Un sistema di affiliazione commerciale che consente un più agevole accesso a nuove forme di commercio ma che in Italia deve ancora trovare un necessario inquadramento giuridico: è il franchising, ovvero una innovativa forma contrattuale del commercio, ormai affermato in Europa ed in forte espansione anche nella nostra penisola. Sarà Sergio Gambini, già firmatario di un’analoga proposta legislativa, il relatore del disegno di legge che punta a regolamentare questa forma contrattuale, disegno approvato al Senato e approdato ora alla Camera dei deputati, dove è al vaglio della X commissione Attività produttive, commercio e turismo. Al capogruppo Ds è stato affidato il compito di seguire in prima persona l’iter di approvazione della legge, dalla sua definizione ed integrazione in sede di commissione fino alla presentazione nell’emiciclo di Montecitorio e al voto finale, un ruolo che difficilmente viene affidato ad un parlamentare delle forze di opposizione.
Compito del parlamentare sarà di integrare il disegno di legge proveniente dal Senato con le proposte presentate alla Camera in due diversi disegni di legge, uno dello stesso Gambini, l’altro del deputato Mazzocchi (An). “L'obiettivo perseguito dalle proposte di legge in esame - ha detto il parlamentare riminese - è di introdurre un quadro di norme di carattere generale al quale ricondurre i contratti di franchising, che garantiscano la massima trasparenza dei rapporti contrattuali. Il testo approvato dal Senato nella scorsa legislatura ha qualche punto che meriterebbe di essere rivisto, ma da esso si può partire per definire norme migliori”.
“Il franchising ha grandissime potenzialità, esistono segnali di uno sviluppo forte anche nel nostro Paese nei settori più diversi, dal commercio ai servizi. Ma esiste anche una giungla priva di regole, con tutte le ricadute negative che questo comporta. – ha detto Gambini – E’ una formula che consente di diffondere rapidamente know how, beni e servizi. E' evidente che quando il fenomeno franchising tocca punti così delicati occorre garantire normative certe. Altrimenti il rischio è che in questa "giungla" il contraente più forte, finisca per depotenziare tutte le opportunità di crescita che invece sono presenti in questa innovativa forma di distribuzione”.