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«Non ci piace essere chiamati negazionisti» e in vacanza in Italia non veniamo. Firmato: una famiglia tedesca

Spiaggia di Cesenatico

Nel 2011 Berlusconi voleva fare il testimonial per l'Italia turistica. Nel 2014 c'è riuscito, ma in negativo. A farne le spese, nel suo piccolo, Marco Scarponi, un amico albergatore che a Cesenatico gestisce l'hotel Serenissima Village, investe in promozione pubblicitaria sui giornali locali della Baviera e del Baden - Wurttemberg. Come altri colleghi in Riviera Romagnola. Del resto, le spiagge romagnole non erano chiamate la “Teutonen grill”? Potete immaginare la sua sorpresa quando, all'indomani della programmata uscita pubblicitaria, la prima mail che riceve non è di prenotazione , tutt'altro. Una famiglia gli ha scritto che avrebbe anche fatto loro piacere trascorrere una vacanza in Italia ma che avrebbero declinato perché «non ci piace essere chiamati negazionisti dell'Olocausto». Il riferimento, non diretto ma neppure tanto velato, è stato alla battuta dell'ex premier Silvio Berlusconi: «per i tedeschi i lager non sono mai esistiti».

Marco mi ha girato via Facebook l'intero messaggio in tedesco. Ma il traduttore di Google non è stato precisissimo. Per cui ricorro alla traduzione che Marco ha fatto per l'Ansa: «Saremmo felici di trascorrere le vacanze nel vostro albergo e in Italia. Ma non ci piace essere chiamati negazionisti dell'Olocausto e poi trascorrere il periodo più bello dell'anno nella terra di chi dice queste cose. Fate si che le persone non dicano queste cose e trascorreremo di nuovo le vacanze nel vostro bel Paese». La vicenda, dice Marco è stata "curiosa ma è anche sintomatica. Certo i tedeschi sono molto più uniti rispetto a noi italiani, sono orgogliosi e la prendono sul personale. Però tutto questo da pensare: non si trattava di clienti abituali, hanno visto la pubblicità e si sono presi la briga di scrivere una mail».