Circa 4milioni di euro: a tanto ammonta il risparmio per la collettività riminese, grazie al lavoro del Consorzio Sociale Romagnolo (Csr), che ha inserito (dati al 30 giugno 2009) 380 persone svantaggiate nelle cooperative sociali di tipo B. Un impegno, quello del CSR, capace di produrre tre positività: un vantaggio economico per la persona in quanto da assistita diventa creatrice di reddito; il risparmio per la collettività di 10mila euro per ogni inserimento lavorativo (dato rilevato da una ricerca dell'istituto Gian Franco Minguzzi di Bologna); il vantaggio sociale, in quanto il lavoro è vettore d'integrazione come fonte di identità e di appartenenza sociale, generatrice di senso per sé e per gli altri.
Sono questi alcune riflessioni salienti emerse ieri dalla presentazione del Bilancio Sociale 2009 del CSR e, insieme, di alcune cooperative associate, presso il Palazzo del Turismo di Riccione in occasione del convegno organizzato da Provincia di Rimini, con il patrocinio di Comune di Riccione e Alma Mater Studiorum - Università di Bologna e co finanziato dal progetto comunitario Tescos, sul tema "Noi, persone: Comunità educante e inclusiva. Quali possibili percorsi nella provincia di Rimini?".Al termine della presentazione si è tenuta una tavola rotonda cui hanno partecipato Massimo Pironi, Sindaco di Riccione, Maurizio Focchi, Presidente di Eticredito e di Confindustria, Ariano Vittorio Iacopini, direttore generale di Anthea, Enzo Mataloni, imprenditore, rappresentante di Figli del Mondo.
"Questa presentazione - ha detto Pietro Borghini, presidente del CSR - è un'occasione per riflettere sul ruolo della cooperazione sociale all'interno della società, alla luce della lettura del bilancio sociale e dell'impatto che ha, confrontandosi su temi come economia, etica e coesione sociale. Un'operazione di trasparenza che vuole anche essere la modalità per eccellenza scelta dal CSR per operare nei propri ambiti professionali: una realtà forte di una base sociale costituita al 2009 da 23 cooperative socie, oltre 900 posti di lavoro attivati - di cui il 42% occupati da persone in condizioni di svantaggio e/o di disagio - un fatturato di oltre 13 milioni di euro".
Dalla lettura del Bilancio Sociale, tenuta oltre che da Borghini anche dal vicepresidente Gilberto Vittori, sono emersi anche alcuni dati importanti. I primi committenti del sociale sono le aziende multiutility, Hera in testa, con oltre il 61% di incidenza sul bilancio, poco più di 8 milioni di euro. Segue poi il settore sanitario con le Ausl di Rimini e Ravenna, con il 18% del fatturato. Tra gli enti locali, il primo cliente del CSR è il Comune di Rimini, con commesse pari a 500 mila euro, seguito dalla Provincia di Rimini, per commesse pari a 250 mila euro, e con poco meno il Comune di Cattolica. Poi il comune di Riccione con 70 mila euro. "Da tutti gli altri Comuni arrivano pochissimi euro. Si può fare di meglio - ha detto Pietro Borghini, sottolineando il ruolo sociale del CSR - e lanciamo una provocazione: invitiamo le nostre amministrazioni comunali a seguire l'esempio di Torino, che ha approvato un regolamento comunale che prevede l'obbligo di fornire il 3% dell'importo degli affidamenti a terzi di beni e servizi alla cooperazione sociale". Pironi ha parlato della necessità di creare partnership sociali portando l'esempio del progetto Arboreto Cicchetti, che si svilupperà con la cooperazione sociale, "un laboratorio di idee e un laboratorio di lavoro rivolto alla città ma anche al turismo", come esempio di collaborazione per l'inclusione che va oltre le commesse dei comuni o delle aziende controllate. Da segnalare infine che il 10% del fatturato delle cooperative sociali proviene da clienti privati, che attraverso la legge regionale 17 riescono a far impiegare persone diversamente abili. Il fatturato si attesta su un milione 265 mila euro, per un 10% del bilancio.
Il presidente di Confindustria, Maurizio Focchi, intervenendo, ha detto che "È vero che le imprese non parlano di gratuità ma di profitto: ma la differenza sta nella destinazione del profitto, c'è chi lo tiene per se e c'è chi lo reinveste in nuovi progetti sul territorio, in ampliamenti e quindi assunzioni. Il profitto non deve essere visto più come fine , ma come mezzo, cioè come motore di sviluppo economico e sociale. In questo senso complimenti al CSR che riesce ad avere bilanci attivi sia dal punto di vista economico che sociale. Ora - ha concluso Focchi - occorre incentivare i rapporti fra cooperative sociali e imprese private: la legge 68 (che prevede sopra un certo numero di dipendenti l'assunzione di persone "disabili" ndr) è vista dalle aziende come un obbligo, come qualcosa che viene subìto: molte aziende non sono preparate culturalmente. È opportuno, sfruttando il dialogo ed il coinvolgimento con il mondo sociale delle cooperative, trasformare questo obbligo in un'opportunità, da sfruttare per mettere in gioco il proprio senso di responsabilità sociale".