Hei, 'sto giro vi do una notizia: non siamo su Facebook. E non ci entreremo a breve. Niente foto della piccola di Samuele al posto del profilo del giornale (t'ho fregato, Samu, lo so che ci stavi pensando). E niente foto delle seratone con i nostri fans al ristorante cinese: Ennio, Antonina, Roberto (mio fratello) e mio cugino Angelo. Niente pillole di cosa facciamo ora tipo: "Exitime ha finito il sudoku, ora prova il Bartezzaghi. Magari ci riesce". No, Facebook non ci tenta. Per ora.
E' solo una scelta di marketing, in fondo, nata dopo aver rivisto "Ecce bombo" per la 14esima volta: "mi si nota di più se ci sono o se non ci sono?". Moretti è un guru, niente da fare.
E poi, diciamolo, so già che si sarebbe trasformato in uno strumento invasivo. La prima settimana è uno spasso. Aleee... tutti che "stringono amicizia", che si vogliono bene. Come in parrocchia. Manca solo don Dorino. Perché non sappiamo il cognome, senno lo cerchiamo su Facebook. E le ragazze?! Tutte GNOCCHE. Una brutta, ma che dico, appena passabile non la trovi manco a pagare.
Passata la prima settimana, è un calvario. Sbirci le amicizie del tuo odiato ex compagno di classe - sì quello che ha pomiciato con la tua grande passione della terza E, che ora è poliziotta della Celere, grande come un armadio e cattiva come la peste: quel bacio non l'hai digerito. Beh, quel porco "è arrivato a 450 amici, io solo 427". E cerchi la foto dei compagni dell'asilo, per veder i nomi dietro. E poi affiliarli. Tanto, un'amicizia, non si può negare. E' la netiquette. Sì, tutti amici, anche quello che ti fregava le merendine dicendoti "cicciobombo".
Poi, passata tutta la sbornia, inizia la metamorfosi. Se fai politica, fai sapere a tutti che la riunione pallosissima è stata "un grande momento". Se fai spettacolo, invece, hai trovato un'alternativa legale allo spam. Ancora per poco. Se non fai nulla, qualcosa ti inventi. Chessò... "Uauauauauaua" o "grande manuuuuuu". Oppure: "Enrico Rotelli ha fatto l'amore con Control. Da solo". Non cogito, ergo sum. Su Facebook.