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La legge Giovanardi "inciampa" in commissione Attività produttive, al no di Ds e Margherita si uniscono 3 parlamentari del Polo.

La proposta di legge Giovanardi non incassa il parere favorevole della commissione Attività produttive della Camera, che boccia lo schema appena licenziato dalla I commissione. Si allarga così il fronte del no al discusso provvedimento presentato dal ministro bolognese, che vede la firma di gran parte dell'Esecutivo, a cominciare dal premier Silvio Berlusconi. Il testo di legge, dalla deriva decisamente proibizionista ed aspramente criticato dalle associazioni di categoria, dalle Regioni e dagli enti locali, approdato per il parere di prassi nella X commissione ha trovato contrari i parlamentari Ds e della Margherita, ai quali si sono aggiunti tre deputati di Forza Italia, di An e dell'Udc. Ai tre voti negativi si è aggiunta l'astensione di due leghisti, tanto è bastato per il primo no parlamentare al discusso provvedimento.

Un segnale "positivo" per Sergio Gambini, il capogruppo Ds in commissione Attività produttive, che vede i primi scricchiolii di una "proposta sbagliata, demagogica e proibizionista, nata per risolvere i problemi del divertimento giovanile con lucchetti che, invece, strangoleranno le imprese. I problemi esistono e si devono risolvere, la strada però è un'altra. Sono già annunciati ricorsi alla Corte costituzionale, è una legge che non potrà essere attuata perché impugnata dalle Regioni, e dagli Enti locali". Il parlamentare riminese fa riferimento al vizio di fondo della legge Giovanardi, che ignora completamente l'attribuzione delle competenze in materia di locali pubblici alle Regioni, dopo la riforma del titolo V della Costituzione.

"Questo getta sulla legge la luce di un'operazione puramente propagandistica - commenta Gambini - una volgare speculazione sul dramma di tante famiglie che non produrrà alcun effetto se non quello di allargare l'incomunicabilità tra le generazioni, di mettere in ginocchio le imprese sane, di fare crescere l'abusivismo e l'illegalità. Il problema esiste, ma i comportamenti devianti si combattono con i controlli sulle strade, sanzioni e prevenzione tra i giovani. Lo Stato deve essere in grado di coinvolgere le imprese della notte nella prevenzione, non orchestrarne l'agonia o, peggio, favorire l'abusivismo". Già annunciata dai Ds la pregiudiziale di incostituzionalità, la valutazione che la proposta di legge sia incostituzionale. La pregiudiziale farebbe slittare in ogni caso di una settimana la discussione in Aula (prevista per il 22 marzo) e, se accolta, affosserebbe definitivamente il provvedimento.

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