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Al Jazeera aprirà un canale in inglese: l’informazione araba parla direttamente all’Occidente

La voce più autorevole, e discussa, del mondo arabo, parlerà direttamente all’Occidente: niente più mediazioni e interpretazioni per Al Jazeera, dal 15 novembre affiancherà alla sua programmazione in lingua araba un canale di notizie in inglese. Lo ha annunciato la rete satellitare del Qatar, come ciliegina sulla torta del proprio decennale, insieme al restyling del proprio sito (english.aljazeera.net), nato nel settembre 2003. Se la prima guerra del Golfo era un videogame trasmesso in esclusiva dalla Cnn, l’avvento della tv del Qatar ha definitivamente archiviato, insieme a Internet, il monopolio occidentale sulla copertura dei fatti del vicino Oriente, sconvolgendo gli equilibri dell’informazione anche nel mondo arabo. Iraq, Afghanistan, Libano, Palestina, il terrorismo di Al Qaeda: le cruciali vicende che investono le relazioni tra ovest e oriente non hanno più avuto una sola chiave di lettura, e i media del mondo pan arabo hanno dovuto fare i conti con un pluralismo - discusso e combattuto con arresti e raid aerei - che ha pregiudicato i rapporti instaurati con i lettori e il potere politico, ben presente e attivo nel controllo.

Qualche tappa di questo “Al Jazeera under fire“, come l’emittente ricorda il suo decennale di polemiche, arresti e morti tra giornalisti e cameraman. Un fuoco incrociato, che inizia nel 2001 con la chiusura da parte dell’Autorità palestinese dell’ufficio di corrispondenza della tv a Ramallah. Non è l’unico, accadrà in Arabia Saudita due volte, in Kuwait, nel Baharein, con l’accusa di essere “un’entità sionista israeliana”, quest’anno la Tunisia chiude l’ambasciata in Qatar per protesta contro la televisione. Un fuoco che arriva anche dalla borsa di New York: bandite le azioni Al Jazeera dalle contrattazioni. A Kabul, nel 2001, un missile statunitense centra l’ufficio di corrispondenza, lo stesso accade a Baghdad, nel 2002, dove muore il giornalista Tariq Ayoub, il primo dei due caduti Al Jazeera, con l’operatore Rashid Hamid Wali, ucciso a Karbala. Poi il governo chiuderà l’ufficio d’autorità, due volte. I giornali inglesi riveleranno che Bush “ha preso in considerazione di bombardare il quartier generale Al Jazeera di Dhoa” nel 2004, David Blunkett, già ministro dell’Interno britannico, nelle sue memorie ha rivelato di aver suggerito a Tony Blair di bombardare gli uffici televisivi di Baghdad. E sul web non è andata meglio: il server web di Dallas dell’emittente sarà confiscato dall’Fbi nel 2001 e, nel marzo 2003, i siti in arabo e in inglese subiranno l’attacco di un hacker.

Il primo frame della rivoluzione informativa è previsto per il 15 novembre, a mezzogiorno (ora di Greenwich), da allora “English Al Jazeera porterà avanti lo spirito di Al Jazeera e diffonderà il nostro modello di media - ha detto il direttore generale del network Wadah Khanfar - all’intero mondo. Il lancio del canale inglese offrirà la possibilità di raggiungere una nuova audience abituata a conoscere il nome di Al Jazeera senza essere in grado di guardarla o capire il suo linguaggio. Il nuovo canale diffonderà la stessa base di notizie e l’imparziale ed equilibrato giornalismo al mondo che parla inglese”. Il canale trasmetterà da Doha, la base dell’emittente, da Kuala Lampur Londra e Washington. Contemporaneamente, il sito offrirà, oltre alla copertura informativa attuale, il palinsesto del canale, le trasmissioni in streaming e il download di clip, l’aggiornamento via Feed Rss.

“Siamo estremamente orgogliosi di ciò che ha archiviato Al Jazeera nei dieci anni passati”, ha detto Wadah Khanfar. Ecco in pillole: nasce il primo novembre 1996, trasmettendo 6 ore al giorno. Nel ‘98 sale alla ribalta dei media internazionale con le sue coperture dall’Iraq durante l’operazione Desert Fox. Un mese dopo, nel capodanno 1999, arriva a 24 ore di trasmissione. Nel gennaio del 2001 lancia il sito in arabo, in ottobre le televisioni di tutto il mondo usano le sue immagini per coprire l’avvio della guerra in Afghanistan, due ore dopo “shakera” violentemente il panorama media con il primo annuncio di Osama Bin Laden. Le fonti di informazione, per l’occidente, non sono più sotto controllo. Durante la guerra in Iraq, nel 2003, a marzo impianta corrispondenze i quattro capitali arabe, a Washington e al Pentagono, nel settembre apre il sito in inglese e avvia il canale sportivo e per cellulari. L’anno dopo, 2004, viene votata come quinta marca nel mondo. E’ l’unico canale televisivo a seguire, in aprile, l’assedio di Falluja “dando al mondo l’unica finestra sui caduti civili” con report inviati sotto il fuoco, è la prima a mandare immagini dello Tsunami da Aceh, in Indonesia. E tra pochi giorni, inizia a trasmettere un nuovo capitolo della storia del giornalismo.

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