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Il Paganello apre l'estate riminese. Freesbeee e acrobazie sulla spiaggia. MIgliaia di atleti da tutti i Paesi.

E' arrivato il Paganello!” Rimini si accorge così dell'avvio dell'estate: un'esclamazione sfuggita guardando una biondina a spasso per la città, con le prime ciabattine infradito. Poco più che ventenne, ha lasciato i due chilometri di spiaggia dove per tre giorni, fino a lunedì, voleranno i freesbee dalle 9 di mattina alle 8 di sera, lanciati, presi o mancati tra nuvole di sabbia da 1800 atleti arrivati da tutti i continenti, come ogni anno da 19 a questa parte. Le rondini una volta annunciavano la primavera, a Rimini sono una folla venuta a celebrare lo sport e l'amicizia, un regno sulla spiaggia di divertimento e incontri che viene rinnovato anche quando i capelli svelano le crenature grigie: il “Paganello”, campionato mondiale di Beach Ultimate Freesbee.

Giovedì il grande party di inizio, aperto alla città: suoni e colori di tutte le etnie: quest'anno partecipa una squadra delle Filippine, per la prima volta, ma thailandesi e giapponesi da tempo si incontrano in spiaggia a rincorrere i dischi volanti. In consolle si sono alternati deejay e musicisti che si incroceranno sui rettangoli di sabbia fino a lunedì, contendendosi sportivamente, partita dopo partita... un ombrellone. Esatto, niente coppe luccicanti qui, solo un trofeo da firmare e custodire per un anno, in palio finché non si vince per tre volte. E nemmeno arbitri: si fa da soli, mischiando agonismo e fairplay. Un arbitro sarebbe qualcuno da fregare e invece no, sport e amicizia, si discute su eventuali falli e poi match chiuso: pensiamo a divertirci.

Cancellate dalla mente però il clima da “Mercoledì da leoni”: c'è molto più del biondo slavato da beach boys. C'è quasi – quasi - un rito collettivo che si rinnova, e che attraversa le generazioni. Giovani per lo più, dentro il vestito e il cappello da mucca – o da pirata - può celarsi la squadra danese o dell'Europa dell'est, americana o neozelandese. Ma ci può stare sia la studentessa universitaria sia il dirigente d'azienda che qui ha trovato la compagna ed ora, arrivato il turno di partita, posteggia il bambino nel kindergarden allestito dagli organizzatori. O nello stand del piccolo archeologo accanto alla tribuna centrale. Perché quest'anno c'è un clima di romanità: “Alea Iacta est”. Il titolo dell'edizione richiama Cesare e i maggiori monumenti di Rimini. Ma diventa goliardia: con un gruppo di “romani de Roma” e il suo campo da legionari, opposto alle tende dei Galli.

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