“Ho tirato un sospiro sollievo. Nella vicenda del vertice Fao a Rimini ha prevalso la ragionevolezza, dal momento che non era in gioco la credibilità di Rimini come punto di eccellenza per l’accoglienza di grandi eventi. Il problema era della sicurezza degli ospiti e dei cittadini”. Sergio Gambini commenta con piacere la notizia dello stop del summit a Rimini, previsto per i primi giorni di novembre e sul quale il parlamentare aveva da tempo espresso non poche perplessità. “Rimini rimane la capitale del buon vivere, della spensieratezza vacanziera e del divertimento, un’immagine che non può essere stravolta e scambiata con quella di una città blindata.
“So che il mio sospiro di sollievo è condiviso dalla gran parte dei riminesi. – continua il parlamentare – In questi giorni hanno chiaramente manifestato perplessità, a me come a giornali e televisioni. Questa vicenda deve rappresentare anche un insegnamento. Quando sono in gioco valori forti come la sicurezza e la convivenza civile non c’è spazio per una gestione di parte ed interessata, né politica né economica. Non c’è spazio per l’improvvisazione. In vicende come questa bisogna poter pianificare e saper coinvolgere non solo le istituzioni ma anche l’intera cittadinanza”.
“Non so se le incredibili dichiarazioni di Berlusconi sul ritorno a Roma del vertice Fao verranno smentite – dice infine Sergio Gambini – D’altra parte sono un lancio d’agenzia e quindi attendibili. In ogni caso sono la dimostrazione migliore della fondatezza delle preoccupazioni mie e dei riminesi. E sono nello stesso tempo una conferma: ciò che qualcuno ha tentato di far passare come l’affare del secolo, in fondo, era solo una patata bollente che nessuno voleva”.