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Servizio fax nelle tabaccherie, i gestori “risparmiano” oltre 10 milioni per l’installazione: la risposta del ministero

Poteva essere decisamente oneroso installare un servizio telefax nella tabaccheria: stando alle normative un tabaccaio per permettere l’invio dei documenti avrebbe dovuto versare, come contributo per l’istruttoria del ministero delle Comunicazioni, oltre 10 milioni di vecchie lire. Questo secondo quanto prevede (con poca chiarezza) la normativa sull’offerta al pubblico dei servizi di telecomunicazioni. Un contributo decisamente troppo elevato per un semplice servizio, che ha destato le preoccupazioni della Federazione Tabaccai di Rimini. Il presidente Giorgio Dobori ha così sollecitato l’intervento in Parlamento di Sergio Gambini, il quale ha presentato il 18 settembre 2001 un’interrogazione al ministro delle Comunicazioni, Gasparri.

E dopo oltre un anno, è giunta finalmente una risposta positiva: “ritenute valide le argomentazioni espresse da alcune associazioni di categoria – si legge nella risposta all’interrogazione di Gambini, giunta in commissione nei giorni scorsi – il ministero ha considerato il servizio fax come servizio di trasmissione dati e, pertanto, assoggettato al solo servizio dichiarativo, con avvio immediato del servizio, ed esonero dal pagamento del contributo dell’istruttoria”. In altre parole, in attesa di chiarire meglio la normativa, i tabaccai non devono versare nessun contributo: un risparmio di circa 10 milioni di vecchie lire. “Meglio tardi che mai. E’ importante questa novità – commenta Sergio Gambini - perché l’installazione del servizio fax è uno dei tasselli per qualificare gli esercizi di tabaccheria, trasformandoli in moderni centri di servizio a disposizione dei cittadini, anche nelle località più periferiche”.

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