“Ancora nessuna traccia del promesso provvedimento del Governo sui canoni demaniali e temo, visto che oggi la Camera chiude fino a dopo le elezioni regionali, che la soluzione prospettata come imminente ad operatori e rappresentanti di categoria, sia stata lanciata in vista della competizione elettorale”. E’ preoccupato, Sergio Gambini, per il blocco di tutta la delicata vicenda dei Canoni demaniali, un “pasticciaccio brutto” che, dopo una serie di rinvii, sembra essere giunto all’epilogo osteggiato più volte dal parlamentare riminese: un aumento del 300% dei canoni per le concessioni demaniali entrato in vigore in dicembre, che per il Governo dovrebbe portare un gettito di oltre 140 milioni di euro. “Siamo alla vigilia della stagione estiva e gli operatori, già preoccupati per un andamento del settore turistico non proprio esaltante, si trovano a pagare il quadruplo per le concessioni. Dopo mesi di richieste, proteste, speranze, dopo gli annunci del Governo di una soluzione rapida ed equa che metta mano ad un sistema degli arenili fuori controllo, non c’è alcun segnale di impegno, oltre alle promesse di qualche collega di Forza Italia come Campo. Un po’ poco per i nostri operatori, che da dicembre sono a rischio: ogni giorno che passa c’è il rischio di un intervento della Corte dei conti sull’amministrazione finanziaria dello Stato, la quale in assenza di un provvedimento è costretta a chiedere la corresponsione dei canoni”.
Alcuni provvedimenti all’esame del Parlamento potevano essere utili per affrontare la complessa partita, in quattro occasioni Gambini ha presentato emendamenti , tutti cassati dal centrodestra alla prova dell’Aula. “Il Governo si aspetta di incassare da questi aumenti indiscriminati 140 milioni di euro per le sue esigenze di cassa, mentre è stato calcolato che vengono evasi canoni per 100 milioni di euro in vaste aree vaste del Paese, per ammissione degli stessi uffici ministeriali. Anziché procedere al recupero dell’evasione, come chiediamo da tempo con interrogazioni ed emendamenti, il Governo ha deciso la strada dell’aumento indiscriminato, un doppio danno per gli operatori in regola con i pagamenti, che si trovano a essere stangati al posto di chi fa il furbo e vedono quadruplicata una voce importante dei costi d’impresa. Se il Governo aveva veramente l’intenzione di risolvere il problema Canoni aveva il tempo e le occasioni. Una appena passata, il decreto – legge sulla competitività, sarebbe stato una boccata d’ossigeno per il nostri sistema turistico, che con questi nuovi balzelli soffrirà certamente nella competitività dei prezzi. L’altro è il decreto-legge “omnibus” in discussione alla commissione Bilancio della Camera, non c’è nulla ancora sui canoni, vedremo se riusciremo ad inserivi il provvedimento”.