"Le imprese di pesca potranno reclutare quote maggiori di personale straniero, come da tempo richiedono le associazioni di categoria: il Governo, in risposta alla mia iniziativa, ha preannunciato un imminente decreto per modificare il codice della Navigazione nel quale comprendere anche la modifica da me richiesta". Da Roma Sergio Gambini avverte la marineria riminese sugli sviluppi in Parlamento sui provvedimenti per fronteggiare i problemi del settore, nell'Aula di Montecitorio infatti deve approdare un disegno di legge sulle "Emergenze del settore pesca ed acquacultura". Al momento di presentare gli emendamenti, Gambini ha proposto di aumentare le quote di personale straniero da imbarcare sulle navi, quota limitata al 50% dal Codice della Navigazione e durante la discussione l'annunciata novità: "il rappresentante del Governo - ha detto Gambini - ha richiesto di ritirare l'emendamento, poiché a breve sarà varato un decreto apposito, che modificherà il Codice della Navigazione. Dico finalmente, da troppo tempo le marinerie italiane, con quella riminese in testa, chiedono di adeguare le leggi alle reali esigenze del settore. Già con il varo della legge Bossi - Fini sull'immigrazione questi problemi si potevano risolvere, ma le mie proposte non sono state accolte. Dopo anni di esitazione e di sottovalutazione dei problemi della pesca, sembra che le pressioni sull'esecutivo abbiano dato qualche risultato. Ma il condizionale è d'obbligo".
In passato il parlamentare ha incontrato i responsabili delle cooperative riminesi e degli imprenditori del mare, registrando le notevoli difficoltà della flotta riminese nel sostenere la propria crescita. "Rimini è una delle più importanti marinerie dell'Adriatico, che sta pagando tutte le difficoltà dovute alle norme sull'arruolamento del personale straniero. Il naviglio, soprattutto quello di dimensioni maggiori, rischia di dover rimanere in porto "incagliato" in regola che non rappresentano l'evoluzione del mercato del lavoro. - ha commentato Gambini - Sono sempre meno gli italiani che scelgono il mare come loro fonte di sostentamento, le carenze di manodopera pongono ulteriori difficoltà ad un comparto che già soffre". Alcune risposte dovrebbero venire dalla legge in discussione alla Camera, alla cui proposta ha partecipato anche Gambini, presentata per sostenere un settore alle prese con scenari europei più ampi e, di contro, più competitivi, soprattutto nel bacino del Mediterraneo. "L'Unione Europea pone grossi limiti agli imprenditori del mare italiani, attraverso norme inadeguate alla realtà mediterranea. La legislatura italiana deve farsi carico delle difficoltà del nostro naviglio e salvaguardarne la crescita, superando quelle restrizioni del Codice della Navigazione non più adeguate ad una realtà evoluta".