Il ministero alle Attività produttive è disponibile "a porre in essere ogni utile iniziativa" nella vicenda della chiusura dell'ex pastificio Ghigi, ma non può intervenire senza una richiesta da parte della proprietà o dei sindacati. E' uno dei passaggi della risposta all'interrogazione che Sergio Gambini ha posto alla Camera nelle scorse settimane (mentre al Senato è stata posta da Sergio Zavoli) dopo l'incontro che il parlamentare ha avuto con i lavoratori della Colussi spa, attuale proprietaria dello stabilimento alla periferia di Rimini, e una delegazione della Cgil. "Sono molto deluso dalla risposta - ha detto il deputato riminese - nella quale il Governo parla di economia di libero mercato per nascondere un'inerzia che, in altri casi, non ha. Durante la riunione con i lavoratori e i loro rappresentanti sindacali avevo suggerito di attivare un tavolo di confronto. Ora quella ipotesi, sospesa in attesa di un qualche cenno dal Governo, mi pare diventi la condizione necessaria perché il ministero si attivi in questa delicata vicenda".
L'interrogazione presentata dal parlamentare dell'Ulivo, oltre a sollecitare l'intervento dell'Esecutivo, puntava a chiarire meglio i contorni di questa vicenda aziendale, solo pochi mesi prima definita florida e attiva, sia dalle dichiarazioni dell'azienda, sia dalla stampa economica. Lo stabilimento di Rimini, infatti, era considerato strategico dalla Colussi, la quale ha investito in ristrutturazioni basate, stando a notizie di stampa, su finanziamenti pubblici. La chiusura del pastificio è in linea , ha chiesto Gambini, con le norme di erogazione dei finanziamenti pubblici? "Nella risposta è stato escluso che la Colussi spa per lo stabilimento di Rimini abbia fruito, cito testualmente, di agevolazioni finanziarie da parte del ministero delle Attività produttive - spiega Gambini - ma esistono tanti altri strumenti di finanziamento pubblico, che il ministero non ha minimamente citato, come "Sviluppo Italia, ad esempio. Credo sia utile coinvolgere di più il Governo in questa vicenda, il pastifico Colussi rappresenta qualcosa nella nostra storia industriale e nella nostra economia, oltre che per le 70 famiglie che da esso traggono sostentamento".