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Elezioni anticipate: il Titano prova il sistema bipolare

La più antica Repubblica torna alle urne, anticipate, tentando il varo di un sistema bipolare: oggi a San Marino si rinnova il Consiglio Grande e Generale (Parlamento), dopo l'impossibilità di formare un nuovo Esecutivo (Congresso di Stato). Due le coalizioni in campo per sessanta seggi. Da una parte il centrosinistra, Riforme e Libertà, con le formazioni di governo uscenti: Partito dei democratici e dei socialisti, Sinistra Unita e i Democratici di centro. Manca all'appello Alleanza Popolare (Ap), la quale, dopo due anni di governo e aver aperto la crisi, ha poi scelto di presentarsi con il centrodestra, Patto per San Marino.

Coalizione quest'ultima decisamente più variegata: cinque i simboli presentati, che raggruppano a loro volta 8 formazioni, alcune legate a questo o quel personaggio. In prima fila la Democrazia Cristiana, unita agli Europopolari e Arengo e libertà. Quest'ultima formate da due transfughi della maggioranza uscente, i quali, disertando un'ora prima che venisse presentato il Governo, hanno spianato la strada alle elezioni anticipate. Poi, Ap, la Lista Libertà (Nuovo partito socialista e Noi sammarinesi). Infine, l'Unione dei moderati, formata da Popolari sammarinesi e Alleanza Nazionale sammarinese.

Panorama politico movimentato, a fronte di 63 kmq di territorio e un corpo elettorale di quasi 32 mila elettori, dei quali 10300 all'estero. Segno, insieme alle elezioni anticipate, dell'instabilità politica che ha caratterizzato il Titano. Sulla carta, il centrodestra si presenta con 1500 voti in più, sommando i risultati delle politiche del 2006. Il centrosinistra affronta le urne con la stessa coalizione, coesa da esperienza politica e programma comuni, ma all'insegna del rinnovamento.

La nuova legge elettorale tenta di arginare l'instabilità dissuadendo voltafaccia di eletti o partiti attraverso un premio di maggioranza. E, nel caso si sfaldi, con il ricorso alle urne anticipato. Oggi gli elettori sono chiamati al primo turno: la riforma, pur mantenendo un profilo proporzionale, ha infatti introdotto un premio di 4 seggi superando la soglia del 50% più un voto. Previsto, ma poco probabile, il secondo turno di ballottaggio, visto che le coalizioni sono solo due. Introdotta anche una soglia di sbarramento per arginare i gruppetti, ottenuta da un moltiplicatore di 0,40 per il numero delle liste presentate. Infine, la nuova legge ha attivato qualche attenzione sul controllo delle preferenze, esercitati da partiti o politici. In un territorio così limitato una possibilità non remota, anche nei confronti degli elettori che vengono dall'estero. Lo spoglio delle preferenze, quindi, verrà fatto dopo aver messo insieme il contenuto di 3 o 4 urne.

Il precedente

Quel voltafaccia che nel 1957 portò al colpo di Stato

Colpo di Stato nella storia sammarinese, nato dal voltafaccia di un consigliere. E' il settembre del 1957, piena Guerra Fredda, al governo socialisti e comunisti, unica enclave nel blocco occidentale, spina nel fianco della Dc italiana e degli americani. Dopo anni di assedio economico, e dal '49 al '51 con un blocco alle frontiere contro il casinò impiantato sul Titano, la svolta. Mesi prima un drappello di socialisti esce dalla maggioranza, poi, in settembre, lascia anche un indipendente del partito comunista, si dice in cambio di uno schioppo. San Marino si trova così due governi, uno in cima al monte Titano e uno democristiano, protetto anche militarmente dall'Italia, al confine.

Pubblicato su L'unità, Bologna Emilia - Romagna

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