C'è chi dice che è uno sport da fighetti. C'è chi dice che è uno sport per vecchi. Io che il golf – di questo sto parlando - lo pratico nel tempo libero dico che non è né l'uno né l'altro. E ora che lo pratico per lavoro dico che è uno sport da impresa. Nel senso di azienda. E che ha i suoi bei vantaggi, se usato nella comunicazione. La storia che leggerete, spero, è una storia di golf e impresa, di un evento per stringere relazioni con clienti e contatti un po' più significativi, ma anche di relazioni con i dipendenti, oltre che di (email) marketing e di comunicazione.
“Golf school: il gioco come metafora della logistica”, questo il nome dell'evento, ci dice già qualcosa su cosa abbiamo realizzato in Target Sinergie. Una sessione di golf per i nostri interlocutori – produciamo servizi di logistica di magazzino in outsourcing per imprese agroalimentari, beverage, ma anche farmaceutiche e, potenzialmente, per tutti i settori dove c'è un magazzino e merce che vi deve transitare, in entrata e in uscita. Siamo quelli che operano tra il camion dei fornitori e il cliente finale, confezionamento e ordini da evadere compresi.
Perché il golf? I motivi superficiali sono evocativi: il golf è visto come uno sport d'elite, con tutto quel che comporta nell'immaginario (italiano), dove è poco diffuso: meno di 100 mila giocatori iscritti alla federazione. Chi lo conosce invece sa che si basa su tattica, tecniche e concentrazione, capacità mentali che utilizziamo ogni giorno quando affrontiamo il lavoro aziendale e nella supply chain. Nello stesso tempo insegna a gestire lo stress, pensare strategicamente e a costruire, giocando, resistenza mentale e fiducia in se stessi. Ecco perché viene praticato da dirigenti e quadri d’azienda in tutto il mondo. Infine, ma questo i nostri ospiti lo hanno scoperto dopo, a pochi chilometri dalla nostra sede c'è un impianto sportivo, il Riviera Golf, che definire suggestivo è poco, con il Resort che permette di organizzare convention aziendali e meeting d'affari di ottimo livello.
La formula adottata è relativamente semplice: l'invito via mail prevedeva, dopo una breve presentazione aziendale, una sessione di golf con un maestro professionista - Matteo Matteoni - sul campo pratica del Riviera, dapprima di swing, il colpo fondamentale per giocare, poi di putt, il colpo finale, quello per concretizzare il gioco sul green andando in buca. La magia l'ha fatta la scoperta del gioco: le difficoltà iniziali sono state superate dai nostri ospiti nel giro di pochi colpi e, una volta sul green, hanno lasciato campo libero al divertimento. Particolarmente coinvolgente è stata poi la gara finale di putt su nove buche, con premiazione. Una manciata di ingredienti giocati nell'arco di poche ore, a dei costi per contatto decisamente affrontabili per un coinvolgimento emozionale tangibilmente elevato. Guardato dal punto di vista dell'organizzatore: bellissimo.