«Vallecchio è il cuore della cooperativa Cento Fiori: siamo nati in quell'area e da lì abbiamo sviluppato tutte le altre attività. Ed è a Vallecchio che sono impegnati la maggior parte dei nostri lavoratori. Con il suo acquisto, e l'avvenuta stipula del mutuo si conclude in qualche modo un ciclo, avviandone uno nuovo». E' Monica Ciavatta, presidente della cooperativa sociale Cento Fiori che commenta l'importante passo della azienda sociale: acquistare l'area dove da oltre un ventennio opera la Comunità di Vallecchio. Passo concretizzatosi con la stipula del mutuo con due banche etiche, Eticredito ? Banca Etica Adriatica di Rimini - e Banca Popolare Etica di Padova, che hanno finanziato così un milione 365 mila euro. Il passaggio ulteriore dopo che in agosto, con un voto unanime, l'assemblea della storica cooperativa riminese aveva votato l'acquisto del podere Fonte, a Vallecchio, la sede della comunità, dal valore complessivo di un milione 800 mila euro circa.
I due istituti di credito etici che hanno finanziato la consistente operazione, ovvero Eticredito - Banca Etica Adriatica di Rimini - e Banca Popolare Etica di Padova sono accomunati dal rispetto dei principi della finanza etica: trasparenza e attenzione alle ricadute non solo economiche dell'operato delle imprese. Entrambi gli istituti finanziano esclusivamente realtà che operano per il bene comune e che sanno coniugare efficienza economica con la sostenibilità sociale e ambientale. In poche parole imprese, cooperative, associazioni che accanto al valore economico sono capaci di generare un importante valore sociale. «Siamo contenti di aver collaborato alla riuscita di questa operazione - dice Maurizio Focchi, presidente di Banca Etica Adriatica - che è strettamente legata alla "missione" della banca: sostenere progetti che nascono dalla cooperazione sociale e dall'associazionismo e che rivestono un particolare valore per il territorio dove operiamo».
«Questa operazione è un'efficace sintesi di ciò che la finanza etica è: capacita di unire le forze e fare sinergie per trovare risorse finanziarie da destinare al bene comune dei territori, con un'attenzione speciale verso le persone più fragili», dice Ugo Biggeri, presidente di Banca Popolare Etica.
Monica Ciavatta ricorda le tappe di questa operazione, quando a «fine agosto lo abbiamo votato tutti, pur consapevoli che 20 anni di mutuo rappresentano un impegno molto serio». Poi c'è stata la partecipazione al bando dell'Ausl. E in questo periodo si stanno completando tutti i passaggi formali dell'acquisto. «E' un traguardo nostro ma anche di tutti quei soggetti che in questi anni ci hanno affiancato. Crediamo sia un traguardo di tutta la comunità riminese. Siamo felici che le banche etiche abbiano colto la portata di questa operazione. Con nostro rammarico non è stato invece possibile coinvolgere le banche cooperative tradizionali» continua Monica Ciavatta.
Un po' di storia: era il 23 maggio del 1984 quando la cooperativa Cento Fiori stipulò una convenzione con i Comuni di Rimini e di Montescudo per gestire quello che si chiama Podere Fonte, ma che tutti conoscono ormai come comunità di Vallecchio. Una cooperativa nata "quasi" da una marcia cittadina, poi documentata con testi e testimonianze in "Una città contro la droga" (edito da Maggioli editore). Una manifestazione che aggregò «diversi giovani sulla "piazza" (border-line, tossicodipendenti, emarginati, volontari) desiderosi di impegnarsi in un'impresa che aveva lo scopo di creare, attraverso il lavoro, opportunità per affrancarsi e liberarsi dalla dipendenza da droga e/o situazioni di emarginazione».
Un'esperienza che univa i servizi pubblici per le tossicodipendenze (Sert) e privati, dando poi vita a servizi alle persone tutt'ora attivi: comunità terapeutica residenziale, Centro di Osservazione e Diagnosi, attività agricola, pensionamento animali d'affezione, attività di assemblaggio. Mentre la cooperativa nel suo insieme conta 47 lavoratori di cui 25 soci, crescendo il fatturato negli ultimi tre anni dal + 4,5% del 2007 al +13,50% del 2009. Non è stato sempre così: «Nel 2004 abbiamo avuto un anno di crisi, ma con una forte ristrutturazione e l'aiuto di cooperative che poi ci hanno affiancato, nel 2005 i bilanci sono tornati positivi. Abbiamo acquistato la sede di Rimini, partecipato al Consorzio via Portogallo. Ed ora questo nuovo traguardo: far sì che la sede più importante sia nostra».