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Salviamo il mercatino dei bambini. Dai genitori.

La copertina del numero di agosto di Exitime

Ogni tanto gironzolo per il mercatino dei bambini. Per poco - una passeggiata tra quel vociare si accetta, una serata è come dormire sopra una balera d'estate - però mi piace. Intanto per le mamme. Mica sono quelle in versione natalizia, attillatissime e ipertruccate. Nonono, sono la versione mamma-impegnata-con-i-figli, négligé, intente a badare il negozietto dei pargoli in fuga, sbocconcellando l'immancabile pizzetta con la vicina. Insomma, la versione istituzionale, dallo sguardo un po' stanco. Diciamolo: più sexy dell'alter ego natalizio.

Poi per un po' di sana nostalgia. Noi lo si faceva al primo crocicchio: due cassette del mercato, 4 topolino, due macchinine e si faceva giornata. Venduto nulla, ma di mamme a badarci, mai. Certo, erano bancarelle poverelle le nostre. Mica come certe al mercoledì, in piazza Cavour. Ce ne sono di bellissime. Una ha la copertina - insegna, con sopra ricamato "La soffitta di Diletta". Deliziosa. In altre potete riconoscere i figli d'arte: oggetti disposti con grazia. Magari dal papà, che era lì anche la mattina. Col furgone da ambulante.

Per altre invece i genitori sono una magagna. Con la scusa di aiutare i figli, piazzano i loro rimasugli. Così, tra barbie e bratz, voilà... il sandalino taglia 40. Oppure il catalogo "Vitrum, il vetro nell'arte romana". Immagino il bambino, a scambiarlo con una figurina di dragon ball. E i romanzi? In una bancarella il titolo meno inquietante era "Sangue nella notte". Un po' più in là ho trovato un pedagogico "Il silenzio degli innocenti". Va bene, c'è la crisi ma proprio nella bancarella del pupo bisogna riciclare - giuro, l'ho visto - il grattugiaformaggio della Girmi!?

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