“Non solo le grandi Fiere di Milano e Verona debbono attingere al Fondo per migliorare il sistema di mobilità, come prevede la Finanziaria dello scorso anno”, per Sergio Gambini “tutto il sistema nazionale è impegnato in iniziative di rinnovamento e rilancio, non ultima la Fiera di Rimini, che ha realizzato un grande progetto di riqualificazione utilizzando esclusivamente risorse locali”. Degli interventi dello Stato nel sistema fieristico nazionale si tornerà a discutere alla commissione Attività Produttive della Camera dei Deputati, dove Sergio Gambini ha presentato due emendamenti al disegno di legge C. 2406, il quale vuole ampliare le realtà fieristiche in grado di attingere ai finanziamenti, un ampliamento che per i promotori del provvedimento dovrebbe interessare Bologna, esclusa invece lo scorso anno.
Per Gambini la nascita del Fondo per la mobilità, nella sua formulazione che riguardava al nord solo Milano e Verona, “è stata condizionata da spinte localistiche, mentre il problema delle infrastrutture delle aree fieristiche va affrontato in modo organico nel suo complesso. In questa riflessione su sistemi fieristici e infrastrutture – ha detto Gambini durante i lavori in commissione – è necessario un coinvolgimento della Conferenza Stato – Regioni per individuare le realtà fieristiche più rilevanti e permettere loro di accedere al Fondo”.
Dei due emendamenti presentati da Sergio Gambini “uno consente a Bologna di essere messa alla pari di Milano e Verona, rendendo disponibili per i prossimi 15 anni un milione di € per la sua mobilità. – spiega il deputato riminese - L’altro invece vuole costituire un Fondo a disposizione delle altre fiere nazionali, con lo stanziamento di 5 milioni di € per ciascuno dei prossimi 15 anni, che dovranno essere ripartiti della Conferenza Stato – Regioni. Ho aperto il fronte della mobilità delle fiere perché considero profondamente iniquo che realtà come quella riminese vengano ignorate. Dal momento che si aprono le possibilità per Bologna di accedere ai finanziamenti nazionali (infatti al progetto di legge, firmato dai deputati bolognesi del centrosinistra, se ne è affiancato uno identico di An), credo che la speranza di revisione generale non sia una velleità. Mi attendo che le realtà fieristiche italiane si facciano sentire e sia così possibile impostare correttamente il problema. La quarta fiera italiana è Rimini, anche se non ha l’imprimatur nazionale di Verona e Bari, i suoi problemi di mobilità non possono esser ignorati”.