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Sei mesi di ritardo per i rimborsi Irpef ai professionisti riminesi, dal Governo nessuna rassicurazione.

Nessuno sblocco dei gravi ritardi per i rimborsi Irpef che lo Stato deve ai tanti professionisti riminesi interessati dal conto fiscale. Il ministero delle Finanze ha finalmente risposto ad un'interrogazione di Sergio Gambini, presentata nel dicembre scorso, che sollecitava il dicastero di Tremonti a risolvere le inadempienze verso gli studi professionali riminesi e non. Per legge, infatti, lo Stato dovrebbe provvedere ai rimborsi Irpef in conto fiscale entro due mesi, ma i 60 giorni previsti da tempo non vengono rispettati. Anzi, i ritardi sono lievitati a 180 giorni e più. Ed il Governo ammette, per bocca del ministero alle Finanze che: "sono stati rimborsati tutti i crediti certi ed esigibili scaduti alla data del 10 settembre 2003", senza però lasciar intravedere uno spiraglio concreto nello sblocco dei ritardi. Nella sua interrogazione, il parlamentare riminese ha sollevato "un problema economico rilevante per chi utilizza il rimborso Irpef in conto fiscale, per ottenere il quale i professionisti sono tenuti ad assumersi idonee garanzie fidejussorie. Chi ricorre a queste modalità onerose di rimborso lo fa per i particolari caratteri della propria attività professionale che comporta una forte anticipazione di versamenti all'erario, e che in mancanza di un sollecito rimborso gravano in maniera assai pesante sull'attività degli studi".

Il problema non risiede solo nei tempi del rimborso Irpef, "dilatati dai 60 giorni previsti per legge a 6 mesi o, come a ragione si teme, ad un anno - spiega Sergio Gambini - I professionisti riminesi, al pari di quelli italiani, devono fronteggiare un'inadempienza dello Stato che li penalizza doppiamente, sia per il ritardo, sia sugli interessi che verranno corrisposti, interessi che non copriranno certo gli oneri di accesso al credito sostenuti dai professionisti, per far fronte ai gravi problemi di liquidità sorti in attesa dei rimborsi. La risposta è criticabile anche perché lascia intendere che i ritardi diversificati per località siano dovuti alla solerzia con la quale i concessionari trasmettono le informazioni al ministero. Avrei preferito una precisa indicazione di responsabilità. In ogni caso vi è materia per le associazioni professionali per verificare in sede locale eventuali lentezze".

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