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Il caso Hirvi e la fuga dell’investitore: nuova interrogazione di Sergio Gambini al ministro della Giustizia.

Una nuova interrogazione parlamentare per ottenere, finalmente, risposte sulla fuga di Omer Halilovic, il bosniaco accusato di aver travolto ed ucciso Jakko Pauli Hirvi durante una folle corsa sul lungomare di Rimini: Sergio Gambini a poche settimane dall’evasiva risposta del ministro della Giustizia torna a sollecitare il membro del Governo. “Sono state avviate in Olanda delle indagini e quali risultati sono stati ottenuti?” chiede il parlamentare riminese nel documento. E ancora: “Sono stati sollecitati dei rapporti sullo stato di avanzamento delle indagini in Olanda e, nel caso le autorità italiane lo abbiano fatto, quali problemi ostacolano lo scambio di informazioni con i competenti organi di polizia olandesi”?

Domande già avanzate nel marzo scorso ma, dopo oltre due mesi di attesa, scrive Gambini “la risposta del ministro della Giustizia è stata del tutto insoddisfacente: tanto puntuale nel notificare l’avviata procedura di estradizione da parte dei competenti organi quanto del tutto elusiva sui risultati ottenuti. Il Ministero ha dichiarato che l’Halilovic risulta non ancora localizzato, ma non fa cenno alcuno sull’indirizzo delle indagini verso l’Olanda”. E mentre i giornali hanno rilanciato la notizia della presenza in Olanda dell’Halilovic, “alcuni parenti dell’indagato, lo zio e il cugino, sono stati recentemente arrestati perché coinvolti in indagini su traffici di stupefacenti internazionali tra l’Italia e l’Olanda. Dove l’Halilovic ha attivato il patrocinio legale”.

“Ad una anno di distanza dalla drammatica morte di Jakko Pauli Hirvi – continua nell’interrogazione Sergio Gambini - l’assenza di esisti nelle procedure di arresto, l’assenza di riscontri da parte delle autorità italiane sull’orientamento delle indagini verso l’Olanda ed il silenzio del ministero sulle cause di questa grave situazione di impasse hanno suscitato lo sdegno della famiglia, della comunità riminese e delle sue istituzioni, riunite nel ricordo del giovane ucciso durante una cerimonia”.

“Il senso di impotenza che traspare dalla vicenda contro coloro che mettono a rischio l’incolumità del prossimo, la sostanziale impunità di cui gode a tutt’oggi l’investitore hanno profondamente colpito una città, Rimini, che sulla libera e sicura fruizione del tempo libero e dell’ospitalità e sul reciproco rispetto fonda il proprio tessuto sociale ed economico. I familiari, le Amministrazioni Comunale e Provinciale, i cittadini hanno dato voce al comune sentimento di frustrazione, di incertezza nella Giustizia e di inerzia per quanto riguarda i rapporti internazionali posti in essere e i risultati ottenuti, che il ministero competente, per quanto sollecitato, ancora non è stato in grado di fugare”.

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