La Scuola di prevenzione “José Bleger”
venerdì 13 dalle ore 16.00 alle ore 19.00 e sabato 14 dalle 9,30 12.30
organizza il seminario
IL GRUPPO MULTIFAMIGLIARE: TEORIA E PRATICAMassimo De Berardinis – Psichiatra e psicoterapeuta, Direttore di Area Salute Mentale Adulti – ASL Toscana Centro (Firenze)
Marta De Brasi – Psicologa, psicoanalista, psicoterapeuta individuale, gruppale e della famiglia. Specialista in Clinica istituzionale (Buenos Aires)
– Sabato 14 aprile:
Massimo Mari – Psichiatra e psicoterapeuta, Direttore del Dipartimento Salute Mentale Area Vasta 2 (Ancona)
Andrea Narracci – Psichiatra e psicoanalista, Direttore UOC 4° Distretto e Direttore ff del DSM della ASLRMA (Roma)
Il seminario ha l’obiettivo di discutere delle forme del gruppo multifamigliare, dei problemi e delle difficoltà che comporta ma anche delle potenzialità che racchiude.
Ci si interrogherà, mediante un costante riferimento alla pratica, alla tecnica e alla teoria, sul ruolo dei coordinatori dei gruppi multifamigliari, sui transfert multipli che si verificano all’internio di questi gruppi e sulla polarità gruppo-istituzione.
Il seminario si terrà nella sala di RM25 a Rimini in Corso d’Augusto 241.
Con la delibera n. 1574 del 18/07/2017 del Consiglio Nazionale Coni è stato introdotto il nuovo Registro CONI 2.0, a cui possono accedere esclusivamente le Società e Associazioni Sportive Dilettantistiche che svolgono le discipline sportive presenti nell'elenco approvato con delibera n. 1569 del 10/05/2017.
L’iscrizione dovrà essere fatta entro e non oltre il 30 marzo 2018 collegandosi al sito https://rssd.coni.it/
L'unico onere a carico dell'Associazione o della Società Sportiva è quello di accreditarsi sul portale, ottenendo l'user e la password conseguente, e inserire i propri dati anagrafici (Codice Fiscale Società, Cognome, Nome, CF, mail e cellulare del Presidente, indirizzo della Sede Legale). Una volta effettuata tale operazione occorrerà procedere alla stampa della dichiarazione sostitutiva, alla sua firma da parte de Presidente e al successivo nuovo caricamento come documento PDF nel portale.
Una volta terminata la procedura e stampato il relativo certificato di iscrizione/riconoscimento sportivo per l’anno sportivo in corso l'associazione non si dovrà preoccupare più di nulla perchè sarà la Federazione di appartenenza a provvedere a completare i dati mancanti nel Registro.
Si rammenta che l'iscrizione nel registro del Coni è necessaria per poter godere di tutte le agevolazioni fiscali che la normativa tributaria concede a partire dell'art. 148 del TUIR fino alla legge 398/91.
Qualora l'Associazione non abbia ancora provveduto autonomamente all'iscrizione, o per tramite dell'ente di affiliazione o della federazione di appartenenza, lo studio è a disposizione per svolgere le pratiche necessarie.
Notizie ImpreseOggiCon la delibera n. 1574 del 18/07/2017 del Consiglio Nazionale Coni è stato introdotto il nuovo Registro CONI 2.0, a cui possono accedere esclusivamente le Società e Associazioni Sportive Dilettantistiche che svolgono le discipline sportive presenti nell'elenco approvato con delibera n. 1569 del 10/05/2017.
L’iscrizione dovrà essere fatta entro e non oltre il 30 marzo 2018 collegandosi al sito https://rssd.coni.it/
L'unico onere a carico dell'Associazione o della Società Sportiva è quello di accreditarsi sul portale, ottenendo l'user e la password conseguente, e inserire i propri dati anagrafici (Codice Fiscale Società, Cognome, Nome, CF, mail e cellulare del Presidente, indirizzo della Sede Legale). Una volta effettuata tale operazione occorrerà procedere alla stampa della dichiarazione sostitutiva, alla sua firma da parte de Presidente e al successivo nuovo caricamento come documento PDF nel portale.
Una volta terminata la procedura e stampato il relativo certificato di iscrizione/riconoscimento sportivo per l’anno sportivo in corso l'associazione non si dovrà preoccupare più di nulla perchè sarà la Federazione di appartenenza a provvedere a completare i dati mancanti nel Registro.
Si rammenta che l'iscrizione nel registro del Coni è necessaria per poter godere di tutte le agevolazioni fiscali che la normativa tributaria concede a partire dell'art. 148 del TUIR fino alla legge 398/91.
Qualora l'Associazione non abbia ancora provveduto autonomamente all'iscrizione, o per tramite dell'ente di affiliazione o della federazione di appartenenza, lo studio è a disposizione per svolgere le pratiche necessarie.
Notizie ImpreseOggiLa Corte Costituzionale ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’art. 656, comma 5, del codice di procedura penale, nella parte in cui si prevede che il pubblico ministero sospende l’esecuzione della pena detentiva, anche se costituente residuo di maggiore pena, non superiore a tre anni, anziché a quattro anni.
(Corte Costituzionale n. 41/2018)
Notizie Newsletter Grassi Benaglia Moretti, avvocati & commercialistiLa Corte Costituzionale ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’art. 656, comma 5, del codice di procedura penale, nella parte in cui si prevede che il pubblico ministero sospende l’esecuzione della pena detentiva, anche se costituente residuo di maggiore pena, non superiore a tre anni, anziché a quattro anni.
(Corte Costituzionale n. 41/2018)
Notizie Newsletter Grassi Benaglia Moretti, avvocati & commercialistiAlla fine il rinvio c’è stato. Anche se non in forma esplicita, la proroga è desumibile da una serie di quesiti che il Ministero dello Sviluppo Economico ha sottoposto al Consiglio di Stato circa la corretta interpretazione dell’art. 1, commi da 125 a 129 della Legge 4 agosto 2017 n. 124.
Lo stesso MISE rileva, come peraltro già sottolineato nel nostro precedente articolo, che la norma contiene elementi di incongruenza che necessita di alcune precisazioni.
In particolare si sofferma sulla corretta individuazione dei soggetti competenti a vigilare sul corretto rispetto della norma, la decorrenza dei nuovi obblighi informativi, e su quali soggetti applicare le sanzioni previsti.
“La richiesta di chiarimenti è stata fatta a ridosso della scadenza e, quindi, non otterrà di certo la risposta in tempo utile” commenta Giovanni Benaglia, il socio dello studio che si occupa del mondo del No Profit. “E’ lecito, quindi, a questo punto supporre che possa essere considerata superata la necessità di provvedere alla pubblicazione entro il 28 febbraio 2018”. Una proroga di fatto, quindi, che può essere supportata anche dalla nota del ministero del Lavoro del 23.02.2018, prot. n. 34/2540, nella quale si legge che la diversa interpretazone secondo la quale la norma dovrebbe riferirsi agli importi ricevuti nel 2017, da pubblicarsi entro il 28 febbraio 2018, avrebbe effetti retroattivi sull’obbligo di pubblicità, in contrasto con il principio generale di irretroattività della legge.
“E’ interessante notare come anche il Mise sposi questa linea interpretativa” prosegue Benaglia “e arriva alla medesima conclusione del Ministero del Lavoro: applicare al 2017 la norma è, di fatto, una violazione non solo del principio generale dell’irretroattività della norma ma è anche una violazione del buon andamento della Pubblica Amministrazione. E’ pur vero che la norma è in vigore da Agosto 2017, ma è altrettanto vero che gli operatori si ritroverebbero a raccogliere dati per un periodo in cui la norma non era in vigore”.
Curioso, infine, il fatto che è lo stesso Ministero ad ammettere che non sa quali sono i soggetti destinatari della sanzione. Per come è scritta la norma, infatti, pare che siano solo le imprese che non pubblicano i dati nella nota integrativa. Tale considerazione scaturisce dal fatto che il terzo periodo del comma 125, che irroga la sanzione, è collocato dopo il periodo che impone l’obbligo pubblicitario a carico delle imprese e, nel determinare la data di decorrenza dei tre mesi per restituzione, fa riferimento alla “data di cui al periodo precedente”.
“La chiarezza delle norme e dei termini non appartiene alla Pubblica Amministrazione” conclude Giovanni Benaglia.
Notizie Newsletter Grassi Benaglia Moretti, avvocati & commercialisti Allegati: Nota del ministero del Lavoro del 23.02.2018, prot. n. 34/2540Alla fine il rinvio c’è stato. Anche se non in forma esplicita, la proroga è desumibile da una serie di quesiti che il Ministero dello Sviluppo Economico ha sottoposto al Consiglio di Stato circa la corretta interpretazione dell’art. 1, commi da 125 a 129 della Legge 4 agosto 2017 n. 124.
Lo stesso MISE rileva, come peraltro già sottolineato nel nostro precedente articolo, che la norma contiene elementi di incongruenza che necessita di alcune precisazioni.
In particolare si sofferma sulla corretta individuazione dei soggetti competenti a vigilare sul corretto rispetto della norma, la decorrenza dei nuovi obblighi informativi, e su quali soggetti applicare le sanzioni previsti.
“La richiesta di chiarimenti è stata fatta a ridosso della scadenza e, quindi, non otterrà di certo la risposta in tempo utile” commenta Giovanni Benaglia, il socio dello studio che si occupa del mondo del No Profit. “E’ lecito, quindi, a questo punto supporre che possa essere considerata superata la necessità di provvedere alla pubblicazione entro il 28 febbraio 2018”. Una proroga di fatto, quindi, che può essere supportata anche dalla nota del ministero del Lavoro del 23.02.2018, prot. n. 34/2540, nella quale si legge che la diversa interpretazone secondo la quale la norma dovrebbe riferirsi agli importi ricevuti nel 2017, da pubblicarsi entro il 28 febbraio 2018, avrebbe effetti retroattivi sull’obbligo di pubblicità, in contrasto con il principio generale di irretroattività della legge.
“E’ interessante notare come anche il Mise sposi questa linea interpretativa” prosegue Benaglia “e arriva alla medesima conclusione del Ministero del Lavoro: applicare al 2017 la norma è, di fatto, una violazione non solo del principio generale dell’irretroattività della norma ma è anche una violazione del buon andamento della Pubblica Amministrazione. E’ pur vero che la norma è in vigore da Agosto 2017, ma è altrettanto vero che gli operatori si ritroverebbero a raccogliere dati per un periodo in cui la norma non era in vigore”.
Curioso, infine, il fatto che è lo stesso Ministero ad ammettere che non sa quali sono i soggetti destinatari della sanzione. Per come è scritta la norma, infatti, pare che siano solo le imprese che non pubblicano i dati nella nota integrativa. Tale considerazione scaturisce dal fatto che il terzo periodo del comma 125, che irroga la sanzione, è collocato dopo il periodo che impone l’obbligo pubblicitario a carico delle imprese e, nel determinare la data di decorrenza dei tre mesi per restituzione, fa riferimento alla “data di cui al periodo precedente”.
“La chiarezza delle norme e dei termini non appartiene alla Pubblica Amministrazione” conclude Giovanni Benaglia.
Notizie Newsletter Grassi Benaglia Moretti, avvocati & commercialisti Allegati: Nota del ministero del Lavoro del 23.02.2018, prot. n. 34/2540Ancora poche ore a disposizione degli Enti, delle Cooperative sociali e delle Onlus in genere per adempiere all’obbligo imposto con la Legge 04/08/2017, n. 124.
L’art. 1 comma 125 prevede, infatti, che “entro il 28 febbraio di ogni anno, nei propri siti o portali digitali, le informazioni relative a sovvenzioni, contributi, incarichi retribuiti e comunque a vantaggi economici di qualunque genere ricevuti” dalle pubbliche amministrazioni largamente intese (cioè tutte le amministrazioni dello Stato, ivi compresi gli istituti e scuole di ogni ordine e grado e le istituzioni educative, le aziende ed amministrazioni dello Stato ad ordinamento autonomo, le Regioni, le Province, i Comuni, le Comunita' montane e loro consorzi e associazioni, le istituzioni universitarie, gli Istituti autonomi case popolari, le Camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura e loro associazioni) nonché le controllate di diritto o di fatto direttamente o indirettamente da pubbliche amministrazioni, ivi comprese quelle che emettono azioni quotate in mercati regolamentati e le società da loro partecipate, e le società in partecipazione pubblica, ivi comprese quelle che emettono azioni quotate in mercati regolamentati e le società da loro partecipate) nell’anno precedente.
L'onere della pubblicazione non riguarda solo gli Enti associativi e le Onlus. Infatti, tutte le imprese che usufruiscono di finanziamenti di carattere pubblico come sopra indicati, saranno obbligati a riportare i medesimi dati “nella nota integrativa del bilancio di esercizio e nella nota integrativa dell'eventuale bilancio consolidato”.
L'obbligo non scatta qualora l'importo dei finanziamenti sia inferiore ai 10.000 euro. La sanzione per l'omessa indicazione, nel sito internet e nei documenti di bilancio, è salatissima: “l'inosservanza di tale obbligo comporta una sanzione pari alle somme erogate” (comma 126).
“La norma ha degli evidenti caratteri di criticità”, afferma il dott. Giovanni Benaglia che per conto dello studio segue il mondo delle Onlus e del No profit. “Innanzitutto non si comprende da quando decorre. Nel disposto normativo si fa riferimento, infatti, a una generica affermazione del tipo “a decorrere da”, facendo presupporre che l'obbligo scatti dal 2018 e quindi la pubblicazione deve avvenire a febbraio 2019. Noi consigliamo, stante le sanzioni comunque elevate, di adottare un comportamento cautelativo e adempiere già all'obbligo a partire da quest'anno. La seconda criticità”, continua Benaglia, “riguarda il fatto di quali importi debbano essere indicati, se solo i contributi per l'attività sociale oppure anche quelli derivanti da appalti pubblici. Anche qui consigliamo un comportamento prudente: la norma parla “di sovvenzioni, contributi, incarichi retribuiti e comunque vantaggi economici di qualunque genere” lasciando intendere che va indicato tutto, compreso, quindi, anche ciò che deriva da appalti o servizi svolti per conto dei soggetti pubblici”.
“Infine consiglio prudenza anche a quelle società che non rientrano nel novero del No Profit: anche la normale Srl, magari unipersonale, deve adempiere all'obbligo indicando gli importi nella nota integrativa: la dimenticanza, come abbiamo visto, può costare cara”.
Notizie Newsletter Grassi Benaglia Moretti, avvocati & commercialisti
Ancora poche ore a disposizione degli Enti, delle Cooperative sociali e delle Onlus in genere per adempiere all’obbligo imposto con la Legge 04/08/2017, n. 124.
L’art. 1 comma 125 prevede, infatti, che “entro il 28 febbraio di ogni anno, nei propri siti o portali digitali, le informazioni relative a sovvenzioni, contributi, incarichi retribuiti e comunque a vantaggi economici di qualunque genere ricevuti” dalle pubbliche amministrazioni largamente intese (cioè tutte le amministrazioni dello Stato, ivi compresi gli istituti e scuole di ogni ordine e grado e le istituzioni educative, le aziende ed amministrazioni dello Stato ad ordinamento autonomo, le Regioni, le Province, i Comuni, le Comunita' montane e loro consorzi e associazioni, le istituzioni universitarie, gli Istituti autonomi case popolari, le Camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura e loro associazioni) nonché le controllate di diritto o di fatto direttamente o indirettamente da pubbliche amministrazioni, ivi comprese quelle che emettono azioni quotate in mercati regolamentati e le società da loro partecipate, e le società in partecipazione pubblica, ivi comprese quelle che emettono azioni quotate in mercati regolamentati e le società da loro partecipate) nell’anno precedente.
L'onere della pubblicazione non riguarda solo gli Enti associativi e le Onlus. Infatti, tutte le imprese che usufruiscono di finanziamenti di carattere pubblico come sopra indicati, saranno obbligati a riportare i medesimi dati “nella nota integrativa del bilancio di esercizio e nella nota integrativa dell'eventuale bilancio consolidato”.
L'obbligo non scatta qualora l'importo dei finanziamenti sia inferiore ai 10.000 euro. La sanzione per l'omessa indicazione, nel sito internet e nei documenti di bilancio, è salatissima: “l'inosservanza di tale obbligo comporta una sanzione pari alle somme erogate” (comma 126).
“La norma ha degli evidenti caratteri di criticità”, afferma il dott. Giovanni Benaglia che per conto dello studio segue il mondo delle Onlus e del No profit. “Innanzitutto non si comprende da quando decorre. Nel disposto normativo si fa riferimento, infatti, a una generica affermazione del tipo “a decorrere da”, facendo presupporre che l'obbligo scatti dal 2018 e quindi la pubblicazione deve avvenire a febbraio 2019. Noi consigliamo, stante le sanzioni comunque elevate, di adottare un comportamento cautelativo e adempiere già all'obbligo a partire da quest'anno. La seconda criticità”, continua Benaglia, “riguarda il fatto di quali importi debbano essere indicati, se solo i contributi per l'attività sociale oppure anche quelli derivanti da appalti pubblici. Anche qui consigliamo un comportamento prudente: la norma parla “di sovvenzioni, contributi, incarichi retribuiti e comunque vantaggi economici di qualunque genere” lasciando intendere che va indicato tutto, compreso, quindi, anche ciò che deriva da appalti o servizi svolti per conto dei soggetti pubblici”.
“Infine consiglio prudenza anche a quelle società che non rientrano nel novero del No Profit: anche la normale Srl, magari unipersonale, deve adempiere all'obbligo indicando gli importi nella nota integrativa: la dimenticanza, come abbiamo visto, può costare cara”.
Notizie Newsletter Grassi Benaglia Moretti, avvocati & commercialisti
Nella procedura d'esecuzione del mandato d'arresto europeo (MAE) l'accertamento del rischio connesso a trattamenti inumani impone di privilegiare i diritti umani fondamentali rispetto al principio di collaborazione.
Se lo Stato membro di esecuzione è tenuto ad accertare concretamente in relazione alla persona richiesta in consegna l'esistenza di un rischio collegato al divieto di pene o trattamenti inumani o degradanti, va al contempo salvaguardata la possibilità della realizzazione della consegna stessa, consentendo entro un tempo ragionevole allo Stato membro di emissione di rimuovere le condizioni ostative connesse a tale rischio. Qualora sulla base delle informazioni fornite non venga escluso tale rischio, l'esecuzione del mandato deve essere rinviata ma non può essere abbandonata e ne va informato Eurojus (cfr sent. Lanigan, C-237/15 PPU, 16 luglio 2015). Se l'esistenza del rischio non potrà essere esclusa in un tempo ragionevole, l'autorità potrà allora decidere se porre fino alla procedura di consegna, dovendosi in tal caso privilegiare, rispetto al principio di collaborazione, il rispetto dei diritti umani fondamentali.
(Cass. penale, II sezione, n. 8277/2018)
Avv. Patrick Francesco Wild
Analisi e commenti Newsletter Grassi Benaglia Moretti, avvocati & commercialistiNella procedura d'esecuzione del mandato d'arresto europeo (MAE) l'accertamento del rischio connesso a trattamenti inumani impone di privilegiare i diritti umani fondamentali rispetto al principio di collaborazione.
Se lo Stato membro di esecuzione è tenuto ad accertare concretamente in relazione alla persona richiesta in consegna l'esistenza di un rischio collegato al divieto di pene o trattamenti inumani o degradanti, va al contempo salvaguardata la possibilità della realizzazione della consegna stessa, consentendo entro un tempo ragionevole allo Stato membro di emissione di rimuovere le condizioni ostative connesse a tale rischio. Qualora sulla base delle informazioni fornite non venga escluso tale rischio, l'esecuzione del mandato deve essere rinviata ma non può essere abbandonata e ne va informato Eurojus (cfr sent. Lanigan, C-237/15 PPU, 16 luglio 2015). Se l'esistenza del rischio non potrà essere esclusa in un tempo ragionevole, l'autorità potrà allora decidere se porre fino alla procedura di consegna, dovendosi in tal caso privilegiare, rispetto al principio di collaborazione, il rispetto dei diritti umani fondamentali.
(Cass. penale, II sezione, n. 8277/2018)
Avv. Patrick Francesco Wild
Analisi e commenti Newsletter Grassi Benaglia Moretti, avvocati & commercialistiIl Centro Studi e Ricerche “José Bleger”
Venerdì 2 marzo dalle ore 15.00 alle 19.00 in Corso Giovanni XXIII, n. 9 a Rimini
organizza il Seminario
“Il gruppo multifamiliare”di Edoardo Mandelbaum
Psicologo Clinico, Psicoterapeuta Psicoanalitico, Discepolo e collaboratore nella Scuola di Psichiatria Dinamica di Pichon Riviere. Fondatore della Associazione Psicologi di Buenos Aires e della Prima Cattedra di Comunità Terapeutica Psicoanalitica all’Ospedale Borda di Buenos Aires. Presidente della Sociedad Argentina de Terapia Familiar (1995-1998). Nel 1964, assieme al Dott. Garcia Badaracco, ha iniziato le prime esperienze del gruppo Multifamiliare in Argentina,presso l’ospedale Borda. E’ Assessore alla Salute Mentale del Municipio di San Isidro (Buenos Aires) per la costruzione delle Reti Multifamiliari per tutto il distretto. Coordinatore del dispositivo dei Grupos Multifamiliares nelle Istituzioni Psichiatriche Centri Comunitari, è Specialista nel lavoro clínico con pazienti gravi e le loro famiglie e Specialista in Psicologia Clinica di Famiglie e Coppie, nel Colegio de Psicólogi della Provincia di Buenos Aires. E’ Fondatore del Corso di Formazione Continua in “Teoría y Práctica del Grupo Multifamiliar desde el Psicoanálisis Integrativo” presso l’Ospedale Centrale di San Isidro
Il gruppo multifamiliare consiste in riunioni di intere famiglie pluri-generazionali che si incontrano e lavorano conversando tra di loro, coordinati da uno o più specialisti formati ad hoc, che funzionano in co-terapia e in équipe. Questo dispositivo permette un’ottimizzazione delle risorse, oltre che una più adeguata ed efficace risposta al disagio psicologico da parte degli operatori, dei servizi, dell’istituzione e di tutte le professionalità (psichiatri, neuropsichiatri infantili, psicologi, psicoterapeuti, educatori professionali, assistenti sociali, infermieri, ecc.) che gravitano intorno a situazioni multi-problematiche degli individui e delle famiglie.
Arrivate le festività natalizie in casa Target Sinergie, come ogni Natale c'è stato un brulicare di preparativi per le cene o gli aperitivi insieme ai dipendenti nelle commesse che l'azienda riminese ha nelle regioni italiane. Anche quest'anno si è optato per più incontri, in modo da coinvolgere quanti più colleghi sia possibile, fermo restando la disponibilità dei singoli. E ad ogni incontro abbiamo trasmesso un messaggio augurale, portato dal fondatore Mimmo Pirozzi e da alcuni nostri colleghi a tutti gli oltre mille dipendenti in otto regioni italiane.
Il calendario degli auguri è iniziato domenica 3 dicembre, con due appuntamenti, uno dedicato ai dipendenti nelle commesse toscane a Sesto Fiorentino, l'altro per i dipendenti Finiper nei pressi di Soresina. Martedì 5 dicembre scambio di auguri a Carinaro, con i colleghi della commessa Comifar, a partire dalle ore 14. Le feste sono uscite dal continente e approdate nella bellissima isola dei quattro mori, più precisamente nell'agriturismo Il Giglio nei pressi di Oristano, dove mercoledì 6 dicembre e giovedì 7 si sono dati appuntamento i lavoratori delle commesse sarde. Infine domenica 10 dicembre l'ultimo degli appuntamenti, a Villa Verucchio, presso Casa Zanni. Buon divertimento e tanti auguri a tutti.
Target Sinergie, auguri di buon Natale 2017 ai dipendenti Video of Target Sinergie, auguri di buon Natale 2017 ai dipendenti Eventi Notizie Video Facility Management Igiene e pulizie LogisticaMassimiliano, ristoratore di Torino, l'anno scorso ha trovato il coraggio di denunciare il proprio strozzino. Era diventato vittima di un usuraio, il quale gli prestava denaro applicando tassi di interesse mensili del 15%. La situazione era precipatata in pochi mesi: in tre anni, per i 25mila euro che Massimiliano aveva richiesto, era stato poi costretto a riconsegnarne indietro 150mila. La vittima si è quindi rivolta a Confesercenti e da qui è entrata in contatto con lo sportello legale di Sos Impresa, che si occupa di tutelare e assistere le vittime di usura ed estorsione. La difesa è stata affidata all'Avv. Davide Grassi di Rimini, da anni legale di Sos Impresa in processi di usura e criminalità organizzata nel nord e centro Italia. L'avvocato dell'imputato ha presentato istanza di patteggiamento concordata con il Pubblico Ministero (4 anni e 4 mesi), ma al contempo c'è stata l'offerta di risarcimento a favore della vittima, pari a 50mila euro.
Notizie Newsletter Grassi Benaglia Moretti, avvocati & commercialistiMassimiliano, ristoratore di Torino, l'anno scorso ha trovato il coraggio di denunciare il proprio strozzino. Era diventato vittima di un usuraio, il quale gli prestava denaro applicando tassi di interesse mensili del 15%. La situazione era precipatata in pochi mesi: in tre anni, per i 25mila euro che Massimiliano aveva richiesto, era stato poi costretto a riconsegnarne indietro 150mila. La vittima si è quindi rivolta a Confesercenti e da qui è entrata in contatto con lo sportello legale di Sos Impresa, che si occupa di tutelare e assistere le vittime di usura ed estorsione. La difesa è stata affidata all'Avv. Davide Grassi di Rimini, da anni legale di Sos Impresa in processi di usura e criminalità organizzata nel nord e centro Italia. L'avvocato dell'imputato ha presentato istanza di patteggiamento concordata con il Pubblico Ministero (4 anni e 4 mesi), ma al contempo c'è stata l'offerta di risarcimento a favore della vittima, pari a 50mila euro.
Notizie Newsletter Grassi Benaglia Moretti, avvocati & commercialistiSull'ultimo numero della newsletter del Consorzio Sociale Romagnolo è apparsa l'intervista al dott. Giovanni Benaglia, nominato consigliere di amministrazione nel maggio scorso dopo aver ricoperto per oltre 10 anni il ruolo di sindaco revisore. Il Consorzio Sociale Romagnolo è una realtà che raggruppa più di 40 cooperative sociali che svolgono attività di reinserimento lavorativo di soggetti svantaggiati. Tra i temi trattati nell'intervista quello relativo al fatto che la cooperazione sociale è una opportunità per la collettività e non certo assistenzialismo.
"Da dieci anni a questa parte mi si è aperto un mondo, che è quello del reinserimento lavorativo dei soggetti svantaggiati", afferma il dott. Benaglia. "La vera ricchezza che si produce in questo mondo non sono gli utili a fine anno di un proprietario d’impresa, ma la crescita delle persone, soprattutto svantaggiate, che ci lavorano dentro. Persone che, se non avessero questa opportunità, sarebbero consegnate all’emarginazione e alla ghettizzazione"
Notizie ImpreseOggi
Sull'ultimo numero della newsletter del Consorzio Sociale Romagnolo è apparsa l'intervista al dott. Giovanni Benaglia, nominato consigliere di amministrazione nel maggio scorso dopo aver ricoperto per oltre 10 anni il ruolo di sindaco revisore. Il Consorzio Sociale Romagnolo è una realtà che raggruppa più di 40 cooperative sociali che svolgono attività di reinserimento lavorativo di soggetti svantaggiati. Tra i temi trattati nell'intervista quello relativo al fatto che la cooperazione sociale è una opportunità per la collettività e non certo assistenzialismo.
"Da dieci anni a questa parte mi si è aperto un mondo, che è quello del reinserimento lavorativo dei soggetti svantaggiati", afferma il dott. Benaglia. "La vera ricchezza che si produce in questo mondo non sono gli utili a fine anno di un proprietario d’impresa, ma la crescita delle persone, soprattutto svantaggiate, che ci lavorano dentro. Persone che, se non avessero questa opportunità, sarebbero consegnate all’emarginazione e alla ghettizzazione"
Notizie ImpreseOggi
di Leonardo Montecchi
(…)
Le parole scendono rare
chi le collega più
sembra meglio ascoltare
in due
Il tuo corpo e tu
(…)
Elio Pagliarani ” La ballata di Rudy”
Proverò a fare la storia dei gruppi che ho attraversato negli anni provando a mostrare come si passa dalla alienazione alla liberazione attraverso il lavoro che i gruppi fanno per raggiungere il proprio compito.
Già perché è il compito che fonda il gruppo, non è il leader, non è il coordinatore.
Gli integranti si riuniscono perché implicitamente o esplicitamente si pongono un obiettivo, una finalità, un compito.
Mi sono interrogato e mi interrogo ancora su cosa sia il compito: è uno scopo, un motivo che attrae persone che altrimenti vivono la loro traiettoria di vita senza interagire.
Sono sempre di più convinto che il compito sia un “attrattore strano” perché ha una dinamica caotica e imprevedibile, inoltre in un gruppo, cioè un “insieme di persone riunite da costanti di spazio e tempo e articolate dalla loro rappresentazione interna” come dice Pichon Riviere, si produce un auto-chiarimento che va dall’implicito all’esplicito, questo processo interpretativo non ha una forma circolare, è aperto, non si esaurisce mai ed ha una forma frattale: è una spirale.
Ma le storie alienate?
Sono le storie che vengono raccontate all’inizio di un gruppo, le storie su cui spesso si ritorna anche in seguito in un movimento di vai e vieni. Non ci si libera mai totalmente da queste storie.
Quando ci si incontra ognuno arriva con il proprio immaginario, con un gruppo interno, ognuno viene con i propri stereotipi, quelle forme di pensiero rigide e non basate sull’esperienza che formano i pilastri dell’abitudine.
La vita quotidiana è dominata da un’ideologia fatta di stereotipi, l’alienazione consiste nella serialità caratterizzata da routine che si ripetono nell’illusione di dominare il caos, come le compulsioni degli ossessivi o i riti nei funerali come difesa dall’ansia depressiva, come diceva Elliot Jaques.
Insomma, le storie alienate che compaiono quando inizia un gruppo operativo ricordano le ombre della caverna di Platone.
Ognuno viene portando la storia del proprio gruppo interno che inizialmente è intriso dall’appartenenza istituzionale. Questo impasto istituisce un soggetto posticcio che si atteggia “come se” fosse quello che sta facendo.
Ad esempio, in gruppi che si riuniscono in istituzioni sanitarie le persone si presentano come: sono un medico, un infermiere, un educatore, un assistente sociale, uno psicologo, ecc. Se si tratta di una scuola si presentano come il professore di lettere la professoressa di matematica il bidello ecc..
Nei gruppi terapeutici spesso si presentano come schizofrenico, borderline, bipolare ecc., con una ulteriore regressione della identità ad una diagnosi posta da un dispositivo medico psichiatrico che contribuisce alla reificazione della persona.
Questo slittamento verso una personalità “fattica”, come dice José Bleger, disegna una regressione dell’essere sociale verso un modo di essere alienato in cui l’essere si riduce al fare e l’io si divide, come diceva Laing, in una parte legata a ciò che si fa o che siamo costretti a fare, ed una parte “vuota” che genera ansia e paura della libertà.
Per esempio, un operaio è forza lavoro: capitale variabile da impegnare nel processo produttivo, ma è anche un soggetto rivoluzionario quando sciopera con gli altri operai e riempie il vuoto prendendo coscienza del suo essere sociale.
Le storie alienate che si raccontano all’inizio di un gruppo provengono da questi ruoli posticci, sono monologhi che non implicano interlocutori ma solo spettatori silenziosi. Questi monologhi sono espressione del narcisismo che ostacola la costruzione di vincoli nel qui ed ora.
Il monologo è favorito anche dal dispositivo del gruppo. Se, ad esempio, le persone sono disposte per file orizzontali con uno che vede tutti e tutti che vedono uno, come in chiesa o a scuola, è facile che qualcuno “salti in cattedra” e cominci a parlare come se dovesse fare una predica o un comizio.
Quando invece le persone sono disposte sullo stesso piano e possono vedersi tutte ed interagire allora il monologare fa sì che ciascuno degli integranti intervenga come se fosse rivolto verso l’esterno del gruppo e parlasse da solo senza aspettare una interlocuzione.
Il gruppo può rimanere in questa situazione in cui si presentano monologhi di storie alienate ricche di stereotipi fino a che non si comincia a sentire intimità fra gli integranti.
L’intimità inizia quando si cominciano a percepire gli altri, all’inizio come in mezzo alla nebbia che poi si dirada e fa comparire volti, persone, corpi.
Pichon Rivière, e con lui Armando Bauleo, parlano di mutua rappresentazione interna.
Che cosa significa?
Significa che la pressione del compito comincia a produrre degli effetti.
Il tempo, lo spazio, le funzioni, come variabili indipendenti, fanno sì che il romanzo del gruppo, per dirlo alla Bachtin, non sopporti più la forma a monologo.
Questa forma assomiglia all’assunto di base di dipendenza di cui parla Bion a proposito di situazioni che si ripetono inconsapevolmente nei gruppi.
Ma, quello che ci interessa oggi, è capire come e perché avvenga il passaggio da una forma ad un altra.
Sto pensando ad un gruppo come ad un insieme che non è la semplice somma delle parti.
È qualcosa di più, con una propria forma in movimento, è “questo gruppo qui ed ora con me”.
Perché questa realtà prenda coscienza di sé è necessario che si percepisca un dentro ed un fuori.
Questa percezione è legata al campo in cui si presenta il gruppo, in quel campo, e solo in quel campo, si producono vincoli specifici fra gli integranti che fanno sì che ad un certo punto del processo caotico qualcuno si renda conto che in quell’incontro qualcuno manca.
Questo è il segno che nel campo gruppale si è costituita una inter-soggettività.
Il fatto che un integrante noti quella mancanza rompe uno stereotipo secondo cui non ha importanza chi c’è e chi non c’è, infatti non viene segnalata la mancanza di una funzione o di un ruolo. Manca una persona che aveva narrato un racconto di sé. Non manca la sua storia, il suo monologo alienato, che ora sta al posto della persona, manca il suo corpo, il suo sorriso, il suo odore, i suoi cenni, il suo modo di muoversi. Manca la sua singolarità, quella mancanza fa emergere, per associazione, altre mancanze che si sono presentate in altre situazioni.
Quando in un gruppo si segnala una mancanza, si segnala contemporaneamente la presa di coscienza di una “mutua rappresentazione”, mutua perché quando si dice manca “tizio”, tutti gli integranti capiscono di chi si tratta, perché hanno internalizzato la matrice vincolare che costituisce il gruppo. Tizio sarà simpatico a qualcuno, antipatico ad un’altra, qualcuno lo ricorderà per un tratto, un altro per un altro tratto. Ma se ne viene segnalata la mancanza significa che esiste nella trama vincolare di quello specifico gruppo, nella intersoggettività.
La segnalazione esplicita un contenuto implicito: forse molti stanno pensando a tizio e a come mai non c’è in quel incontro, ma nessuno lo dice, molti pensano che non sia pertinente parlare di un assente, altri che se ne potrà parlare dopo al bar o nel corridoio, comunque fuori dal campo del gruppo e non con tutto il gruppo.
Perché qualcuno viola queste clausole mute?
Lo fa perché sente una pressione che proviene dal compito, ma anche dal gruppo.
Quella pressione lo attraversa per la sua storia personale e gli fa sentire il desiderio e la necessità di enunciare il fatto che “oggi manca Tizio”, invece di riprendere il monologo stereotipato che si riferisce a situazioni, tempi e luoghi esterni al qui ed ora.
Quell’enunciato è un emergente, cioè un segno che l’interpretante riferisce al compito inteso come oggetto dinamico.
Cioè, il compito di quel gruppo si rende manifesto attraverso l’enunciato di un integrante che si rivolge agli altri integranti nel qui ed ora, così procede il lavoro di autochiarimento del gruppo, che non riuscirà mai ad esaurire il compito nel senso che l’implicito non si espliciterà mai totalmente.
Infatti, il lavoro di esplicitazione genera continuamente nuovo implicito, così come la presa di coscienza produce nuovo inconscio.
Però, l’enunciazione della mancanza di Tizio cambia l’ordine del discorso del gruppo, l’ha già cambiato solo per il fatto di esplicitarlo, quel fatto rompe la routine, e attraverso il varco si instaura un nuovo ordine, una nuova forma perché, ad esempio, un Caio diventa interlocutore di quel qualcuno che ha segnalato la mancanza di Tizio,
” tu sai perché non è venuto?”
Caio inaugura una diversa narrazione, l’inizio di una storia liberata, perché lo stereotipo si è rotto ed ha liberato una certa quantità di ansia, molti si stanno chiedendo “ma cosa succede?” Qualcuno si sente perseguitato da questa nuova situazione, qualcun altro rimpiange già la vecchia, molti sono confusi.
La storia che si produce davanti a tutti è fatta di un dialogo fra le due persone che si interpellano sulla mancanza di un terzo che viene sentito come appartenente al gruppo. Il dialogo fra i due pone gli altri nella posizione di sfondo come il coro nella tragedia greca, e la constatazione della mancanza di un terzo nella coppia dialogante crea in tutto il gruppo la sensazione di “speranzosa attesa” del ritorno di Tizio, come se l’impasse in cui si trovano si risolvesse con un ritorno messianico.Bion chiama questa situazione che si ripete nei gruppi: assunto di base di accoppiamento.
Ma è Bekett a descriverla in “Aspettando Godot”.
Lì, i nostri due integranti del gruppo diventano Vladimiro ed Estragone e Tizio è Godot.
Ma, ancora, non ci sono storie liberate, c’è l’attesa di un liberatore che non arriverà mai; per la concezione operativa di gruppo questa è ancora una situazione di pre-compito, sono già diventati un gruppo, la trama vincolare internalizzata fa riconoscere un interno ed un esterno, c’è una certa intimità che fa sì che le persone si riconoscano, non c’è più l’indiscriminazione dell’inizio fra il fuori ed il dentro e fra l’uno e l’altro dei partecipanti, tuttavia il clima di “speranzosa attesa” fa sì che il lavoro sul compito venga rimandato all’arrivo o al ritorno di chi manca. C’è la coscienza ma è una coscienza infelice.
Quando “tornerà Tizio allora potremmo finalmente risolvere i nostri problemi” dice uno e l’altro ribatte “certo lui sa come affrontarli ci può capire….”
Ora l’alienazione non riguarda più una storia esterna al gruppo: un’ombra vista sulla parete della caverna, ora si parla di qualcuno che ritornerà, forse lo schiavo che si è liberato dalle catene del mito di Platone che, come è noto, quando torna non viene creduto e fa una brutta fine.
C’è una altra via che appare quando qualcun’altro, ad un certo punto, interrompe il dialogo e dice: “si è vero che manca Tizio, ma noi possiamo prendere la Bastiglia anche senza di lui”
Il noi trasforma il gruppo in un soggetto collettivo, il soggetto di una prassi.
L’esempio della presa della Bastiglia è nella Critica della Ragione Dialettica; Sartre ci dice che l’individuazione di quello che noi chiamiamo compito ci fa uscire dalla serialità e fa nascere un gruppo in fusione. Cioè, un gruppo che lavora sul compito che si è dato implicitamente o esplicitamente. Qui non ci sono più storie alienate ma si tracciano storie liberate, non vi sono più monologhi né un dialogo ma una polifonia di voci e comportamenti che convergono sul compito.
A volte “prendere la Bastiglia” è quello che succede in una fila che aspetta l’autobus quando c’è uno sciopero dei mezzi o quando, come nel film “Lista de espera”, si è rotta la corriera.
O in una compagnia teatrale che deve mettere in scena una pièce, una squadra di calcio che deve giocare una partita, una équipe di un centro di salute mentale o una scuola che non riesce a capire qual è il suo compito e così via.
Il compito è uscire dalla situazione, come nell’Angelo Sterminatore di Bunuel: diventare operativi, lavorare tutti in quel campo per il compito comune: trovare una via di fuga.
Come ho già detto, il compito è un oggetto astratto che non si esaurisce mai e, talvolta, genera un progetto che permette di cambiare la situazione attuale verso una dimensione futura.
Rimini 20/10/2017
Bibliografia
Enrique Pichon Riviere. Il processo gruppale. Lauretana
Armando Bauleo. Psicoanalisi e gruppalità. Borla
José Bleger. Simbiosi e Ambiguità. Armando
Elliot Jaques. L’istituzione come sistema di difesa dall’ansia persecutoria e depressiva in Nuove vie della psicoanalisi. Il Saggiatore.
Michail Bachtin. Dostoevskij. Einaudi
Wilfred Bion. Esperienze nei gruppi. Armando
Platone. Opere. Bompiani
C. Sanders Peirce. Opere. Bompiani
Samuel Beckett. Aspettando Godot. Einaudi
Jean Paul Sartre. Critica della ragione dialettica. Il saggiatore
Leonardo Montecchi. Varchi. Pitagora
Filmografia
Juan Carlos Tabio. Lista de espera
Luis Bunuel. L’angelo Sterminatore
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Una volta individuato lo spazio, lo abbiamo organizzato per gestire ogni aspetto della commessa. L'inbound dagli stabilimenti di produzione e i relativi controlli (quantitativi e qualitativi) e lo stoccaggio prelavorazione, tanto per iniziare. Poi le postazioni per il confezionamento dei prodotti in cofanetto e negli espositori. Una volta completata la lavorazione, lo stoccaggio del prodotti lavorati, pronti per raggiungere i punti vendita e, infine, la spedizione. Un processo che ha visto coinvolte 64 persone per diversi mesi e che ha consentito di evadere con successo la commessa nei tempi concordati.
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