«Siamo di fronte alla possibilità di cambiare il vento, di cambiare il clima. Dobbiamo vincere dappertutto, dobbiamo vincere a Rimini». Un po' il vento è cambiato nel capoluogo romagnolo: Nichi Vendola è arrivato schierandosi con il candidato del centrosinistra Andrea Gnassi e infiammando la platea di oltre 250 persone. Non i soliti volti del Pd, ma nemmeno i soliti volti del Sel, a parte un paio di dirigenti del tutto defilati, come se non l'avessero organizzato loro l'incontro. Specchio del profondo caos post elettorale che regna nella formazione, con alcuni che hanno contestato al leader pugliese la mancata venuta al primo turno. Caos o non caos, Gnassi incassa l'accorata adesione di Nichi e i lunghissimi applausi. «L'importante è vincere - dice Vendola - dopo dovremo fare i conti con le ragioni dei grillini e di Sel, ma quelle ragioni non sono un impedimento a capire qual è la posta in gioco». E mette così una pietra miliare su dove sta Sel. Nel centrosinistra.
«Rimini merita di essere portata nel tempo nuovo da una spinta civile e culturale che è quella del centrosinistra, - ha proseguito Vendola - perché Andrea incarna lo spirito di innovazione, il legame con una storia che fa di Rimini una città città civile, accogliente cosmopolita, divertente. Immaginarla prigioniera del rancore e delle frustrazioni della Lega è una terribile fantasia». In mattinata era passato Renzi («quello buono, non il candidato sindaco del centrodestra»), ovvero Matteo, il sindaco di Firenze, nel pomeriggio il segretario nazionale Pd Pierluigi Bersani,: piccolo tour in un quartiere popolare poi finale al Palacongressi transennato. A ricordare che se è ancora chiuso è anche "grazie" agli esposti del segretario della Lega Romagnola on. Gianluca Pini.
Pubblicato su L'unità Emilia - Romagna