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Ballottaggi, a Rimini l’Udc si allea con il Pd

«Dobbiamo solo vincere, adesso»: è Gian Luca Galletti, «braccio destro» di Casini a suggellare a Rimini l'apparentamento con l'Udc, siglato l'altro ieri col centrosinistra, completandolo schieramento di Stefano Vitali da contrapporre a Marco Lombardi, sostenuto da Pdl, Lega, Destra e l'omonima lista. «Dopo le politiche abbiamo preso una strada scegliendo le persone e i programmi. A Rimini, dopo l'ottimo risultato di Maurizio Nanni, abbiamo scelto Vitali perché ne condividiamo la storia, i valori, e abbiamo trovato un buon accordo sui programmi», dice Galletti, stringendo la mano a Stefano Vitali.

COLPO DI SCENA

E' l'ultimo colpo prima dell'epilogo di questa campagna elettorale, vissuta sul filo del rasoio e finita al primo turno con il 48,31% di Vitali contro il 42,46% di Marco lombardi. Da una parte il centrodestra che con ostentata sicurezza piantava le bandierine sulla Provincia e sui comuni a rischio: Bellaria, soprattutto, dove si sentivano le maggiori sofferenze, già virata, sulla carta, verso destra. E Cattolica, dove il Pd ha subito con divisioni interne la pesante eredità del sindaco Micucci, tra afflati di modernizzazione delle infrastrutture e le pesanti perdite di bilancio. Un processo di assestamento duro, culminato alle primarie con Marco Tamanti vincente e il sindaco uscente Pazzaglini che rinuncia il giorno prima per ricandidarsi con la propria lista. Un Pd da solo alle elezioni, insomma, con le varie anime della sinistra raccolte nell'antagonista Sinistra Arcobaleno, Pd per nulla sicuro di arrivare al ballottaggio, come invece è avvenuto. Filo del rasoio le fino al martedì dello spoglio, quando il passare al primo turno per Vitali era diventato possibile. Arrivano prima i dati da Santarcangelo: 57% al centrosinistra. Poi la conquista di Morciano, considerata inespugnabile. Per pochi voti non si è riconquistato Montefiore Conca, a Cattolica il ballottaggio tra Tamanti e il suo avversario Pdl Cono Cimino fa ritrovare unito un partito da troppo tempo scosso e diviso. Nei taccuini dei militanti il conteggio del 50% sembrava ormai superato. Poi, la doccia fredda: Bellaria – Igea Marina, con Marco Lombardi oltre il 53% e il Comune a Enzo Ceccarelli col 59,89 e la candidata Pd Marcella Bondoni al 33%. Ma niente storico sorpasso in Provincia, il conteggio dei comuni resta stabile, 13 al centrosinistra, e Cattolica da giocare: Tamanti al 29,3% contro Cimino al 31,47%.

LO SPOT DELLA DISCORDIA

Per Andrea Gnassi, il segretario provinciale, «il progetto “Pd - coalizione – Vitali' ha pagato: abbiamo guadagnato rispetto ai voti delle Europee un + 2%, diventando il perno di una operazione di rinnovamento. Abbiamo sacrificato un po' di voti per favorire una coalizione ampia che abbraccia il Centrosinistra e ha visto la nascita di liste civiche con personalità della società civile e del Pd». Il resto, dice, è nel quadro della flessione regionale e nazionale. Ora questo apparentamento, per niente scontato. Pochi giorni fa una tv locale aveva trasmesso uno spot Pdl che dava con loro l'Udc, prima della firma. Va in onda una sola volta, ma dall'Udc stigmatizzano. Poi tutt'altro accordo e i brucianti commenti dei berlusconiani: «poltronari» è l'accusa più lieve. Ma che l'elettorato Udc nel riminese si vedesse più in sintonia con Vitali – proveniente da un'esperienza cattolico sociale come la Papa Giovanni di don Benzi – piuttosto che con Lombardi è una sensazione palpabile. E non solo in casa Udc. Ma se a destra urlano, a sinistra mugugnano: il Prc ha alzato per prima gli scudi, poi il Pdci. Ma Andrea Gnassi replica: «Vitali è il garante della rappresentanza istituzionale e di governo delle forze ambientaliste e di sinistra». Ovvero: la convergenza è sul programma, non cambia quanto stabilito.

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