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Regolamenti e ordinanze "svuotate di potere" dall’abrogazione di una norma, Santarcangelo investe gambini del problema

Regolamenti comunali e ordinanze dei sindaci “svuotate” di ogni potere sanzionatorio con l’abrogazione di un articolo di legge avvenuto nel 2000. L’alternativa per punire chi viola il regolamento di una biblioteca di quartiere, magari imbrattando il muro? Il codice penale e quindi il processo. Di questa situazione paradossale per un’amministrazione locale se ne è accorto il Comune di Santarcangelo, nel riorganizzare in un Testo unico i suoi regolamenti e ordinanze del sindaco. E per colmare il vuoto legislativo, si è rivolta al parlamentare locale, Sergio Gambini, il quale ha depositato il progetto di legge “ Modifica al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267 in materia di poteri sanzionatori degli Enti locali”.

“E’ un problema che interessa tutte le Amministrazioni locali, Comuni e Province, ma che nella nostra realtà turistica assume caratteri preoccupanti – spiega Andrea Maggioli, assessore alle Attività economiche, Turismo e Polizia Municipale del Comune di Santarcangelo – perché toglie poteri agli enti locali in materie delicate come il controllo di alcune forme di commercio, delle aree mercatali, alcuni aspetti dell’ordine pubblico, e particolari forme di limitazioni del traffico, non regolamentate dal codice della strada come le Ztl. Gli effetti che potrebbero essere preoccupanti quando, durante l’estate, il territorio riminese moltiplica i residenti. Per questo abbiamo chiesto l’intervento del deputato Sergio Gambini”.

“Devo ringraziare il Comune di Santarcangelo per la segnalazione – ha detto Sergio Gambini – Il vuoto legislativo che si è creato obbligherebbe i comuni a misure vessatorie improponibili, e consegnerebbe i cittadini ad un kafkiano labirinto burocratico. Raccogliendo le firme per il progetto di legge che, se approvato, risolverebbe definitivamente il problema, diversi sindaci che sono anche parlamentari hanno dato la loro adesione. Non si erano ancora accorti del problema e lo hanno segnalato all’Anci, l’associazione dei comuni d’Italia. Per questo è assai probabile che già con la legge Finanziaria si provveda a risolvere il problema. Per quanto mi riguarda infatti, oltre a depositare il progetto di legge, ho provveduto a presentare un emendamento alla Finanziaria dal medesimo contenuto”.

Tra le norme varate con il decreto legislativo 267, la cosiddetta Bassanini - ter, c’è l’abrogazione del Regio Decreto 3 marzo 1934, n. 383, e, quindi, del relativo articolo 106. Quest’ultimo si poneva quale norma primaria autorizzatrice del potere degli enti locali di irrogare sanzioni amministrative per la violazione dei propri regolamenti. E’ un vuoto normativo che per il Consiglio di Stato, in un parere del 2001, va assolutamente colmato. L’alternativa, infatti, è che gli enti locali, per far valere i propri regolamenti, debbano ricorrere al codice penale, all’articolo 650, il quale sanzione penalmente “l’inosservanza dei provvedimenti legalmente dati dall’Autorità”. Insomma, un piccolo illecito amministrativo che comporta una semplice multa, si potrebbe trasformare in un processo penale che vedrebbe da una parte il cittadino trasformato in imputato, dall’altra l’ente locale obbligato a costituirsi parte civile in Tribunale: insomma, un incubo per tutti, dai costi improponibili.

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