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Orari delle discoteche, il disegno di legge Giovanardi alla Camera, nella commissione Affari Costituzionali.

Il divertimento dei giovani? “Per il governo, evidentemente, è un problema di ordine pubblico”. Non c’è altra spiegazione per il parlamentare Sergio Gambini: il provvedimento promosso dal ministro Carlo Giovanardi sugli orari delle discoteche, e siglato dai membri più autorevoli del governo Berlusconi, a cominciare dal premier e dal suo vice, Fini, non sarà discusso per la prima lettura al Senato, come aveva promesso il senatore Bettamio. Né tantomeno sarà discusso nella commissione Attività produttive, dove sembrerebbe più naturale, dal momento che si parla di regole per le imprese. L’iter parlamentare di approvazione del disegno di legge parte invece dalla commissione che normalmente discute i temi dell’ordine pubblico: la prima, Affari Costituzionali, della Camera dei Deputati.

“C’è di che rimanere perplessi – spiega Gambini, che nella commissione Attività produttive della Camera è capogruppo dei Ds – questa è materia per la nostra commissione, assegnarlo alla prima rivela, a mio avviso, due risvolti. Il primo: un esame nella nostra commissione avrebbe trovato una sensibilità più attenta alla collaborazione delle imprese. La seconda è che si manifesta un vizio di fondo del provvedimento e, diciamolo, anche del Governo: si vuol puntare sugli aspetti legati all’ordine pubblico per scavalcare le Regioni, alle quali spettano per competenza la regolamentazione degli orari dei locali pubblici. E sì che tra i firmatari, assieme a Sirchia, Prestigiacomo e Moratti, c’è l’alfiere della devolution, Umberto Bossi. E meno male, il metodo scelto esclude il coinvolgimento delle comunità locali sull’organizzazione del divertimento e del tempo libero e le disarma nella lotta alla cultura dello sballo. Il divertimento dei giovani non è un problema di ordine pubblico. La tesi di Giovanardi e di chi, nell’Esecutivo la condivide, è di concezione illiberale, che la dice lunga sul rapporto che hanno instaurato con i giovani”.

“Chiederò di poter partecipare alle sedute della prima commissione – prosegue Gambini - mentre ho già chiesto alla presidenza del gruppo Ds di attivare, in parallelo, una serie di incontri con esperti e rappresentanti degli enti locali, del mondo delle imprese e con i protagonisti della cultura giovanile. L’obbiettivo: arrivare a proposte di regolamentazione che contrasti questa impostazione proibizionista. La strada è la collaborazione a livello locale, consolidando l’esperienza dei protocolli siglati tra le imprese e le Amministrazioni. Non è un impegno che possiamo sostenere da soli, ci sarà bisogno di chi, nella maggioranza, sappia prendere le distanze dalle tesi di Giovanardi. A questo proposito vorrei ricordare che non serve la politica degli annunci ai quali non segue nessun fatto. Credo tutti ricordiamo le dichiarazioni del senatore Bettamio, mesi fa. Ebbene, il disegno di legge non è approdato al Senato per la prima lettura, come aveva rassicurato, né tantomeno nella sua commissione, l’Attività produttive. Né, temo, si potrà vedere costituito il “comitato consultivo”, alla cui presidenza il senatore Bettamio aveva già insediato il Sindaco di Rimini”.

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