Per molti di loro la Champions League poteva essere un sogno. Magari carezzato guardando le prodezze dei professionisti al mercoledì, tra i mugugni delle “morose”, già messe da parte per giocare nel campionato sammarinese. Figuriamoci scambiare palla e poi giocare insieme ad un campione del Mondo come il brasiliano Aldair. E carezzare, dopo 43 minuti e un gol, persino la possibilità di passare agevolmente il primo turno nei preliminari della Champions. Ma il sogno si è materializzato. Che poi gli avversari del Tampere United li abbiano raggiunti al 23 del secondo e battuti sul filo di lana, beh, si può essere arrabbiati. Ma vuoi mettere? E stata l’avventura dei dilettanti del Murata, da due anni squadra pigliatutto del campionato sammarinese, che per 90 minuti questo sogno l’hanno vissuto, a casa loro, sotto gli occhi di parenti e amici di quella repubblica, non la più piccola del mondo, ma la più antica. Dopo la sconfitta per 2 a 1 all’Olimpico di Serravalle, adesso questo sogno per procedere si scontra con due gol da recuperare, in Finlandia. Ma che importa?
Ora toccherà ai cugini della Libertas, ai quali il Murata, dopo aver vinto il campionato, non ha concesso nulla, nemmeno la coppa Titano. Ci ha pensato il regolamento: giocando già la Champions, sta ai secondi, la Libertas, affrontare stasera, all’Olimpico, gli irlandesi del Drogheda United. La Uefa era già una realtà a San Marino, da alcuni anni. Ma la Champions no, non si poteva proprio sognare. I professionisti giocano in Italia, in C2, dopo retrocessione, figuriamoci cosa potevano sperare i dilettanti. Ma dopo il santo scalpellino, il dalmata Marino che ha fondato e veglia l’indipendenza della repubblica, per i calciatori del Murata e delle altre 18 squadre il santo della Champions è diventato Michel Platini, che gli ha regalato il sogno di provarci, almeno, con le grandi. Il presidente Juventino è di casa in Repubblica, amico di Massimo Bonini, sammarinese che negli anni 80 con lui ha vestito la casacca bianconera. E a Murata, piccola frazione sotto le tre torri, a giocare per la Champions ci hanno provato. Con convinzione. In squadra hanno il già Condor, al secolo Massimo Agostini, 40 partite in due campionati con la Roma (e 6 gol), quella Roma nella quale militava anche Aldair, col numero 6. E’ il Condor uno degli artefici dei successi del Murata, è sempre il Condor che recluta Aldair, sulla sabbia della loro squadra di beach soccer. Tre settimane di preparazione, non molte per l’affiatamento, ma abbastanza per prendersi a cuore la squadra. E quando uno strappo alla fine del primo tempo blocca il campione del mondo brasiliano, questo cuore neo - sammarinese continua a battere. Aldair, “strappato” non va su gli spalti, si mette dietro la porta e comincia a incitare i ragazzi. E con loro, finita la partita, festeggia come fanno tutte le squadre dilettanti: pizza e birra. Poi, l’indomani, per quei ragazzi, dopo le urla, la gioia, i servizi tv, i giornali, sarà il solito lavoro. Ma dopo un sogno di Champions League. Che tra due settimane si rinnoverà, in Finlandia.