Un forte impegno per potenziare la “macchina della Giustizia” riminese: Luciano Violante, capogruppo Ds alla Camera dei Deputati, sceso a Rimini per presentare ieri sera il suo libro, si è aggiunto a quanti sul territorio e a Roma stanno cercando di risolvere il problema degli organici che mina il lavoro degli uffici di via Rosaspina. Ieri sera, un’ora prima di giungere a piazzale Boscovich, dove era atteso da una folta platea, ha fatto sosta nella sede della Provincia di Rimini per un incontro sui problemi della Giustizia riminese. Accompagnato dal deputato Sergio Gambini, Violante ha incontrato il Presidente del Tribunale Pierfrancesco Casula, autore nei giorni scorsi di una seconda lettera di denuncia sulle carenze degli uffici giudiziari riminesi, il presidente della Provincia Ferdinando Fabbri, “padrone di casa” in virtù del coordinamento impostato per risolvere i problemi del territorio, il sindaco di Rimini Alberto Ravaioli, il segretario federale Ds Riziero Santi, il consigliere regionale Andrea Gnassi.
“Ho voluto approfittare della presenza di Violante a Rimini perché le massime responsabilità parlamentari dei Ds potessero conoscere direttamente quale sia la situazione della Giustizia riminese” ha detto Sergio Gambini. Durante l’incontro, durato circa un’ora, Pierfrancesco Casula ha illustrato problemi e ricordato le denunce dei mesi scorsi sulle carenze di via Rosaspina, i solleciti al ministero di Grazia e Giustizia, suoi e delle istituzioni del territorio, le interrogazioni parlamentari ed i risultati ottenuti. Ha “disegnato” a Luciano Violante un Tribunale di Rimini con organici sottodimensionati, nelle cancellerie come nella magistratura. I vertici Ds hanno inoltre ricordato le peculiarità della provincia, la sua dicotomia invernale ed estiva, che investe il lavoro dei magistrati, la disparità tra Rimini e i tribunali delle vicine città: Pesaro, Ravenna e Forlì.
Al termine dell’incontro il presidente dei deputati Ds ha garantito l’impegno per un potenziamento degli organici nelle cancellerie e, per adeguare la consistenza numerica della magistratura alle reali esigenze, un intervento presso il Consiglio superiore della magistratura, per ottenere rapidamente la pubblicazione dei posti vacanti e la conferma sul territorio delle applicazioni temporanee.
