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Blitz nel convento dei cappuccini a Rimini, Gambini interroga il Governo

L’intervento dei carabinieri di giovedì scorso alla mensa dei poveri di Rimini “si è svolto sotto il coordinamento e la direzione tecnica delle autorità proposte?” Ed ancora: “è da considerarsi legittimo rispetto all’art. 5 del protocollo addizionale al Concordato Lateranense?” “Esistono direttive del ministero dell’Interno su attività di controllo nelle settimane che precedono la scadenza per la regolarizzazione dei lavoratori extracomunitari sprovvisti del permesso di soggiorno?” Queste alcune delle domande che il deputato Sergio Gambini ha rivolto ai ministri dell’Interno, della Difesa e degli Affari Esteri, contenute nell’interrogazione depositata quest’oggi. Domande che devono trovare risposte dall’Esecutivo insieme ad altre, sollevate sugli organi di informazione locali dopo il blitz dall’Arma nella struttura di carità cristiana.

Blitz svoltosi con “l’ausilio di unità cinofile e previo avvertimento – scrive Gambini – degli organi di informazione locale, tant’è che all’intervento erano presenti giornalisti, fotografi e troupe televisive. L’azione non si è limitata ad un discutibile, per quanto legittimo, controllo indiscriminato esterno dei frequentatori della mensa, ma ha portato all’irruzione nei locali del convento ed il trasporto di tutti i presenti (una cinquantina di persone, in prevalenza donne) presso il locale comando dei carabinieri per accertamenti. Non risulta si sia verificato alcun episodio di resistenza o fuga alla presenza della forza pubblica che potesse motivare l’ingresso nel convento, né si ha tutt’oggi notizia di quanti dei fermati siano risultati privi del regolare permesso di soggiorno”.

Il parlamentare illustra ai ministri come l’intervento abbia “destato grande stupore e sconcerto nell’opinione pubblica” per le modalità dell’operazione, “che appare del tutto spropositata rispetto alle condivisibili esigenze di far cessare ed individuare i responsabili del disturbo esterno alla mensa”, come è stato lamentato dai cittadini del quartiere. Tra le proteste “quella della Caritas”, mentre la diocesi ha chiesto se, “a termini di Concordato, sia lecito l’ingresso delle forze dell’ordine in un convento senza prima aver avvisato l’autorità ecclesiastica, significando con ciò che l’intervento si è svolto senza che al Vescovo fosse giunta alcuna notizia preventiva”.

“Non si ha conoscenza se l’intervento sia stato concordato con le autorità preposte alla tutela dell’ordine pubblico nella provincia di Rimini – si chiede Gambini - o se sia il frutto di un’iniziativa autonoma del comando dei Carabinieri, né se siano fondate le voci riportate sulla stampa locale, secondo le quali l’iniziativa sarebbe stata motivata da attività di spaccio di sostanze stupefacenti all’interno della mensa”. Anche su quest’ultimo aspetto, Gambini ha chiesto se ci sono stati riscontri, all’interno come all’esterno della struttura.

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