La più grande ha 26 anni, il più giovane 22: sono due ragazze straniere e un ragazzo i coraggiosi che lunedì notte hanno prestato i primi soccorsi ad Andrea Severi, mentre era avvolto dalle fiamme sulla panchina di Rimini, dove viveva da anni. Un gesto che ha permesso ad Andrea di limitare le pur gravi ferite che ha subito, ustioni del 3° e 2° grado sul 40% del corpo, per colpa della benzina gettata da uno o più sconosciuti. Le indagini, infatti, stanno procedendo ma senza grandi passi, a causa della reticenza di Severi. Ma nonostante il suo riserbo, gli inquirenti hanno raggiunto la famiglia, a Taranto.
Nessuna rivendicazione, ha detto il questore, Antonio Pezzano, quasi a escludere un pista politica. Ma certo, il movente dell'intolleranza resta in piedi, come quello di voler ripagare con moneta omicida uno sgarbo o un diverbio. Andrea, in passato, aveva scacciato degli spacciatori nel parco dove viveva, prima di trasferirsi sulla panchina di via Flaminia.
Panchina che per tutto ieri è stata oggetto di un pellegrinaggio riminese, dapprima laico, con la manifestazione promossa dal segretario del Pd Andrea Gnassi, alla quale hanno partecipato, sotto la pioggia battente, oltre 300 riminesi. Poi, alle 20,30, nella vicina parrocchia, la messa celebrata dal vescovo Francesco Lambiasi.