Dice che per la Netiquette, su Facebook, l'amicizia la devi dare a chi te la chiede. Chi l'ha detto, ancora, non l'ho scoperto. Temo, piuttosto, sia stato un buon marketing man dello stesso socialnetwork ai suoi esordi. E' certo però che questa regola – o presunta tale – cominci ad essere scomoda, man mano che il proprio giro di amicizie comincia a lievitare in maniera consistente. E sopratutto vista la scarsa consapevolezza, in materia di Netiquette e - diciamolo – di gestione della propria immagine pubblica degli utenti. Perché quest'ultima – la gestione dell'immagine - è Il problema, purtroppo. Al quale molti soccombono (me compreso, beninteso). Anyway, la regola di netiquette è ormai radicata, se non per la giustezza, almeno per la prassi.
Mi spiego con un esempio. Conosci da anni una tipa. Magari ci hai pure mangiato di fianco oppure hai “pasturato” (tecnica di corteggiamento romagnolo finalizzato a fini prosaici di brevissimo periodo), ma senza successo. Nella vita reale scambi un frettoloso ciao, mentre su Fb manco quello. Eppure, essa, bombarda la tua home page di immagini. Lei che gioca a tennis, lei che fa i selfie con una scollatura “vedo-non-vedo”, lei con le amiche (in secondo piano) che si divertono pazzamente scolandosi autobotti di spritz. Insomma, l'insistente repertorio di immagini di un'adolescente alla scoperta di un'affermazione personale, coniugata però ad un'età over “enta”. Imbarazzante. Insistente ed imbarazzante.
Oppure, altro esempio, hai a che fare con un vecchio amico che ultimamente ha preso una deriva “radicale”, scegliete voi radicale in cosa. Politica? Animalismo? Misticismo religioso? Risvegli sessuali? Insomma, l'amico in questione, magari in crisi da mezza età, è fulminato sulla via di Damasco e bombarda sistematicamente la sua cerchia di amici con immagini e link a tema: agnelli squartati (siamo a Pasqua, preparatevi), leader urlanti, santi adoranti, gnocche siliconate. Se lo affronti, rischi di fare le veci del suo psicologo (ammesso che ne abbia uno), se lo fai notare magari si offende, se lo cancelli se ne accorge di sicuro, tale è il rapporto che vi lega. Insomma, è un dramma.
Visto che cancellare non si può, si opta per disinnescare il problema. Freccetta sull'angolo destro in alto dell'ultimo selfie o link imbarazzante dei “pazienti” su Fb e - magia! - appaiono due (o tre in caso di link o condivisioni di pagine) soluzioni: Non desidero vedere questo contenuto, Non seguire più XYZ, Nascondi i post di nome_pagina. La prima soluzione disinnesca solo temporaneamente il problema. Ma magari i sintomi del paziente sono passeggeri. La seconda soluzione – Non seguire più XYZ - è decisamente più radicale, ma è altrettanto salvifica. Nello stesso tempo metti il paziente in osservazione (puoi sempre interagire con esso), ma non ricevi i frutti delle sue fasi (speriamo) lunari. Non solo, puoi sempre andare sulla sua bacheca e, nell'area bassa dell'immagine di copertina, cliccare il pulsante Segui, a destra del pulsante Amici, e riprendere il flusso delle sue esternazioni. La terza scelta invece è più raffinata: nascondere i post di pagine che non apprezzate alla lunga diventa utile. Come bloccare i mittenti di inviti molesti. Ma questa è un'altra storia.