 7629 elettori. Hanno premiato Pironi, in modo netto: 4519 voti, poco più del 59%, al termine di una lunga galoppata comunicativa, che li ha visti contrapposti nelle strade, in assemblee, incontri e su tutti i media disponibili. Facebook compresa. Un confronto mediatico come forse nemmeno alle Politiche si è mai visto. Che ha prodotto file interminabili ai seggi, da lasciare sbigottiti gli scrutatori ed esaurire le schede. A San Lorenzo due cinesi hanno voluto la foto ricordo con i volontari: «prima volta, primo voto», mentre almeno 40 senegalesi hanno scelto il "loro" candidato.
Non c'era in ballo solo il possibile successore del sindaco Daniele Imola. E' diventato un confronto tra due visioni diverse della città e del Pd. Da una parte Galli, 34 enne delfino annunciato di Imola, solida esperienza da segretario Ds, tanto lunga e proficua da far percepire chiaramente come la macchina del partito era la sua risorsa più forte. E da due anni assessore: una continuità ideale con il sindaco rieletto con il 60%.
Dall'altra Massimo Pironi, 49 anni, da tre presidente della commissione Turismo in Regione Emilia - Romagna, 25 anni come amministratore a Riccione, in Provincia, le cui esperienze affondano nell'associazionismo sociale degli esordi e ora nello sport, come presidente della galassia sportiva Polisportiva comunale: roba da Mondiali master di nuoto, per capire.
Nel mezzo due mesi di incontri, serrati: «circa 150 incontri in 50 giorni con gruppi, associazioni. Questo sicuramente ha contribuito ad appassionare - dice Pironi, all'indomani della vittoria - la gente veniva a casa mia a chiedere il materiale da distribuire». Conclusasi con una "convention" in stile americano, palloncini compresi: 700 persone al Palaterme, solo posti in piedi. Uno di questi, enorme, giganteggia ancora da un balcone sulla statale.
Galli non è stato da meno, quanto a organizzazione. Entrambi sul web con i siti, video su Youtube, il nascente Facebook, il sito di "social content", con i gruppi dei sostenitori: 374 membri per Pironi, 107 per Fabio Galli. Allargando i confini di un confronto dall'esito ben diverso se rimaneva nel rassicurante campo di iscritti e simpatizzanti Pd.
Così non è stato. I votanti sono quasi raddoppiati rispetto alle Primarie dell'Unione del 2005. Triplicati quelli del 14 ottobre 2007: erano 2462. «Due anime emergevano, una era la candidatura ufficiale, la mia no - dice Pironi - Ora non sono due anime a doversi ricomporre, ma una politica che deve proseguire, che capitalizzi per le elezioni e che diventi un pezzo del nuovo partito. Che cancelli definitivamente la paura di perdere l'identità, di svendere valori e storia. Se rimaniamo ancorati al vecchio mondo, se non ci sporchiamo le mani, non intercetteremo le persone».
Fabio Galli, appena appreso del suo 40,8%, ha dato «il sostegno pieno per la vittoria alle elezioni di giugno» al suo avversario. Ma ha anche aggiunto che il voto è stato «drogato dalla presenza ai seggi di gente che con il centrosinistra non ha niente a che fare». Pironi ha replicato che il «voto delle amministrative riccionesi evidenzia storicamente un 6-7% di voti che migrano dal centrodestra al centrosinistra per premiare il buon governo della città». E Andrea Gnassi, il segretario provinciale Pd, presentando orgogliosamente i risultati di partecipazione diffusa in tutti i sei comuni della provincia dove si votava, ha liquidato rapidamente queste voci riccionesi: "i dati sono eloquenti, si è mossa un'intera città. Gli elettori hanno dichiarato di fidarsi del centrosinistra».
Pubblicato su L'Unità , Bologna - Emilia - Romagna